di Laura Boccanera
Se il patriottismo emerge con Miss Padania. Sarà che ormai la politica è fatta sempre più da minigonne e tacchi a spillo, fatto sta che le selezioni per Miss Padania a Civitanova hanno sollevato un polverone di proteste e prese di posizione. E se il sindaco Massimo Mobili evita di commentare il tutto “abbiamo altre cose a cui pensare” dice laconico, in città da qualche giorno non si parla d’altro. E all’improvviso tutti in piazza contro Miss Padania: una discesa in campo con tanto di tricolore e di inno di Mameli da parte del Pd che non ci sta a far scadere il tutto a semplice evento folcloristico: “La manifestazione della Lega Nord a Civitanova Marche non puo’ essere circoscritta ad evento folcloristico e carnevalesco – dice Mario Morgoni – ma come una vera e propria provocazione che deve suscitare nei cittadini, nelle associazioni e nei partiti democratici, una reazione di protesta civile, ma ferma e determinata. Chiudere gli occhi di fronte a tale situazione non significherebbe sopportazione o arrendevolezza, ma complicità”. Morgoni conclude invitando per domani alle 17.30 un corteo in Piazza con bandiere tricolori per manifestare il dissenso. Di tutt’altro avviso invece Michela Pergolini, responsabile del gruppo politico femminile Lega Nord Marche: “Siamo sconcertati – afferma – la manifestazione di Miss Padania è già alla sua III^ edizione nella provincia di Macerata e quest’anno si è deciso di cambiare la location per motivi logistici e organizzativi. Questa manifestazione come tanti altri concorsi di bellezza vuole essere per le partecipanti un momento di divertimento, di aggregazione nonchè la possibilità di poter partecipare alla kermesse finale del concorso che si terrà poi a Milano e andrà in diretta sulle reti nazionali e niente ha a che vedere con la mercificazione e lo sfruttamento del corpo femminile. E anzi ricordiamo che per la pubblicizzazione della Festa del PD a Roma,
nel manifesto era figurata una donna con la gonna sollevata dal vento! Inoltre non è in programma un vero e proprio comizio politico leghista, ma un dibattito aperto a tutti gli schieramenti”. Nel frattempo al Lido Caffè è tutto pronto per eleggere la “reginetta verde” che accederà alle finali di Milano, e visto mai che ad indossare la fascia per la cisalpina bellezza non sia una “terroncella” marchigiana.
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miss padania a citanò c’ha un gran senso.
Per l’imminente campagna elettorale civitanovese qualcuno, dopo aver riposto in soffitta la bandiera rossa, se la prende anche con delle ragazze che vorrebbero sfilare per un semplice concorso di bellezza.
La polemica non è nuova e anche Franco Sacchetti, il novelliere ghibellino del Trecento se la prese con un “pesciarolo”. Egli accusava giustamente Rodolfo da Varano d’aver tradito la Lega fiorentina delle “Cento Città” perché era passato per convenienza al partito Guelfo. Perciò non perdeva occasione di dileggiare nei suoi scritti la nostra popolazione ondivaga e, in una rara novella dai chiari eufemismi a sfondo erotico, anche quella di Civitanova: “Nella terra di Civituanova nella Marca, presso la marina, fu già un pescatore di piccole pescagioni, pescando con ami e con lenze e con reticelle di minore maniera; era giovane e avea nome Mauro, avendo una moglie giovanetta chiamata Peruccia. E venendo un giorno per caso che Mauro, essendo andato a pescare, avesse preso certi granchi marini, li quali, perché sono molto malagevoli a tenersi, avea messi in un carniere di rete, tornato Mauro con la detta pescagione in su della sera, volenteroso di mangiare e di bere disse a Peruccia: – trova modo che io ceni -, e pose il carniere ai piedi del letto. E cenato che ebbero, volenterosi di andare a riposarsi, andarono a dormire senza ricordarsi di muovere il carniere”.Durante la notte un granchio uscì dal carniere e con la tenaglia prese Peruccia nella “bocca senza denti”. Ci fu un gran trambusto perché anche Mauro, cercando di liberare Peruccia, venne preso con l’altra chela nel labbro. Arrivarono i vicini e tra questi un maniscalco che riuscì con le tenaglie a liberare i coniugi dal granchio.
