La Giunta Carancini nominata il 30 aprile del 2010. Da sinistra: Marco Blunno (Pd), Stefania Monteverde (Sinistra per Macerata), Irene Manzi (Pd), Federica Curzi (Pensare Macerata), Luciano Pantanetti (Federazione della Sinistra), il sindaco Romano Carancini (Pd), Enzo Valentini (Verdi) e Alferio Canesin (Pd). Successivamente è stato nominato Ubaldo Urbani (Idv)
di Giancarlo Liuti
Ho la sensazione che Macerata, a cominciare dai partiti per finire alla cosiddetta gente comune, non si sia resa conto della catastrofe in cui rischiano di finire gli Stati Uniti, l’Europa, l’Italia, il suo governo, le sue regioni, le sue province e i suoi comuni, fra i quali, ovviamente, il nostro, con le oltre quarantamila persone che ci vivono. E non sto parlando soltanto delle pesanti decurtazioni finanziarie abbattutesi sulla capacità di spesa della civica amministrazione, il cui potere d’intervento in campo sociale, economico e infrastrutturale si va fatalmente e progressivamente riducendo, ma soprattutto dell’approssimarsi di una cruda e generale stagione di sacrifici che incideranno, peggiorandolo, sul nostro tenore di vita. Questa estate, insomma, è stata benevola in fatto di meteorologia, ma nuvoloni che annunciavano tempesta hanno cominciato ad addensarsi fin dalla primavera nel cielo della nostra esistenza e da qualche mese, giorno dopo giorno, diventano sempre più neri e preludono a probabili uragani.
Ecco perché poteva essere logico, se non addirittura indispensabile, che la coalizione di centrosinistra aprisse una “verifica” sulla negatività delle circostanze generali e locali con un serio confronto fra le forze di maggioranza per “verificare” sia la possibilità o meno di mantenere inalterato il programma con cui esse vinsero le elezioni di diciassette mesi fa, sia l’opportunità o meno di stabilire una diversa scala di priorità, sia la capacità o meno dell’amministrazione in carica di far fronte alla sopravvenuta complicatezza delle questioni. Un confronto, insomma, nel quale si discutesse di tutto, anche delle cose fatte bene, di quelle fatte male, di quelle non fatte, di quelle impossibili da fare e, soprattutto, di quelle fattibili in futuro, tenendo presente che, come diceva Aldo Moro, per i problemi complessi non esistono soluzioni semplici. Dunque abbandono di ogni personalismo, onestà intellettuale, conoscenza della realtà, senso di responsabilità, consapevolezza che oggi sta venendo in gioco la stessa funzione del comune in quanto erogatore di servizi e realizzatore di opere pubbliche nei più disparati settori della vita cittadina. Un confronto, questo, che, considerando anche la diversa matrice ideale delle forze in campo (fra gli ex democristiani e gli ex repubblicani presenti nel Pd e l’estrema sinistra dei Comunisti italiani non credo vi sia una identica visione del mondo), avrebbe potuto portare persino a una rottura della coalizione, ritenuta non all’altezza degli impegni che stanno facendo tremare i polsi a ogni sindaco, a ogni presidente di provincia, a ogni governatore di regione. Non a caso, del resto, avevo citato la definizione che i più autorevoli vocabolari danno alla parola “verifica”. Eccola: “Incontro fra i rappresentanti di una coalizione per accertare se esiste ancora la volontà di proseguire la collaborazione”. Purchè se ne discutesse a viso aperto e vi si coinvolgesse la pubblica opinione, come esige la democrazia quando un avverso destino bussa alla porta e le campane della coscienza civile chiamano tutti a raccolta.
La verifica, com’è noto, procede. Nel senso che va avanti. Ma come procede? Con un livello di qualità politica – il sentimento della “polis”, del bene comune – che continua a sembrarmi straordinariamente basso perché evasivo ed elusivo rispetto alla situazione in cui si dibattono non solo Romano Carancini, Narciso Ricotta, Guido Garufi, Massimiliano Bianchini e Michele Lattanzi, ma – pensate un po’ – anche un certo assessorello di comunità montana che si chiama Barack Obama. Infatti, fra documenti ufficiali, minacce ufficiose, illazioni e veleni di corridoio, pare che il vero scopo di un così intenso lavorio sia quello di indurre Carancini ad accettare un “rimpasto” nella giunta e nei vertici delle partecipate mediante la sostituzione delle persone attuali con altre persone. Per quali colpe? Per quali errori? Per quali inefficienze? Nessuno, fino a questo momento, l’ha detto con la dovuta chiarezza e la dovuta credibilità.
