Nazareno Rocchetti con il suo “Cristo delle Marche”
Il giusto tributo a una colonna portate della vita artistica e sportiva del territorio. Dall’8 ottobre, nella sala espositiva Ga.Ba. di piazza Vittorio Veneto a Macerata, si potrà vivere un’esperienza che va ben oltre la fotografia. Si alza così il sipario su “…quando il cuore va oltre”, una mostra che non vuole essere una semplice retrospettiva, ma una dichiarazione profonda di affetto e stima tra due uomini, due artisti, due amici: Paolo Cudini e il cingolano Nazareno Rocchetti, scomparso lo scorso maggio.
Il fotografo maceratese, con oltre quarant’anni di carriera nella fotografia umanista e nella street photography, torna nella sua città con una selezione di scatti – molti dei quali inediti – che raccontano l’anima e il gesto creativo di Rocchetti, scultore, pittore, poeta, attore, visionario. E, come amava definirsi lui stesso, Folle. L’iniziativa si inserisce all’interno dell’Overtime festival, ma è qualcosa che sfugge ai confini di un evento: è il ritratto intimo di un’amicizia, di un sodalizio silenzioso e potente tra chi guarda e chi si lascia guardare.
«Tra me e lui non servivano tante parole – racconta Cudini – Riuscivo a percepire cosa volesse dai miei scatti. Non era un lavoro, era solo stare a contatto con un Artista che negli anni mi ha ricompensato con la sua Amicizia». In mostra si potranno osservare gli ultimi dieci anni di attività di Rocchetti, colti dall’obiettivo con una delicatezza che solo la conoscenza reciproca più profonda può garantire: c’è il gesto della creazione, la materia trasformata in forma, il calore delle fiamme usate per dipingere, la motosega che scolpisce il legno con precisione istintiva, e ci sono anche gli abbracci, i sorrisi, le dediche, le presenze degli amici più intimi.
Nazareno Rocchetti e Paolo Cudini
Il titolo della mostra nasce da un episodio preciso: Cudini aveva regalato a Nazareno un libro con i suoi ritratti. «Era obbligato a mostrarlo a chiunque entrasse nel suo studio» racconta il fotografo, quasi con tenerezza. E da quella complicità nasce l’urgenza di esporre a Macerata, nel luogo dove Rocchetti, ogni anno, era una presenza viva dell’Overtime Festival.
«Portarlo in mostra a Macerata è il mio modo di ricordare un grande artista che in poche ore, con una motosega in mano, trasformava un tronco di legno in una grande Opera. Vi anticipo: questo è solo l’inizio» confida Cudini, lasciando intendere che la mostra potrebbe essere il primo passo di un omaggio più ampio e duraturo.
Decisivo, nel realizzare l’iniziativa, il dialogo con la famiglia Rocchetti e con Michele Spagnuolo, organizzatore di Overtime, che ha sostenuto sin da subito la volontà di rendere onore non solo allo sportivo, ma al genio poliedrico che Nazareno è stato.
Il percorso espositivo diventa così un modo per far “rivivere” Rocchetti. Un ritorno che commuove, anche nei ricordi più recenti. «Il nostro legame era quotidiano – spiega Cudini – fatto di telefonate in cui, anche nell’ultimo e più difficile periodo, Nazareno sminuiva i suoi problemi con un ricorrente Non sto tanto bene ma non mi lamento».
«Questa mostra è interamente dedicata all’amicizia» aggiunge il fotografo. Un’amicizia che si fa immagine, memoria, racconto, e soprattutto testimone. Perché, come conclude lo stesso autore, «solo vedendo certi scatti si può percepire che una foto non è un semplice ritratto. Per me la fotografia non è solo un ricordo o una cartolina; è entrare nell’anima e far rivivere nel tempo la grande persona che era Nazareno Rocchetti».
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