
Fabio Fantegrossi, sindaco di Sarnano
di Luca Patrassi
Il sindaco di Sarnano Fabio Fantegrossi così sintetizza l’argomento in discussione, quello delle terme: Consiglio Comunale: «L’uscita di alcuni consiglieri impedisce la revoca della delibera da loro stessi impugnata».
Il dettaglio della questione sempre nell’analisi del primo cittadino sarnanese: «Nel Consiglio comunale di martedì sera, era prevista la revoca in autotutela della deliberazione 45 dello scorso agosto, con cui erano stati impartiti alla Sarnano Terzo Millennio srl gli indirizzi per avviare la procedura di concordato preventivo in continuità indiretta.
Un atto che, alla luce del lavoro del nuovo amministratore nominato a settembre e della nuova analisi condotta dal revisore, ora risulta oggi superato. La volontà era quella di riallineare gli indirizzi del Comune alla situazione reale della società, avviando un percorso più adeguato e coerente per affrontare la crisi. Tuttavia, la discussione non è potuta proseguire: alcuni consiglieri hanno abbandonato l’aula, facendo venire meno il numero legale e impedendo di arrivare alla deliberazione.
Un fatto grave, reso ancora più evidente da una circostanza che non può essere taciuta: proprio quei consiglieri che hanno scelto di uscire dall’aula sono gli stessi che hanno presentato ricorso al Tar chiedendo l’annullamento della delibera 45 in quanto inficiata dal voto di consiglieri che risulterebbero in conflitto d’interesse. Con la loro uscita, hanno di fatto impedito la revoca dell’atto che propri loro considerano illegittimo. Non hanno permesso di revocare un atto che loro stessi hanno sollevato di voler annullare».
Le conseguenze secondo il sindaco Fantegrossi: «La loro scelta ha anche avuto un ulteriore effetto: non ha consentito di completare la discussione, interrompendo il confronto istituzionale e impedendo di rispondere nel merito ai quesiti sollevati. Forse temevano che venisse smentito e smontato anche dall’amministratore quanto da loro sostenuto? Un comportamento che rappresenta un’ evidente mancanza di rispetto nei confronti del Consiglio comunale, dell’istituzione e della comunità». La soluzione indicata: «Resta comunque pienamente nelle prerogative e possibilità dell’attuale amministratore unico — operativo dal mese di settembre e affiancato dal nuovo revisore dei conti — attivare le procedure più idonee per affrontare la crisi aziendale. La composizione negoziata della crisi, ora percorribile grazie al cambiamento dell’organo amministrativo, rappresenta una strada concreta che prima non era praticabile a causa dell’inerzia e dell’immobilismo della precedente gestione. È importante chiarire che tale percorso non esclude, qualora necessario, il ricorso a misure più incisive come il concordato preventivo in continuità indiretta. Nel frattempo, sono in corso valutazioni sulle manifestazioni di interesse presentate da soggetti terzi affidabili, capaci di assumere il debito, evitare l’escussione della fideiussione e garantire continuità operativa all’azienda: obiettivo da sempre sostenuto dall’amministrazione comunale, come da programma elettorale e da delibera di consiglio dello scorso dicembre».
L’attacco agli ex amministratori: «In questo contesto, stupiscono le celebrazioni di chi considera “un successo” il ricorso a una procedura emergenziale. Non c’è nulla da festeggiare quando una società pubblica è in crisi profonda e necessita di strumenti straordinari per essere salvata. Sarebbe più opportuno interrogarsi sulle responsabilità che hanno condotto la società in questa condizione dopo quindici anni di immobilismo, rinvii e soluzioni mai attuate. Chi ora cerca colpevoli e rivendica danni, sposa in pieno la nostra volontà di far chiarezza su come difatti si sia giunti a questa situazione così drammatica nel corso degli anni. Questa amministrazione comunale non festeggia l’emergenza: lavora per risolverla, con l’obiettivo di salvaguardare la società, tutelarne il valore e favorire un percorso di rilancio concreto, duraturo e utile al territorio attraverso la privatizzazione. La vera vittoria, sarà dunque questa, e non certo quella di trovare una “cura” anziché un’altra. Una vittoria difficile e complicata, che qualcuno sta cercando in tutte le maniere di impedire».
Sulla questione è intervenuto anche il consigliere di minoranza, Andrea Merli: «Una seduta del Consiglio comunale convocata d’urgenza per evitare una sentenza cruciale del Tar si è risolta in un imbarazzante e clamoroso fallimento per la maggioranza. Il Consiglio, tenutosi ieri sera in seconda convocazione, è stato interrotto a causa della mancanza del numero legale, mettendo in luce l’inadeguatezza gestionale del Sindaco e della sua squadra. Il Consiglio era stato convocato “ad arte” per revocare una delibera di agosto su cui gravava un recente ricorso al Tribunale amministrativo regionale, che si dovrà esprimere in merito giovedì 20 novembre (cioè domani), un atto presentato per accertare l’incompatibilità di alcuni consiglieri di maggioranza e presentato da altri tre consiglieri comunali. I consiglieri Cristina Tartabini e Stefano Battaglioni del gruppo Fratelli d’Italia ed il sottoscritto, in evidente conflitto d’interessi in quanto proponenti del ricorso, sono stati costretti ad abbandonare l’aula, come consigliato dal loro legale. Purtroppo il sindaco convocando volutamente il Consiglio comunale prima della sentenza ha di fatto impedito ai consiglieri di esprimere il loro voto, su un argomento di fondamentale importanza per il paese, e di svolgere correttamente il loro ruolo di amministratori».
«Quello a cui abbiamo assistito – continua – non è un semplice errore di procedura, ma una manovra messa in atto per evitare volutamente che si facesse chiarezza su una questione importante riguardo alla regolarità delle votazioni fino ad oggi fatte in merito alla società Sarnano terzo millennio. Comunque la nostra più grande preoccupazione è per Sarnano, sui tempi persi e sulle procedure sbagliate, che Fantegrossi e Piergentili hanno voluto portare avanti insieme, palesando e certificando questa nuova alleanza “fatta a tavolino”, fuori dalle urne, che non può essere accettata dai sarnanesi e che sta portando risultati disastrosi come già visto sulla questione Terme, dove servirà fare chiarezza su quanto di clamoroso abbiamo assistito, con assenza di numeri in maggioranza addirittura per correggere una propria delibera sbagliata che avevano voluto portare misteriosamente avanti contro tutto e contro tutti. Siamo pronti chiaramente a confrontarci nell’ interesse di Sarnano e delle Terme per seguire quella che era la strada che da sempre abbiamo indicato».
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