Dalla lista “Macerata è nel Cuore”:
“Mentre tutto il mondo, compresa la nostra Provincia, va sempre più verso la raccolta differenziata, la città di Macerata è ferma da anni alla soglia del 37 per cento. “Secondo i dati ufficiali del Cosmari – spiega Fabrizio Nascimbeni, capogruppo di Macerata nel Cuore – tutti i Comuni della Provincia sono sulla strada del recupero dei rifiuti: i campioni sono Appignano e Montelupone, che separano il 77 per cento, ma anche Civitanova è al 63 per cento. Secondo i dati della Smea, invece, Macerata oscilla di pochi punti percentuale sopra al 30, e questo dato è tale ormai da tempo, senza che si registrassero miglioramenti. Come è possibile questo? Il problema dei rifiuti è complesso, e forse non è stato gestito nel modo migliore. La Provincia, pur sapendo che la discarica di Tolentino era in esaurimento, non è stata in grado di provvedere tempestivamente a una soluzione alternativa, rendendo necessario l’abbancamento a Fermo. Il Cosmari non ha previsto la spesa ulteriore che avrebbe richiesto questa soluzione. Ma il Comune di Macerata non è stato meno colpevole, perché da anni differenzia pochissimo. Ora il Cosmari, dovendo far fronte alla spesa, ha deciso di premiare i più “ricicloni”, penalizzando quindi Macerata, e il sindaco Carancini si è indignato perché questa possibilità non era stata concordata prima. Certo, non si cambiano le regole con le carte in mano, ma è anche vero che da tempo si parla della necessità di separare i rifiuti, e da tempo il Cosmari, per sensibilizzare su questa questione, premia chi ricicla di più. Possibile che a Macerata non se ne sia mai accorto nessuno? Perché nessuno ha tenuto conto del fatto che i “Comuni Ricicloni”, quelli che superano il 45% di differenziazione imposto per legge (per la cronaca sono 1.280 in tutta Italia), raccolgono i rifiuti solidi urbani con il metodo della raccolta domiciliare? La raccolta porta a porta avviata in centro non è stata mai estesa al resto della città, sebbene tanti comuni della Provincia nel frattempo abbiano iniziato a farla, per aumentare la percentuale di differenziata. Possibile che nessuno abbia sollecitato la Smea, di proprietà del Comune, ad andare avanti su questa strada? Se il problema degli alti costi per l’avvio della raccolta “porta a porta” dei rifiuti sono un problema, ora i 600.000 – 700.000 Euro circa di costi che il Comune di Macerata si troverà a pagare lo sono ancora di più!
Infine, separando meno degli altri, ed essendo una delle città più grandi, Macerata ha contribuito più di tutti a occupare lo spazio della discarica di Tolentino. Per questo ora il sindaco Carancini dovrebbe chiedere scusa a tutti i cittadini degli altri Comuni, per aver aggravato il problema rifiuti e per aver reso necessario l’esborso ulteriore per portarli a Fermo”.
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tohh qualcuno si è ricordato che il problema dei problemi, ecologicamente parlando, a Macerata è la mancanza di raccolta differenziata fatta in maniera percentualmente decente (bravi)!!! solo gli abitanti del centro sono costretti a tenersi la monnezza in casa aspettando il giorno giusto, potrei essere d’accordo basta però che ciò venga fatto anche da tutti gli altri cittadini delle altre zone; oppure differenziate l’importo della tarsu.
Sottolineo poi il silenzio decennale degli ultras ecologisti a Macearata: la differenziata non interessa, la suap giorgini le onde elettromagnetiche, lo smog … tutto, ma non parlate della differenziata.
1) Macerata ha avviato la raccolta differenziata a metà anni novanta ed ha attivato anche le isole ecologiche: la sensibilizzazione della città attraverso le scuole fu all’origine del successo immediato, tanto che arrivammo presto al 30% circa; in quel momento negli altri comuni della provincia la differenziata era insignificante e l’indifferenziata ( in gran parte proveniente dagli altri Comuni) la portavano quasi tutti (54 comuni su 57) alle porte della nostra città, alla Pieve, con grave disagio per i cittadini della zona di Collevario, Via Roma e zona di Fontescodella. Noi cittadini pagavamo l’inefficienza degli altri.
2) MACERATA QUINDI HA GIA’ DATO! Ora, è vero che siamo rimasti indietro (e c’è solo da ammettere l’errore di politica dei rifiuti), ma un principio di reciprocità dovrebbe far sostenere ora da tutti il peso del ritardo come allora lo sostenevamo noi di Macerata (appena in parte compensato da una tariffa più bassa per l’abbancamento).
3) Il costo superiore inoltre per l’abbancamento a Fermo è dov uto ai ritardi della Provincia.
4) Infine le regole non si cambiano in corso d’opera
5) e tanto meno con un bilancio di…previsione per il 2010 approvato nientemeno che a maggio 2010!
Doveva essere il 1983-85 ed il Comune, tramite una capillare campagna pubblicitaria (se non ricordo male era “i perchè di Valentina” o qualcosa di simile) già si era attivato per informare i cittadini sulla necessità della differenziata.
