
Paolo Ranzuglia, candidato sindaco di Maceratiamo alle scorse elezioni comunali
Dall’Associazione Maceratiamo:
“La crisi che stiamo attraversando è la crisi dell’attuale modello di sviluppo basato sul binomio: maggiori consumi = crescita dell’economia. Un modello che ha come conseguenza diretta l’aumento progressivo della disparità tra chi sta meglio e chi sta peggio; una tendenza che produce un sempre maggior numero di poveri, di disoccupati, di persone a cui vengono negati i diritti umani basilari: un alloggio adeguato, l’acqua pulita, cure mediche essenziali, una istruzione pubblica e libera, un ambiente sano in cui vivere. Aumentano così l’insicurezza, la disuguaglianza, l’impunità dei governi e dei grandi soggetti economici, la repressione del dissenso, il malessere sociale.”
Questo scrivevamo un anno fa, in vista delle elezioni comunali, e non ci sentiamo di cambiare una sola parola. Anzi, vorremmo aggiungere qualcosa.
In mezzo a questa crisi – che è economica ma anche ambientale e sociale – è fin troppo facile vedere come la classe politica sia assolutamente inadeguata a rappresentare e risolvere le legittime esigenze dei cittadini: una inadeguatezza affiancata spesso ad un disinteresse figlio dei mille privilegi che costoro si sono garantiti. Le lotte di potere, la caccia alla poltrona, la difesa dell’interesse particolare, i cambi di casacca, le complicità trasversali, la sudditanza a poteri esterni, sono tutti segni evidenti dell’assenza di qualsiasi ideale, del fatto che il benessere collettivo non è una priorità, di come la politica abbia perso quello spirito di servizio che dovrebbe esserne l’anima.
Il modo di intendere la politica praticato dai partiti (di destra, di centro o di sinistra che siano) che ci governano da decenni è fallito, e la dimostrazione sta proprio nello scollamento che si è creato tra la classe politica e il resto dei cittadini. Quando la politica allontana i cittadini anziché avvicinarli e renderli partecipi, vuol dire che non assolve più il suo compito ed è giunto il momento di un cambiamento radicale.
Per questo, anche nella prospettiva delle prossime probabili consultazioni elettorali nazionali e provinciali, ci si pone il problema di proporre un percorso che miri alla ridefinizione del concetto di politica partendo da una partecipazione diffusa dei cittadini. Una iniziativa forte e realmente innovativa, capace di mettere insieme le tante energie buone presenti nella nostra società. Il cambiamento che vogliamo non può venire dai soliti partiti, troppo occupati nei loro giochi di potere a difendere gli interessi di pochi. E per avviare questo cambiamento, oggi ci sentiamo obbligati a lanciare un appello.
Prendendo spunto dalle diverse iniziative che a livello nazionale si stanno concretizzando, e in particolare quella che ha visto sedere intorno ad un tavolo diverse associazioni e comitati, tra cui il Movimento per la Decrescita Felice, il movimento Alternativa, la lista Per il Bene Comune, la Rete torinese dei Movimenti di Cittadinanza, il Centro Nuovo Modello di Sviluppo, il Movimento Etico Solidale, proponiamo un incontro tra singoli cittadini, associazioni, movimenti, comitati e realtà che lavorano sul territorio e che hanno come obiettivo il benessere dei cittadini. Se tante persone di buona volontà e di buon senso si daranno da fare seriamente e senza interessi nascosti, riusciremo a costruire una speranza per il futuro. Una speranza che si concretizza nella costruzione di un movimento di cittadinanza libero e indipendente da qualsiasi partito. Libero soprattutto dallo schema “destra – sinistra”, utile solo a tenerci divisi e a farci concentrare su falsi problemi.
