Ivo Costamagna
A Recanati nominato un nuovo coordinatore di Azione, Roberto Terrucidoro, da Macerata però lamentano «Bene nuove nomine ma il segretario regionale ascolti i territori, sembra concepire il ruolo più come incarico monarchico che come una funzione di coordinamento. E che saremmo stati con Acquaroli lo ha dichiarato lui, smentito dalla maggioranza della base marchigiana». La questione interna la sollevano il presidente di Azione Macerata Ivo Costamagna, il segretario Stefano Vallesi, e i vice segretati Leonardo Piermattei e Alessio Botticelli.
«Apprendiamo della nomina di Terrucidoro a coordinatore di Recanati. Come Azione Macerata, siamo sempre lieti di vedere nascere nuove realtà territoriali che si riconoscono nei nostri valori e programmi. Ci lascia però perplessi, ancora una volta, il metodo del segretario regionale Tommaso Fagioli, che sembra concepire il ruolo più come un incarico monarchico che come una funzione di coordinamento. Decisioni calate dall’alto, comunicate a giochi fatti, senza il minimo confronto con i territori e con gli organismi preposti. Non è un episodio isolato. Lo stesso è accaduto con la competizione regionale in corso: nonostante il “liberi tutti” stabilito dal partito nazionale, il segretario ha tenuto a dichiarare pubblicamente che Azione sarebbe andata con Acquaroli — affermazione smentita dalla maggioranza della base marchigiana. A ciò si aggiunge il mancato rispetto delle regole statutarie: la nomina di un coordinatore richiede almeno 20 iscritti nel territorio (o 10 per un incarico provvisorio che è, tra l’altro, di competenza del direttivo provinciale di Macerata). Numeri che, per quanto ci risulta, non ricorrono. Questo testimonia la non conoscenza, o peggio, la non curanza delle regole statutarie di un partito, dove un segretario regionale uscente prende decisioni che aspettano al direttivo provinciale di Macerata, non rispettando, di fatto, la rappresentanza politica provinciale e confermando la sua visione di “uomo solo al comando” del partito regionale. Se il segretario avesse scelto il dialogo, mettendoci in contatto con il nuovo coordinatore, saremmo stati i primi a collaborare per far crescere un’altra realtà provinciale. Ma quando un partito diventa terreno di posizionamento personale anziché progetto di crescita condiviso, il risultato è sotto gli occhi di tutti».
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