Ricordo che si utilizzò come logo una bambina (appunto Valentina) che se non erro doveva essere la figlia di un’assessore.
e Macerata nel 1996 ha dovuto anche procedere all’ampliamentoi della discarica della Pieve che era ormai in esaurimento, per stato di necessità di tutta la Provincia che non aveva previsto altra discarica: allora ci si chiedeva un atto di responsabilità e l’abbiamo fatto, per solidarietà con tutta la Provincia come comune capofila, anche rischiando l’impopolarità: MACERATA HA GIA’ DATO!
sig. Maulo ma sono anni che siamo a poco più del 30%!!! ma perchè non si è mai affrontato seriamente questo problema, se uno parte prima (e bene fece il comune) e si fa subito superare da chi parte dopo … è doppiamente colpevole. Ma veramente non ci ha pensato nessuno? Si parla tanto di dove risparmiare ed ecco che bisogna spendere 700.000 euro in più per non aver fatto una cosa che reputo giusta: aumentare la percentuale di differenziata, e, se ho capito bene, questo è solo l’inizio per il 2010, poi dovremmo pagare altrettanto per gli altri anni?
IO RISPONDO PER GLI ANNI IN CUI HO AMMINISTRATO: ho preso la raccolta nel 1993 (con l’intelligente lancio di ‘Valentina’!) a circa il 10-12 % e l’ho portata CON LA CRESCENTE SENSIBILITà DEI CITTADINI E LA COLLOABORAZIONE ATTIVA DEI FUTURI (PER ALLORA) SOCI DELLA SMEA AD oltre il 30 . DOPO, NON SO RISPONDERE CHE COSA SIA STATO FATTO, perché si è pensato che sarebbe cresciuta automaticamente! Chi è stato assessore in quegli anni potrebbe rispondere: VOGLIO CAPIRE ANCH’IO (e non solo perché sono stato all’opposizione dal 1997 al 2005, ma semplicemtne perché SONO DESIDEROSO DI CAPIRE COME OGNI CITTADINO) E PENSO DEBBA FARLO SUBITO L’AMMINISTRAZIONE PER INTERVENIRE ADEGUATAMENTE
VORREI PRECISARE CHE QUEL 30% CHE HO SCRITTO E’ DA INTENDERSI COME LINEA DI TENDENZA (NON RICORDO PROPRIO LA PERCENTUALE ESATTA): ma l’importante, al di là dei numeri, è perchè in città non è cresciuta la sensibilità e contemporaneamente l’organizzazione della raccolta differenziata (eccetto l’ultimo guizzo della raccolta porta a porta al centro).
Confermo quanto sostenuto da Maulo circa il quasi 30% di raccolta differenziata. E’ bizzarro ( e misterioso) comprendre come mai e perchè si sia interrotta tale linea. Giuste le osservazioni di Nascimbeni e da approfondire, e molto.
1) il ‘quasi’ vale peer tutti ed ha una banda molto larga! è vero che i criteri di calcolo sono certificati (come sosteneva tempo fa in queste ….pagine il direttore del Consmari), ma è anche vero che dentro all’umido, all’indifferenziato…di fatto si trova di tutto
2) vorrei contribuire a ‘spoliticizzare’ il rallentamento della raccolta diffrenziata a Macerata e a cogliere alcune difficoltà oggettive del territorio e della popolazione che non possono esser fatte ritorcersi contro l’amministrazione e contro la città : a) la raccolta funziona se c’è un senso civico, un forte senso di appartenenza, una sensibilizzazione, una tecnica adeguata, una popolazione abbastanza stabile ed omogenea; b) a Macerata c’è una forte componente variabile di popolazione – per di più studentensca – che non si identifica con la città, non è stabile, non riceve i messaggi e neppure le informazioni; la città è più dispersa di altre sui crinali e quindi la raccolta porta a porta è più difficile e costosa. c) il salto oltre il 30_40 % richiede caratteristiche di omogeneità, stabilità, coesione che sono più facili nei paesi. d) questo non vuol dire che si debba rinunciarem, ma forse richiede altre tecniche di raccolta a monte e di diffenziazione a valle (cioè tecniche sperimentate con successo in grandi città come Vienna, Uppsala, Lodi…)
Non è facile convincere i cittadini. Soprattutto quelli che non hanno voglia di sottostare a regole, pur essendo molto vantaggiose a mio parere. Io abito in centro, e avendo due bambine piccole il poter appoggiare l’immondizia davanti casa e qualcuno te la viene a prelevare, è una grossa comodità, quindi Il dovere è diventato pure un piacere; in più c’è da dire che d’estate sto a Civitanova (la raccolta la fa il Cosmari) è gli orari sono molto più restrittivi, mi rendo conto che a Macerata in confronto ci trattano con i guanti. Poi però vedo i miei vicini che hanno i sacchetti fuori a tutte le ore, la domenica un campo di concentramento, che tutti si sentono autorizzati a fare una discarica a cielo aperto, allora mi prende una rabbia sfrenata. Ciò va combattuto, non si può arrendersi così e lasciare la città in balìa di maleducati! Mi rivolgo al sig. Maulo, che comunque in questi anni è stato lì a vedere lo scempio e insieme ai suoi colleghi non ha fatto nulla di concreto per far sì che le regole venissero rispettate da tutti, residenti, studenti, stranieri altrimenti la regola che esiste a fare? Lo si sapeva da molto che Macerata ha popolazione variabile, studentesca, figuriamoci al centro poi… In campagna elettorale Carancini mi rispose chiaramente che l’organizzazione della differenziata porta a porta andava rivista, aspetto con ansia…