Piscine ex Casermette, penultimo atto.
Delibera da 111mila euro per gli arredi,
poi l’apertura con gestione provvisoria

MACERATA - Collaudi in corso e il Comune ha deciso di acquistare direttamente i beni, poi inaugurazione e attività inizialmente affidata alla società che si occupa anche della struttura di via Trento

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Il cantiere della piscina

di Luca Patrassi

La sola evocazione della parola fa venire la pelle d’oca per primi agli amministratori e dunque quando si parla di piscine si usano tutte le cautele possibili, ampio ricorso al condizionale, ai se, agli incisi. Fatta la premessa, oggi è apparsa all’albo pretorio del Comune di Macerata la delibera che autorizza il dirigente dei Servizi tecnici del Comune a porre in essere gli atti amministrativi necessari all’acquisto delle attrezzature per un totale, comprensivo di Iva, di circa 111mila euro con ricorso all’accensione di un mutuo con la Cassa depositi prestiti.

Sembra dunque vicina la parola fine, a questo punto forse manca soltanto l’acqua ma per quella non dovrebbero esserci problemi. La costruzione del nuovo polo natatorio arriverà a sfiorare i quattro anni invece dei 350 giorni previsti al momento dell’avvio dei lavori. Cantiere aperto l’11 luglio 2022, termine lavori previsti inizialmente il 24 giugno 2023 ma prorogato motivando con il reperimento dei materiali e l’esigenza di varianti per adeguamenti tecnici. Ora si è arrivati a dicembre 2025 e per la fine dell’anno si conta di definire anche la partita degli arredi (spogliatoi, infermeria).

Dunque il Comune avanza secondo lo scenario annunciato poche settimane fa dall’assessore ai Lavori pubblici Andrea Marchiori: acquisto degli arredi e apertura immediata delle piscine con gestione provvisoria alla società che gestisce la struttura di viale don Bosco. Infine il bando per affidare la gestione del polo natatorio. Insomma ci sarebbero poche settimane da attenbdere per vedere i primi tuffi nel polo natatorio delle ex Casermette. Un cantiere molto lungo ma, a differenza di prima, si parla di lavori e non di un’area solo transennata come invece visto per oltre un decennio a Fontescodella.

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