Marco Guzzini, consigliere comunale del Pdl a Macerata, ha presentato nei giorni scorsi una mozione che chiede di modificare il sistema di videosorveglianza a Rampa Zara (leggi l’articolo). In particolare, il consigliere ha evidenziato una evidente discrepanza: «Nei giorni festivi – spiega – mentre il box rimane chiuso l’impianto di video sorveglianza resta normalmente in funzione. Così, tutti coloro che provengono da Rampa Zara e vedono il box chiuso, immaginano un transito libero dei veicoli si vedranno arrivare a casa una salatissima multa».
Hanno condiviso la problematica presentata da Marco Guzzini i titolari degli esercizi commerciali del centro storico che, questa mattina, nel corso di una conferenza stampa, hanno presentato le loro motivazioni. I commercianti invieranno all’amministrazione comunale una lettera in cui sottolineano i disagi derivanti dal fatto di operare in una zona a traffico limitato.
«La zona a traffico limitato – scrivono – non coinvolge l’intero centro storico, ovvero quello racchiuso nella cinta muraria, comportando una intollerabile discriminazione tra chi svolge attività all’interno della zona a traffico limitato e chi si trova dislocato al di fuori di essa. Appare inspiegabile e ancora più gravoso mantenere il divieto di circolazione anche la giornata di domenica, meno trafficata per la chiusura degli uffici esistenti in centro. Chiediamo perciò all’amministrazione di prendere in considerazione la possibilità di modificare o modulare la zona a traffico limitato in modo da non creare spiacevoli discriminazioni tra chi ricade o meno nell’area interessata». I commercianti chiedono un incontro per l’analisi delle problematiche.
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Il centro storico non è di quei 4 commercianti che si lamentano, il centro storico è dei cittadini maceratesi che non si recano più in centro proprio perchè ci sono troppe vetture.
Marco Guzzini anzichè cavalcare pretestuosamente la protesta dei 4 commercianti dovrebbe mettersi in qualsiasi giorno della settimana in Piazza della Libertà ed osservare quello che succede: dopo 10 minuti dall’apertura al traffico i pochissimi posti disponibili sono pieni e le auto non fanno altro che transitare creando disturbo a chi vuol passeggiare ed inquinando la zona.
I commercianti del centro non vendono perchè hanno negozi medioevali con prodotti che si trovano in luoghi più comodi. Ci sono almeno 4 commercianti nel centro della città che, avendo prodotti di nicchia e di qualità, non hanno mai avuto problemi.
Tantissime città italiane hanno fatto la scelta di chiudere al traffico i centri storici e dopo le prime proteste i commercianti si sono ricreduti perchè la presenza di persone in centro ci sarà solo quando le persone stesse potranno passeggiare senza rischi, potendo ammirare le bellezze cittadine piuttosto che centinaia di macchine.
Immaginiamo tutti un centro storico “salotto” dove un bus circolare porti gratuitamente le persone.
Se continueremo ad immaginarci col sedere sulle auto faremo poca strada.
Non è così semplice, Cherubini. Non basta veicolare gratis la gente in Piazza per portarcela. Una volta, qualche anno fa, le attività commerciali presenti in centro , potevano essere motivo per recarcisi, ma oggi non bastano più per tanti e tanti motivi, e certo, non si può sperare che altri vadano ad investirci, nella situazione attuale. Come anche il patrimonio storico, le bellezze architettoniche, possono poco, se non vengono immesse in un sistema di rilancio di tutto il centro storico.
E poi perchè …quei 4 commercianti che si lamentano? Quelli, sono i commercianti del centro e grazie a loro che hanno tenuto, se vediamo qualche saracinesca ancora alzata, eccetto i tanti bar, caffè, tabacchi, pizzerie e ristoranti che comunque vanno avanti.
Da soli, senza politiche giuste, non possono fare niente. Vanno ascoltati e sostenuti, perchè il loro commercio non è un affare privato trovandosi disgraziatamente oggi in un centro storico, che è stato massacrato per anni , da tutto un insieme di politiche devianti dal centro.
@ Cherubini
Visto che di residenti-resistenti ormai ce ne siamo, in centro storico, in minima parte, ringraziamo Dio se viene su qualcuno (a piedi meglio che in macchina, ok, ma se nei festivi gli ascensori sono irrimediabilmente chiusi…).
