di Matteo Zallocco
(foto-servizio di Guido Picchio)
Simpatia, effervescenza ma anche galanteria. Nominato da meno di due mesi direttore artistico dello Sferisterio, Francesco Micheli è già il padrone di casa. Quando entra il presidente della Provincia Antonio Pettinari, lui si avvicina, gli sfila il cappotto e lo ripone su una sedia.
Questa mattina, nella suggestiva cornice dell’Auditorium Svoboda dell’Accademia di Belle Arti, è stato presentato il cartellone del Macerata Opera Festival, 48° Stagione lirica che si svolgerà dal 20 luglio al 14 agosto. A fare gli onori di casa il direttore dell’Accademia Giorgio Marangoni che ha presentato il “collega” Francesco Micheli, professore all’Accademia di Brera.
Poi sale in cattedra Romano Carancini, sindaco di Macerata e presidente dell’Associazione Sferisterio che esordisce citando una frase del professor Luigi Alici (“Seminare e coltivare sono l’unica strada per restituire un futuro alle nostre origini”) ascoltata mercoledì durante l’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università di Macerata. “Il progetto, la direzione artistica, la squadra e i talenti delle persone che costruiranno Macerata Opera Festival 2012 – ha detto Carancini – sono i semi che dovremo coltivare senza la presunzione di una mietitura immediata e piena ma piuttosto avendo lo sguardo al futuro il cui orizzonte non può che essere il 2014 quando, in occasione della 50° stagione, dovremo saper raccogliere i frutti di un lavoro comune che qui è iniziato”.
“Questo per lo Sferisterio è un nuovo inizio, mi verrebbe da dire una nuova storia ma non si può dire”, prosegue Carancini rivolgendo per un attimo il pensiero alla sala consiliare. E ancora: “Abbiamo voluto concepire lo Sferisterio come il ” luogo” ed il ”tempo” di una parte della nostra anima territoriale, del nostro essere maceratesi. Un progetto non autoreferenziale ma aperto, come ha dimostrato Francesco Micheli decidendo di non tenere per sé nessuna regia. Un progetto che ha come orizzonte il futuro e che saprà mettere insieme e valorizzare il patrimonio di un passato che ci siamo guadagnati. Per tutto questo Francesco Micheli è la persona giusta, con lui pensiamo di sorprendere e stupire positivamente. Il tempo ci dirà se così è stato”.
Subito dopo ha preso la parola il vice presidente Pettinari: “Per il 2012 abbiamo voluto ampliare la proposta complessiva dello Sferisterio, inquadrando la stagione lirica in un contesto di maggiore attività dell’Arena. Questo, sia per accrescerne la visibilità, anche mediatica, insieme a quella del contesto territoriale, sia per favorire una più vasta ricaduta economico-sociale dello Sferisterio nella realtà maceratese e provinciale. Sono questi, infatti, aspetti che le istituzioni del territorio debbono tenere in estrema considerazione. Solo un ritorno in termini culturali ed economici per la comunità locale giustificano, del resto, l’importante intervento diretto delle amministrazioni pubbliche in questo momento difficile per tutti. L’altra caratterizzazione di quest’anno è data dalla scelta di opere liriche famose e popolari, in grado di attirare il vasto pubblico degli appassionati. Affinché l’attività dell’Arena possa dare un concreto contributo allo sviluppo del territorio, è necessario infatti che lo Sferisterio venga sentito come un patrimonio dell’intera comunità e quindi avvicini tutti i cittadini, le imprese, l’associazionismo. E’ necessario che tutti siano partecipi del futuro di questo straordinario ‘bene comune’ rappresentato dall’ottocentesca Arena e dalle potenzialità del suo utilizzo e della sua immagine”.