Intendiamoci, non va escluso a priori che una nuova giunta e nuovi assetti nelle partecipate sarebbero più in grado di affrontare i nuovi problemi, giacché l’attuazione dei programmi dipende pure dalla qualità e dalla competenza di chi viene incaricato di realizzarli. Com’è ovvio che un sindaco non può comportarsi in totale autonomia dalla coalizione politica di cui è l’espressione. Ma perché non spiegare apertis verbis le specifiche ragioni per cui queste modifiche di carattere politico-personale si renderebbero indispensabili nell’interesse della città? Perché non documentarle, queste ragioni? Perché non farle precedere da una seria analisi sulla realtà nella quale si trova a operare l’amministrazione? Niente, silenzio assoluto. L’unica cosa chiara (almeno quella che un semplice cittadino come me riesce a percepire) è che le forze politiche di maggioranza pretendono, all’unanimità, una diversa distribuzione di incarichi. Vale a dire di posti. Vale a dire di poltrone. Ecco perché ho parlato e parlo di cattiva politica. O, per addolcire la pillola, di pessima immagine che la politica locale sta dando di sé. E, tutti i giorni, la notizia di prima pagina è la seguente: la coalizione chiede il rimpasto, Carancini lo nega, il Pd torna a chiederlo, Carancini torna a negarlo, il Pd lo richiede, Carancini lo rinega. Rimpasto, rimpasto, rimpasto. Ma per quali concreti motivi d’interesse generale bisognerebbe farlo? Silenzio. E per quali altri e concreti motivi d’interesse generale lui vi si oppone? Silenzio. E allora, invece che “rimpasto”, mi vien voglia di usare un’altra parola: “pastetta”.
Ora, secondo numerosi commentatori di Cm – la voce del popolo – le ragioni per buttare tutto all’aria ce ne sarebbero a bizzeffe. Quasi nulla, a loro giudizio, funziona, dalla sicurezza al traffico, dalla gestione dei rifiuti alla pulizia nei quartieri, dall’assistenza sociale al governo dello Sferisterio, dall’illuminazione pubblica ai fuochi per san Giuliano, dalla galleria che ci piove al mancato raccordo con la superstrada del Chienti, dal ritardo della piscina alla telenovela del palazzetto dello sport, dalle Ircer all’Apm, dalla Smea al Cosmari. Insomma, Macerata è in letargo, Civitanova la surclassa, si protesta perché il centro storico langue e poi si protesta perché l’allestimento del circo degli artisti di strada ha forato qualche sanpietrino in piazza della Libertà. Questi, comunque, sono fatti. In parte tirati fuori dalla proverbiale inclinazione dei maceratesi al tipico e fatalistico mugugno dei sudditi, ma in parte veri e meritevoli di denuncia. I nostri commentatori parlano troppo e troppo a ruota libera? E sia. Ma, ripeto, parlano di fatti. Invece gli altri, quelli che stanno tessendo la tela della verifica, di fatti parlano troppo poco. Anzi, per niente. Nel loro linguaggio esiste una sola parola, ossessiva e non sorretta da esplicite giustificazioni di contenuto: rimpasto, rimpasto, rimpasto. Che, ridotto così, diventa pastetta, pastetta, pastetta.
Se questo è ciò che passa il convento, lasciatemi esprimere un pur opinabile giudizio sulla pessima qualità della politica per come la gestisce la maggioranza in carica, sindaco compreso (ed io, insinua qualcuno, fingerei di essere obiettivo ma, taroccando il mio stesso pensiero, starei “sfacciatamente dalla parte di Carancini” e lo considererei – udite udite – un “unto del Signore”). Ma quando mai? Nel brutto spettacolo offertoci da questa politicaccia figura un folto cast di attori: sia Carancini col suo egocentrismo, la sua sospettosità, il suo chiudersi in una specie di bunker, il suo voler fare da solo, la sua ostinata autonomia rispetto al consiglio comunale ed ai partiti di maggioranza, sia tutti coloro che per ragioni mai confessate (l’urbanistica?) l’hanno preso di mira fin dal primo giorno che indossò la fascia tricolore e poi hanno colto ogni pretesto (ah, l’urbanistica!) per accerchiarlo e insidiarlo, col mediocre risultato di esasperare in lui quelle pecche diciamo “impolitiche” o “apolitiche” che gli ho appena attribuito.
