Il questore di Macerata Giuseppe Oddo, il vice prefetto Tiziana Tombesi e il procuratore Mario Paciaroni
di Alessandra Pierini
Il fenomeno droga a Macerata è molto, troppo diffuso e richiede l’intervento combinato di tutte le autorità che operano nel settore. E’ stato il Procuratore della Repubblica Mario Paciaroni a lanciare l’allarme nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato i rappresentanti delle forze dell’ordine: «Confrontando i dati relativi al primo semestre del 2010 e quelli del primo semestre del 2011 – ha spiegato – mi sono accorto che i procedimenti per spaccio sono passati da 112 a 180 con un aumento del 62% e gli indagati sono aumentati addirittura del 107% passando da 141 del 2010 a 298 del 2011. Inoltre nella nostra provincia da luglio 2010 a luglio 2011 sono stati ben 5 gli omicidi e tutti legati allo spaccio di stupefacenti. Questi numeri mi hanno spinto a fare qualcosa. Per di più in questi giorni Porto Recanati ha raggiunto il livello di allarme 3 per aver registrato un significativo numero di casi di overdose, per fortuna tutti senza esito mortale».
Il Procuratore ha lanciato l’allarme e ha sottolineato che la repressione non è sufficiente: «Il fenomeno droga interessa tutto il tessuto sociale ma soprattutto giovani e giovanissimi, è un pericolo per l’ordine pubblico, per la salute e per la stabilità delle famiglie. Il pericolo sta dilagando e occorre una forte attività preventiva. Abbiamo deciso di coinvolgere tutti gli attori sociali, scuole, parrocchie, comunità ed educatori anche per migliorare l’informazione. Ho pensato a diverse azioni tra le quali la diffusione di manifesti pubblicitari e di materiale informativo e la raccolta di dati statistici da comunicare non per creare allarme ma per dare consapevolezza della situazione».
Mario Paciaroni ha pensato anche a canali inediti: «Ho investito i Vescovi, in particolare quello di Macerata, perché consentisse a medici legali ed esperti di parlare dal pulpito, durante la messa a posto del sermone, per spiegare la situazione. Vorrei anche organizzare delle visite alle comunità terapeutiche, promuovere conferenze e seminari e organizzare un convegno nazionale antidroga perchè Macerata sia il centro della problematica». Il Procuratore ha già pensato anche ad una soluzione per la mancanza di risorse: «Se chiediamo ad ognuno dei 57 comuni un fondo di 1000 euro contro la droga, non credo che avremo problemi. L’importante è essere vicini ai giovani, ascoltarli e capirli».
Il questore Giuseppe Oddo, il vice prefetto Tiziana Tombesi, il procuratore Mario Paciaroni, il comandante Di Stefano e Paolo Papetti, Capitano della Guardia di Finanza
Tiziana Tombesi, vice prefetto di Macerata, ha poi introdotto le iniziative che prenderanno il via già con l’inizio dell’anno scolastico: «Abbiamo proposto all’Ufficio scolastico provinciale di sollecitare i dirigenti scolastici all’organizzazione di incontri sul tema droga. La Polizia di Stato entra già da anni a scuola e abbiamo pensato di affiancarci a loro con un pool di esperti che incontreranno ragazzi e docenti. Gli effetti dell’azione non è misurabile ma lo sforzo è corale e contiamo di riuscire a non mancare il tiro di un fenomeno molto sfaccettato e complesso. Dovremo far capire che il tossicodipendente è un espulso dalla società civile che solo con grandi difficoltà riuscirà a tornare al suo posto e allo stesso tempo dovremo far capire al giovane che è una risorsa, che non è inutile. I livelli occupazionali oggi sono bassi ma i giovani devono sentire che non sono abbandonati a se stessi».
Hanno testimoniato la loro adesione ad un progetto complessivo anche Giuseppe Oddo, questore di Macerata, Paolo Papetti, capitano della Guardia di Finanza che lo scorso anno ha già tenuto 20 conferenze nelle scuole e Marco Di Stefano, comandante dei Carabinieri di Macerata.
(Foto di Guido Picchio)
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Impressionanti i dati forniti dal Procuratore della Repubblica di Macerata, ed ammirevole lo sforzo che egli sta facendo, unitamente al Prefetto di Macerata ed ai Vescovi del nostro territorio provinciale, per farsi promotore di una grande campagna di prevenzione da portare avanti sin d’ora nelle scuole, nei Comuni della provincia, nelle parrocchie, nella società civile.
In effetti, la situazione nella nostra provincia è molto grave, e la conferenza stampa del Procuratore della Repubblica è solo l’ennesima conferma di questo stato di cose.
