L’innaturale tono pacato che ha caratterizzato la riunione dei capigruppo e dei segretari di partito di maggioranza per discutere la verifica dell’amministrazione Carancini fa pensare. L’esasperazione e la polemica che hanno caratterizzato le assemblee precedenti alle ferie estive si sono smorzate ma difficile credere che il cambiamento sia dovuto al relax vacanziero. In una fase molto delicata per il Comune di Macerata, i rappresentanti dei partiti di governo non si sono sbilanciati, salvo qualche rara eccezione, sulle reali intenzioni per il futuro della Giunta Carancini che resta ancora avvolto dall’incertezza.
E’ stato il Sindaco ad aprire la riunione rispondendo per punti alle accuse mosse dai partiti che l’affiancano nell’avventura amministrativa. Il primo cittadino ha mostrato la massima disponibilità, evitando così di cadere nella trappola delle polemiche. Carancini ha dato la sua disponibilità a rivedere il metodo e la partecipazione, ha proposto un tavolo settimanale permanente dei capigruppo cui sottoporre le decisioni della Giunta e una attribuzione di maggiore responsabilità a quei consiglieri che ne avessero la volontà. Apertura totale anche sulla scelta delle priorità amministrative e sulle nomine nelle partecipate. Il punto in cui il Sindaco non è invece disposto a cedere è quello del rimpasto di Giunta, che non è stato chiesto esplicitamente se non dall’Idv, ma che non rientra comunque tra i piani del primo cittadino che ha chiesto di concedere ai suoi assessori il tempo necessario per esprimere le proprie potenzialità.
Sono seguiti gli interventi dei presenti: Narciso Ricotta, capogruppo del Pd, ha insistito sul fatto che alcune deleghe sono rimaste indietro rispetto alle altre, Massimiliano Bianchini (Pensare Macerata) ha chiesto un riequilibrio e ancora Guido Garufi (Idv), il più agguerrito, ha chiesto con insistenza di rimettere mano all’interno della Giunta.
L’appuntamento è per la prossima settimana quando, dopo il passaggio nei rispettivi partiti, capogruppi e segretari incontreranno ancora una volta il Sindaco per concordare una decisione che stavolta dovrebbe essere quella definitiva.
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Pettinari convoca riunioni e aspira a decisioni collegiali, Carancini ci tranquillizza dicendoci che farà un tavolo settimanale permanente,a forza di parlare e parlare qui non governa più nessuno e nessuno prende più decisioni nè si assume responsabilità di indirzzo di gestione. Nel frattempo Macerata sta diventando una città fantasma con un meraviglioso centro storico,location di raduni di carri funebri e una periferia congestionata da rotonde e traffico selvaggio.
Ma Garufi è dell’Italia dei valori o dell’Italia delle poltrone?
ahhahaha ma sono tutti politici attori bravissimi!!!!
Vedrete che voteranno tutti per mantenere su Carancini e la propria poltrona…
Garufi e Bianchini voteranno per Carancini, sicurissimo!!!!!!!!!!
Quella che sembra la politica del decidere di non decidere mi ricorda tanto una vecchia canzone (http://www.youtube.com/watch?v=nvOwoaX5OOA)
C’è un problema (anzi qui i problemi sembrano molti)???
Facciamo un bel comitatino che studia la cosa (qui un tavolo permanente)
Ovviamente il comitato (tavolo) approfondirà la questione (le questioni) e alla fine dopo un bel documento programmatico, una chiara presa di responsabilità, un migliroe dialogo tra Giunta e Consiglio, un abbassare i toni per superare i problemi TUTTO RESTERA’ COME PRIMA.
il Sindaco, che a volte ricorda tanto uno con la mascella volitiva, sa benissimo che essendo andato allo scontro frontale (con un esercito da avanspettacolo) non può retrocedere di un millimetro ed è costretto a respingere i nemici sul bagnasciuga.
Questo perchè se decidesse, ora, di cambiare anche un singolo Assessore (e di Assessori da cambiare tutti sanno che sarebbero molti) sa benissimo che sarebbe l’inizio della sua fine politica in quanto verrebbe messo sotto tutela.
Quindi si trincera, con la Giunta, in posizione difensiva (e la Giunta lo seguirà fino all’inferno, in quanto nessuno degli Assessori sarebbe Assessore per volontà della sua forza politica) minacciando di far morire Sansone con tutti i filistei.
Ma, paradossalmente, ora il gioco si fa più interessante.
Invece dello scontro frontale la Maggioranza (che a Macerata spesso fa anche le veci dell’opposizione) potrebbe trovare in Consiglio qualche voto (o qualche astensione o qualche uscita dall’aula) in giro con il rischio che eventuali decisioni prese “dal tavolo settimanale permanente” (in contrasto con i voleri del Podestà) possano poi essere votate in Consiglio legando mani e piedi alla Giunta.
Insomma il rischio è che il Sindaco, nel disperato tentativo di smarcarsi, non faccia altro che imprigionarsi sempre di più….