Mi domando come mai un’amministrazione di centro-sinistra non promuova il ripopolamento del centro storico e, in tal senso, come mai non svolga qualche accurato controllo sul sistema degli affitti.
Il vero guaio del centro storico è, in buona parte, tutto lì.
Non se pò fa la politca solo per l’interessi deli commenciati, non me pare seriu. Loro fa l’interessi sua, quilli della juente adé ‘nadra cosa. Me pare che lu centru chiuso faria piacé alli cittadini, se poi non je sta ve alli commerciati adé un problema loro. Basta parlà solo l’interessi delli commercianti, bisogna faprlà e fa quilli delli cittadini
ogni mese la solita storia,se si apre il passaggio alle auto i commercianti si lamentano se lo si chiude i commercianti si lamentano,visto che non vi va mai bene niente spostatevi in corso cavour o cairoli almeno non si leggono le vostre mensili lamentele
Non credo si porterebbe troppo scompenso se il centro cittadino venisse aperto, almeno la domenica mattina, alle auto.
Certo è che se i parcheggi sotto le mura (con relativi ascensori) i festivi rimangono chiusi questo sicuramente non è un incentivo a venrie a Macerata, soprattutto d’inverno.
due concetti ed un equivoco.
il primo concetto e’ che il centro storico non e’ dei bambini,degli anziani e dei residenti,e’ e dovrebbe essere di tutti i maceratesi tra i 15 ed i 70 anni.Gli anziani e soprattutto i bambini hanno piazza Mazzini e i giardini pubblici a loro disposizione.Il secondo concetto e che il centro storico non ha bisogno dei concerti dei pueri cantores,delle sfide di scherma o delle sagre varie,ma di strade e palazzi puliti,belle vetrine e bei bar possibilmente con le sedie ed tavoli fuori per i clienti.Penso che il comune,oltre l’estate maceratese che e’ senza dubbio importante e bene organizzata,debba preoccuparsi di mantenere le strade ed i palazzi storici in buono stato perché i vari concertino e spettacoli in piazza Cesare Battisti,piazza San Giovanni o dentro i cancelli debba essere le associazioni dei commercianti a finanziarle.Ed ora l’equivoco che e’ quello che piazza della Liberta’ debba far parte dell’isola pedonale.Tutti i maceratesi sanno che la frase “ci vediamo in piazza” non ha mai significato ci vediamo in piazza della Liberta’ tanto più ora che non c’e più Bar Faraoni.Ai miei tempi era Piazza San Giovanni e corso della Repubblica,ora sara’ aizza e corso Garibaldi o piazza Mazzini,ma mai piazza della Liberta’.
Allora perché non facciamo cominciare l’isola pedonale all’altezza del bar Centrale?
Perché non facciamo di piazza della libertà un parcheggio per tutti i maceratesi invece che dei poliziotti consiglieri ed assessori vari?
Ho pensato che si potrebbero prima di tutto togliere le auto dei residenti da via Gramsci e corso Mattetotti e portarle in una parte della piazza e fare del resto un parcheggio a pagamento.Per andarsene dal centro basterebbe mettere un semaforo in via Don Minzoni e permettere un senso unico alternato.
Dall’altezza del Bar Centrale come del corso della Repubblica inizierebbe una vera isola pedonale con i tavoli del bar Venanzetti in via Gramsci e di Pierino in corso Matteotti dove dalle 16 alle 24 passerebbero soltanto i mezzi delle forze dell’ordine e le ambulanze.
Il mercato va spostato e la befana la facciamo scendere in piazza Mazzini.Niente autobus ma pulmini che toornano indietro per via Don Minzoni.La telecamera non dico cosa potreste farci,ma se proprio ci tenete possiamo metterlamsul palazzomdel Bar Centrale.Naturalmente ci saranno molti altri problemi cha da cittadino comune non mi sono venuti in mente ,ma perché non provare a risolverli?Il comune avrebbe delle entrate con il parcheggio e l’occupazione del suolo pubblico dei bar.
Da tempo ho in mente questa storia,volevo dirla e penso di aver trovato il luogo giusto per farlo.Magari e’ un idea impossibile,ma se qualcuno mi spiega perché mi metto l’anima in pace.Stefano.