Guardiamo, giusto per fare un esempio, la cronaca uscita sui giornali locali negli ultimi due o tre giorni: tutte le notizie principali hanno a che fare con la droga. A Civitanova i carabinieri intercettano una macchina sospetta, la seguono e vi ritrovano dentro 16 chili di cannabis. A Macerata viene arrestato un vigilante privato proprietario dell’arma usata per gli omicidi dei due spacciatori di colore di un paio di mesi fa, ritenuto coinvolto, quanto meno per favoreggiamento, nelle due brutali esecuzioni, il cui movente, secondo gli inquirenti, sarebbe una partita di droga di 100 o 200 chili. Ieri, poi, l’ANSA ha parlato di una vasta operazione antimafia partita dalla Sicilia ed arrivata pure nelle Marche, oltre che nella vicina Umbria. Oggi, infine, si parla dell’udienza preliminare per l’omicidio di Felice Brandi, avvenuto l’anno scorso a Tolentino, sempre per motivi di droga.
Un quadro estremamente preoccupante, che fa risaltare anche il connubio strettissimo fra criminalità organizzata e traffico e commercio di droga nella nostra provincia.
Giusta quindi l’iniziativa delle autorità di battersi non solo sul piano della repressione (peraltro indispensabile), ma anche su quello della prevenzione, nel tentativo di ridurre contemporaneamente sia l’offerta che la domanda di sostanze stupefacenti.
La prevenzione, però, richiede la consapevolezza del fenomeno e la convinzione che stia avvenendo qualcosa di molto grave ai danni dei nostri giovani. Molti, invece, portano avanti logiche riduttive o rinunciatarie (il problema non è poi così grave, lo fanno tutti, tanto più di così non si può fare, sono problemi delle forze dell’ordine …) e rimangono passivi ed inerti ad assistere al sempre più evidente dilagare di una epidemia sociale che colpisce soprattutto le fasce giovanili. Io ritengo, invece, che si stia giocando una partita decisiva in questa lotta, e che tutti, ma proprio tutti, debbano fare la loro parte, senza “se” e senza “ma”.
Vorrei concludere ricordando che Macerata non è certo la centrale della droga nella nostra regione. La situazione è eguale dappertutto, da Pesaro ad Ascoli Piceno, solo che da noi le associazioni di volontariato parlano ripetutamente del problema, ne evidenziano gli aspetti quantitativi e qualitativi, le ricadute in termini sociali e sanitari, mentre altrove, siccome nessuno ne parla, si fa finta di ritenere che il problema non esista.
Sono contentissimo per lo zelo operativo del Procuratore Paciaroni, che premia anche – credo – tutto l’impegno senza risparmio di energie dell’amico Bommarito.
Se anche le Amministrazioni facessero così…
Ben detto avvocato!!
Negli anni 80, Miami si è trasformata nel più grande punto di transito della cocaina. L’industria della droga v’introdusse miliardi di dollari oltre ad una veloce ascesa del numero di crimini violenti.
Per mettere fine a tale sfacelo si rese necessario un massiccio intervento militare.
Non c’è paragone con Macerata, ma questa rapida escalation di crimini oltre la media, dà da pensare…
Era ora che si prendesse nota del problema, che entrasse nella lente d’ingrandimento… spero solo che non siano solo parole, che come sempre per mancanza di soldi non se ne faccia più niente! inoltre, si fa un gran parlare che l’età di assunzione di tali sostanze si è abbassato a livelli di vero allarme: 11-12 anni! Chi ha figli di questa fascia di età sia accorto a qualsiasi cambiamento: perdite verso qualsiasi forma d’interesse per le attività che il soggetto svolgeva prima; diminuzione di spontaneità, creatività ed impegno; insuccessi o abbandono scolastico; si insinua una crescente passività, noia, apatia…
Da Gaetano Angeletti, presidente dell’Associazione La Rondinella di Corridonia:
Innanzitutto mi congratulo con il Procuratore della Repubblica Mario Paciaroni per aver voluto affrontare il problema “droga”, questa metastasi che distrugge le vite e i cervelli dei nostri figli.
Dalle cifre sembra che Macerata sia in controtendenza con i dati forniti dal Sottosegretario Giovanardi dai quali risulta che la droga è in netta diminuzione. Pia illusione! Parlando con le Comunità di tutta Italia, con i Sert e con le Associazioni di settore si rileva che l’uso di alcol e droga tra i giovani è in aumento impressionante.
