Hanno costituito un Comitato, da diverso tempo puntano il dito contro quel canale, hanno inviato esposti a politici e autorità, chiedendo controlli e maggiore sicurezza. I cittadini di San Claudio hanno chiamato la redazione di CM per segnalare l’esondazione del canale che ieri mattina ha inondato la strada provinciale che da Piediripa porta a Trodica. E’ stato necessario l’intervento della Polizia per segnalare agli automobilisti il pericolo di slittamento. Anche ieri pomeriggio i segni erano evidenti con campi completamennte allagati, anche a ridosso di qualche abitazione. Il Comitato San Claudio, che conta circa 150 persone, ha dato vita a diverse iniziative: <<Sempre inascoltate dai politici – dicono – che pensano a tutelare chi ha i soldi e non noi.
Ma oltre alle inondazioni quel canale che costeggia la Provinciale presenta dei pericoli di sicurezza, la rete metallica non è a norma e temiamo sempre che i nostri bambini possano cadere nel canale. Chiediamo almeno alle autorità competenti di effettuare i giusti controlli e avere delle garanzie, soprattutto nei tratti dove attraversa il centro abitato>>.
I cittadini puntano il dito contro la centrale idroelettrica. Più di un anno fa erano stati fortemente contestati i lavori per il canale (https://www.cronachemaceratesi.it/?p=9144) e ora si chiedono controlli <<prima che queste esondazioni o la mancanza di norme di sicurezza causino qualche incidente>>.
(foto di Guido Picchio)
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Non è solo la centrale idroelettrica, ma anche il dissesto idrogeologico che le nuove lottizzazioni stanno provocando, cambiando profondamente le linee di flusso delle falde acquifere nel sottosuolo.
La vicenda del progetto di Sarrocciano, impianto fotovoltaico a terra di 12 ettari, sta impegnando le cronache locali ed ora anche l’amministrazione comunale di Corridonia, la quale deve uniformarsi alla delibera Regionale in materia.
L’opposizione del FRONTE VERDE e del comitato NATURA LIBERA alla realizzazione del progetto, si fa più serrata e decisa.
La desertificazione di una terra agricola fertile di alta produzione, lo scempio del paesaggio con pannelli alti 3,27 metri, la enorme grandezza dell’impianto (12 ettari – 120.000 Mq), i danni ecologici per l’abbattimento di una naturale prevenzione alla lotta contro le Polveri sottili PM 10 e PM 2,5, sono i punti centrali della contestazione.
– Ci lascia esterrefatti la politica imprenditoriale di una azienda (Merloni) che “delocalizza” all’estero la sua produzione, lasciando in mobilità centinaia di lavoratori e nello stesso tempo trova risorse e investe milioni (accedendo a finanziamenti e incentivi pubblici) su una speculazione che compromette l’ambiente naturale del territorio.
– Siamo nettamente contrari alla possibile “politica di scambio” così come viene proposta da alcune amministrazioni comunali. Opere o contributi in opere pubbliche in cambio di autorizzazioni agli impianti.
Il territorio, il paesaggio, l’ambiente e la salute dei cittadini non ha prezzo.
Siamo contrari ad ogni scambio “monetario”. Non c’è nessuna politica sostenibile che tenga, NON si può comperare la salute, l’ambiente, il paesaggio e la vita dei cittadini. Abbiamo bisogno di una “POLITICA RESPONSABILE”, della “politica sostenibile” non sappiamo più che farcene. I soldi possono esserci o non esserci, ai cittadini resta comunque una possibilità di scelta, mentre l’ambiente e la SALUTE una volta persi nessuno potrà mai riaverli.
– Qui non siamo di fronte a investimenti industriali, abitativi o commerciali dove la realizzazione di verde pubblico, piste ciclabili o infrastrutture (Strade, scuole, piazze ecc) possono andare ad integrare e mitigare un “comune vivere” del territorio, ma una vera e propria speculazione con danni irreparabili di desertificazione del territorio.
– Non è possibile decretare, cosi come deliberato dalla Giunta Regionale, di istituire divieti di traffico per l’abbattimento delle polveri sottili, dannose alla salute, e nello stesso tempo autorizzare opere che modificano irreparabilmente l’ecosistema della prevenzione ecologica naturale -.
Tonino Quattrini
Coordinatore regionale
FRONTE VERDE
Non sono d’accordo con i ‘danni irreparabili di desertificazione del territorio’.
A meno che tutti i 12 ettari non vengano cementificati o coperti con uno spesso strato di inerti, il terreno, una volta liberato dai pannelli (tra 20-25 anni), sarà di nuovo coltivabile. Se in questi anni, il terreno non verrà ricoperto come detto sopra e sarà ricoperto da vegetazione naturale erbacea, con il taglio periodico della stessa, paradossalmente al termine della fase di produzione di energia sarà più ricco in sostanza organica e potrà continuare il suo benèfico effetto di assorbimento di CO2 e polveri sottili. Ciò avverrà solo tra i pannelli, ovviamente e non sotto di essi, ove l’attività vegetativa sarà fortemente ridotta se non assente. Qui si può parlare, ma solo parzialmente, di ‘desertificazione’, ma anche in questo caso, una volta tolti i pannelli, il terreno sarà di nuovo coltivabile e non avrà perso totalmente le sue funzioni, che, anzi, recupererà in breve tempo.
Vorrei ricordar, pertanto, che un campo coltivato con i moderni metodi agricoli, per lo stesso arco di tempo, si impoverisce moltissimo in quanto a sostanza organica (ciò che fertilizza il suolo), tant’è che gli agricoltori sono costretti a fornire concimi chimici, che poi vanno a finire sulle nostre tavole.
