di Filippo Ciccarelli
Tra le misure contenute dalla manovra economica varata dal governo Monti, c’è quella che prevede la liberalizzazione degli orari per gli esercizi commerciali. In pratica negozi, bar, centri commerciali potranno restare aperti, se vorranno, 24 ore su 24, tutti i giorni. Un provvedimento che dovrebbe favorire i consumatori e la concorrenza, ma che nei fatti non piace a molti commercianti, salvo rare eccezioni. Restano i dubbi, tra gli addetti ai lavori, sull’efficacia della misura presa a livello nazionale. Molti, infatti, sostengono che si tratti di un favore fatto ai centri commerciali ed alle grandi catene di negozi che possono permettersi di tenere sempre aperto, grazie all’elevato numero di personale. In un momento di crisi profonda, comunque, c’è chi non vuole, o meglio non può permettersi di parlare, né di esprimere il suo dissenso. E’ quella dei dipendenti, dei commessi, che temono evidentemente di contrariare i titolari, scelta poco felice nell’epoca della precarietà. Che ai commessi non piacciano queste liberalizzazioni si capisce subito: per molti di loro significano orari più lunghi, senza molte possibilità di trattare con i propri datori di lavoro.
Lo conferma anche Michela Verdecchia, responsabile commerciale della Cgil: “la situazione attuale non è positiva. La grande distribuzione ha perso dal 20 al 30% di fatturato, nel 2011: per i piccoli negozi il dato arriva anche al 50%. La liberalizzazione permetterebbe più ore di lavoro, ma le aziende non vogliono o non possono pagare straordinari supplementari. Per cui i dipendenti si trovano in una situazione difficile, costretti ad un orario di lavoro frammentato. Un commesso o una commessa potrebbero lavorare la mattina, e tornare la sera per la chiusura, spezzando la loro giornata invece di farle senza interruzioni, come accade per l’orario continuato. In poche parole, aumentare le ore di lavoro senza aumentare il personale non aiuta, è una difficoltà per i dipendenti che vanno incontro ad una giornata di lavoro frammentata, facendo straordinari tra l’altro non retribuiti, e con implicazioni ovvie anche dal punto di vista familiare. Ma molti titolari dicono ai loro dipendenti che se non accettano le condizioni troveranno sicuramente qualcun’altro che lo farà, e questa è una pressione molto forte”. E se il 2011 non è stato un anno roseo, il 2012 non promette niente di buono: “la crisi colpirà ancora di più i grandi centri commerciali” spiega Michela Verdecchia “e già gli indicatori del 2011 non sono positivi. Lo si vede dal fatto che lavorano poco pure i lavoratori stagionali, quelli che hanno contratti a tempo determinato o a chiamata”.
A complicare il quadro già poco felice per il commercio di casa nostra, ci si è messo pure un uomo che chiederebbe il pizzo ai commercianti di corso Cairoli. Sono giunte diverse segnalazioni in redazione, che parlano di un giovane dall’accento umbro che si aggira per i negozi della zona chiedendo ora 800 ora 1000 euro. E forse anche così si spiega la presenza più massiccia delle forze dell’ordine lungo il corso. Un’ultima brutta notizia arriva dal quartiere di Colleverde: tra pochi giorni chiuderà il supermercato Tigre e sette dipendenti resteranno senza lavoro.
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allora assumete personale, bracci corti!
urka che bello annamo bene sempre meglio ma come a corso cairoli chiude un supermercato ed a piediripa aprono un’altro centro commerciale ma dove sta questa crisi visto che chiudono negozi e aprono centri commerciali come caramelle mah! misteri della vita
sono rimasto esterrefatto leggendo che in corso cairoli ce’ chi chiede il pizzo,ora o si tratta di qualche chiacchera fatta tanto per aprire bocca oppure sara’ utile che chi ha raccolto tale dichiarazione,credo sia il giornalista che ha fatto il pezzo, si rivolga immediatamente alla procura della repubblica perche’se ce qualcosa di vero bisogna che facciano immediatamente delle indagini.
il popole bove vuole passeggiare al chiuso ed abboffarsi ed indebitarsi di mille oggetti tipo tv plasma da 1000 euro, cellulari in 1000 comode rate etc. Cosa c’è di megluio di un centro commerciale? Poveri noi, anzi loro.
Chiedono il pizzo in Corso Cairoli? Madre Santa aiutaci ,allontana i delinquenti.
Non capisco come stare aperti più tempo possa favorire i commercianti che di clienti non ne vedono nemmeno nelle canoniche ore lavorative.
Stare aperti non fa altro che aumentare i costi variabili con l’orario di apertura: riscaldamento, luce e commessi (se ce ne sono).
Tutti commercianti con cui ho parlato non starebbero aperti ma, nel panorama (mafio)economico, loro non hanno alcun peso rispetto alle grosse società e COOPerative e quindi…
A quale pro?