“ci vediamo in piazza” non ha mai significato ci vediamo in piazza della Libertà tanto più ora che non c’e’ più
bravo Stè, ottimo commento.
Non sono per niente d’accordo con chi dice che ascoltare i commercianti sofferenti e quelli meno sofferenti o per niente sofferenti del centro, significhi fare politiche solo per loro; Come se, il commercio fosse un’altra cosa dalla politica.
Il commercio è un volano anch’esso del centro storico, non può essere considerato un incidente di percorso in mezzo alle Chiese, i monumenti, il teatro , i palazzi , i musei e le passeggiate, un qualcosa che sta lì e vada come vada . Il rilancio del centro storico, passa ANCHE dal suo commercio, dalla sua attrattiva, dalla sua forza vitale: ma quando lo capirete?
Che sarebbe Via Condotti senza le belle vetrine? Un luogo come un altro. Come tanti altri.
Pericoloso è a mio avviso in questo momento particolare, il fanatismo ecologico che si vuole per il centro, scollato da tutta una serie di iniziative, provvedimenti , realizzazioni per far rivivere il centro storico. Che si può, far rivivere.
Basta,. Non se ne può più di dire e sentire sempre le stesse cose .
Il centro storico come qualcuno hadetto ha di tutti e qui non ci piove.
Le telecamere ormai sono quasi obsolete……..se si pensa da quanto tempo vengono usate in altre città piu’ grandi e non.
E basta con queste lamentele dei commercianti, non è il traffico auto libero a tenere aperti i negozi, ma la loro gestione e l’investimento sugli stessi.
Fatevi un giro a Civitanova e poi paragonate i negozi, a Macerata abbiamo delle realtà che sembrano dei musei e la gente invece che venire in centro, si và a comprare le cose nuove altrove.
Ma dico io allora Corso Garibaldi come mai è pieno ????
Non mi dite che chi trova posto nei pressi dei cancelli, con 2 passi in piu’ non puo’ arrivare fino in piazza.
La domenica………questo si che è un bell’argomento………..ma per favore.
Non raccontiamo favole sul “box chiuso” che inganna gli utenti…….i cartelli ci sono, basta solo saper leggere.
Come ultima cosa poi ricordiamoci che Macerata sotto è vuota, ci sono moltissime zone con grotte e tunnel, nessuno ha mai pensato che il traffico delle auto possa solo peggiorare il degrado del centro storico?
Vorrei dedicare questo commento ai proprietari degli immobili del centro storico, sia commerciali che uffici che di civile abitazione. Diversi anni fà quando Macerata era un’attraente città universitaria, il centro era molto vivo. Esistevano molti punti di ritrovo che oggi non esistono più (Palace, Terminal, Bar Firenze, Moon light) e altri che attraversano momenti non felici (Venanzetti, Tartaruga che da discoteca è diventato un night), gli altri soffrono e devono lottare per tirare avanti. Questi signori affittavano gli appartamenti agli universitari facendoseli anche pagare molto bene e quasi sempre in nero o dichiarando molto meno del reale affitto. Sempre gli stessi residenti si adoperavano anche a raccogliere firme per far chiudere o far sanzionare i proprietari dei locali di intrattenimento, frequentati dai giovani universitari che li infastidivano quando si divertivano ma non li infastidivano quando gli pagavano gli affitti in nero. Un centro frequentato è di per sè molto attrattivo, un centro non frequentato non è attrattivo, quindi il problema non è aprirlo o chiuderlo alle auto. Per come si è ridotto il centro storico di Macerata la gente a parte che in qualche occasione particolare non lo frequenta più abitualmente, neanche se ce li porti coi cavalli e le carrozze del museo. Il problema non sono le auto, la gente in centro non ci va più perchè non ha più motivo di frequentarlo.
Ormai il centro è in completo degrado, frequentato anche da molti spacciatori e punto di ritrovo di extracomunitari che nel frattempo hanno occupato i moltissimi appartamenti lasciati dagli universitari (chissà se anche loro pagano in nero?), saranno registrati tutti gli stranieri che abitano in centro?, avranno i documenti di soggiorno regolari? Non voglio fare un discorso razzistico ma non sono per niente daccordo sul fatto che il salotto buono della città debba essere lasciato abbandonato senza una strategia ne residenziale, ne commerciale, così da diventare anche un punto pericoloso per poterci passeggiare.