Concludo con una domanda a cuore aperto: si crede forse che questo – la durissima crisi economica e sociale, i durissimi prezzi che ne dovremo pagare – sia il momento più adatto per uno stucchevole minuetto su poltrone dalle quali espellere vecchi sederi per far posto a sederi nuovi, con la incombente prospettiva che il sedere davvero nuovo sarà solo quello del commissario prefettizio? L’opposizione di centrodestra lo spera, e fa il suo mestiere. Ma se lo spera anche la maggioranza di centrosinistra, sono curioso di sapere qual è mai il suo mestiere. Difendo Carancini? Non mi pare. Semmai, nel mio piccolo, vorrei difendere Macerata. E se è vero che sono stato uno dei suoi elettori perché mi piaceva l’idea di una “nuova storia” che non significasse demonizzazione della vecchia ma presa d’atto del mutare dei tempi – più donne, più giovani, più ambiente, meno cemento – è altrettanto vero che oggi mi chiedo se ne sia valsa la pena.
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Purtroppo non c’è due senza tre. Ed io che mi aspettavo un commento sulla donna cannone o magari sul sindaco in papamobile!
Dott. Liuti, Lei si chiede come mai in tempi di diluvio universale la politica nostrana lotti per comprare un parapioggia dai Vù cumprà. Cosa vuol farci? Non ricordo se fosse Aristotele o Platone ad affermare che l’invenzione è figlia della necessità. Sò per certo che un detto popolare ha rimodulato quella affermazione con il detto “la fame aguzza l’ingegno”. Ma se manca l’ingegno cresce la fame. Forse è giunto il momento di saperne di più della politica amministrativa degli ultimi 15 anni che hanno addirittura convinto il sindaco Carancini a proporre prima storie nuove, poi a diffidare dei partiti che si arroccano nelle vecchie logiche.
La comunità è tenuta insieme e si riconosce per l’intesa originaria che la cementa, quasi un sentimento comune presente nei suoi geni e trasmesso ad ogni componente del gruppo.
La comunità, allora, precede la società che a questa intesa originaria sottostante aggiunge la legge, le regole e le sanzioni. Ogni altra forma di aggregazione (partito, sindacato, associazione di categoria, ordini professionali o altro) viene dopo.
Se si vuole mantenere chiaro ed alto il valore proprio della comunità, è indispensabile che tutte le successive aggregazioni mantengano viva la comune ispirazione, trama spirituale-culturale fondante, perché esse non diventino strumento per lacerare il tessuto originario della società civile.Occorre allora far vincere le ragioni della politica e del progetto su quelle del consenso ad ogni costo che tanti guasti
ha provocato nel nostro Paese, essendone divenuto lo scopo esclusivo, come dobbiamo registrare purtroppo ad ogni livello, da quello comunale a quello nazionale, passando per quello provinciale e regionale. Passato il primo momento di assestamento dello Stato repubblicano, cui era affidata la ricostruzione di un modello democratico per cui fondamentale si è rivelato il contributo dei partiti in rapporto alle necessità di operare momenti di sintesi, i partiti sono purtroppo entrati nell’”effetto Narciso”, rischiando, giorno dopo giorno, di riflettere non le esigenze della comunità, ma solo se stessi e la volontà prevalente di puntare al consenso e al potere attraverso tutte le vie, anche le tortuose.
Dott. Liuti,
con tutta la stima, la simpatia, il rispetto e la riconescenza – anche- che le porto, ma mi perdoni:
anzichè chiedersi in ben tre corsivi, cosa si stia mai addebitando al Sindaco, cosa si stia mai addebitando alla Giunta, , cosa si stia mai addebitando al singolo assessore, se un rimpasto gioverebbe, quale sia il mal di pancia della maggioranza e i loro non detti, fare tutto un lungo elenco di cose che non funzionano – secondo i tanti reclami di cittadini insoddisfatti – tirare in gioco la crisi economica nazionale e mondiale ,per far desistere da questo Pearl Harbour de noantri contro il sindaco dalla sua stessa maggioranza, non ritiene che in quattroequattrotto, e con la sua penna autorevole, sarebbe stata molto più convincente come argomentazione pro Cicero, fare un bel lungo, nutrito elenco di tutte le cose buone fatte da Carancini da un anno e mezzo in qua e quindi tappare la bocca a tutti e far anche cambiare opinione contraria in nome dei fatti?
Io l’ ho letta per intero, ma in questo senso , trovo soltanto che accenna ” al fatto” del circo in Piazza che è in svolgimento ,come sterile polemica generale contro invece un esempio di attuazione di buona politica; E 1 quindi.
Poi
2) contrasto in solitario, alla vecchia politica del mattone
3) ?
4)?
5)?
etc.
etc
Quel vecchio antipatico, ma colto, Indro Montanelli diceva che ci sono dei mali (riferendosi a Berlusconi) che non puoi debellare prima o durante la loro iniziale manifestazione, devi attenderne la massima esplosione affinché tutti ne possano comprendere la gravita’.
