Professori di diritto, filosofi, storici, economisti, e letterati, titolari di cattedre in 26 facoltà italiane. I loro nomi, tra cui quelli di molti noti intellettuali, compaiono nella lista nera pubblicata sul sito neonazista “Holywar”. Sono 163 i docenti italiani finiti nell’elenco. Sono accusati di essere “sayanim” – cioè devoti – e di collaborare con i servizi segreti israeliani. «Per questo – mette in guardia il sito – sono da considerare persone molto pericolose».
E l’elenco non è l’unico, perchè Holywar ha un’intera sezione dedicata al nostro Paese. Dentro ci si trovano anche i nomi di altre personalità, accusate di essere “complici” di Israele: tra gli italiani, direttori di giornali, editorialisti, cronisti, semiologi, filosofi, scrittori, deputati, parlamentari europei e, ovviamente, esponenti della comunità ebraica.
Sulla comparsa di questi elenchi sarebbero in corso accertamenti della Digos e della polizia postale. E il Dipartimento della Pubblica Sicurezza ha inviato una circolare a prefetti e questori per innalzare la vigilanza e la tutela sugli obiettivi sensibili legati alla comunità ebraica e aumentare il livello dell’attività informativa e investigativa.
La schedatura dei prof fatta dal sito antisemita ha interessato le università di mezza Italia, tra cui Macerata visto che nella “lista di proscrizione” compaiono i nomi dei professori Paola Magnarelli, Danielle Levy, David Nelken e Cesare Pinelli.
A costituire la “colpa” dei docenti maceratesi non sarebbe l’origine ma l’aver preso posizione contro un episodio di antisemitismo avvenuto nel 2005, quando alcuni docenti ebrei furono rifiutati dagli atenei inglesi. La professoressa Paola Magnarelli, docente di storia contemporanea e gli altri docenti hanno sempre dimostrato un grande attivismo per le iniziative legate alla Giorno della Memoria e hanno tenuto corsi sulle leggi razziali.
Un elenco, l’ennesimo, riporta 1650 cognomi riconducibili a circa 10.000 famiglie italiane di origine ebraica. I cognomi sono raggruppati sia in ordine alfabetico che in base alla provincia dove sono più diffusi. I patronimici, definiti “i cognomi degli ebrei e dei falsi convertiti”, sono raccolti in liste diverse per ciascuna delle zone ritenute a maggiore diffusione.
Secondo il presidente della comunità ebraica romana Riccardo Pacifici «c’è oramai bisogno di una legge, a livello internazionale», che blocchi sul web i fenomeni di incitamento all’odio xenofobo, al razzismo, e quindi all’antisemitismo, «così come avviene per la pedopornografia». Per il presidente degli ebrei romani, l’Italia potrebbe farsi promotrice europea di questa legge da portare poi all’Onu. Pacifici ha anche sottolineato la necessità che si velocizzino i processi già in corso contro i criminali sul web.
Sulla questione interviene anche Barbara Pojaghi, preside della Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università di Macerata: “Il reiterato attacco da parte di un gruppo di neonazisti a 163 professori universitari tra cui la prof.ssa Paola Magnarelli, docente della nostra Facoltà, e altri colleghi dell’Università di Macerata, ci preoccupa e ci sdegna, perché è un segnale di intolleranza e di atteggiamento lesivo della liberà di pensiero e di insegnamento. Esprimiamo la nostra solidarietà ai colleghi e a tutta la comunità ebraica del nostro Paese e ribadiamo l’importanza di rigettare qualsiasi forma di razzismo e di ingerenza nelle attività tese allo sviluppo del pensiero critico, fondamento proprio della cultura universitaria e della convivenza democratica”.
La professoressa Magnarelli era stata inserita in questa “black list” già negli anni scorsi. L’episodio si è ripetuto e il fatto non può che preoccupare.
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Siamo tutti “complici”
Solidarietà ai professori: in galera i razzisti
La condanna del rettore Lacchè:
L’Università di Macerata condanna pubblicamente questo atto gravissimo ed esprime la più sentita solidarietà ai 163 professori della lista e alle comunità ebraiche del nostro Paese. Ai nostri colleghi va il nostro più caloroso abbraccio, testimonianza di una solidarietà che si alimenta delle tradizioni di libertà e di confronto proprie della cultura universitaria e patrimonio inalienabile dei valori umani e civili.
Esprimo piena solidarietà alla comunità ebraica italiana e, nello specifico, ai docenti dell’Università di Macerata fatti oggetto di questo squallido atto di intimidazione antisemita. E’ una vergogna che dopo quello che è successo nello scorso secolo ai danni delle comunità ebraiche sparse nel mondo, ancora vi sia qualcuno che si senta legittimato a creare e a diffondere liste di proscrizione e a diffondere l’odio razziale.
Compagna Barbara Pojaghi, ex compagno Giuseppe Bommarito,
perché non avete espresso la stessa solidarietà quando venni messo al pubblico ludibrio su “Inchiesta sul neofascismo nelle Marche”?
TAMARA,
ritorna,
le colline sono in fiore
ed io,
TAMARA,
sto morendo di dolore.
TAMARA,
ritorna,
non importa,
non fa niente
se tu non sei
diventata più importante…
Perché sei
importante per CM.
“Inchiesta sul neofascismo nelle Marche”
http://www.librarything.com/work/4751133
Caro Gabor,
questa volta hai proprio ragione. A quei tempi lessi anche io quel libretto e su di esso mi abbeverai di odio politico verso quella che ritenevo la controparte. Erano tempi molto cupi, di odio e di forte contrapposizione politica, in cui poteva capitare a ciascuno di noi, se inseriti in determinati contesti, di commettere azioni di cui ci saremmo potuti pentire per tutta la vita.
