Si fa sempre più caldo l’autunno dell’Ateneo di Macerata.
Giornata intensa di avvenimenti politici, cominciata in mattinata con il “blitz goliardico” organizzato da Azione Universitaria e Azione Giovani all’Ersu. I militanti di questi gruppi, mascherati da scheletri e accompagnati da una studentessa vestita da dottoressa per l’occasione, hanno presentato nelle mani della Dott.ssa Tognetti, responsabile dell’ufficio di via Piave, una richiesta di immediato ripristino dei servizi sanitari che sono venuti a mancare per questo anno accademico. In particolare ci si riferisce alla possibilità di rivolgersi ad una dottoressa presente in ambulatorio per offrire assistenza agli studenti fuori sede. Questo servizio è stato infatti quest’anno sostituito dall’assistenza paramedica della Croce Verde giudicata insufficiente.
Qualche ora più tardi del blitz in conferenza stampa i rappresentanti di questi gruppi (Michele De Simone, coordinatore per Azione Giovani nella regione Marche, Fabio Massimo Conti, presidente di Azione Giovani Macerata e Diego Casaccia, di Azione Universitaria per l’Ateneo maceratese) rivendicano anche altre due azioni a Osimo e a Jesi dove sono stati posti i sigilli agli ingressi delle Facoltà di Mestieri della Musica e dello Spettacolo e Operatore giudiziario, emblemi, a detta dei relatori, degli sprechi e della cattiva gestione dei fondi da parte dell’ateneo, in quanto tenuti in vita con soli 16 e 2 iscritti.
Importanti sono state le posizioni prese dai gruppi a cui Conti, De Simone e Casaccia fanno riferimento: essi hanno preso le distanze dalla protesta che si muove in questi giorni a Macerata e si fanno portavoce “di tutta quella maggioranza silenziosa che non vuole perdere le lezioni per delle manifestazioni strumentalizzate da partiti e dalla casta dei baroni”.
Non c’è via per una collaborazione, la protesta di A.U. e A.G., più incentrata sulle problematiche del nostro Ateneo, è destinata ad essere parallela e completamente opposta a quella contro la legge 133, tant’è che mentre davanti al rettorato la cosiddetta “onda anomala” degli studenti in manifestazione richiamava l’attenzione del Senato Accademico, i militanti dei gruppi di destra hanno allestito in Piazza della Libertà, qualche sampietrino e scaletta più in su, un punto di controinformazione in risposta ad essi.
L’affluenza al sit-in è stata ancora una volta numerosissima. Moltissimi sono stati infatti gli studenti riunitisi a partire dalle 15 di oggi pomeriggio sotto le finestre dell’aula del Senato Accademico.
La manifestazione si è svolta nella prima parte tra interventi e slogan per richiamare l’attenzione dei partecipanti alla riunione, poi è evoluta in un’occupazione del Rettorato quando dai piani alti non arrivavano notizie. Gli studenti chiedevano non solo la sospensione delle lezioni per la giornata di domani, ma anche una presa di posizione forte di tutto l’Ateneo contro i provvedimenti della 133 e del decreto Tremonti-Gelmini in generale in modo tale da rassicurare tutti gli iscritti in merito ai cambiamenti che essi apporterebbero.
Dal Rettorato a Scienze della Comunicazione: dopo aver srotolato uno striscione con su scritto “Non pagheremo noi la vostra crisi” nel cortile della sede lungo le Scalette, alle ore 17 anche l’aula 8 a Scienze della Comunicazione è stata occupata (nella foto) e istituita sede per le assemblee più numerose e con partecipanti di tutte le Facoltà.
Il Senato Accademico rende noto che la mozione sospensiva della didattica per il 29 ottobre, domani, è stata approvata e che l’assemblea si è espressa in modo deciso contro ogni forma di privatizzazione dell’Università, contro ogni voce su un futuro aumento delle tasse per gli iscritti a Macerata e su una possibile revisione dei meccanismi di rappresentanza per gli organi di Facoltà. Nella delibera seguita all’incontro di oggi si ribadisce la contrarietà ai provvedimenti del Governo, in particolare ai tagli e del blocco del Turn Over previsto per il 2009. Il Senato riconosce che l’Università pubblica ad oggi abbia numerose problematiche da risolvere e si augura che siano attuati provvedimenti per la sua rivalutazione e per il rilancio verso posizioni di rilievo a livello internazionale.
Numerosi sono gli appuntamenti previsti per domani.
Alle 10 ci sarà in aula San Paolo un’assemblea di tutte le componenti presenti nell’Ateneo, definita dagli organizzatori stessi come una sorta di “Stati Generali” dell’Università.
Alle 15 in Piazza Cesare Battisti si terranno le prime lezioni all’aperto, tenute da docenti che hanno dato la loro disponibilità a partecipare all’iniziativa.