Francesco Micheli, 40 anni, da Bergamo, dopo i ringraziamenti, ha parlato della sua prima avventura maceratese: “Sto cercando di dare forma all’idea di Festival che sento necessaria per la società di oggi.Voglio ribadire l’eccellenza italiana nella capacità di essere propositori di nuovi percorsi d’arte e bellezza. Il palcoscenico dello Sferisterio vedrà raccolti artisti delle ultime generazioni ma già
di fama internazionale, per raccontare oggi il teatro lirico. Confido che la nostra manifestazione sia degna erede della secolare tradizione lirica di cui siamo ancora i depositari nel mondo. Ho scelto perciò Allievi e Maestri come nome di questa edizione del Festival, dedicato a Svoboda e alla bellezza dell’arte nostrana fondata su sapienze artigiane che passano di mano in mano, di generazione in generazione, da padre a figlio. Vogliamo che tutta la città venga contagiata dalla febbre operistica: spettacoli, concerti, incontri, performances nei palcoscenici più inusuali. Un Festival per tutti. È il Festival Off, una rassegna di iniziative ancora in via di definizione, accomunate dal desiderio di unire le più variegate tipologie di pubblico. Una grande festa di teatro e musica che coinvolga l’intera comunità. Ci sarà comunque una serata nell’antico teatro romano Helvia Recina in cui i cantanti impegnati in arena canteranno le arie e i duetti della opere in cartellone (si chiamerà Festa dell’Opera e anticiperà le serate in Arena) mentre a conclusione di tutta la rassegna estiva, organizzeremo la Notte Bianca dell’Opera, a suggellare il nuovo corso del Macerata Opera Festival e per salutare l’edizione 2013, dedicata a Giuseppe Verdi, nei duecento anni dalla nascita. Sarà un Festival rivolto anche ai giovani, abbiamo iniziato a coinvolgerli con il bando per i creativi dove abbiamo scelto gli splendidi lavori fatti a mano da Francesca Ballerini, 28enne di Moie, che unisce in questo modo la creatività alla tradizione”.
Carancini plaude Micheli, lo guarda con un’espressione di grande soddisfazione per la scelta fatta, elogia anche lui il ritorno alle opere popolari e aggiunge: “Uniremo tradizione, giovani, territorio e il concetto di festa. Da oggi lo Sferisterio prende una direzione diversa, non sarà una stagione tradizionale come l’abbiamo vissuta per tanti anni, vogliamo andare oltre”.
Alla stagione lirica vera e propria si aggiungerà quindi un ricco programma di concerti, spettacoli, performances e mostre per il Festival Off, occasioni in cui l’intera città diventerà il palcoscenico di una grande festa della musica e del teatro.
Il Macerata Opera Festival 2012 si apre dunque il 20 luglio all’Arena Sferisterio con La Traviata di Giuseppe Verdi nell’allestimento creato nel 1992 dal regista Henning Brockhaus e dallo scenografo Josef Svoboda (repliche 29 luglio, 4 e 12 agosto). Nel ruolo del titolo Mirtò Papatanasiu, soprano greco e accanto a lei una giovane promessa, il tenore Ivan Magrì come Alfredo e una giovane certezza, Luca Salsi, nel ruolo di Giorgio Germont.
Il cartellone prosegue il 21 luglio con La Bohème di Giacomo Puccini (repliche 27 luglio, 5 e 10 agosto). La regia è di Leo Muscato un giovane artista che si è imposto nel teatro di prosa già da diversi anni. A lui il compito di restituire il clima festoso e folle dei Bohèmiens immortalati da Puccini e incarnati da un cast per molti versi ideale: autentici fuoriclasse, della stessa generazione dei personaggi che interpretano. Francesco Meli, dopo i trionfi a Vienna accanto a Anna Netrebko e a Venezia con il Trovatore, debutta nel ruolo di Rodolfo. Accanto a lui Carmen Giannattasio come Mimì. Un Colline d’eccezione è Andrea Concetti: il basso festeggia quest’anno i suoi vent’anni di carriera, inaugurata proprio a Macerata.