Per il resto del discorso di Quattrini, concordo.
Che succedereà quando la zona industriale Valleverde, la lottizzazione Damen, l’area “Tarlazzi, Faggiolati & C.” saranno cementificate e tutti quei terreni saranno resi “impermeabili”?
Costruite, costruite, ma tutto verrà (purtroppo) al pettine!
@ Ventrone
Spett.le Sig. Fulvio Ventrone il suo ragionamento potrebbe avere una validita tecnica giusta, MA…
Il suo argomentare potrebbe anche essere se i pannelli sono alti circa 1,40 metri MA: con pannelli di 3,37 metri posizionati a 90 cm da terra il suo ragionamento scricchiola.
Anche se vogliamo “prevedere” una inclinazione del 30% o 45% quanto saranno larghi? Calcolera da solo quando terreno non avrà più sole e pioggia e un naturale ricambio ecologico.
Se i nostri agricoltori non cambiassero ogni anno la coltura come sarebbe il rigenerarsi della terra dopo soli dieci anni?
Ora non volendo poi parlare dello stravolgimento visivo del paesaggio, non volendo parlare della modifica dei vincoli di Alveo fluviale, di una zona soggetta a vincoli alluvionali, lasciando in secondo piano che per 20-25 anni niente ostacolera le polveri sottili (tanto 20 anni in più di respirare polveri, per le persone, cosa vuol che sia).
Chiedere che sia rivista la grandezza, 3-4 ettari al massimo, pannelli alti 1,80 metri massimo, divieto di “telonare” il suolo, divieto di usare prodotti chimici ecc. ecc. le sembra una richiesta assurda?
Con questo NON pensiamo che, anche impianti piccoli di fotovoltaico a terra (in agricoltura) siano belli, MA, un minimo di responsabilità dovrà pure essere auspicabile non crede?
Pensare che Agricoltura è Agricoltura, Fotovoltaico è Fotovoltaico, Insediamenti industriali sono insediamenti industriali, è una idea sbagliata? Volere delle regole CERTE uguali per tutti è una idea sbagliata del vivere comune?
La ringrazio per il confronto di pensiero.
Distinti.
Tonino Quattrini
Gentile Tonino,
se ha letto bene ho scritto che non sono d’accordo sul discorso ‘desertificazione’, ma lo sono sul resto, in particolare sul paesaggio.
Ripeto che negli spazi TRA i pannelli l’attività vegetativa permane, a meno che, appunto, tutta la superficie non venga impeermeabilizzata. SOTTO i pannelli l’attività si riduce o diviene assente, ma non muore definitivamente, in quanto tra 20-25 anni, il suolo potrà essere ri-coltivato senza problemi.
In ogni caso io reputo infinitamente più problematico per l’ambiente, la salute umana e la stabilità idro-geologica, l’inserimento di strutture cementizie nuove, per ogni dove, come le nuove lottizzazioni. In questo caso, sì, che si parla di danni irreparabili e IRREVERSIBILI, non nel caso del fotovoltaico, che presenta solo danni temporanei e reversibili e che, almeno, fornisce energia pulita.
Cordialmente
Fulvio Ventrone
Sig. Ventrone sono d’accordo con Lei, sia per la produzione di energia pulita, sia per la possibile vita vegetativa fra le file dei panelli, qualche dubbio sul ripristino (facile) dell’attività agraria sotto i pannelli dopo 20-25 anni di blocco del sistema colture.
CHIEDERE REGOLE: vuol dire niente chimica, niente “telonatura”.
CHIEDERE REGOLE: vuol dire pannelli ad altezza d’uomo per permettere sole e pioggia su tutto il terreno.
CHIEDERE REGOLE: vuol dire fotovoltaico legato alla agricoltura.
Mi spiego; se la gestione è finalizzata all’agricoltura e alla produzione di energia (in parte) destinata all’agricoltura. L’agricoltore, sono certo che “fienera” l’erba, sono certo che nella zona fra le file dei pannelli vi saranno colture.
MA qui siamo presenti ad una società industriale, a speculazione economica delle risorse. La zona sarà recintata e destinata solo alla produzione industriale di energia, a tutto si penserà ma mai al terreno. Per questo parlo di “desertificazione”.
Sulla centemificazione sono d’accordo con Lei, infatti, non ha caso siamo impegnati come Fronte Verde contro i 27 ettari di “Piastra logistica” di Civitanova a confine con Montecosaro, o all’assurdo progetto del “viadotto” alla fine della superstrada, dove ci sembra più logico, ambientalmente e economicamente un semplice “svincolo”, per non ricordarle la contrarietà alla “Giorgini” in zona ValleVerde.
Ma questo è un’altro discorso, tornando a Sarrocciano: Regole certe ad evitare le solite speculazione “industriali” e a non stravolgere, l’ambiente, il paesaggio e la vita della comunità.
La ringrazio per il confronto che ci dà la possibilità di trovare soluzioni condivise.
Purtroppo esiste anche chi va solo per logiche di “interesse speculativo” e si sottrae a ogni dialogo e confronto pur di raggiungere l’obiettivo, con il tacito consenso della politica, troppo spesso aperta e condiscendente agli interessi privati dei “grandi” a discapito del “bene comune”.
Cordialmente
Tonino Quattrini
tanto qui comanda solo il “Dio denaro” e di quello che può capitare alla gente…chi se ne frega!!!!