Seguiranno in molte Facoltà assemblee autogestite per fare il punto su quanto si sta muovendo in questi giorni.
L’articolo precedente sulle proteste per la riforma Gelmini:
https://www.cronachemaceratesi.it/2008/10/22/una-marea-di-studenti-per-dire-no-alla-riforma/
Beatrice Cammertoni
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Complimenti alla nostra inviata speciale Beatrice che sta seguendo passo passo questi giorni caldi.
In galleria trovate anche la foto della conferenza stampa e del sit-in davanti al Rettorato.
Sperando che questo spazio possa continuare ad essere utile per registrare l’opinione degli studenti, come successo nell’articolo precedente.
Alle occupazioni di ieri sera (lo ricordiamo, l'”onda anomala” è entrata in Rettorato e nell’aula 8 di Scienze della Comunicazione) è seguita una denuncia in questura con richiesta di sgombero a carico dei manifestanti.
Le motivazioni a questo provvedimento del Rettore sono state relative al fatto che gli edifici dell’Università vengono chiusi alle ore 20.00 e come ha espresso il preside Ciaschini “devono comunque essere prese in considerazione anche questioni di legalità e amministrazione”.
Inizia questa mattina alle 10 in aula San Paolo, l’assemblea d’ateneo definita dagli stessi organizzatori come “Stati generali” dell’Università e pensata come luogo di incontro per tutte le componenti del mondo accademico.
Si introduce il dibattito con una sorta di “banchetto informativo” in cui hanno preso parola Erik Longo, giurista e insegnante alla facoltà di Giurisprudenza, Pier Paolo Ramazzotti, economista e docente ad Economia e Danielle Levy che insegna Francese a Scienze Politiche.
A fare da introduttore e mediatore al dibattito è Chelati Dilar Ooldelul, docente di Scienze Politiche.
I primi ad intervenire sono i presidi di Facoltà, in particolare Ciaschini, per Scienze della Comunicazione (a lui anche il compito di leggere all’assemblea la delibera del Senato Accademico), Adornato per Scienze Politiche e Paci per Lettere e Filosofia.
Prende parola anche Anna Cimarelli, coordinatrice per Macerata dell’R.S.U., l’organo elettivo che ha il compito di rappresentare il personale tecnico-amministrativo. La categoria viene infatti gravemente lesa dalle legge 133 ma anche da altri provvedimenti del Governo Berlusconi che vanno a ledere il salario accessorio, cioè quello strumento che nelle università ma più in generale nella pubblica amministrazione, serve a garantire la qualità e a coprire gli straordinari.
Gli studenti in protesta sono rappresentati nel dibattito da Daniele Principi (“il nostro è un movimento nuovo, che amalgama sigle già esistenti a culture ed esperienze diverse”) e da Marco Bocci, che pone l’attenzione sul fatto che gli studenti necessitino di spazi di libertà aperti al confronto riferendosi alla denuncia di ieri sera.
Un’altra categoria di studenti particolarmente lesi dagli articoli messi in discussione sono gli studenti della Siss, di Scienze della Formazione e di Lettere. In loro favore parlano Roberto Cortrinali e Giorgio Reccionini, studenti del 9°ciclo Siss.
Intervengono anche Silenzi, presidente della Provincia e il Vice Sindaco Marconi.
Giulio Silenzi coglie l’occasione per esprimere solidarietà all’Università di Macerata ma anche a quella di Camerino, che è stata menzionata impropriamente dal Ministro Gelmini tra gli Atenei a rischio a causa di problemi di bilancio e per una situazione finanziaria dalle scarse prospettive.
Moltissimi anche i docenti intervenuti. In linea generale ciò che hanno espresso è stata una piena consapevolezza dei problemi dell’Università italiana. Esistono infatti sprechi, precarietà per i ricercatori e mancato riconoscimento del merito. Tuttavia non è con gli articoli della 133 che si possa, a loro avviso, migliorare il panorama.
Tra essi: Giovanni di Cosimo, Francesca de Vittor, Ermanno Calzolaio, Paolo Balchetti, Vincenzo Lavenia, Carlo Sotis.
Chelati ha definito questa assemblea come “punto di partenza”, cioè come l’inaugurazione di un percorso che si muoverà verso la modifica o l’abrogazione degli articoli incriminati. Gli stessi studenti hanno tenuto a precisare che la protesta non riguarda solo loro, ma è una protesta generale dell’Università.
A fine incontro, i partecipanti hanno approvato maggioranza un documento che riassumeva l’iniziativa della mattinata e che nasce come mozione per inserirsi nell’ottica di dialogo tra le parti.