Chiude la serie delle tre opere all’Arena Sferisterio il 22 luglio Carmen di Georges Bizet (repliche 28 luglio, 3 e 11 agosto). A mettere in scena l’opera – simbolo della femminilità una giovane regista donna, Serena Sinigaglia, definita da Micheli “dirompente e geniale” Debutta il ruolo una promessa del teatro lirico internazionale, la georgiana Ketevan Kemoklidze. Accanto a lei un sommo artista, molto amato a Macerata: Roberto Aronica, fresco di debutto in Don José col maestro Oren a Masada.
Come di consueto, per le opere in cartellone il Festival si avvarrà della FORM – Fondazione Orchestra Regionale delle Marche, del Coro Lirico Marchigiano “V. Bellini” e della Banda “Salvadei” Città di Macerata. Presenti in sala, tra gli altri, Lauro Costa (vice presidente dello sponsor Banca Marche), Renato Pasqualetti (presidente della Form), gli assessori alla cultura di Comune e Provincia, Irene Manzi e Massimiliano Bianchini; alcuni dei componenti del Cda (il Rettore di Unimc Luigi Lacchè, Orietta Varnelli e Walfrido Cicconi) oltre al “fac totum” Luciano Messi e al grande regista Henning Brokhaus pronto a far rivivere “La Traviata degli specchi” là dove è nata.
Con il nuovo Cda e il nuovo direttore artistico sembrano esserci tutti gli ingredienti per far bene. Le difficoltà non mancano, i tempi stringono, ma l’approccio fresco e popolare di Micheli fa ben sperare affinché i maceratesi tornino a sentire loro lo Sferisterio dopo quell’area snob che ha aleggiato in Arena negli anni di Katia Riciarelli e Pier Luigi Pizzi. C’è solo un problema: i maceratesi come abbiamo già scritto, desiderano vedere i bilanci. E la trasparenza è un tassello che non può mancare per coinvolgere la città e poter parlare di “Nuovo inizio”.
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I giovani perchè dovrebbero andare allo Sferisterio?
Non s’è capito perchè…
non capisco perchè i bilanci non vengono mostrati,
non capisco perchè i concorsini siano stati fatti davvero con una professionalità di topolino.
La nuova stagione è già peggio della vecchia…
Caro Micheli,
prima Bilanci dettagliati di tutte le stagioni
ci spieghi perchè quei concorsi siano stati fatti così sommariamente male
ci spieghi perchè si celebra la traviata che è di Orazi e non viene chiamato in causa, (facile farsi belli con le opere degli altri eh!) poi dire “La travata è un’opera di Macerata opera” è “comodo”.
Rinuncia allora alla sua stagione e scrive nel cartellone “Una stagione di “Macerata opera”?
Troppo comodo.
La stagione 2012 è iniziata nel peggiore dei modi.
Vedremo, se gli interessano i giovani prima risponda a tutte le mie domande, poi si vedrà!
Un giovane maceratese.
Poi gli interessano i giovani, “certi giovani”, il dialogo è sempre coi soliti giovani…
allora ci vadino quelli a vedersi l’opera!!!!
Le chiacchiere stanno a zero….
Carancini è portatore di una nuova storia??
Lo dimostri con i fatti concreti: vogliamo vedere i Bilanci INTEGRALI dell’Associazione Sferisterio degli ultimi 10 anni.
Vogliamo sapere i costi, vogliamo vedere chi ha ricevuto e quanto, vogliamo vedere se si sono sperperati soldi pubblici.
Altrimenti questa nuova storia (fino ad oggi solo presunta) sarà solo copia peggire della vecchia.