Perché emerge solo Macerata come città dove sembra che la droga la faccia da padrone? Secondo me dipende dalla campagna martellante che l’avv. Bommarito, presidente dell’ass.ne “Con Nicola, oltre il deserto di indifferenza” e il sottoscritto, presidente dell’Ass.ne “La Rondinella” hanno fatto e stanno facendo assieme ad altri su giornali, radio locali, Scuole, Parrocchie, Teatri Comunali. In provincia di Fermo, per esempio, dove la droga viaggia sugli stessi livelli di Macerata, se non di più, sembra che vada tutto bene per il semplice motivo che non c’è nessuno che solleva il problema.
Sui rimedi avrei qualcosa di diverso da dire: in primo luogo la prima prevenzione si fa in famiglia e, purtroppo, in questi ultimi tempi, per usare una iperbole di Don Chino Pezzoli, i genitori sono “latitanti, quasi una razza in estinzione”. Fino ai 14 anni la famiglia sembra reggere, dopo inizia lo sfaldamento, quasi tutto è permesso, si rientra a qualsiasi ora della notte, non ci sono più regole.
In tutto questo mettiamoci anche la scarsa presenza delle Istituzioni che hanno fatto poco o niente per le politiche a tutela e a sostegno della famiglia.
La seconda prevenzione va fatta nelle Parrocchie e nella Scuola: spesso, quando io e Bommarito andiamo nelle Scuole, notiamo tanti insegnanti che seguono le nostre testimonianze con fare annoiato, addirittura sono presenti pochi minuti e se ne vanno; in questo modo danno anche un cattivo esempio ai loro alunni.
Non sono d’accordo con le campagne di materiale informativo,servono a poco o a niente. Occorrono azioni mirate, responsabilizzare in primo luogo i genitori, a seguire i dirigenti Scolastici e gli insegnanti che dovrebbero fare corsi formativi per affrontare il problema nel migliore dei modi. E anche i Parroci dovrebbero fare molto di più: sovente, quando si parla con loro di questi problemi, si nota la loro voglia di finire il discorso prima possibile accampando anche qualche scusa per andare via. Ovviamente ci sono le dovute eccezioni anche in questo campo, ci sono preti che si fanno in quattro per dare una mano.
Un altro modo di incidere nelle famiglie è quello di intensificare i Corsi per Genitori a partire dai genitori con figli più piccoli, questa sì che è una misura essenziale.
Poi occorrono VERI progetti di prevenzione da farsi nelle Scuole, coinvolgendo Insegnanti, Dirigenti Scolastici, alunni e genitori. Per le Parrocchie invece suggerirei di iniziare a parlare di questo problema fin dai ritiri della Prima Comunione e Cresima e dai corsi per fidanzati. Per far tutto questo occorre unirsi in una rete a maglie strette: Sert, Associazioni di Volontariato, Comunità di recupero, Scuole, Parrocchie, Forze dell’ordine, Istituzioni.
L’Associazione “La Rondinella” e l’Associazione “Con Nicola, oltre il deserto di indifferenza” sono in prima linea e si battono con tutte le forze nella lotta a questo male che rovina intere generazioni di giovani. Queste due Associazioni hanno un motivo in più per far sì che si combatta in questa guerra durissima: ci sono due nostri figli, Manolo e Nicola, scomparsi a causa di queste sostanze maledette che ci hanno lasciato il testimone, li sentiamo sempre presenti e vicini in ogni nostra azione e ci spingono a fare sempre di più.
Gaetano Angeletti – Presidente Associazione “La Rondinella” – Corridonia
Verrebbe da dire meglio tardi che mai…ma in realtà qui al di là delle parole c’è ben poco.
Come ha detto il mio omonimo la prima prevenzione si fa in famiglia e, purtroppo, in questi ultimi tempi, i genitori sono latitanti, quasi una razza in estinzione. Quando ci sono aggiungo io, perchè spesso ci sono solo i nonni a supplire genitori impegnati, separati, distratti…
Sull’efficacia poi delle parrocchie ho i miei dubbi: quanti sono i minori di 20 anni che vanno a Messa in estate? Lo stesso vale per la scuola, chi fa uso di droga è spesso in contrasto con docenti e scuola, come potrebbe ascoltarla?
Ed allora? Allora bisogna intervenire con severità nei luoghi dello spaccio (discoteche, bar, balneari…?) cambiandone le regole e gli orari, ma sappiamo tutti che nessuno lo vuole fare. A questo punto cerchiamo di trovare dei giovani “pentiti” che dalle comunità e dalle loro case lancino messaggi ai loro coetanei con gruppi sui social network, con messaggi da far circolare ecc. ma saranno sempre solo palliativi.
Da Forza Nuova Macerata:
Forza Nuova prende posizione contro l’escalation dei reati di spaccio a Macerata.
