Da una nostra lettrice, che presta servizio presso un’ospedale della provincia di Macerata e che per questo vuole restare anonima, riceviamo:
“Gentile Redazione,
Vorrei proporre l’istituzione del premio “Capitani Scoraggiosi”.
L’idea mi è venuta l’altro giorno, ma è senz’altro migliorabile. In sostanza si tratta di istituire un premio da destinare a coloro che abbiano mostrato particolari doti etiche, di senso di responsabilità e solidarietà. Avevo pensato di intitolarlo al Capitano Schettino ma si andrebbe inevitabilmente a confondere alle molte altre iniziative già in corso. Di fatto il comandante della Concordia ha stabilito un punto fermo nella storia della marineria, del danno ecologico, della sublimità nel grottesco in un colpo solo mostrando un talento che ha del disumano. Un livello davvero inarrivabile che metterebbe in imbarazzo qualsiasi giuria costringendola ad assegnare al miglior candidato non più che il secondo posto. Sarebbe qualcosa
di simile alla vecchia Coppa America o a molte edizioni del Busoni dove il secondo posto è stato il riconoscimento più alto immaginato dai concorrenti.
No! Immaginavo qualcosa di più umano e alla portata di tutti, non come l’Ignobel che, in fondo, seleziona una cerchia di candidati piuttosto ristretta di scienziati e ricercatori e neanche istituzioni giornalistiche come Il più antipatico dell’anno poiché, anche in quel caso, bisogna essere già abbastanza famosi. Pensavo a un riconoscimento che possa ottenere chiunque senza essere già in qualche modo speciale e che, allo stesso tempo, possa essere assegnato da chiunque attraverso la formazione di una giuria spontanea.
La bozza del regolamento è semplice:
Art 1) basta una segnalazione, rigorosamente anonima, corredata di motivazione anche in forma discorsiva, purché non sommaria o scurrile.
Art 2) se almeno 10 persone (Dieci) sottoscrivono la segnalazione con commento facoltativo, la candidatura al premio di Capitano Scoraggioso è ufficiale. Non è consentito effettuare più di una segnalazione e più di un commento. I commenti non sono a loro volta commentabili.
Art 3) La candidatura più sottoscritta del mese entrerà nei dodici candidati dell’anno, il più segnalato è il vincitore dell’anno.
Art 4) Il Premio è recapitato al vincitore dal primo segnalatore, nei modi e nella forma che questi riterrà opportuni e alla sola condizione che siano improntati a: sobrietà, buon gusto e leggerezza e dovrà recare obbligatoriamente la dicitura “Get on board, damn it!’”.
Art.5) al premio verrà allegato il riferimento alla pagina Web in cui l’insignito del prestigioso riconoscimento possa identificare il proprio operato senza alcun dubbio e apprezzare personalmente consensi e commenti ricevuti.
Art 6) Nessuno chiederà mai il suo nome, tantomeno dove lavori o quando sia nato: lo scopo fondamentale del premio è che, chi lo merita, veda finalmente riconosciute le proprie azioni sulla base della più ampia condivisione.
Ora mi permetterei di proporre un’ipotesi di candidatura che questi giorni di neve e gelo eccezionali hanno consentito di formulare a pieno titolo. Insieme alla neve sono fioccate molte notizie confortanti di volontari, vigili del fuoco, carabinieri e soldati che si sono prodigati in ogni modo per soccorrere il prossimo. Le direzioni sanitarie degli ospedali hanno invitato i dipendenti a rimanere sul posto di lavoro anche tra un turno e l’altro in modo di assicurare la dovuta copertura dei servizi. Molti sanitari sono rimasti spontaneamente in servizio, altri hanno raggiunto il loro posto percorrendo anche molti chilometri a piedi.
Prima di tutto questo, un’infermiera aveva premesso: “Se nevica io a lavorare non ci vengo!” Invitata dolcemente ad attrezzarsi per l’evenienza e al minimo senso di responsabilità verso pazienti e colleghi, ribadiva: “ Ma non ci penso proprio!”.
Con ammirabile coerenza, la prima mattina di neve, telefonava informando che non sarebbe venuta. La caposala concedeva un giorno di ferie. Il secondo giorno di neve idem. La caposala per amor di pace e fidando nel proprio potere contrattuale, chiedeva a una collega della candidata di rinunciare alle ferie per coprire il turno. Il terzo giorno di neve, con pertinacia e senza neanche avvertire, la storia si ripeteva. La caposala arrampicandosi sugli specchi per non creare “il caso”, le concedeva un ulteriore giorno di ferie. Il quarto giorno stava per verificarsi puntualmente la stessa cosa quando le strade erano ormai sgombre, la protezione civile e l’Anas avevano spalato, salato, ammucchiato, garantito e assicurato tutta la viabilità della zona e, a questo punto la candidata, ricorreva all’espediente del cambio turno sostenuta dalla solerte caposala. Il quinto giorno, la candidata accendeva il suo potente SUV quattro per quattro e percorrendo indignata otto chilometri scarsi ma ameni, si recava al posto di lavoro. In ragione della fermezza dimostrata nel sostenere il principio etico del meglio per me e peggio per voi ; dell’assoluta inosservanza al senso del dovere del lavoratore e di mancanza solidarietà verso il prossimo; dello sprezzo del pericolo corso dagli altri, propongo la candidatura dell’Infermiera della Neve al Premio Capitani Scoraggiosi”.