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Visto che sono mesi e mesi e mesi che si chiedono questi BILANCI INTEGRALI e visto che si continua a fare orecchie da mercante o fare ridicoli giochini (il bilancio riassunto che è stato mostrato e, dal quale, non si comprende nulla) è lecito se qualcuno comincia a pensare che, se questi benedetti Bilanci non i fanno vedere, è perchè presumibilmente c’è forse qualcosa da nascondere….
sempre più, purtroppo, si alimenta il sospetto che il silenzio sia una scelta politica ben precisa sia dell’Amministrazione, che del PD. A chi giova questo logoramento suicida che mette nel mucchio tutti, anche se non tutti lo meritano.
Macerata Operea Festival: la denominazione lascia perplessi. Macerata continua nell’approccio autoreferenziale senza aprirsi al territorio provinciale ……
Due quesiti piccoli piccoli extra moenia, con la doverosa premessa che sono convinto a pelle delle qualità personali e professionali di Micheli:
1. Per la serie “La fantasia non è il nostro forte”, se la nostra città si fosse chiamata “Lacerata”, la stagione lirica l’avrebbero intitolata LOF?
2. Per la serie “Repetita iuvant”, da quale brillante cilindro è nata l’originalissima idea di applicare la notte bianca pure all’opera?
(nel frattempo sono andato a vedere il sito dell’arena, in un altro articolo di questa stessa testata ampiamente commentato ed anche criticato: non sono d’accordo. L’ho trovato molto accattivante. Che sia un po’ dejà-vu nelle scelte grafiche è certo, però sono scelte che considero al tempo stesso molto gradevoli e invoglianti. I prezzi un po’ meno…).
Dal fatto che le notti bianche, almeno quelle vere, escono dai vincoli del patto di stabilità. Se hanno aumentato prezzi e magari riescono a togliere un pò di spese generali e amministrative (uno sproposito) è il minino che potevano fare.
Anche Verona ha fatto la stessa cosa e non mi sembra affatto chiusa.
@ De Candia
Dico solo che le notti bianche (non quelle della bella canzone di Patty Pravo) indicano una regressione dolorosa, che certifica la riduzione a zero della proposta culturale. E’ facilissimo organizzare notti bianche: basta tenere aperti i negozi, chiudere le strade al traffico e scritturare gente che tenga impegnato il pubblico con quel che sia. Meglio pure se, insieme al lucore delle vetrine, spicca qualche banco ambulante di artigianato d’arte o scambismo artigianale. Ma questo, in realtà, è un mercatino delle occasioni con qualche specchietto per le allodole a fare da richiamo. Si organizza con poco o nulla, non costringe alla stesura di un progetto ideale, diviene come il programma-contenitore inventato da Pippo Baudo che, con solerte certosinità, smantellò colpo dopo colpo la bella televisione dei Falqui-Molinari, etc. Coi risultati che, purtroppo, sappiamo.
ancora notti bianche???!!!?????? BASTAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!!!!!!!! Ma chi vi ci viene il 14 agosto che stanno tutti al mare!!!!! ma state fuori come le pigne!!!! ma perchè invece di tirà fuori sempre ste cagate di notti bianche ( che sono state una più schifosa e imbarazzante dell’altra) non fate una serata per ogni opera per i giovani a 20€ a biglietto? vedrete che lo riempite lo sferisterio e vedrete che qualcuno si avvicinerà all’opera!!! oppure fateci vedere le prove generali sempre a modiche cifre!!!! io vorrei vederle tutte le opere ma con quei prezzi non ne vedrò neanche una!!!! e una volta che i vecchi bacucchi che entrano gratis muiono chi vi ci viene a vederla l’opera se non invogliate già da adesso i vecchi di domani?
Non definirei più popolare questo Festival, ma diversamente snob, a partire dal logo, troppo concettuale. Può andare per la copertina di un libro, ma non ha sufficiente forza comunicativa per veicolare come si dovrebbe, l’immagine pubblicitaria complessiva di un Teatro di tradizione lirica quale il nostro.