Le responsabilità ci sono e sono molto chiare, chi è causa del suo mal pianga se stesso!
Gandalf ha ragioni da vendere. Diciamo che ha chiarito nel dettaglio le mie sintesi. Un unico appunto: all’epoca che chiami “d’oro” gli appartamenti del centro affittati agli studenti non è detto che fossero dei residenti. Spesso erano investimenti dei genitori degli allievi; spesso affari d’oro dei soliti noti. Poi ci si mise l’Università che – con l’agio del Comune compiacente – si comprò un’infinità di palazzi. Io però – nelle mie sintesi – parlavo dell’età d’oro maceratese precedente: quella, cioè, in cui i maceratesi esistevano ancora. In centro c’erano le botteghe e lavoravano perché avevano un’utenza residenziale. Poi, ovviamente, il centro era di tutti e tutti ci venivano. Ma perché? Semplice: perché era abitato 365 giorni all’anno. Non era – come non dovrebbe essere – un “museo a cielo aperto”, ossia una sorta di set dismesso di Cinecittà.
Con una popolazione che tornasse ad appropriarsi dei suoi luoghi storici, il discorso cambierebbe. Ma anche se una giovane coppia volesse trasferirsi in centro, quanto le costa un affitto medio? I proprietari si sono abituati accidiosamente a introiti considerevoli, perché gli studenti pagano a posto letto e a giugno se ne vanno, permettendo l’arrivo – sempre a posto letto – del personale in servizio in Arena, e di questi tempi la mobilità degli affittuari è ritenuta un tesoro inestimabile.
So anche di extracomunitari che a volte affittano una cantina e la pagano come un appartamentino.
C’è da dire, infine, che quei famosi controllini sul sistema degli affitti in centro storico nessun partito – né di destra né di sinistra né di centro – si è mai sognato di farli.
E in attesa di liberarci dei piccioni (operazione sventata, grazie a Dio – perché io tifo per i piccioni…), chi ci ha amministrati si è liberato dei maceratesi. Ora hai voglia a costruire case, palazzine, palazzoni! Coi prezzi che ci sono in giro, poi… i nostri concittadini sono già in fuga da almeno un ventennio. Abbassate i costi delle case recuperando la residenzialità del centro storico, e io sono sicuro che in breve Macerata tornerebbe ai suoi antichi splendori.
Sono un po’ tutti insieme i fattori elencati che sono stati messi in luce nei vari commenti, che concorrono alla crisi del centro storico di Macerata e quindi nessuno può essere visto isolatamente, a nessuno può essere attribuito un peso maggiore rispetto agli altri.
La questione degli affitti, la circolazine delle auto, i parcheggi, le lamentele dei commercianti, la cura adeguata al patrimonio monumentale ( troppi cantieri aperti a lungo, troppe impalcature in centro) ed artistico ( apertura dei musei,la loro giusta valorizzazione e promozione , punti di informazione che non ci sono e se ci sono non funzionano come dovrebbero) ecc. ecc.
Insomma, la questione va affrontata di petto, con molta volontà e capacità amministrativa. Ci vuole una strategia complessa, una pianificazione di risanamento alle cattive politiche del passato, che almeno richiederà tre o quattro anni prima di vederne i suoi effetti stabili.
Ma la realtà è, che l’amministrazione non sta facendo niente del genere per il centro storico ( gli pare di fare, perchè finanzia tante iniziative ludiche e culturali a tante associazioni e pro loco ) .
Una delle promesse elettorali, lo so perchè feci io questa domanda direttamente rivolta al Sindaco , in occasione della inaugurazione della sede elettorale di una lista civica , ” Ha intenzione di far ripopolare il centro storico, di investire in un piano casa sull’esistente patrimonio edilizio ? Come? Non sarebbe il caso di favorire ad esempio le giovani coppie che non hanno redditi fissi e quindi accesso ai mutui, se non attraverso l’aiuto dei loro genitori che hanno appena finito di pagare il mutuo trentennale per la casa che si sono costruiti con tanti sacrifici o la loro liquidazione di lavoro , con delle politiche favorevoli di reinsediamento di quei palazzi disabitati o che sono da ristrutturare? E lui rispose ” sì ” , si potrebbe farlo ad esempio, con la garanzia da parte del Comune sul mutuo bancario acceso da chi vorrà investire nella ristrutturazione degli appartamenti del centro.