Questo movimento dovrebbe costruirsi su pochi ma ben definiti principi:
- obiettivi prioritari dell’iniziativa sono: il recupero di una politica intesa come servizio alla collettività, la realizzazione compiuta della democrazia, porre un freno alle speculazioni edilizie, la difesa della salute umana anche attraverso il recupero di un ambiente sano, la difesa dei beni comuni (es.: acqua) come patrimonio collettivo indisponibile, l’impostazione di un nuovo modello economico basato sulle effettive risorse del territorio;
- i metodi attraverso i quali verranno realizzati gli obiettivi saranno: la massima trasparenza in ogni attività, lo stimolo alla più ampia partecipazione possibile, l’assunzione di responsabilità precise da parte di ciascuno;
- la separazione e l’indipendenza dai partiti tradizionali verrà perseguita ad ogni livello: in nessun caso si formeranno alleanze elettorali e/o di governo con alcuno dei partiti che, direttamente o indirettamente, fanno o hanno fatto parte degli schieramenti cosiddetti di centrodestra e di centrosinistra, né con movimenti o liste che in qualche modo ne siano emanazione.
Insieme possiamo costruire questo futuro; possiamo e dobbiamo farlo, per noi e per i nostri figli, perché nessuno che abbia un qualche privilegio avrà mai interesse a cambiare la situazione.
Dipende solo da noi.
Tutti coloro che vogliono incontrarsi per discutere ed approfondire questa iniziativa possono contattare uno dei seguenti recapiti:
– associazione@maceratiamo.it
– 331-1370491
La polìtika la fanno i cittadini quando vótano, o meglio ankora si impegnano nella, Lega… per il resto i sòliti parolai ke promettono tutto a tutti per avere un posto da politikante ben retribuito…
Il Sig. Bianchini è l’esatta espressione di colui che si contraddice da solo; infatti afferma che …”La politika la fanno i cittadini quando votano (cioè si limitano a delegare il politicante – Nota personale), o meglio ankora si impegnano nella Lega … per il resto i soliti parolai ke promettono tutto a tutti per avere un posto da politikante …”.
Evidentemente non concepisce che possa esserci ancora chi, in un progressivo abbruttimento sociale, umano, economico, legale, culturale, ecc. prodotto proprio dai troppi “politicanti”, ci posssano essere Uomini che, preoccupati dell’immediato ‘futuro’, vogliono impegnarsi per opporsi, in modo responsabile e disinteressato (coerentemente col reale significato della parola ‘politica’), allo “sfascio” che l’opportunismo esasperato e spudorato della ‘casta’ partitica ha provocato. L’egoismo che la caratterizza (a destra come a sinistra, salvo rarissime accezioni), è sintomatico della bramosia per la “poltrona”, ma è perseguito per il proprio esclusivo tornaconto. Anche il ‘politico’ puro (colui che si impegna per passione) è caratterizzato da egoismo, ma non individuale; esso progetta e tende al ‘bene collettivo’ e perciò anche al ‘suo’. Se un Sindaco realizza un ‘asilo nido’ o altri servizi, di essi possono usufruirne tutti; Sindaco, amministratori e cittadini. Questa è, in sintesi, l’autentica politica e può essere fatta solo da chi non ha vincoli partitici perché la ‘struttura partito’ impone un comportamento esclusivamente politicante. In conclusione il cambiamento non potrà mai essere realizzato fino a quando i troppi ‘qualunquisti’ e rassegnati (tipo Bianchini) non avranno compreso che è ora di dare un senso reale alla loro vita, diventandone protagonisti e non senplici, delusi spettatori e cioè i noti “utili idioti” che i ‘cinici’ politikanti sfruttano beatamente.
S’ho capito poco, ma me pare davè letto tante chiacchiere e poco arrosto. Dò sta le proposte, quelle che la jente pò capì? Mi sorella c’ha ,lo sfratto e dopo che sè costruto da tute le parti le case costa troppo e non parlimo dell’affitti. Le case popolari se da all’immigrati, e njardri che facimo? A me, pora jiente, me mo importà poco de cos’è la politica me interssa li fatti e non li vedo.
@ alex Placido
risparmiaci un dialetto che non conosci.
