di Filippo Ciccarelli
Uno strano cielo plumbeo accompagna l’ultimo saluto a Federico Bordi, il 14enne di Tolentino rimasto vittima martedì pomeriggio di un tragico gioco che gli ha spezzato la vita. Piove a dirotto fin dall’arrivo del feretro nella concattedrale di San Catervo, dove si sono ritrovati in tanti, già due ore prima dell’inizio della cerimonia funebre (leggi l’articolo). La pur grande chiesa è riuscita a stento a contenere quanti si sono voluti stringere intorno alla famiglia di Federico. La messa è stata presieduta dal vescovo di Macerata, mons. Claudio Giuliodori, insieme a tutti gli altri parroci di Tolentino e al priore della Basilica di San Nicola. “Non è usuale che una cerimonia funebre sia così solenne e, paradossalmente, così festosa” ha detto il vescovo nella sua omelia, nel corso della quale ha usato parole di conforto e speranza per spiegare una tragedia così assurda.
Nel corso della preghiera dei fedeli hanno preso la parola alcuni amici e compagni di scuola di Federico, ricordandone la bontà e la grande fede, ma il momento più commovente è stato quando la mamma Marina ha trovato la forza di lanciare a tutti un messaggio di straordinaria fede: “Mi rivolgo a tutti, anche ai miei figli: questa non è una disgrazia! Questa è la Verità! Il Signore è risorto e Federico lo ha raggiunto. per ognuno di noi Dio ha un posto: Federico ci ha solo preceduti”. Parole che sono state salutate da un lungo e sincero applauso”. Poi a prendere la parola è stato don Andrea Leonesi che è riuscito nell’impresa di strappare anche un sorriso in un momento tanto difficile quando ha detto che “ogni prete ha un pallino. Ogni tanto, guardando i ragazzi che frequentano la parrocchia mi viene da pensare ‘ma chi verrà dopo di me? Chi fra loro si farà prete?’. E la risposta me la davo guardando Federico e il cammino di fede che aveva intrapreso pur nella sua giovane età. Il demonio ha provato anche stavolta a insinuare la menzogna fra noi, ma la verità ha vinto. Ringrazio anche la stampa che si è comportata in maniera correttissima, anche se qualcuno ha scritto di me che non trovavo le parole… Beh, se non trovassi le parole io…!”. All’uscita della bara dalla chiesa, i compagni di Federico sotto la pioggia battente hanno liberato dei palloncini bianchi per salutare il loro compagno, prima dell’ultimo viaggio verso il cimitero comunale.
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“Questa non è una disgrazia, questa è la Verità, Federico ha ora un posto accanto al Signore, ci ha solo preceduti, per ognuno di noi c’è un posto accanto a Dio…”.
Parole di grande, incommensurabile, fede, che aiutano a lenire il dolore immenso per la perdita di un figlio, del piccolo Federico, bambino bravo, giudizioso, generoso, a sua volta incamminato in un forte percorso di fede insieme a tutta la sua famiglia.
Quanto vorrei avere anche io questa fede, la sto cercando in tutti i modi da due anni e mezzo, ma mi sembra di continuare a girare sempre a vuoto. In certi momenti la speranza prende il sopravvento, in altri ho l’impressione che nessuno può veramente sapere cosa ci aspetta nell’aldilà e che la fede nella resurrezione sia solo un tentativo di alleviare i grandi dolori. Avverto la presenza di mio figlio, la sua mano che mi sostiene, ma è come se il mio dialogo con ciò che esiste dopo la morte non riuscisse ad andare oltre, non riuscisse a fare altri passi in avanti.
Grazie comunque alla famiglia di Federico per la lezione e l’esempio di fede che ci hanno dato, e che Dio accolga e tenga vicino a sè il piccolo Federico.
Caro Peppe,
domani ti chiamo.
Carissimo Peppe ….Nicola ci e’ sempre vicino …adesso piu’ che mai e …….tu sai cosa intendo con questo !!!
Ma non e’ semplice x nessuno di noi non avere la Sua presenza fisica accanto …… !!!
Riuscire ad avere la fede dellla famiglia del piccolo Federico e’ la cosa piu’ grande che Dio possa darci!!!
La perdita di un figlio, in qualunque modo essa avvenga, è il fatto più innaturale che possa capitare nella vita di una persona. Sopravvivere ai propri figli è una pena, un fardello incancellabile nella vita di un uomo. Per provare ad andare avanti esistono solo due modi: la fede, come ha fatto la famiglia di Federico, oppure, come ha fatto Bommarito, dedicare tutto se stesso all’aiuto del prossimo, ad evitare che lutti simili possano ripetersi. La terza alternativa è impazzire. Da non credente dico di essere rimasto molto colpito dalle parole della mamma di Federico, dalla sua forza, dalla sua fede, dalla sua speranza. Avere nell’anima la certezza che un giorno incontrerà di nuovo il figlio le darà la forza di crescere gli altri quattro fratellini e di portare avanti la famiglia insieme al marito. Bommarito non è un uomo di fede, eppure a modo suo anch’egli ha sottoscritto un atto di fede verso Nicola, instaurando una battaglia senza confine contro gli spacciatori di morte. Li stimo entrambi, perchè posso solo lontanamente immaginare quale strazio abbia lacerato la loro anima e quante volte avranno pensato di non farcela. Questi sono esempi di umanità, di vita, da non sottovalutare e da ricordare in ogni occasione la vita ci mette di fronte al dolore.
Io penso che la fede sia un dono,certo, aiuta a “lenire” il dolore infinito che si prova per la morte di un figlio. La mamma di Federico ci ha dato una lezione di grande fede, ma anche il sig. Bommarito,(non so se sia credente o no) ci sta dando un esempio di grande umanità ,dedicandosi instancabilmente al prossimo, soprattutto ai giovani, che oggi, più che mai ,hanno un grande bisogno di aiuto.
Le poche volte che leggo il Vangelo mi soffermo su questa frase AMA IL PROSSIMO TUO COME TE STESSO, non è sempre facile metterlo in pratica!!! Mi pare che Bommarito ci stia riuscendo bene.
BUONA PASQUA a tutti.
Credo per capire e capisco per credere . In Sant Agostino il rapporto fede e ragione non è vissuto in termini di esclusione reciproca ed é convinto che si possano intrecciare vicendevolmente .
Caro Giuseppe – quella mano che tu pensi ti sostenga e’ invece quella che magari senza accorgetene sei tu a tendere per essere sostenuto –
Ecco penso che la fede sia questo appiglio ideale che cerchiamo con frenesia e che invece abbiamo a portata di mano ogni giorno –
Io Ho sempre saputo di essere un grande peccatore – ho scoperto di esserlo ancor di più tutte le volte che entrando in chiesa lo vedo sempre li solo- nudo e sulla croce .
e confrontandomi con lui senza intermediari –
– l unica cosa che non ritengo falsa quando cerco di dirgli qualcosa e’ quando Cerco di chiedergli ” scusa ”
Forse quella mamma ha trovato in tutto questo
la forza ” pensa quanto grande ” per dare lei conforto
agli altri ,,
Tu ora hai iniziato un percorso
conosciuto a tanti di noi – cercando di chiedere -parafrasando la parabola del Buon Samaritano-
a tanti di noi a quale dei personaggi della parabola vorrebbe assomigliare di più-
Molti di noi penso lo abbiano già capito e sono certo che il tempo lo farà capire anche a tanti altri .
In gamba Giuseppe —