Non potendoli debellare chirurgicamente, l’elettore nostrano deve, perciò, attendere che quelle facce tornino sui manifesti elettorali, le deve guardare con attenzione, fare mente locale, ricordare il passato prossimo e remoto e…avere coraggio.
Alllora? Anzichè mettere i pollicini rossi a me, perchè non incrementate – voi che sostenete il sindaco – la lista con le sue cose positive? Il carattere del sindaco, la sua squadra, i retroscena sul Pd , la concorrenza agguerrita di partiti e partitini sui posti di potere, sono tutte cose ormai risapute. Ma , io credo, che nessuna verifica potrà mai scalzare un sindaco dal suo posto, se questo potrà vantare dalla sua, tutta una sequela di cose benfatte e inappuntabili, verso la collettività. Io seguo ma non seguo , tutte le questioni di casa Macerata, ma tanti, e tutti i residenti sì, quindi forza! Questo gli sarà più utile di qualsiasi slogan, tipo…ma facciamolo lavorare! Dopo un anno e più, qualcosa s’ha da vedere di buono, della sua nuova impronta. Non lo sto dicendo con ironia, davvero. Un anno fa ero qui anche io a difenderlo dagli attacchi dei suoi sulla questione Giorgini ( eccone un’altra a suo favore , vedi? ) mentre oggi , (chimmàavessemaidettoammé… ) ascolto incantata le sirene di Narciso Ricotta, quando nell’intervista video su you tube, elenca tutta una serie di manchevolezze da parte del sindaco e la sua squadra: dai giardini incolti e privati dei giochi, fino al parcheggio di Rampa Zara. Insomma: qua non ci vuole una difesa a spada tratta, non basta; Nè serve un processo in divenire. Ci vuole un’arma di contrattacco basata sui fatti; Sui-fa-tti!
Articolo eccezionale dottor Liuti!! Grazie e non badi a chi non sa leggere perchè in queste settimane è sempre stato chiarissimo che la sua non è una difesa all’operato di Carancini ma una critica alle modalità di questa politica tutta maceratese! d’altronde siamo in un Paese dove se critichi Berlusconi significa che sei di sinistra! Ma si può parlare solo di destra e sinistra a livello locale??? Iniziamo a guardare le persone, quelle che possono fare cose positive per questa città indipendentemente dall’appartenenza politica.
Ma invece di fare tutte queste riunioni segrete Pd e Pdl perchè non iniziate a dialogare con la gente???
Al di la delle oramai ripetitive iperbole, che contraddistinguono i recenti articoli di Liuti (si è passati dai campi di sterminio ai processi staliniani per finire alla crisi economica globale), anche questo articolo (sebbene leggermente diverso dai 2 precedenti) non si discosta molto dalla trama imbastita in precedenza.
Già l’intervenire, con 3 articoli, in nemmeno un mese attorno alla querelle Carancini dovrebbe dirla lunga su quale sentiero si sia deciso di andare.
Un sentiero che mi sembra non è certo un’arrampicata, ma una dolce discesa (con qualche timido “se” e “ma”, che traspare in questo ultimo intervento) nel campo dove è ben piantata la bandiera del Sindaco.
Ultima novità è che adesso la difesa di ufficio si sposta sull’inversione dell’onere della prova, con un titubante: “ma ne valeva la pena?”
[[[[(scontata, in un prossimo futuro, la risposta: ne valeva la pena in quanto non come bene supremo, ma come male minore…..]]]
Il lungo elenco citato (“….dalla sicurezza al traffico, dalla gestione dei rifiuti alla pulizia nei quartieri, dall’assistenza sociale al governo dello Sferisterio, dall’illuminazione pubblica ai fuochi per san Giuliano, dalla galleria che ci piove al mancato raccordo con la superstrada del Chienti, dal ritardo della piscina alla telenovela del palazzetto dello sport, dalle Ircer all’Apm, dalla Smea al Cosmari….”) dovrebbe far impallidire alche il più ingenuo dei lettori.
Ma l’elenco viene surclassato dalla “… pastetta, pastetta, pastetta…” gettando consapevolmente la croce su questa Maggioranza, in definitiva solo a caccia di poltrone, che fa lo sgambetto al Sindaco.
Quindi il non detto è che “cattivi” di questo brutto film di serie B sono i Consiglieri (che evidentemente prendono ordini dai supercattivi di turno del Supremo Progetto Esecutivo per il Controspionaggio, Terrorismo, Ritorsioni ed Estorsioni), mentre il buono del film è ovviamente Carancini/James Bond, magari tratteggiato come troppo umano e non privo di difetti, per il quale alla fine bisogna pur fare il tifo poiché i buoni vincono sempre.
Peccato che in questo mediocre film tale James Bond sembra più una controfigura sfocata che Sean Connery….