Se vuoi conoscerlo meglio vai su http://www.maceratando.com
E’ davvero encomiabile l’impegno civile e culturale che la vostra giovane associazione spende, in maniera del tutto priva di interessi personali, nella ricerca dell’affermazione di una Politica che persegua il bene comune e non quello di gruppi o peggio di singoli, come purtroppo accade molto spesso da troppo tempo e a tutti i livelli istituzionali
Sono anche d’accordo sugli obiettivi “strategici” e sui metodi da voi individuati per perseguirli
Mi permetto però di non concordare sul vostro imperativo, direi quasi ideologico e apodittico, di essere e rimanere “separati”, alieni dai soggetti politici riconosciuti e costituiti in organizzazioni partitiche o loro emanazioni
infatti ritengo che questa separazione, se da un lato impedisce una “contaminazione” della vostra azione garantendone la piena autonomia e libertà, dall’altro non favorisce l’altrettanto importante scambio con chi, all’interno dei partiti, si sta adoperando per un rinnovamento seppur lento e parziale.
Ma questo è solo il mio modesto punto di vista..
Ciò che più conta, e che mi sembra in voi sia scritto sulla pietra, è aver ben presente quello che sosteneva Kant : “non vi può essere nessuna buona Politica senza Etica”
Bravi, sono contento che ci siano iniziative del genere!
Cercherò di dare il mio sostegno, anche se dispongo di pochissime risorse.
@ rpiccia
Quello che dici sull’opportunità di allearsi con i partiti, o con la parte migliore di questi, sarebbe giusto se vivessimo in una società complessivamente “sana” in cui i partiti lavorassero nell’interesse di tutti i cittadini, o almeno del loro elettorato di riferimento; un sistema in cui la corruzione e il malcostume fossero l’eccezione.
Purtroppo non è così, e non occorre certo spendere parole per dimostrarlo.
I partiti che fino ad oggi ci hanno governato (tutti senza eccezioni) sono macchine corrotte a tal punto da non essere quasi più utili neanche ai vari potentati economici che di loro si sono sempre serviti; tanto che sempre più spesso questi li scavalcano e agiscono in prima persona (vedi Marchionne).
Dentro ai partiti ci sono persone oneste e responsabili? Certo che ce ne sono, e sono in tutti i partiti. Solo che, anche perché sono quattro gatti, non riescono a combinare niente di buono, perché si trovano all’interno di un meccanismo che li stritola e li tiene in disparte. Un esempio recente è quello dell’IdV marchigiana in cui un gruppo di ragazzi in gamba era entrato per “cambiarlo dall’interno”: in massa erano entrati e in massa sono usciti solo poche settimane fa, constatando l’impossibilità della missione che si erano dati.
No Riccardo, con questi partiti non c’è alcuna possibilità di collaborazione, non per un impegno a 360 gradi quale vuole essere questa iniziativa. Le persone valide che stanno dentro ai partiti sono le benvenute, ma devono fare una scelta radicale e trasparente.
Se vogliamo un vero cambiamento non possiamo accettare ambiguità.
@ rpiccia
la discussione che sollevi riguardo l’opportunità di allearsi con i partiti è sicuramente aperta e d’attualità. soprattutto in maceratiamo, un luogo in cui non si da nulla per scontato. la collaborazione e la condivisione sono alla sua base e proprio la frequentazione oramai quasi “quotidiana” che abbiamo con la “politica” (cioè la vita pubblica in cui si prendono decisioni di interesse collettivo) ci ha insegnato che le collaborazioni sono realmente produttive solo quando si è con il singolo che collabora a titolo personale, perchè il partito si muove su altre logiche. quindi la chiusura è nei confronti dell’istituzione “partito”, ma non verso le “persone che praticano “realmente” la politica attraverso di esso. (scusatemi la pioggia di virgolette)
Quello di Maceratiamo è un bel comunicato, sia nella parte che riguarda l’analisi delle cause e delle caratteristiche dell’attuale crisi, che NON è una normale recessione economica congiunturale, sia per le critiche aspre rivolte ai partiti, a ciò che questi sono diventati, ormai da anni, nella politica italiana. Avendo avuto qualche esperienza diretta (molto sconfortante) di come funzionano i partiti so bene che la gran parte di loro ha perso qualsiasi autentico radicamento sociale e si è ridotta ad operare come un comitato elettorale al servizio di un’oligarchia ristretta e autoreferenziale. Non a caso la vita democratica interna ai partiti è asfittica: nei partiti attuali non si parla, non si discute, soprattutto non si vota (peggio: NON SI DEVE votare su opzioni politiche distinte, perché l’unanimismo di facciata il sipario ideale dietro il quale stringere accordi sottobanco, motivati dalla difesa di interessi privati), e quindi non si forma e non si seleziona un personale politico degno di questo nome. L’esempio dell’IdV citato da Peppe Dantini è del tutto pertinente.