Nella finezza del suo tratto segnico, viene a mancare secondo me, lo spessore storico che ha lo Sferisterio, e ciò per me è indicativo che si sia voluto trasmettere una cancellazione del passato come per ripartire da zero con una nuova narrazione attraverso uno stile minimalista, finto ingenuo, orientato solo a un certo target di pubblico: giovane, colto e anarchico., o se preferite, poco incline alle regole. Unica citazione evocativa rispetto al passato e alla mission dichiarata in più occasioni dal D.A., Allievi e Maestri, che però è slegato dal logo,in quanto riferito alla Stagione che si sta approntando.
L’immagine acquarellata che compare nel sito dello Sferisterio nella sua nuova veste grafica, d’altronde, esprime piena conferma alla evanescenza della loro non idea generale sull’Arena.
Leggo infine, Festival Off, come punto di forza di questa strategia popolare, cioè spettacoli e concerti per le vie e le piazze di Macerata: ma non ci si dovrebbe prima preoccupare, di portare pubblico ALLO Sferisterio a pagamento, che portare i piatti, FUORI dalla mensa dello Sferisterio?
Questi spettacoli diffusi, oltretutto, sono a pagamento o ad ingresso libero?
questi spettacoli diffusi sono comunque a pagamento: li pagamo noaddri, no l’hi capito, Tamà?
Da ex lavoratore dello Sferisterio sono assai felice!!!
La serie di banalità psicodrammtiche e snob affrontate dalla Sign.ina Moroni e da utenti affini ci inducono ad un certo ottimismo. Quanto mi diverto a vedere i vecchi “tromboni” della macerata “de nuandri” essere indignati perchè non presi nella “giusta” considerazione. Non riuscite proprio a passare sopra al fatto che Micheli invece di inbucare amici con il pedigree prenda e faccia fare esperienza a ragazzi figli di nessuno presi dalla strada ma con talento da vendere. Dovremmo organizzare un V-Day di Grilliana memoria per tutti quielli come voi da Pizzi in giù(a destra e a sinistra) che per anni hanno gestito e gestiscono la cULTURA (con la c minuscola) e fagocitano spazio ed energie a beneficio dei loro piccoli piccoli orticelli!
Caro pace, non vorrei deludere il suo entusiasmo, ma Micheli abbiamo visto, è il primo degli imposti dal CDA con la targa PD. I suoi sponsor (Carancini, Pasqualetti – Form, Sciapichetti, Corsalini, Comitato Aldo Moro e su su fino a Bergamo) sono onnipresenti, sia nelle sue frequenti uscite pubbliche che nell’eco del tatticismo populista di aprire ai giovani. Diversi collaboratori , i ragazzi di strada come li chiama lei, se non lo sa, provengono dai centri sociali e altri sono comunque della cerchia di sinistra ,quindi confermo, sotto sotto c’è la solita snobberia dei soliti monopolisti della kultura locale.
Lasciando me da parte, che mi ero proposta di collaborare con la stessa generosità con cui ho fatto altro per Macerata , dimostrando sul campo di saper fare, nessuno ha avuto da ridire nulla e anzi, la città, i commercianti, volevano il bis ( è negli articoli di cronaca, parlo del contenitore Macèraunavolta), credo non sia magnanimo da parte sua, definire vecchi tromboni un Maestro Antinori, un Filippo Davoli o un giovane come Maurizio Failla , che si firma Travaglio de Mc, il cui corto cinematografico è tra i finalisti di un riconoscimento internazionale. La notizia è stata pubblicata anche qui, qualche giorno fa.
Circa poi le parole con cui definisce le mie osservazioni su come si sta portando avanti il nuovo progetto a livello promozionale -non artisticamente parlando quindi,-sappia che sono ben pesate, perchè sono un tecnico della comunicazione. Se non le dispiace. Certo, non mi metto qui a usare una terminologia accademica, per descrivere la fallacia di una simile operazione comunicativa. E neanche voglio darle queste spiegazioni dettagliate.