Sempre oggi Azione Giovani e Azione Universitaria hanno organizzato una raccolta firme contro il blocco delle lezioni, contro gli sprechi e in favore di meritocrazia e del diritto allo studia. Ieri i rappresentanti dei gruppi hanno dichiarato di essere pronti a mandare un esposto alla Procura della Repubblica per interruzione di pubblico servizio qualcora si dovesse rinunciare ad altri giorni di lezione.
In galleria le foto di oggi!
Di seguito il comunicato di Glomeda Comunicazione.
MACERATA – NOTTE BIANCA ANTI-GELMINI
A SCIENZE DELLA COMUNICAZIONE OCCUPATA
Un’altra giornata di occupazione e la prima “Notte Bianca Anti-Gelmini”: questa la reazione dell’assemblea No133 dell’UniMC all’approvazione del dl Gelmini al Senato.
Più di 300 persone hanno attraversato ieri notte l’aula 8 di Scienze della Comunicazione occupata dove campeggiava lo striscione: “L’onda non si arresta”.
Una risposta determinata degli studenti e dei precari maceratesi alla grave posizione assunta dal Rettore Roberto Sani con le minacce di sgombero. Un caso unico in tutto il panorama nazionale della mobilitazione no 133 che vede l’intero mondo della scuola e dell’università unito nel fronte della protesta.
Come d’altronde accaduto anche a Macerata, dove il Senato Accademico ha deliberato una mozione di netta contrarietà alla legge 133 accogliendo le richieste avanzate dal movimento studentesco. La straordinaria assemblea di mercoledì all’auditorium San Paolo che ha visto la partecipazione di centinaia fra studenti, ricercatori, docenti e lavoratori precari ha sancito l’inizio della mobilitazione permanente dell’intero ateneo. Ha inoltre formalizzato l’aperto sostegno alle manifestazioni degli studenti in un documento approvato all’unanimità che invita l’istituzione universitaria a garantire lo svolgimento di ogni forma di protesta civile assumendo la straordinarietà del momento che tutto il Paese sta vivendo.
Intanto continua la mobilitazione: previste per oggi 30 ottobre, giornata di sciopero generale, lezioni in piazza e assemblee di facoltà.
L’appuntamento con la prossima assemblea generale è per martedì 4 novembre alle ore 15.00 nell’atrio di Scienze della Comunicazione per preparare insieme la grande manifestazione del 7 novembre che vedrà scendere in piazza gli studenti medi insieme agli universitari. Corteo che lancerà la manifestazione nazionale del 14 novembre a Roma: l’assemblea No133 dell’UniMc chiederà a tutti i Consigli di Facoltà di approvare, come già deliberato da Beni Culturali, la richiesta di predisporre pullman gratuiti per consentire la più ampia partecipazione.
L’assemblea No133 UniMc
Nuovo comunicato anche per Azione Giovani.
PROTESTA SENZA PROPOSTE
Il nucleo di Azione Universitaria di Macerata nota con dispiacere che continua una protesta senza proposte guidata da politici di centro sinistra (vedi intervento del Presidente della Provincia Giulio Silenzi che non risulta essere iscritto al nostro Ateneo), da presidi e professori. Dispiace notare come in occasione dell’Assemblea Generale nessuno abbia fatta mea culpa, ammettendo in maniera netta e inequivocabile che il sistema universitario fa acqua da tutte le parti. Nessuno ha preso posizione sui numerosi sprechi che denunciamo da anni, sull’apertura di corsi di laurea inutili, sulle eccessive spese per le consulenze, sul fatto che i ricercatori anche a Macerata fanno poca ricerca perché costretti a tenere le lezioni al posto dei professori assenteisti o a svolgere compiti che poco hanno a che fare con la ricerca. Dispiace notare come faccia notizia chi occupa aule con il beneplacito dei docenti, coloro che si auto proclamano unici rappresentanti degli studenti, docenti che tengono lezioni all’aperto, mentre non faccia notizia la maggioranza degli studenti del nostro ateneo, che come sempre in silenzio, continua a vivere da studente, continua a studiare a ad affollare le biblioteche e che non vuole essere penalizzato da sospensioni della didattica. Restiamo fermamente convinti della necessità di una riforma sostanziale, urgente e irrinunciabile dell’Università. Il nostro Presidente Nazionale Giovanni Donzelli ha già formalmente chiesto l’adozione di tre provvedimenti semplici e urgenti: penalità economiche per gli Atenei e fondazioni che sforano il tetto consentito delle tasse studentesche, chiusura di tutti i corsi di laurea con meno di 20 iscritti e obbligo per i professori di timbrare un cartellino negli orari di didattica frontale e di ricevimento. Da parte nostra continuerà la mobilitazione goliardica per denunciare sprechi e disservizi. A livello locale chiederemo l’introduzione di un codice etico per l’accesso ai concorsi di dottorato di ricerca e la pubblicazione on line dei bilanci del nostro Ateneo e dell’Ersu.
