A Villa Cola “spunta” l’università Link:
«Com’è possibile nonostante i tanti no?
Chiesto accesso agli atti in Regione»

MACERATA - Viene segnalato anche un via vai di trasportatori. L'onorevole Irene Manzi e il consigliere regionale Romano Carancini: «L’apparizione del cartello dell’ateneo privato solleva nuovi e importanti interrogativi sulla reale gestione e sul futuro delle strutture universitarie nelle Marche. Pretendiamo un immediato chiarimento»

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Il pannello della Link a Villa Cola

(foto di Fabio Falcioni)

La Link University è arrivata a Macerata. Per ora c’è un cartello spuntato nella storica Villa Cola di viale Martiri della Libertà dove viene segnalato un via vai di trasportatori che va avanti da giorni. Nel cartello è ben specificato Università Link – Sede di Macerata. Un cartello che ha destato la preoccupazione del consigliere regionale Romano Carancini e dell’onorevole Irene Manzi che si domandano cosa stia accadendo a Villa Cola. «La recente apparizione del cartello Link Campus solleva nuovi e importanti interrogativi sulla reale gestione e sul futuro delle strutture universitarie nella Regione.

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Nonostante i numerosi no e le forti opposizioni espresse negli ultimi mesi, la Link Campus è ormai arrivata nelle Marche, come dimostra proprio questo cartello. Esprimiamo forte preoccupazione e pretendiamo un immediato chiarimento: cosa sta realmente succedendo? Come è possibile che, nonostante le contrarietà e i dubbi sollevati, si stiano già sottoscrivendo accordi e avviando operazioni sul territorio? In tal senso, è stata già depositata una richiesta ufficiale di accesso agli atti alla Regione per acquisire tutte le informazioni necessarie riguardanti autorizzazioni, piani di utilizzo e soggetti coinvolti nella trasformazione di Villa Cola e nelle strutture adiacenti, come i dormitori di Erdis ed Ersu e il Cus dell’Università di Macerata. Questa vicenda non riguarda solo un patrimonio storico o culturale, ma il futuro stesso del nostro sistema universitario e la trasparenza con cui la Regione intende governare tali processi. È fondamentale che ogni passo venga condiviso con i cittadini, perché la comunità ha diritto di sapere e di partecipare alle decisioni che riguardano il proprio territorio».

È della scorsa settimana la condanna del fondatore dell’ateneo privato, l’ex ministro Vincenzo Scotti a cinque anni e sei mesi. La sentenza di primo grado al tribunale di Firenze. Stessa pena per l’allora direttore generale dell’ateneo Pasquale Russo e l’ex rettore Claudio Roveda. Le accuse erano di falso e associazione per delinquere. La Link university e la volontà di aprire sedi a Macerata (Odontoiatria), Ascoli, Fano ha generato un grande dibattito nei mesi scorsi con gli atenei che si sono schierati contro l’apertura della Regione ad aprire. La contestazione al processo di Firenze riguardava fatti che sarebbero avvenuti tra il 2016 e il 2018 per far ottenere titoli di studio a decine di agenti di polizia.

 

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