“Gli ultimi dati sull’incremento dei reati di spaccio non sono allarmanti, sono tragici – afferma Tommaso Golini, coordinatore provinciale di FN – e dimostrano come la droga stia diventando un vero e proprio fenomeno di costume, diffusissima all’interno dei locali e giustificata dai mass media, che presentano personaggi che fanno uso ed abuso di droghe senza rendersi conto di lanciare un messaggio estremamente negativo ai giovani che guardano la TV. Un fenomeno che per essere curato non ha bisogno di parole, ma di azioni determinate volte a debellare una piaga che statisticamente va a colpire tutte le fasce sociali, a partire dalla nostra gioventù. Tutto questo agli occhi di uno Stato sempre meno presente, che invece di risolvere questa piaga cerca soluzioni come la stanza del buco, dove un tossicodipendente può andare a somministrarsi la dose invece che farlo nei parchi. E’ inutile sottolineare che così non si risolve il problema, così si chiudono gli occhi e si lasciano morire i figli di un’Italia sempre più allo sbando”.
“Forza Nuova lancia una massiccia campagna contro la diffusione delle sostanze stupefacenti nella nostra Provincia, e annuncia l’inizio di un ciclo di azioni eclatanti per sensibilizzare e richiamare l’attenzione su questo tema”.
l’associazione “libera” di don Benzi parla della cultura della denuncia… mi piacerebbe sapere quanti di quelli che scrivono sarebbero così coraggiosi da allinearsi verso la via della denuncia e, dall’altra parte mi piacerebbe sapere se la forza politica maceratese possiede la volontà di prendere atto del problema e gli strumenti per tutelare le persone che, con coraggio e senso di responsabilità, vorrebbero liberarsi dal giogo dell’omertà! mi piacerebbe sapere se i corpi di sicurezza hanno il coraggio di “tagliare i rami secchi” evitando di fare quadrato attorno ai loro panni sporchi… è chiedere troppo?
Grazie procuratore Paciaroni per aver urlato forte sul problema droga. Dico urlato forte per la chiarezza con cui ha esposto il problema , ma principalmente per la chiarezza con cui ha invitato i vari attori della vita civile a muoversi,ad affrontare seriamente il problema. Un altrettanto doveroso grazie sento di dirlo a Peppe Bommarito ed a Gaetano Angeletti, due persone che ho sempre stimato nella vita privata e del cui serio e sincero imnpegno sono certo. Anni fa, tra il 1985 ed il 1990, con un gruppo di amici ,insieme all’allora esistente Associazione Provinciale Antidroga, provammo a lanciare una azione di massa in contrasto alla diffusione della droga, furono fatti degli incontri in alcune circoscrizioni, si cerco di coinvolgere alcune parrocchi, ma purtroppo la cosa mori’ per il disinteresse che si trovava. Ci furono alcuni cittadini pronti a collaborare segnalando situazioni di cui venivano a conoscenza ed in alcuni casi queste segnalazioni divennero interventi delle forze dell’ordione. Purtroppo pero’, ripeto, l’apatia e l’indifferenza furono gli alleati migliori dei delinquenti che con la droga facevano affari. Ci sono tante associazioni in provincia, tante parrocchie……basterebbe che con un coordinamento provinciale, sensibilizzassero i propri soci, i propri fedeli ad essere vigili, a segnalare tutte le situazioni di disagio e di degrado, tutte le situazioni in cui ci si accorge che qualche cosa di strano legato al problema droga sta avvenendo. Non lasciamo sole le forze dell’ordine, da sole non possono riuscire a controllare capillarmente il territorio, ma con il nostro aiuto potrebbero riuscirci meglio. Un appello poi a quei genitori che, purtroppo, il fenomeno droga lo vivono da vicino. Non abbiano paura a chiedere aiuto, non si chiudano in se stessi vinti dall’angoscia e dalla vergogna. Se hanno un figlio che si droga chiedano aiuto alle istituzioni, al Sert, alle associazioni e comunità. Non debbono vergognarsi del loro problema, ma devono farsi aiutare ad affrontarlo. Solo cosi’ potranno aiutare il loro figlio.
Ricordo ancora, mi vengono i brividi a pensarci, un anziano marinaio che ci ringraziava per quello che stavamo facendo e ci ringraziava piangendo perche , ci diceva, non immagina che cosa grande è salvare anche uno soltanto di questi sfortunati giovani. Non ho mai dimenticato le lacrime di quall’uomo che aveva appena perso due figli tossicodipendenti con l’aids e che aveva la nuora, in stato interessante, anche lei malata. Quest’uomo, pur nel suo immenso dolore, aveva la forza di cercare di aiutare gli altri, aveva la forza per lanciare un accorato appello affinchè si aiutassero i giovani ad uscire dal tunnel della droga.
Signor Procuratore, Iddio Le dia una mano a smuovere tante coscienze e grazie di nuovo.