Questa sarebbe stata una buona cosa, ad esempio, se portata avanti. Le giovani coppie avranno figli, tra l’altro, si spera.
Chiaramente, come ha detto bene gandalf, il centro dev’essere innanzitutto popolato di residenti, poi su questo si possono innestare le varie iniziative per incrementare il giro di pubblico con una data cadenza e frequenza. Quello a cui accenna gandalf, carrozze e museo , non è stato che un esperimento positivo, a dimostrazione che se c’è un richiamo forte, originale, ma allo stesso tempo tipico, caratteristico della città, la gente ci va in centro, viene anche da fuori e con entusiasmo. Sentire chiedere informazioni da Ancona, Jesi, Porto San Elpidio, Fermo e dai paesini dell’entroterra o della costa, su come raggiungere il centro di Macerata, dove poter posteggiare più vicino, è sicuramente qualcosa di insolito e promettente.
Lo racconto per dare la misura dell’interesse che c’è stato. Il lunedi, dopo la passeggiata in carrozza quindi, mi chiama una signora di Porto S. Elpidio, per chiedermi ” che c’è oggi a Macerata? Troviamo le stesse cose di ieri, è aperta la Mostra giocattolo e il Museo della carrozza ? Sa, perchè ieri siamo venuti io e mio marito, ma nostro figlio non è voluto venire, però sentendo poi i nostri racconti, oggi aspetta che il padre finisca di lavorare per farsi portare sù , dopo le 18.
O come una signora di Ancona – Anna si chiamava, me lo ricordo- che voleva a tutti i costi le foto ricordo scattate da qualche fotografo , della sua passeggiata in carrozza col marito per le mura di Macerata, rammaricata di non averle fatte al momento, essendo lei stata orgogliosamente la prima a fare il primo giro. E subito dopo chiedeva anche ” quando ci sarà un’altra volta? Voglio tornarci”
Purtroppo, una visione miope e scelte inopportune, ecco, fanno sì che tutto questo va a disperdersi, anzichè essere affinato, ottimizzato . Così come il mancato finanziamento della rassegna di Poesia che avrebbe voluto portare avanti Filippo Davoli. Il danno in sè, non è tanto nella scelta di averla scartata, della sua non fattibilità contingente per motivi economici ,come è stato risposto, ma nell’interruzione di eventi che vanno curati, coccolati, per non procurare un danno ulteriore anche in termini economici e d’immagine Se fare pubblicità a una prima edizione costa 10 infatti, per la seconda e la terza e così via. basta 5, perchè si crea un’abitudine nel pubblico, attraverso la ripetizione degli stessi eventi e quindi non devi chiamarlo, ma solo richiamarlo. Lo stesso, per tutti quelli che prendono parte a livello collaborativo o di partecipazione, se si stabilizza un programma.
È assolutamente evidente che il problema del centro storico di Macerata (come pure degli altri paesi dei dintorni) è da ricollegare al progressivo allontanamento dei residenti. In questo modo si è non solo snaturata una parte del tessuto cittadino, ma si è rinnegata la radice profonda che storicamente affonda nella cinta muraria la stessa identità delle nostre comunità: il campanile.
Così, la necessità di ricreare quelle condizioni tipiche di aggregazione sociale viene oggi affidata ai vari progetti di cui politica ed associazioni cercano di farsi carico, con risultati assai limitati nell’efficacia e, soprattutto, nella continuità.
È come svegliare di tanto in tanto un letargico cronico, o come pompare sangue nelle vene di chi non ha un cuore in grado di funzionare.
Le cause sono note e molteplici: mancanza di parcheggi, nuove e comode aree residenziali e commerciali, espansione universitaria con relativo indotto, etc.
Forse sarebbe il caso di favorire il ritorno di residenti al centro con interventi strutturali. Azzardo qualche esempio, anche a costo di dire sciocchezze: abbattere qualche palazzo fatiscente per realizzare parcheggi, magari anche sotterranei, potrebbe essere un buon inizio. Come pure incentivare le ristrutturazioni dei proprietari di immobili che vi stabiliscano la residenza.
L’importante è evitare di mettere in scena l’ennesima rappresentazione di un centro storico pulsante, che ritorni nella desolazione non appena passati i titoli di coda.