Penso ad ogni modo, che saranno i risultati concreti che dovranno avere l’ultima parola, cioè non le chiacchiere e la propaganda, ma i conti che verranno presentati a consuntivo di questo nuovo inizio.
Da parte mia, buon lavoro a tutti e buona giornata a lei.
Caro Rino Pace,
sarei davvero lieto se sapesse indicarmi dove ho riposto gli emolumenti ricevuti per annaffiare i miei orticelli. Già che c’è, farebbe bene a dirmi anche quali sono e dove sono ubicati, questi orticelli: lei non immagina da quanto tempo stia cercando una casetta in periferia con un po’ di giardino… va a finire, invece, che ce l’ho già e non me ne ricordo (sarà l’Alzheimer? Forse sì, del resto ho la veneranda età di 46 anni…).
Nel frattempo che mi dice dove sono gli orticelli, sarò ben lieto di darle una mano ad organizzare un V-Day con Beppe Grillo qui in città, dedicato proprio allo Sferisterio e ai suoi famosi bilanci dettagliati che nessuno riesce a farsi dare. Forse i ragazzi di strada li hanno persi mentre giocavano a nascondino…
Ad maiora.
Adorabile Tamara,
purtroppo siamo governati da coloro i quali dovrebbero essere governati. I lottizzatori andrebbero messi in brache di tela ed esposti al pubblico ludibrio sotto la torre civica. Credo che quest’anno il Comune si troverà costretto a vendere almeno una farmacia per coprire l’ennesimo buco annonciato mentre la Provincia sarà costretta a vendere le ultime case cantoniere e a trasformare l’ex foro boario in un Mac Donald della polenta, una sorta di fiera delle fiere, una sagra mondiale della polenta con tanto di attestati e cotillon per cuochi ed enogastronomi
@ Filippo Davoli
Ricordati che abitiamo nella città giustamente definita da sor Anselmo Paleari, a LOGORATA, Città della pece.
Macerata sta deframmentando come il digitale terrestre prima dell’apparizione: NESSUN SEGNALE.
A Rino è vero gli orticelli se li so fatti Tamara e Filippo!!! Stupido io che pensavo che l’orto se l’era fatto Ciaffi!!!!!
Condivido la bella analisi della signora Moroni. Ho frequentato a lungo l’Arena Sferisterio e tornando in Italia dopo una lunga assenza all’estero ho cercato notizie sulla stagione lirica dello Sferisterio. Dopo vana ricerca del sito che mi appariva sempre in fase di lavori in corso, sono incappato in quello scarabocchiato di recente. Non ripeto quello che ha già detto benissimo la signora sopra, ma mi hanno colpito tutti i proclami di giovanilismo e di cambiamento del genere “famolo strano” o meglio facciamolo antico, trito e ritrito, bello inzeppato di questo e di quello. L’opera lirica per i melomani deve essere una specie di “casa” della musica e del canto, magari con qualche bella intuizione, come hanno fatto Svoboda e Hugo de Ana, ma tutto lo sfarfallio di widget vari mi suona come un “voglio ma non posso”, un épater le bourgeois. Insomma, tutto fumo e niente arrosto. Dov’é poi l’omaggio a Svoboda? Traviata e basta? Non era stato già fatto l’omaggio qualche anno fa con un cartellone che presentava tutti gli allestimenti + una mostra? Non parliamo poi della comunicazione diretta e continua che avevamo noi interessati all’Arena! C’è un professionista che si occupa della stampa? Oppure è stato deciso che dovremo essere noi a bussare alla porta di qualche giovane comunicativo rampante dell’ultima ora? Mah! Mi limito a ringraziare questo sito di Cronache Maceratesi, incontrato nel mio navigare, che ha accolto questo mio intervento. Ah, dimenticavo, o forse già l’ho detto, sono un giornalista ed ho 35 anni (!), scrivo per riviste musicali italiane ed estere.