Inoltre credo che un intervento di qualche commerciante o gestore di catene di distribuzione sarebbe stato più consono di quello della CGIL, dato che essa non è minimamente coinvolta dalla legge in questione.
invece di fare ste cavolate bastava che mettessero 300 € in più sulla busta paga e vedi se la gente se li spende negli orari normali!!!! ma ci stessero loro alle 24 in un negozio a aspettare solo ladri e drogati!!!
ma vi ricordate una decina di anni fà, i supermercati chiudevano per riposo il martedì e giovedì pomeriggio per riposo e nessuno moriva di fame, anche i commessi o titolari di supermercati e negozi in genere sono esseri umani con delle famiglie, non vedo perchè devono essere ridotti in schiavitù!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
I commercianti sarebbero ben felice di assumere !
….ma non tutti sanno gli oneri fiscali che qualsiasi impresa deve pagare (oltre allo stipendio, alla 13a, al TFR, etc.)
Faccio solo un esempio, all’assunzione di un nuovo dipendente il Ministero Finanze ragiona così: hai assunto ? Significa che tizio ti rende e io ti tasso in più ! Se anno scorso ti tassavo per X ora aumento la tassazione. Qualcuno del Ministero si è mai chiesto se l’assunzione potrebbe essere stata fatta per “causa” età/problemi fisici/problemi di salute del titolare ? Non è detto che l’assunzione sia solo per aumentare gli affari.
Braccio corto i commercianti ?
Non credo proprio, con questi chiar di luna bisogna stare dentro l’attività per conoscere i problemi e non parlare per sentito dire
@ bianchini
certo è proprio questa la soluzione….assumere! ma se non si riescono a pagare neanche gli stipendi di chi è già assunto, che cavolo dici?
I commercianti sarebbero ben felice di assumere !
….ma non tutti sanno gli oneri fiscali che qualsiasi impresa deve pagare (oltre allo stipendio, alla 13a, al TFR, etc.)
Faccio solo un esempio, all’assunzione di un nuovo dipendente il Ministero Finanze ragiona così: hai assunto ? Significa che tizio ti rende e io ti tasso in più ! Se anno scorso ti tassavo per X ora aumento la tassazione. Qualcuno del Ministero si è mai chiesto se l’assunzione potrebbe essere stata fatta per “causa” età/problemi fisici/problemi di salute del titolare ? Non è detto che l’assunzione sia solo per aumentare gli affari.
Braccio corto i commercianti ?
Non credo proprio, con questi chiar di luna bisogna stare dentro l’attività per conoscere i problemi e non parlare per sentito dire
a me sembra che questa cosa sia un’altra guerra tra poveri.
se le attivita’ commerciali sono a gestione familiare cioe’ senza dipendenti il prolungamento dell’orario di apertura significa stare al lavoro 14/16 ore e mi sembra francamente assurdo; se un’attività si avvale di dipendenti il prolungamento significa più ore per i dipendenti con evidente aggravio di costi che ovviamente si ripercuoterebbe sui prezzi, oppure terza ipotesi: si fanno lavorare di più i dipendenti allo stesso prezzo, cosa che già succede in alcune realtà tanto i giovani non hanno alternative quindi “o magni ‘sta minestra…”.
i soldi sono sempre di meno e allunghiamo gli orari di apertura? ragioniamo invece su come fare per aumentare gli stipendi, le pensioni e la disponibilità di spesa della gente, solo così possiamo dare una svolta a questa economia che se non riprende ci porta tutti nel baratro.
la medicina è sempre per i poveri, perchè non mettiamo mano ai vari pensionati dirigenti, medici, funzionari pubblici che percepiscono 4/5 mila euro di pensione al mese? non vi sembra indecoroso nei confronti di chi ne percepisce 6/700?
E’ banale ricordare che liberalizzare l’orario di apertura non significa obbligare qualcuno a restare aperto anche quando non può o non vuole ma mettere nelle condizioni chi lo vuole di poterlo fare. Un intervento che aiuta la grande distribuzione a favore del piccolo commercio ? E’ possibile ( già molto è stato fatto a tale proposito) ma potrebbe essere l’occasione anche per cercare nuovi spazi di mercato. Faccio un esempio . La gente che effettua lavori che occupano l’intero arco della giornata (ce ne sono molti) si organizza di solito con spese settimanali nel weekend che ovviamente si indirizzano verso la grande distribuzione (compro molta roba, ho bisogno della macchina e quindi del parcheggio, spendo molto e cerco di risparmiare, ho bisogno di surgelati etc). Cosa succederebbe se costoro trovassero vicino casa un piccolo negozio magari aperto fino alle 9 di sera (potrebbe aprire più tardi al pomeriggio o alla mattina etc) dove trovare quello che serve ogni giorno, fresco, che arriva magari dal contadino a 10 km (esagero) ?. Potrebbe funzionare. Dipende da molte altre cose ma potrebbe secondo me. Ecco perchè, anche se sono convinto che in questo momento non c’è nessun effetto positivo sui consumi di per se, sono favorevole a questa operazione come alle altre di liberalizzazione. Perchè prima di tutto è un problema di cultura. Il nostro paese, la nostra economia e noi stessi, abbiamo bisogno di ritrovare le condizioni in cui la voglia di fare e la ricerca di nuove soluzioni possano trovare un ambiente che le facilitano e non le contrastino. Sempre nel rispetto delle regole di base (pago le tasse, tratto bene i dipendenti e rispetto l’ambiente). Saluti
Io lavoro nella grande distribuzione è posso dire certezza che:aumentare le ore di apertura non serve a niente, i soldi in giro non ci sono, non credo che miracolosamente dopo le 20 la gente non si vede lievitare il conto in banca.