Come tutte le novelle del Sacchetti anche in questa ambientata a Civitanova non manca l’insegnamento morale: “E così la moglie e il marito vituperati furono dal maniscalco liberati dal granchio marino, il quale lasciò loro sì fatti segni e sì dogliosi che il marito andò più dì con una pezzuola di unguento sul labbro, e la donna forse si medicò anch’ella, però che buon pezzo andò a gambe aperte. E gli uomini di tal novella più tempo n’ebbono a ridere e a parlare. Ma ancora ci fu meglio, ché il maniscalco domandò di essere pagato, e Mauro contraddiceva, allegando che si dovea pagare per ferrare e non per sferrare… Mauro disse tanto che li diede soldi venti come se avesse ferrato un cavallo. Così avviene spesso agli uomini trascurati, o più tosto, si potrebbe dire, smemorati; ché, venendo costui dal mare coi granchi, li puose sul letto e se egli avea preso il granchio, e il granchio si vendicò, pigliando lui e la moglie per sì fatta maniera che, quando fu levato dal maniscalco, si pote dire, come disse Dante: “La bocca sollevò dal fiero pasto”. E così nella vita spesso son presi gli uomini da diversi casi, e sono tanti che uomo non si potria mai immaginare. E però non si deve fidare alcuno della fortuna, però che spesse volte il morso d’un piccolo ragnolo ha morso un fortissimo uomo”.
E’ un po’ come girare per Harlem con un cartello scritto “IO ODIO I NEGRI”.
Altro che concorso di bellezza … -_______-
Non vedo il concorso di Miss Italia come una mercificazione del corpo femminile, piuttosto, un elogio alla bellezza femminile, perchè sono sempre tutte davvero molto belle.
Vedo invece Miss padania come una vera provocazione per l’Italia e gli italiani, specie in un momento in cui, più che mai, c’è bisogno che nord e sud uniscano le proprie forza per superare, prima e meglio, questo momento di crisi assai difficile per tutti.
Piuttosto… sarebbe stato meglio se Lega Nord avesse proposto un bel concorso per Mister Italia…. almeno, una volta tanto, ci rifacevamo gli occhi anche noi donne!!!
Liana Paciaroni
Stiamo andando a fondo e l’unica cosa che è capace di fare la Lega Nord è insistere con queste pagliacciate padane: i concorsi di Miss Padania, il giro ciclistico della Padania, i riti dell’ampolla e scemenze varie.
Ci siamo ridotti proprio male: trent’anni fa cose del genere sarebbero state accolte, meritatamente, a fischi e pernacchie. Invece un partito guidato da un cialtrone che nella vita non è mai stato capace di combinare niente e ciò nonostante è arrivato a fare il ministro è arrivato non solo a fare il ministro, ma anche a inventarsi una simbologia padana del tutto inesistente, con un bel codazzo di gente che lo prende pure sul serio.
Vedremo cosa accadrà quando avranno finito di ridurci sul lastrico con le loro stupidaggini.
“Bandiera tricolore la trionferaaaà!
Bandiera tricolore la trionferaaaà!
Evviva Citanò e la libertaaaaà!!!!!”
Non recitava così?
Visto come é ridotta l’Italia, non c’é da meravigliarsi se si organizzano certi concorsi.
C’è chi rimpiange la dignità perduta, chi il garrire al vento delle bandiere rosse della Festa dell’Unità, chi i nani e ballerine dell’ultimo socialismo e chi non riesce a vedere il futuro al di là di un monumento al cavallo.
Quindi gli intolleranti Morgoni, Costamagna e Pollastrelli farebbero meglio ad applicare quei concetti di democrazia che tanto vanno predicando anziché andare in fibrillazione per una Miss Padania.
Suvvia ragazzi datevi una calmata e cercate di dire ogni tanto qualcosa di serio.
L’anno scorso al Babaloo per Miss Padania c’ero anch’io: E’ stata una noia pazzesca anche perché erano poche le ragazze a sfilare davanti ad una giuria presieduta dall’On Luca Rodolfo Paolini. Quest’ultimo ha dato alla serata un tono comico che vagamente ricordava quell’Amarcord di Fellini.