E’ sotto gli occhi di tutti che questa Giunta, sopratutto in alcune figure, è ben al di sotto di quanto negativamente ci si poteva aspettare.
Ma invece che prendere atto che, probabilmente, le scelte del Sindaco non sono state fatte per il meglio il Sindaco (preoccupato di apparire debole) si arrocca sulle sue posizioni….
……Ed invece che chiedere ma cosa ha fatto questa Amministrazione, in oltre 1 anno di attività, ci si limita a chiedere perché la Maggioranza non dice chiaramente perché è scontenta???
E se la Maggioranza non dice nulla, è evidente, che è scontenta per come si sono date le poltrone, quindi non c’è alcuna discussione poiché in realtà è solo un gioco di potere ed in questo gioco bisogna essere dalla parte del Sindaco, votato direttamente dai cittadini.
La situazione invece è assai più ingarbugliata di quello che si vede, o si vuole far credere.
Partendo dal fatto che Carancini è stato capogruppo (e l’ho scritto altrove, ma si fa sempre finta di non ricordarlo) e che quindi non fai il Capogruppo perché hai un bel sorriso, ma perché fai parte integrante del vertice del partito (e quindi sei parte integrante delle scelte fatte, soprattutto in chiave urbanistica) egli è SOLO nominalmente “una nuova storia”.
Slogan (“una nova storia”) che è stato costretto ad usare poiché altrimenti (se non prendeva le distanze dalla passata Amministrazione, sebbene ne avesse avallato molte delle scelte) Carancini probabilmente non sarebbe arrivato nemmeno al ballottaggio….
Questo perché, in origine, il Sindaco nel 2010 sarebbe dovuto uscire dalla Giunta Meschini (dopo eventuale rimpasto) con la giustificazione di “continuare la strada intrapresa”..
Ma poiché il rimpasto non viene fatto (e Carancini al’epoca sarebbe stato uno dei papabili per la poltrona di Assessore) ecco che, gioco forza (dati anche i pochi risultati della vecchia Amministrazione, l’immobilismo, la mediocrità), dal “proseguire” si è stati costretti (sulla carta) a cambiare strada ed iniziare una nuova storia, ma solo sulla carta.
E non facciamo nemmeno finta che Carancini sia una specie di Don Chisciotte he lotta contro i mulini a vento, rappresentati dai vecchi baroni della politica maceratese, poichè egli è portatore di interessi che, quali siano, sarebbe interessante andare a vagliare soprattutto perché, in un anno di amministrazione, non è che di mosse sembra ne abbia azzeccate tante.
Ed anche dove sembrerebbe che abbia preso in mano la situazione (SUAP Giorgini, ma con i ricorsi in definitiva non si è ancora chiuso nulla) sembra più che sia stato tirato per i capelli che altro….
Diciamo pertanto che questa nuova storia deve ancora cominciare e che il problema è forse le troppe cambiali politiche che si devono ancora pagare, a più livelli, e di cui nessuno dice nulla…
Chiar.ma dott.ssa Moroni,
il reiterato intervento (repeita iuvant) è un classico esempio di chi dice a nuora affinché suocera intenda. Le suocere sono alcune teste d’uovo, si fa per dire, legate alla vecchia storia dei cosiddetti kennedyani. Quindi risparmi le sue energie per momenti migliori.
Ad maiora
Chiar.ma ….dott.ssa,….
sfotta sfotta, Gabor! Ma c’ha ragione. Meglio risparmiare le proprie energie.
“Rimpasto o pastetta?”
:
Nè rimpasto nè pastetta, ma PASTONE.
(In termini giornalistici, il pastone è quell’articolo di fondo o comunque di orientamento che raccoglie le ultime notizie, le mette assieme in modo più o meno razionale e ne fa un elenco, per l’autore, esaustivo della situazione politica od economica o altro).
Mi è piaciuto il commento molto concreto di Stefano Blanchi, qualche post più in là. Sentendomi inadatto per la disamina dei mali universali proposta da questo corsivo (attendo quella sui mali metafisici per sentirmi più a mio agio nel commento), trovo invece nel suddetto commento di Blanchi spunti concreti e finalmente locali, che qui riporto per comodità di lettura. Scrive Blanchi:
“Vedo molta ingenuità, lo dico nel senso buono, in chi commenta; credete veramente di poter distinguere tra la “vecchia” e la “nuova” politica? Quale è questa “nuova” politica che sarebbe meglio della “vecchia”? In cosa consisterebbe? Me lo spiegate, per cortesia, al di fuori delle solite frasi retoriche che parlano della “casta”? Il Consigliere Meschini, invece che ripetere sempre la solita manfrina sui meriti della giunta che sarebbero i buoni, contro i cattivi, perchè non sustanzia le sue affermazioni portando esempi pratici e reali? Nell’articolo del consigliere Meschini quali sono i fatti, intendo specifici, riportati che avvalorano la sua difesa del candore di questa giunta?
