«Turismo moscio e Pronto soccorso in tilt»
Matteo Ricci attacca il sistema Acquaroli

REGIONALI - Il candidato governatore commenta la presenza di visitatori nel territorio e l'intasamento degli ospedali, parlando di «soldi buttati in nulla a partire dalla campagna ‘Let’s Marche’ che non è stata capita nemmeno da chi l’ha fatta»

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Matteo Ricci durante il tour “on the beach” tra Civitanova e Porto Recanati (foto di Federico De Marco)


«Purtroppo l’avvio della stagione è un avvio molto moscio. Questo è quello che ci dicono in giro». Matteo Ricci, europarlamentare Pd e candidato alla presidenza della Regione alle prossime elezioni, lancia un doppio affondo su turismo e sanità, puntando il dito contro l’attuale amministrazione regionale.
«Speriamo che la seconda parte della stagione vada meglio. Durante il tour tra le spiagge che sto facendo però – ha commentato Ricci – i vari operatori turistici che sto incontrando mi raccontano di una stagione sottotono. Questo è preoccupante perché sul turismo abbiamo dei margini di crescita spaventosi. Siccome pare che uno dei motivi per cui questa stagione rischia di essere moscia sarebbe collegato al potere d’acquisto dei marchigiani che si è ridotto, noi scontiamo un problema strutturale che è quello di essere, purtroppo, la penultima regione d’Italia per presenze di turisti stranieri».

Secondo l’europarlamentare, l’attuale modello turistico non è all’altezza del potenziale delle Marche. «Se il mercato interno è in difficoltà, il non essere attrezzati per avere una presenza di turisti stranieri maggiore ci penalizza. Perché le città d’arte in Italia sono piene di turisti stranieri anzi si pongono il problema di limitare il numero degli stranieri per un turismo più sostenibile. Per questo abbiamo margini di crescita incredibili. In questi anni hanno buttato milioni di euro in quel carrozzone dell’Atim che sarà la prima cosa che chiuderò una volta in Regione. Parliamo di soldi buttati in nulla a partire dalla campagna ‘Let’s Marche’ che non è stata capita nemmeno da chi l’ha fatta»

matteo-ricci-in-gommone-civitanova-FDM-11-325x216Ricci propone un cambio di paradigma: «Noi dobbiamo puntare ad un turismo del buon vivere, della qualità della vita, ad un turismo culturale che valorizzi le nostre bellezze storiche e artistiche, che si affianchi al turismo gastronomico, ambientale e balneare. Dobbiamo diventare una regione leader in Europa per la qualità della vita, perché il buon vivere che c’è nelle Marche non c’è da nessun’altra parte».

Non meno critico il giudizio sul sistema sanitario marchigiano, soprattutto nel periodo estivo. «Sul piano sanitario il mese d’agosto è un mese particolare perché c’è meno domanda rispetto alle visite eppure si stanno comunque intasando i pronto soccorso perché non ci sono le guardie mediche e i medici di base (ovviamente) cominciano a prendersi qualche giorno di ferie. Succede quindi che tutti vanno al pronto soccorso, anche se hanno un codice verde o un codice bianco, intasandolo e rimanendo ore e ore ad aspettare. Mi stanno arrivando tantissime segnalazioni da parte di cittadini che mi raccontano problemi e storie agghiaccianti, che testimoniano di come la sanità negli ultimi anni sia notevolmente peggiorata. Non vedere queste cose non significa essere di destra o di sinistra, significa essere degli irresponsabili».

La ricetta di Ricci è chiara: «La prima cosa che chiederò da presidente della Regione Marche alla Presidente del Consiglio sarà quella di finanziare la sanità almeno al 7% del Pil perché altrimenti non riusciremo ad assumere né medici né infermieri. Si tratta di una misura fondamentale anche per chi lavora nella medicina di emergenza-urgenza che sta subendo ritmi di lavoro massacranti. Dobbiamo ringraziarli e riconoscere i loro sforzi, ma non possono continuare ad andare avanti così, con un sistema che negli ultimi 5 anni ha portato all’aumento delle liste d’attesa, ad una Regione che spende 160 milioni l’anno per far curare i marchigiani fuori regione e ad una sanità sempre più privata, con un marchigiano su dieci che rinuncia alle cure perché non trova risposte nel pubblico e non ha i soldi per andare dal privato. Noi non accetteremo mai questo sistema sempre più privatistico ed è un sistema che vogliamo ribaltare, per questo investiremo davvero nella sanità pubblica e nel diritto alla salute per tutti».

 

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