Una mamma nel distretto di Polizia
“Ho realizzato il mio sogno”

L'INTERVISTA - Nicoletta Pascucci, madre di quattro figli, dallo scorso aprile ha preso il posto di Andrea Innocenzi come vice questore e dirigente della Digos di Macerata

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Nicoletta Pascucci

di Alessandra Pierini

Manifestazione in piazza, un centinaio di giovani protestano con manifesti e bandiere. Dall’altro lato della strada una squadra di polizia. Tra i poliziotti in divisa, c’è anche una donna, indossa jeans, scarpe con i tacchi e una camicia bianca. Si guarda attentamente intorno e, verificato che la situazione è tranquilla, si rivolge ai suoi: «Possiamo andare». Non è la scena di una puntata di “Distretto di Polizia”, la fiction dedicata al mondo dei reati e delle indagini, ma è la realtà maceratese. La poliziotta che impartisce gli ordini è Nicoletta Pascucci, vice questore e dirigente della Digos alla questura di Macerata. Ha coperto dallo scorso aprile il ruolo lasciato vacante dalla partenza di  Andrea Innocenzi trasferito a Genova. Bella, occhi vivaci e brillanti e fisico da modella, la nuova dirigente non ha nulla da invidiare alle eroine televisive, protagoniste delle fiction poliziesche ma lei, quando scende in prima linea e nel lavoro di tutti i giorni, non finge, anzi fa proprio sul serio.
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Come è iniziata la sua carriera in Polizia di Stato?
«Io sono nata a Foligno poi a 12 anni mi sono trasferita a Tolentino con la mia famiglia. Ho frequentato giurisprudenza a Macerata e lì ho avuto la vocazione. Ho sempre avuto una passione per il diritto penale poi parlando con un’amica mi disse che doveva essere bandito un concorso per commissario esterno. Io tornai a casa e dissi a mia madre che volevo fare il commissario. Dopo la laurea, feci la pratica da avvocato, frequentai un corso per la preparazione dell’esame per la magistrature  e per due anni studiai come una pazza. Alla fine del praticantato, nello stesso momento uscirono i concorsi da avvocato, magistrato e commissario. Li superai ma scelsi comunque la Polizia di Stato. Quando studiavo qui davanti e vedevo la Questura per me era un sogno e oggi è diventata realtà» .
ncoletta_pascucci-5-300x199Cosa è accaduto in seguito?
«Poi ho frequentato il corso di addestramento a Roma. Nel 2001 ho iniziato a lavorare a Padova al compartimento di Polizia Stradale del Veneto. Nel 2004 sono stata trasferita al Compartimento Polizia Stradale delle Marche e ho fatto un lungo periodo da pendolare. Nel frattempo ho avuto la mia prima figlia. Nel 2008 la mia vita è cambiata quando sono diventata mamma di 3 gemelli. Dopo una lunghissima aspettativa, durante la quale ho sentito tantissimo la mancanza del lavoro, ho ripreso a lavorare ad aprile a Macerata».

Cosa è cambiato nel suo lavoro?
«In passato, in polizia stradale, avevo un ruolo di coordinamento e raccordo. Arrivata a Macerata, ho praticamente cambiato mestiere, ho ricominciato da capo. La Digos è molto operativa, ha una funzione informativa e una investigativa che si occupa dei reati legati al terrorismo e all’eversione dell’ordine stabilito. C’è anche l’attività burocratica, naturalmente. Non è mica come fanno vedere in televisione».
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Qual è la situazione che ha trovato quando è arrivata a Macerata?
«Sono arrivata nel periodo peggiore, proprio a ridosso delle elezioni e mi dicono i colleghi che nessuna campagna è stata così intensa. Sono arrivata con grande umiltà e disposta ad imparare ciò che non sapevo fare. Mi sono affidata agli altri che lavorano qui da una vita e conoscono tutti. C’è gente molto competente di cui mi posso fidare e in effetti abbiamo retto la botta. Nel tourbillon e nell’emergenza ho imparato davvero molto e continuo ad avere qualcosa da imparare ogni giorno».

 

Com’è il rapporto con i suoi agenti e come hanno vissuto il fatto di essere diretti da una donna?

«Come si trovano bisognerebbe chiederlo a loro, in effetti abbiamo solo una ispettrice donna. Per quanto mi riguarda, io mi trovo benissimo e ho cercato naturalmente di portare le mie caratteristiche, ad esempio come tutte le donne sono precisa e puntigliosa».

Come riesce a conciliare il ruolo di mamma con quello di vice questore?
«In questo lavoro sei sempre in prima linea ma a casa mia, con quattro figli, è sempre il finimondo. Il fatto di lavorare vicino casa mi aiuta molto perché in caso di emergenza posso muovermi facilmente ma è anche  vero che stare fuori un’ora in più non programmata, per me vuol dire muovere mille pedine».

Sente il confronto con Andrea Innocenzi?
«Lo nominano continuamente -sorride, forse ripensando a qualche aneddoto che le è stato raccontato- è una leggenda. E’ naturalmente diverso da me e immagino che passare da lui a me deve essere stato tutt’altro che facile ma nel nostro lavoro è normale».

(Foto di Guido Picchio)

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