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“Volevo adottare un bimbo,
truffata da una falsa avvocatessa”

CIVITANOVA - E' la testimonianza di una donna che questa mattina è stata sentita al tribunale di Macerata. Sotto accusa una giornalista che avrebbe messo a segno un raggiro da 30mila euro. La difesa: "Non ha mai detto di essere un legale"

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Tribunale Macerata (2)Si finge avvocatessa e truffa 34mila euro a due clienti. Questo quanto viene contestato ad una 66enne di Civitanova, Anna Teresa Paciotti. Oggi è stata sentita una delle presunte vittime, una donna del modenese, che ha testimoniato in aula al tribunale di Macerata. «Volevo adottare un bambino – ha detto la donna –, e ho visto un sito internet chiamato studiolegalelaw.it». La donna ha riferito – circostanza contestata dalla difesa dell’imputata – che sul sito si dicesse che erano specializzati in adozioni internazionali. Dopo un primo contatto, la donna si era incontrata a Civitanova con Anna Tereza Paciotti «mi diceva di essere un avvocato e che si sarebbe occupata lei di tutta la pratica. Poi le ho fatto un assegno di 10mila euro e lei mi ha detto che mi avrebbe mandato per posta tutta la documentazione e la ricevuta. Però non mi è arrivato niente. Io mi ero fidata, mi ha truffato 30mila euro». Questa è proprio la cifra che l’accusa (pm Marco Tarquinio Severini) contesta all’imputata per il caso della signora che voleva adottare un bambino. «Non era un avvocato, mi hanno detto che l’unico titolo che aveva era quello di giornalista» ha detto la donna al processo. Una testimonianza che viene contestata dal legale di Paciotti, l’avvocato Massimiliano Wolf. «La mia cliente non si è mai presentata come avvocato, sul sito internet diceva di essere una giornalista e si appoggiava a dei legali per occuparsi delle pratiche. La signora voleva ottenere l’adozione di un bambino, ma la verità è che non poteva perché all’epoca non era sposata». Wolf aggiunge che il sito «in un primo momento era stato sequestrato, ma non essendo emerso nulla di irregolare è poi stato dissequestrato». L’accusa contesta anche un secondo episodio: quello che riguarda uno studente che voleva ottenere un decreto di equipollenza per una laurea ottenuta all’estero. In questo caso Paciotti avrebbe ottenuto dallo studente 4mila euro dicendogli che lo avrebbe aiutato ad ottenerlo. I fatti contestati dall’accusa risalgono al 2008 e ai primi mesi del 2009. Parte civile si sono costituite entrambe le vittime delle presunte truffe.



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