Il pannello della Link a Villa Cola
(foto di Fabio Falcioni)
La Link University è arrivata a Macerata. Per ora c’è un cartello spuntato nella storica Villa Cola di viale Martiri della Libertà dove viene segnalato un via vai di trasportatori che va avanti da giorni. Nel cartello è ben specificato Università Link – Sede di Macerata. Un cartello che ha destato la preoccupazione del consigliere regionale Romano Carancini e dell’onorevole Irene Manzi che si domandano cosa stia accadendo a Villa Cola. «La recente apparizione del cartello Link Campus solleva nuovi e importanti interrogativi sulla reale gestione e sul futuro delle strutture universitarie nella Regione.
Nonostante i numerosi no e le forti opposizioni espresse negli ultimi mesi, la Link Campus è ormai arrivata nelle Marche, come dimostra proprio questo cartello. Esprimiamo forte preoccupazione e pretendiamo un immediato chiarimento: cosa sta realmente succedendo? Come è possibile che, nonostante le contrarietà e i dubbi sollevati, si stiano già sottoscrivendo accordi e avviando operazioni sul territorio? In tal senso, è stata già depositata una richiesta ufficiale di accesso agli atti alla Regione per acquisire tutte le informazioni necessarie riguardanti autorizzazioni, piani di utilizzo e soggetti coinvolti nella trasformazione di Villa Cola e nelle strutture adiacenti, come i dormitori di Erdis ed Ersu e il Cus dell’Università di Macerata. Questa vicenda non riguarda solo un patrimonio storico o culturale, ma il futuro stesso del nostro sistema universitario e la trasparenza con cui la Regione intende governare tali processi. È fondamentale che ogni passo venga condiviso con i cittadini, perché la comunità ha diritto di sapere e di partecipare alle decisioni che riguardano il proprio territorio».
È della scorsa settimana la condanna del fondatore dell’ateneo privato, l’ex ministro Vincenzo Scotti a cinque anni e sei mesi. La sentenza di primo grado al tribunale di Firenze. Stessa pena per l’allora direttore generale dell’ateneo Pasquale Russo e l’ex rettore Claudio Roveda. Le accuse erano di falso e associazione per delinquere. La Link university e la volontà di aprire sedi a Macerata (Odontoiatria), Ascoli, Fano ha generato un grande dibattito nei mesi scorsi con gli atenei che si sono schierati contro l’apertura della Regione ad aprire. La contestazione al processo di Firenze riguardava fatti che sarebbero avvenuti tra il 2016 e il 2018 per far ottenere titoli di studio a decine di agenti di polizia.
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Sono come i rapinatori, li cacci dalla porta e ti rientrano dalla finestra …..
rispuntano come l’erbaccia
Trattasi di inziativa privata, sarà il mercato a decidere se sarà un successo o meno. Di certo non entrerà in conflitto con UNIMC che ha facoltà solo umanistiche. Finalmente una facoltà scientifica anche nella nostra città. Ogni nuova inziativa in città va incoraggiata. Con i costanti “no” si muore. Il PD ricordi i no che pronunciò e che hanno fermato lo sviluppo di Macerata per decenni: alla bretella Mattei La Pieve che la Quadrilatero voleva fare quando realizzò la superstrada; al palazzeto dello sport nuovo a Villa Potenza che voleva realizzare un privato unitamente ad un supermercato; all’apertura della Facoltà di Agraria a Macerata; alla realizzazione del Centro Commerciale Simonetti (dopo aver incassato in anticipo somme ingentissime) ecc. ecc. Ma in effetti sono gli eredi del PCI che era contrario anche alla costruzione della autostrade nel dopoguerra.
«Gli uomini, le donne e i bambini della comunità erano diventati qualcos’altro, dal primo all’ultimo. E ognuno era nostro nemico, compresi quelli che avevano le facce, gli occhi, i gesti e il modo di camminare dei nostri amici e parenti. Non c’erano alleati per noi, chiusi là dentro, e già il contagio andava diffondendosi fuori città.»
(Jack Finney, L’invasione degli ultracorpi)