Ho fatto un giro sul sito incriminato, Holywar, appunto, e sono rimasto basito.
Un’accozzaglia senza capo nè coda di deliri ultracattolici che pongono alla base dell’antisemitismo il “deicidio”.
Per loro papa G.P.II sarebbe fedele all’anticristo etc..
Insomma, a mio avviso si tratta di demenzialità pura che, tuttavia può fuorviare menti deboli o predisposte a recepire messaggi di odio (vedi lka tragedia di Tolosa).
Grazie Giuseppe!
Tuttavia registrai un assordante silenzio da parte del Rettore Lacchè e della Preside Pojaghi anche per quel prof. filocubano che insegnava e forse ancora insegna a Macerata:
http://www.ilgiornale.it/esteri/su_internet_gruppo_intellettuali__allassalto_dissidenti_cubani/cuba-gianni_mina-diritti_umani/23-03-2010/articolo-id=431699-page=0-comments=1
Il professor Gennaro Carotenuto, esattamente come Gianni Minà e molti altri intellettuali italiani, è solo un profondo conoscitore delle questioni latinoamericane, che guarda caso collabora con la prof. Paola Magnarelli. Provare a mettergli il silenziatore, con scarso successo, tra l’altro, è un pericoloso atto di fascismo. Inoltre, caro Bonifazi, spenda una parola contro certi delinquenti organizzati in squadracce telematiche, di tanto in tanto…
Suggerisco al Magnifico Rettore di assegnare a Lupo Alberto una delle tante lauree honoris causa!
Chissà se il profondo riscoperto lindo e pinto “animo democratico” del buon pacifico solidale e tenero dott. GABOR BONIFAZI, uscirà di nuovo fuori quando, mezzo stampa i suoi lontani cuginetti neo-f organizzeranno iniziative “democratiche” contro immigrati, omosessuali, o per lo ius sanguinis??????? Io la adoro…il bronzo dei vostri volti e più bello e scintillante di quello dei due guerrieri di Riace……… CHAPEAU…….!!!!!!!!!!
Caro Bonifazi, non ne ho bisogno, l’Unimc me ne ha già regalata una. Lei pensa che con la prof. Magnarelli ed il prof. Carotenuto ci ho studiato. Due docenti dei quali il nostro Ateneo dovrebbe essere orgoglioso e che non mi stancherò mai di difendere. Rispetto al Rettore, che lei chiama in causa e che non è persona che stimo particolarmente, non capisco cosa avrebbe dovuto fare, secondo lei… ignorare l’accaduto? Non sono mica la Magnarelli e gli altri tre docenti a voler essere al centro dell’attenzione mediatica… Poi, se vuole, apriamo un dibattito sulla demenzialità delle accuse e sull’assurdità della sovraesposizione della notizia In parole povere, a mio avviso, dare visibilità a certi imbecilli è un esercizio stilistico inutile e dannoso.
Buona vita!
Un, due, tre, stella! Cubana naturalmente…
ADESSO BASTA
Adesso basta non ti voglio come chiodo fisso dentro la mia testa.
Lo sai,
che nel mio petto batte un cuore e non è giusto tutto il male che mi fai.
Ho capito non son solo
un aiuto ormai ce l’ho,
riuscirò ad andare in volo
non mi fermo, proprio no.
Ti vedo pure quando non ci sei
>>e sento<<
la tua voce nei pensieri miei
>>dormendo<<
E cancelli dal mio viso tutto quel sorriso che c’è in me.
E adesso basta voglio denunciare tutto,
voglio fare una protesta
perché…
Voglio gridare al mondo intero che ti stai rubando la mia libertà.
Ma nel cuore, in fondo al cuore,
tutto viaggia in libertà
E adesso basta voglio denunciare tutto,
voglio fare una protesta
chius’in cella non dolori
spazi…aria…eternità
Voglio gridare al mondo intero che ti stai rubando la mia libertà.
Ma stavolta hai perso già.
ADESSO BASTA E NON RICOMINCIA’
È curioso -dopo aver consumato decine di paia di scarpe percorrendo l’America latina dall’estremo Nord del Messico fino alla Patagonia- essere messi alla berlina per essere stati inseriti in una lista nera da “Il Giornale”, testata che proprio ieri dimostrava profonde conoscenze sull’America latina piazzando il Messico, dov’è in questo momento il Papa, nel continente sbagliato!
Considero anti-antisemitismo, antifascismo e anticolonialismo stelle polari dell’idea stessa di cittadinanza e se ciò comporta qualche sanzione o l’inserimento in liste di proscrizione, ebbene me ne giovo.
Infine essere accostato a persone per le quali nutro profondo rispetto come la Prof. Paola Magnarelli, il Prof. Piero Gleijeses (che lavora in uno dei più prestigiosi centri di ricerca degli Stati Uniti, autore di vari saggi fondamentali) o Gianni Minà (con il quale il prossimo 25 aprile avrò l’onore di aprire il Festival Internazionale del Giornalismo a Perugia) è per me un grande motivo d’orgoglio.
Giusto per la cronaca: ho verificato l’appello per il quale vengo messo alla berlina da un utente di questo sito e da “Il Giornale” di proprietà di Paolo Berlusconi, e per la firma del quale qualcuno vorrebbe addirittura che venissero presi provvedimenti disciplinari nei miei confronti dall’Università dove lavoro.
Si tratta di un appello firmato da ben sette premi Nobel (Adolfo Pérez Esquivel, Rigoberta Menchú, José Saramago, Nadine Gordimer, Dario Fo, Harold Pinter e Wole Soyinka), oltre a una serie di eminentissime personalità di tutto il mondo, con le quali mi onoro di aver condiviso il ruolo di primo firmatario e che, va da sé, rifirmerei domattina.