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PURTROPPO NON E’ L’ UNICA STORIA DI QUESTO TIPO!!!!!ANCHE IN ALTRI POSTI DI LAVORO ( di diverso tipo), è successa la stessa cosa!!!!!
Va licenziata. E’ un oltraggio ai ragazzi disoccupati che la strada l’avrebbero fatta anche a piedi pur di avere un lavoro.
non bastava appiccarlo sulla bacheca interna dell’ospedale?
ci sono decine se non centinaia di episodi di defatigamento da neve in ogni settore.
senza nomi è una favoletta.
o una lettura per blog sfigati
GA EL SUV e si mette in ferie……
Magari questa estate, visto che le ferie le ha
consumate manderà un bel certificato……..
Gente di serie B.
Io di km ne devo fare almeno 30, la prima mattina sono partita alle 6 e fatti 2 km mi sono arenata xche’ la neve era troppo alta e sono dovuta tornare indietro per forza, la seconda mattina sono ripartita alle 6 e per fare 4 km ci ho messo 45 minuti e ho deciso di prendere il treno ma il treno ha portato piu’ di due ore di ritardo poi per renderci la vita piu’ semplice hanno soppresso i treni. prendere il pulman? Sembra che funzionano solo per gli studenti xche’ prima delle 7 non passanoe ti lasciano a mezz’ora di distanza xche’ davanti allo’ospedale non passano(vi pare possibile?). La scelta era dormire in ospedale? Ci sarei rimasta dal lunedi’ al sabato compreso. L’emergenza neve si chiama inverno forse qualcuno lo ha dimenticato. Ma e’ mai possibile che la vita quando c’e’ la neve debba iniziare dopo le 9 se tutto va bene????
L’infermiera andrebbe lasciata a casa, a vita…
Ho letto che “gli infermieri non hanno più il cosiddetto Mansionario, documento che indicava per filo e per segno le mansioni che potevano o non potevano eseguire” …
…è evidente che la mansione a cui doveva essere adibita era di spalare la neve nel parcheggio dell’Ospedale.
Il problema della P.A. è spesso l’inedia mentale dei dirigenti, in questo caso della Caposala, che pur di non prendere decisioni, fanno spallette.
Complimenti alla redattrice anonima, l’articolo è veramente carino!
Io mi sono alzato alle 6 per spalare la neve e portare mia moglie infermiera al lavoro…purtroppo chi si approfitta getta una pessima onta su tanti dipendenti del pubblico che si fanno il mazzo…
Non mi sembra giusto che, per una persona, si generalizzi e si faccia di ogni erba un fascio. Questo è un caso eccezionale, e fa notizia, ciò che non fa notizia, invece, sono i disagi e i pericoli che centinaia di infermieri, di OSS, di medici, di tecnici, di autisti di ambulanza, hanno affrontato in questi giorni duri per garantire assistenza e salute a chi ne aveva bisogno. Ho conosciuto persone che hanno dormito in ospedale per poter garantire la copertura dei turni di servizio dimenticando le loro famiglie, che hanno rischiato macchina e salute alle 6 della mattina per poter raggiungere il posto di lavoro, il tutto senza nessun corrispettivo economico, né offerto né richiesto, solo per senso del dovere e responsabilità. Autisti di ambulanza che si sono fatti in quattro per prelevare pazienti a Cingoli, Apiro, per poter fare la dialisi e scusate se dimentico qualcuno. Una sola persona, o poche persone, non possono infangare intere categorie di professionisti ma, come sempre, è l’eccezione che fa notizia, non la regola e il lavoro quotidiano svolto con serietà e competenza.
Qualcuno forse ha fatto d’ogni erba un fascio? Non è lecito nemmeno fare di ogni mazzo di fiori uno strame per la presenza di un filo di gramigna.
Accidenti mus rugens! Complimenti per la replica, di notevole spessore ed arguzia. Touché, ma a parte la prima riga riscriverei lo stesso commento.
Bastava andare nella sede dellaASL a Santa Croce (MC) trovare un’amministrativo? un miracolo. Gli uffici deserti. Personaggi da 100 e passa mila euro l’anno. DISONESTI come e tale l’infermiera.