Michele De Simone
Coordinatore Regionale Azione Giovani
Apro una parentesi sulla parentesi del comunicato riportato qui sopra… Giusto una simpatica curiosità: non mi vorrei sbagliare ma da quel che ricordo due anni fa il presidente Giulio Silenzi, già laureato Isef, si è iscritto a Scienze Politiche.
Mi sbaglio?
Se così fosse chiedo scusa… ma comunque nel suo intervento non mi sembra abbia parlato da studente 🙂
Era giusto una curiosità 🙂
Abbiamo inserito in galleria anche le foto di oggi.
Sono della facoltà di Lettere. Sono fermamente convinta che si debba impostare la protesta su di una linea meno aggressiva ma più lenta, graduale e “apparentemente silenziosa”: questa legge taglia la testa all’istruzione, al mondo del sapere, alla conoscienza, alla libertà di studio, in una parola alla cultura. Dobbiamo riuscire a far entrare questo problema nella cittadinanza: facciamo in modo che ne parlino gli anziani al supermercato, le mamme fuori dall’asilo, i pazienti in attesa dal medico. Rendiamo partecipi tutti di questa scelleratezza. Il problema delle proteste è spesso quello di rimanere confinate: apriamola a tutti allora. L’occupazione potrà fare un po’ rumore, ma quanto può andare avanti? E’ un fuoco di paglia che una volta spento non lascia nemmeno la cenere. Muoviamoci costantemente invece; iniziamo una piccola “rivoluzione culturale” insieme ai professori. Loro sono la testa, noi studenti il cuore di questo movimento. Che si facciano lezioni in piazza, cortei pacifici, banchetti informativi, assemblee aperte alla cittadinanza, letture pubbliche di quotidiani e, perchè no, di autori noti e meno noti. Ma coinvolgiamo le menti, coinvolgiamo tutti coloro che capiscono che la cultura è un luogo sacro che non va violato, anche se non si tratta di studenti o docenti. Ciao.
Comunicato stampa dell’Università di Macerata.
Mozione dell’Assemblea pubblica dellUniversità degli Studi di Macerata
del 29 ottobre 2008
Nel nostro Paese l’Università e il sistema di formazione pubblico subiscono un attacco gravissimo. Varati in nome di presunte esigenze di bilancio, i recenti provvedimenti governativi intervengono in un settore innegabilmente carico di contraddizioni, e non sempre al riparo da possibili critiche, mascherando comunque un progetto politico-culturale inaccettabile: la liquidazione del ruolo dell’istruzione pubblica, in generale e della formazione e della ricerca universitarie, in particolare.
Le previsioni della legge 133/2008 nel settore universitario avranno conseguenze immediate e pesanti: gli studenti vedranno ridursi servizi e opportunità di formazione; i giovani studiosi saranno costretti a cercare lavoro all’estero; i lavoratori precari resteranno senza prospettive; il personale amministrativo sarà penalizzato a livello salariale e nei processi di modernizzazione; i docenti di ruolo dovranno sacrificare le attività di ricerca a danno delle imprese, della società, del Paese; i cittadini, e le famiglie, saranno espropriati di un modello educativo (e di società) tutelato dalla Costituzione e basato sull’estensione del sapere e sulla riduzione delle disuguaglianze.
L’Assemblea pubblica dell’Università di Macerata, in piena sintonia con il democratico e pacifico movimento di protesta che attraversa attualmente il mondo della formazione e della ricerca in Italia, esprime il proprio disagio, la propria preoccupazione e la contrarietà rispetto alle scelte governative ed invita le istituzioni universitarie a garantire lo svolgimento di ogni forma di protesta civile, tutelando, a queste condizioni, l’agibilità democratica degli spazi dell’Università.
L’Assemblea pubblica dell’Università di Macerata chiede, inoltre, al Parlamento e al Governo:
di abrogare gli artt. 16 e 66 della legge 133/2008;
di riassegnare all’università le risorse tagliate e di aumentare l’investimento pubblico per la formazione e per la ricerca, per l’innovazione e il trattamento economico in ambito amministrativo e per i servizi agli studenti;
di avviare un confronto autentico con tutti gli attori interessati al destino della formazione e della ricerca pubbliche in Italia.
Propone, inoltre, di avviare nell’Ateneo una serie di mirate iniziative didattiche da svolgersi in forme anche originali e al tempo stesso rispettose dei diritti di tutti.
L’Assemblea, conferma la propria volontà al confronto e al dialogo, sottolineando l’importanza della conoscenza quale elemento fondamentale dei processi di sviluppo del Paese e del nostro territorio.
L’Assemblea ribadisce, infine, il valore assoluto ed inalienabile dell’istruzione pubblica.
Macerata, 29 ottobre 2008
Esiste una raccolta firme? Dove la posso trovare? Non frequento l’università ma sono del tutto contrario a questa riforma Gelmini