Bisogna che chi giudica l’agire dei politici, anche a livello locale, conosca nello specifico le questioni, altrimenti si fa subito a dire arbitrariamente chi ha ragione e chi ha torto, Meschini fa leva proprio su questo, descrive l’apparenza, che poi è quello che la gente forse vuole sentirsi dire, ma non entra volutamente nel merito dei fatti.
E allora alcune domande io me le porrei, ovviamente su specifici fatti:
1) Sulla vicenda della Minitematica, chi voleva controdedurre alla Provincia per inserire ancora più aree edificabili? Risposta: Il sindaco e la sua giunta, non siete sorpresi? In base al ragionamento che fa Meschini dovreste esserlo!!!
2) Sulla vicenda SMEA-Consmari, il consigliere Meschini omette, volutamente, di dire che manca il contratto di servizio su quanto costeranno gli altri servizi che oggi fa SMEA e domani farà Consmari, ad esclusione della raccolta e smaltimento rifiuti (cioè sgombero strade neve, derattizzazione ecc…). Eviti perciò di dare la colpa alla maggioranza, senza che tali aspetti vengano chiariti come si può votare l’atto definitivo di cessione? In pratica non sappiamo quanto i cittadini pagherebbero; Cosa ne dice Meschini? si limita a dire che i cattivi vogliono far fallire l’accordo!!! Lui invece lo voterebbe pure così per “dovere di responsabilità”?
3) Questione APM, il pres. Angeletti cui era legata la ben nota vicenda di qualche mese fa, era stato nominato al di fuori dei partiti, nomina voluta esclusivamente dal sindaco Carancini che poi lo ha difeso fino alla fine, provando a salvarlo contro tutta la maggioranza. Meschini nega forse questo? Come giustifica l’operato del Sindaco? Ha sbagliato la maggioranza perchè i partiti sono cattivi e non vogliono far governare Carancini?
4) Questione via Mattei-Pieve, fu la promessa che il sindaco ripetè per tutta la campagna elettorale ed è forse la cosa di cui Macerata ha più bisogno e probabilmente una di quelle che gli hanno portato più voti, qualche giorno fa in un giornale il sindaco stesso, stando a quanto riferisce il giornale, dice che difficilmente si farà. Perchè non va a dirlo direttamente ai cittadini? Questa non sarebbe una priorità su cui la giunta dovrebbe spendersi di più? come mai per oltre un anno è sempre stata tenuta in secondo piano e ora apprendiamo dai giornali questo?
5) Di questioni ce ne sarebbero molte altre: famoso il fantomatico ampliamento del Palazzetto di Fontescodella su cui il Sindaco doveva riferire in Consiglio, dove si è presentato senza alcun progetto ma solo con un paio di ipotesi di cui non sappiamo neppure i costi, ma sulla stampa ha intanto promesso l’ampliamento, anche se in realtà la via che si voleva percorrere era di premere sulla federazione volley per il cambiamento della regola che limita i posti; e ancora, i fuochi di San Giuliano sono stati sempre fatti, era proprio necessario arrivare a quel livello di polemica, l’amministrazione non poteva davvero metterci una “pezza” prima? Ancora, chi relativamente al progetto delle Piscine di Fontescodella sembrerebbe disposto a cedere alle richieste dei costruttori che chiedono più metratura edificabile a scopi commerciali, (ragione per cui la situazione è bloccata), il sindaco o la maggioranza? Risponda il consigliere Meschini; che dire infine della vicenda relativa ai parcheggi con strisce blu e relative multe per divieto di sosta? A parte che ci sono alcune sentenze anche del 2007 e del 2009 che hanno dato ragione a chi ricorreva contro provvedimenti di questo tipo, ma anche ammesso che il comune debba fare cassa e abbia ragione, non erache una cosa così impopolare la si dovesse almeno concordare con la maggioranza? Bisognava per forza farla il 10 Agosto, quando tutti erano in ferie? Non parlo in merito al provvedimento, dico solo che secondo me questo denota la volontà di assumere decisioni senza ascoltare la maggioranza di cui non si può poi però pretendere l’appoggio senza farla partecipare nel merito delle decisioni e dei provvedimenti che si vorrebbero adottare.
Questi sono fatti, per chiunque abbia la voglia di leggerli, il consigliere Meschini risponda a queste questioni e le giustifichi, se lo può. Poi ce ne sarebbero pure altre!!!”.
