di Luca Patrassi
Crac multimilionario della Coop Terre Moncaro. No del commissario liquidatore alle richieste di pagamento, tra cui a Tullio Patassini, per i ruoli ricoperti nel Collegio sindacale. La vicenda riguarda un buco da 76 milioni di euro, secondo il conto presentato da 570 creditori che si è “ridotto” a 31 alla definizione appunto dello stato passivo della più importante coop vitivinicola delle Marche. Tra i diversi incarichi professionali, Patassini – bancario treiese, esponente della Lega – aveva anche quello di componente del collegio sindacale della coop in questione e aveva presentato istanza di ammissione allo stato passivo per incassare il compenso di circa ottomila euro.
Il problema però è che la risposta del commissario liquidatore non è stata esattamente quella che Patassini si attendeva: nero su bianco sono apparse nei giorni scorsi le motivazioni delle scelte. Nel mirino, le attività che il Collegio sindacale – secondo il giudizio del commissario liquidatore – nel suo complesso avrebbe dovuto svolgere e non avrebbe invece svolto. Non una contestazione rivolta direttamente al singolo, all’ex parlamentare leghista ma appunto al Collegio sindacale nel suo complesso accusato di non aver evidenziato la situazione della coop. Peraltro la scure del commissario liquidatore ha agito su diversi crediti milionari, iniziando da quelli delle banche. Uscito dal Parlamento, Tullio Patassini ha ricevuto un serie di incarichi (quello appena prorogato per due anni) come componente dello staff di programmazione economica di Palazzo Chigi, caposegreteria del presidente della commissione Attività produttive della Camera e presidente del collegio sindacale della società pubblica “Acquirente Unico” che ha la funzione di acquistare l’elettricità per i consumatori del mercato tutelato.
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