Arriverà il giorno che dovrà scegliere di quale morte morire: cambiare la Giunta (e ascoltare i suggerimenti dei partiti sulle partecipate, enti, aziende comunali) oppure andarsene a casa….
Sarebbe però il caso che il Pd (che alle primarie del Sindaco si presentò allucinatamente con ben 3 candidati) facesse un minimo di autocritica, visto che poi si è fatto imporre (dal Sindaco) i suoi 3 Assessori di riferimento (poco graditi) senza fiatare.
@ Alessandra Pierini
Sei davvero una giornalista fortunata, ad aver potuto prendere parte – sia pure come spettatrice – alla verifica! Appare evidente, infatti, che il dettaglio dello svolgimento che con dovizia riporti nell’articolo presuppone la presenza ai lavori. Ma come hai fatto a ottenere questo privilegio? Sei grande!
Intervista al Sindaco che, non essendoci contraddittorio, se la suona e se la canta da solo
http://www.youtube.com/watch?v=lYHN2jkJ8A8&feature=player_embedded
Poco si comprende perchè vengano fatte questo genere di interviste poichè da un lato chi fa le domande non è incisiva e chi risponde presenta solo il suo punto di vista…
Inoltre si evince chiaramente che il Sindaco fa finta di essere capitato su quella poltrona per caso: come si fa a dire che fino a pochi mesi fa si è gestito il pregresso quando lui, del pregresso, era capogruppo del maggiore partito???
Non vorrei che si cominciasse (per il tanti NON detti, per le notizie che arrivano a trozzi e bocconi ai giornali, per molto che viene detto ma che non è tutta la verità, ecc.) una lunghissima commedia degli equivoci in cui alla fine finisca (per il momento) tutto a tarallucci e vino…
Che tutto finisca a tarallucci e vino fino al prossimo impedimento che, molto probabilmente, si presenterà ben pesto poichè, se i nodi del pettine non si sciolgono, poi questi nodi rimangono e si vanno a sommare ad altri nodi che inevitabilmente verranno fuori…
Speriamo che non vi sia accanimento terapeutico e che si tenga in vita un paziente già politicamente considerato in come irreversibile (poichè qualcuno, magari in solitari, già ipotizza scenari in cui qualcuno dell’opposizione entra e quaklche altro, sempre dell’opposizione, non corre per non portare via voti)
Carancini è un morto politico che cammina, te lo dicono per strada bellamente i suoi compagni di partito. Ci sono 23 congiurati che hanno fatto affilare i loro pugnali dal Mago della Scarpa ( non mi ricordo se quello di Corso Cairoli o quello di Corso Cavour). Al momento del trapasso Carancini avrà la possibilità di scegliere tra queste quattro frasi: 1) Tu uccidi un uomo morto 2) Tu quoque, Ricotta, fili mi! 3) Verrà un giorno.. 4) Sento una pace foriera della tomba
Quale pronunzierà?
SE IL SOMMO POETA……
Se il sommo poeta Dante Alighieri fosse un nostro contemporaneo, dove pensate che collocherebbe, nella sua opera, i nostri cari politici (di destra e di sinistra)?
…E CHE DIR DEL RIMPROVERO CHE vIRGILIO RIVOLGE AL SOMMO POETA….
DANTE ARROSSISCE AL RIMPROVERO DI VIRGILIO
«Perché l’animo tuo tanto s’impiglia»,
disse ‘l maestro, «che l’andare allenti?
che ti fa ciò che quivi si pispiglia?
Vien dietro a me, e lascia dir le genti:
sta come torre ferma, che non crolla
già mai la cima per soffiar di venti;
ché sempre l’omo in cui pensier rampolla
sovra pensier, da sé dilunga il segno,
perché la foga l’un de l’altro insolla».
Che potea io ridir, se non «Io vegno»?
Dissilo, alquanto del color consperso
che fa l’uom di perdon talvolta degno.
All’inizio del canto V i due pellegrini riprendono il loro cammino ma Dante si attarda incuriosito ad osservare le anime dei pigri che hanno notato con stupore come proietti sul terreno la sua ombra. A questo punto Virgilio lo rimprovera aspramente, invitandolo a non perdersi dietro alle chiacchiere della gente e a mantenersi saldo nei suoi propositi; usa anche la similitudine dell’uomo che, per incostanza, passa da un pensiero ad un altro senza concludere nulla di buono. Dante, rendendosi conto della sua pigrizia e di essersi meritato i rimproveri del maestro, arrossisce.
Questa sua reazione non lo giustifica ma lo rende degno di perdono. L’episodio ricorda quello precedente di Catone che aveva rimproverato Dante, Virgilio e le anime appena giunte alla spiaggia del Purgatorio perché si erano attardate ad ascoltare il canto del musico Casella. Nel Purgatorio non c’è tempo per distrazioni inutili, per attardarsi compiaciuti dalle vanità, occorre vigilare affinché “l’uomo vecchio” con le sue abitudini di un tempo non prenda il sopravvento sull’”uomo nuovo”.