Per maggiore ancora comodità di lettura, sulle tante questioni tangibili riferite da Stefano Bianchi, io Davoli, ora mi concentro sulla prima che riguarda il settore urbanistica in mano al paladino dell’ anticemento, confidando in una discussione ( verifica) improntata alla concretezza su questo primo punto:
1) Sulla vicenda della Minitematica, chi voleva controdedurre alla Provincia per inserire ancora più aree edificabili? Risposta: Il sindaco e la sua giunta, non siete sorpresi? In base al ragionamento che fa Meschini dovreste esserlo!!!
Proviamo per un attimo ad uscire dalla contrapposizione tra il Sindaco Super Eroe, bianco ed immacolato, da un lato, e le forze di maggioranza, viste come i Cavalieri dell’Armata del Buon Senso, dall’altro.
Che la Giunta abbia manifestato ritardi, alcune scelte sbagliate ed omissioni è sotto gli occhi di tutti. Pur con le giustificazioni della drammatica crisi economica e dei conseguenti tagli sui bilanci degli enti locali, i limiti dell’azione del governo locale, acuiti dalla tendenza di Carancini ad accentrare e a voler controllare tutto il possibile, sono emersi a sufficienza in questo primo anno.
Ma è innegabile che gli attacchi della maggioranza siano iniziati subito dopo la composizione della Giunta e proprio a causa di ciò. Ci siamo forse scordati le tensioni con l’IDV a questo riguardo, le polemiche tra Rifondazione Comunista e il Partito dei Comunisti Italiani per la scelta di Pantanetti, alcuni sotterranei malumori nel PD? Così come è innegabile che, per questioni specifiche non ben chiarite (chiarimento che io continuo a richiedere a gran voce), il maggior punto di scontro tra Carancini e la sua maggioranza sia l’Urbanistica (ciò è dimostrato dai seguenti fatti: a) il continuo contenzioso Carancini/Commissione Ambiente e Urbanistica; b) la scelta di Carancini di tenere per sè l’Assessorato all’Urbanistica; c) la nomina di un dirigente di settore, l’ing. Spuri, di stretta ed esclusiva fiducia del Sindaco). Tutto ciò, interessi personalistici nelle nomine in giunta e nelle partecipate, e interessi opachi emersi nelle questioni urbanistiche, toglie molta credibilità all’incessante fuoco di critiche, improntate formalmente al buon senso, dei partiti e dei gruppi consiliari di centro sinistra.
Considerato quindi che le ragioni ed i torti stanno da entrambe le parti, io credo però che, a questo punto Carancini debba prendere atto che potrebbe andare avanti sino a fine mandato solo in regime di blindatura e di stretto commissariamento (come ha ben detto nei giorni scorsi, con tono allusivo e minaccioso, il Segretario Reg.le del PD Ucchielli: Carancini deve seguire i nostri consigli …) e, quindi, per l’inaccettabilità di tale situazione in termini di dignità personale e politica, debba salutare baracca e burattini e dimettersi, mandando a casa questo Consiglio Comunale, chiarendo però esattamente alla cittadinanza i reali nodi urbanistici alla base del vero contendere (ciò, tra l’altro, è la sola condizione che gli potrebbe garantire un qualche futuro politico, magari in una costituenda lista civica).
A loro volta, le forze di maggioranza del centro sinistra, qualora Carancini non si dimettesse per i motivi di cui sopra, dovrebbero esse stesse staccare la spina. Il livello delle accuse e delle critiche (sia quelle giuste che quelle strumentali) è infatti tale che, per coerenza, i consiglieri di maggioranza dovrebbero fare come ha fatto qualche giorno fa quasi tutta la maggioranza di centro destra a Porto S. Giorgio: andare a dimettersi in blocco, insieme alla minoranza, chiedendo scusa alla cittadinanza per l’infelice scelta del Sindaco a suo tempo effettuata, e consentendo così nuove elezioni.
@ Bommarito
Staccare la spina e formare una lista civica?
Dignità personale e politica??????
Per fare poi cosa?
Non divento certamente Sindaco di un grande partito per poi andarmene, sbattendo la porta, per finire a fare il Consigleire di minoranza…
Ed anche a proposito di errori ed errori non si può certo (facendo finta di nulla) mettere nello stesso minestrone errori che pesano come una piuma e altri che pesano come un macigno.
Che vi siano, come è sempre stato, attriti e frizioni tra Maggioranza e Giunta (accade ovunque in Italia, nelle Regioni, in Parlamento perchè a Macerata dovrebbe non succedere????) è nella normalità delle cose.
Che questi attriti possano essere, durante periodi diversi, più forti o più lievi dipende da tantissime cose…. E non può tutto ridursi all’Assessorato all’Urbanistica.
