
«La notizia di ulteriori tagli alla importante rassegna canora di Musicultura rattrista tutta la nostra comunità, che nel corso degli anni ha goduto e familiarizzato con i protagonisti di questa realtà. Ferisce l’indifferenza dell’amministrazione Parcaroli di fronte alla possibilità di un cambio di sede, perché l’importante storia culturale del festival è cresciuta anche grazie all’incontro con il nostro Sferisterio». Il Partito democratico di Macerata interviene in difesa di Musicultura e del direttore artistico Ezio Nannipieri, dopo l’allarme lanciato da quest’ultimo sul mancato supporto da parte delle istituzioni (leggi l’articolo).
«Un incontro – continua il Pd, riferendosi al connubio tra la città e il festival – che è stato quanto mai felice ed espansivo per entrambi e che ora sta rischiando di essere stroncata dalla noncuranza di un’amministrazione che sembra guidare una città che disprezza, in particolare proprio nei suoi momenti di maggiore slancio e di maggiore apertura ad una prospettiva di crescita e di rafforzamento. Musicultura a Macerata e Musicultura allo Sferisterio hanno portato la nostra città a farsi conoscere ben oltre i nostri confini, con la straordinaria capacità di avvicinare le più diverse generazioni di appassionati di musica, portando del tutto spontaneamente i giovani a vivere il nostro eccezionale teatro all’aperto, che frequentato la prima volta per questo ha saputo richiamare il pubblico a tornare, anno per anno e magari anche alla stagione lirica».
Nella nota del Pd si legge che «Macerata sta perdendo quella sua attrattività e quella sua capacità di produrre arte e cultura al livello più alto cui ci aveva abituato in passato. Non è possibile lasciare la nostra città abbandonarsi ad un destino fatto di irrilevanza e decadenza per responsabilità precise della maggioranza e il Partito democratico difenderà a gran voce una realtà culturale ed economica che affonda nella nostra terra le sue radici e sul nostro territorio riversa i suoi successi, a differenza di certi spettacoli occasionali e di passaggio che non ci lasciano nulla. Regione Marche e Comune si stanno lasciando sfuggire una delle nostre più importanti realtà culturali del momento».

Ezio Nannipieri, direttore artistico di Musicultura
Secondo il partito «i tagli, che sciaguratamente il governo e tutto il centrodestra stanno preparando verso il mondo dello spettacolo e della cultura, non possono essere accettati e il Pd denuncia con forza la gravità di un tale modo di fare: colate di cemento al posto del verde, auto dappertutto al posto di una mobilità ripensata e sostenibile, ora anche la cancellazione delle nostre eccellenze nel mondo musicale. A Musicultura, come in tante realtà del mondo della cultura, lavorano con passione e determinazione quelle maestranze che con il loro impegno portano alta qualità alle produzioni».
«Musicultura – concludono i dem – non è importante solo per il nostro territorio, ma anche per tantissimi artisti emergenti che da tutto il paese si iscrivono ogni anno per portare la propria arte, la propria musica e le proprie emozioni su un palco che negli anni ha saputo guadagnare sempre più prestigio e rilevanza mediatica come i numeri record di iscrizioni di quest’anno dimostrano. Il Partito democratico esprime contrarietà aperta e la porterà in ogni sede opportuna al taglio di fondi a manifestazioni culturali e musicali di questo tipo che sanno promuovere ciò che siamo, nel mentre si sprecano di continuo risorse per sconclusionati eventi “cotti e mangiati” che nulla lasciano al territorio e alla nostra memoria. Musicultura e la sua storia va sostenuta ed anzi più che mai promossa, per divenire ancora più forte con il profondo legame che l’ha vista crescere proprio tra Recanati e Macerata, due grandi città della cultura e che per questo ci fanno conoscere nel mondo. A Ezio Nannipieri e tutto il cast che sta lavorando a questa nuova edizione andrà il nostro massimo sostegno, perché semplicemente non è accettabile l’idea che il sindaco Parcaroli si faccia sfilare anche il Festival della canzone popolare e d’autore come è successo per i fondi dell’ospedale dirottati a Civitanova».
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