Tuttavia non sarei liquidatorio sulle osservazioni di rpiccia. Giusto tentare di rifondare la politica dal basso, usando strumenti diversi da quelli, apparentemente ormai logori, del partito tradizionale, nato con la democrazia novecentesca e con il suffragio universale. Non conoscendo la situazione di prima mano, dò per scontato che Maceratiamo abbia ottimi motivi per essere così critica nei confronti dei partiti. Ma anche questa posizione comporta, quanto meno, il grave rischio di ridursi ad un’azione di mera testimonianza, che finirebbe per disperdere il patrimonio di ideali, di energie e di competenze presente in Maceratiamo o in altre realtà simili. Non dimentichiamo che, alle comunali di Macerata dello scorso anno, il 3 per cento circa dei voti ottenuto da Maceratiamo non è stato sufficiente a garantire una rappresentanza in consiglio comunale; e, senza voler fare i poltronisti, è difficile, alla lunga, fare politica senza una rappresentanza nelle sedi istituzionali.
E’ proprio impossibile esercitare la difficile arte della distinzione? E’ proprio vero che i partiti sono tutti uguali? Non si può proprio pensare ad una qualche forma di collaborazione tra Maceratiamo e i partiti esistenti, in particolare quelli più vicini alle sue posizioni (per esempio SEL, anche se ho assistito al congresso provinciale e non ne sono rimasto entusiasta), senza annessioni e senza assimilazioni, soprattutto in vista delle provinciali? Certo, non dipende solo da Maceratiamo: per dialogare bisogna essere in due; ma in politica le alleanze, anche non necessariamente con chiunque e non a qualunque condizione, sono indispensabili, e il compromesso può anche essere una soluzione alta che non costringe alcuna delle due parti a tradire le proprie convinzioni.
A titolo di esempio: alle comunali di Macerata dello scorso anno Maceratiamo e Sinistra per Macerata hanno ottenuto, più o meno, gli stessi voti. Magari, per le provinciali, si potrebbe pensare ad un accordo politico-elettorale, in forza del quale, che so, a Macerata città Maceratiamo potrebbe esprimere il candidato in 2 dei 4 collegi, e studiare candidature concordate anche in altri collegi, in cambio della presentazione di una lista congiunta. Anche all’estero accordi del genere non sono rari, e non è necessariamente “politica politicante”.
Aggiungo solo due precisazioni a quanto detto sopra.
Fare una battaglia su un argomento ben definito (es: l’acqua pubblica) è cosa ben diversa dal fare un’alleanza programmatica/elettorale. Nel primo caso non solo è possibile, ma anche auspicabile la collaborazione con i partiti e con chiunque condivida l’obiettivo: lo abbiamo già fatto e lo rifaremo. Nel secondo caso si tratta di tutt’altro e ho già spiegato perché su questo non c’è possibilità di compromessi.
Noi NON abbiamo mai detto che “i partiti sono tutti uguali”. Sono diversi sotto molti aspetti e valutarne oggettivamente le differenze è più che legittimo. Il problema è che fanno tutti parte di un unico sistema che è basato su clientele e interessi particolari, per noi inaccettabile.
Sostenere un partito piuttosto che un altro significa scegliere approcci diversi ad una situazione che comunque non cambia perché è funzionale alla sopravvivenza stessa dei partiti.
Cioè: i partiti non sono tutti uguali, ma è come se lo fossero…
Non sono tutti uguali ma, semplificando, si comportano tutti nello stesso modo. O quasi.
E non dipende da noi, dipende da loro.
Sbaglierò, ma secondo me l’eccesso di intransigenza non porta da nessuna parte, né nella vita, né in politica.
Eccesso di intransigenza? Io lo chiamo più semplicemente “cambiare strada”, visto dove ci ha portato la scarsa intransigenza applicata finora.
Ma ovviamente sono solo punti di vista.