Qui sul piatto ci sono tante cose che non sono andate come dovevano andare, a partire dalla scelta degli Assessori oppure Lo Sferisterio o anche la Pieve-Mattei…
……Per passare alle cambiali politiche che sono state firmate, per finire al modo accentratore che Carancini ha, da subito, deciso di percorrere: emblematico (uno tra tanti ma la lista sarebbe lunghissima) il fatto che a bilancio appena approvato e licenziato Carancini affermi che si allargherà il Palazzetto di Fonte Scodella, senza però spiegare dove trovare i tanti soldi necessari, visto che sul bilancio tale spesa ingente non era prevista.
Che poi “ad arte” ci possano essere state polemiche accese volontariamente da pezzi della Maggioranza ci può anche stare, ma questo è il gioco di scacchi che Carancini ha voluto giocare con la sua Maggioranza….
Facendo un esempio automobilistico: se a sgarberie accumuli altre sgarberie è ovvio che, come posteggi l’auto appena 2 centimetri fuori dalle strisce te lo fanno subito notare…
E spesso il Sindaco ha posteggiato (ben oltre i 2 centimetri) proprio in divieto di sosta, continuando a fare finta che aveva posteggiato benissimo…
@ Bommarito
pienamente condivisibile la sua messa a fuoco della situazione . Ne abbiamo assistite di avvisaglie sulla precarietà di Carancini: dalla composizione della Giunta alle varie nomine, passando per la Giorgini , fino – aggiungo io- la minaccia politica proveniente dall’ultima composizione provinciale con il nuovo asse PD-IDV-UDC ,che avrebbe potuto ripercuotersi su quello comunale, tagliandole via l’ala sinistra . Tutto questo è innegabile, senz’altro. E, per quanto mi riguarda come osservatrice esterna, tutto questo mi ha portata ad avere simpatia immediata col Sindaco, con la sua figura più che altro, di cavaliere senza macchia e senza paura. Ma vivendo alcune esperienze e addentrandomi poi nel merito di tante scelte e soluzioni che il Sindaco e la sua Giunta hanno approntato, questa mia simpatia è cominciata a venir meno, perchè a maggior ragione, chiunque operi in piena autonomia decisionale , tanto più personalmente ne risponde poi. E qui, comincio a non capirci più tanto allora, perchè è tutto criptato, illeggibile.
Dalla vicenda della minitematica con le controdeduzioni che voleva fare per immetere nuove aree fabbricabili, ai bilanci dello Sferisterio che non vengono resi noti in modo esaustivo, ad investire sempre più denaro in quel vuoto a perdere che è il Sof, alla difesa estrema del suo nominato Angeletti in un caso lampante di conflitto d’interessi, fino a non far nulla per evitare tante polemiche che l’amministrazione si poteva risparmiare, con quelle scelte ruspanti sui fuochi, i mortori ecc. ecc. Se io mi fossi trovata al suo posto, non solo avrei parlato, avrei urlato coi miei collaboratori, mi sarei appellato alla cittadinanza come mia stampella per poter proseguire, spiegandole via via i motivi di certe mie decisioni o non decisioni, avrei tentato di mantenere con essa quel rapporto stabilito in via elettorale, avrei mantenuto almeno una delle promesse fatte allora, non avrei infierito con balzelli vari su rifiuti e parcheggi , non avrei premiato in tempi difficili i miei dirigenti quando tartassano, ( cornuti e mazziati i cittadini) , non avrei trascurato un cm. quadrato di aree pubbliche , avrei dato risposte ai bisogni di sicurezza dei miei cittadini, Avrei insomma, pensato prima di ogni altra cosa, giacchè ho le mani libere, al bene collettivo.
Invece come assente, scomparso dietro i suoi assessori e dirigenti, ai quali la fa fare da padrone su tutto, senza un richiamo, un controllo, un confronto politico- burocratico. Io non credo , che Carancini abbia agito in modo così sigillato per interessi personalistici, ma per un eccesso di fiducia in sè stesso, nelle sue potenzialità e in quelle della sua squadra; Mantengo quindi su di lui , lo stesso giudizio che diedi un anno fa, scrivendo sempre qui. Ai miei occhi quindi, quella caparbietà che di lui poteva attrarmi inizialmente , l’ho vista trasformarsi in pura ostinazione , in difesa serrata – e inaudita su alcune questioni- delle scelte sue e di tutta la sua squadra. Avesse l’umiltà di rendersi conto di questo, ci sarebbero ancora margini di riparazione. Su tutto il resto non so, ma che la maggioranza gli rimproveri di avere scelto una squadra debole al suo fianco e che il suo dialogo con loro, sia sotto il minimo di un minimo livello democratico, l’avallo in pieno.