Non si creeranno nuovi posti di lavoro perché é meno costoso spolpare quelli che già ci lavorano, noi adesso staremo aperti tutte le domeniche dell’anno ma non sia mai parlare di nuove assunzioni.
Non riesco più a capire se la nostra politica anzi i nostri politicanti ci sono o ci fanno….ora vogliono farci credere che il problema sia che i negozi chiudano troppo presto e che, i facoltosi cittadini gonfi di monete pronte per essere spese in consumi sfrenati, trovino chiusi i negozi, quindi il povero spendaccione affamato di averi…sia costretto con l’amaro in bocca a prendere la via di ritorno…con le mani vuote…senza le numerose buste piene e strapiene di tutto….ma finitela ….siete nella tragicomica più completa….non è l’orario ma i soldi che non ci sono più…che sbadato… ho svelato il segreto, quindi da domani il governo ridurrà le spese folli di questo paese, toglierà i privilegi, taglierà le pensioni d’oro, che paura..il cittadino potrà avere meno pressione fiscale di conseguenza più soldi in busta paga…no, no ho capito, il governo prima compera il frustino poi il cavallo..prima regola l’apertura dei negozi, poi ..i soldi al popolo…pensate un poco se avessero dato prima i soldi al popolo e questo popolo trovare i negozi chiusi per gli orari troppo ristretti..la rivoluzione sociale,,bravo governo tu si che sei all’avanguardia..siamo noi ..il popolo che non ti capisce… quindi carissimi Italiani tranquilli ora negozi aperti tutta la notte poi..arriveranno euro per tuttiiiiiiiiiii….preparate i sacchetti..ecologici si intende..altrimenti niente euro….
La liberalizzazione degli orari di apertura dei negozi porterà soltanto conseguenze negative per i dipendenti di quei negozi i cui titolari decideranno di aprire di più, obbligando i loro commessi a lavorare in orari e giornate nei quali il resto del mondo se ne sta (giustamente) a casa.
Sono dell’idea che bisogni ritornare indietro di almeno 30 anni e porre fine a questa “caccia” all’euro che si è scatenata da quando – a mia memoria già negli anni ’80/’90 – scriteriati modelli di “sviluppo” hanno iniziato a cercare di vendere di tutto e di più in ogni momento della giornata e con ogni mezzo. Dalle casalinghe irretite da Mastrota nelle telepromozioni fra una telenovela e l’altra si è passati ai tentativi di vendita telefonica, poi sono iniziati a venire su come funghi centri commerciali dove – come osserva giustamente Renato Bianchini con parole sacrosante – la gente si indebita fino al collo per soddisfare l’esigenza di avere l’ultimo cellulare uscito e poi magari si lamenta se con 1000 euri al mese di stipendio deve pagare 2000 euri di rate (magari anche per la tv al plasma 80 pollici perchè sennò non puoi ruttare con soddisfazione davanti ai mondiali!).
Non ci siamo proprio. In tutti i centri commerciali e in tutti i “templi” del commercio (compresi molti “prestigiosi” outlets – nuova frontiera del consumismo organizzato per polli in batteria che oggi ci vanno anche con i pulmann G.T. così come un tempo andavano a fare le gite a San Giovanni Rotondo) i dipendenti sono già ricattati perchè lavorino la domenica, i festivi e questo non è assolutamente giusto.
Secondo me, ad eccezione dei generi di assoluta necessità (farmaci e pochissime altre cose) il resto dei beni di consumo si deve poter comperare nei normali giorni feriali ed in normali orari di apertura.
Se poi il titolare di un negozio vuole aprire di notte che lo faccia, ma che in negozio ci stia soltanto lui!
Non è libera – infatti – la scelta di un dipendente che sceglie con una pistola puntata alla testa ….
@antonio maria golini….ti dò perfettamente ragione e ti garantisco che anche i titolari starebbero volentieri a casa di notte…anche loro hanno una famiglia e la sera sono stanchi…