Giuseppe Conte
Il leader dei 5 Stelle Giuseppe Conte chiede a Matteo Ricci di chiarire quanto prima sull’indagine mentre dal fronte della destra arrivano attacchi persino dal generale Roberto Vannacci. Matteo Ricci, candidato governatore del centro sinistra, e sostenuto anche dai 5 Stelle, nel pomeriggio ha reso noto di essere indagato per una indagine che lo coinvolge come sindaco di Pesaro, la cosiddetta inchiesta Affidopoli.
Sulla vicenda Giuseppe Conte in una nota ha commentato: «Come Movimento 5 Stelle rispettiamo il lavoro autonomo e indipendente della magistratura e non sottovalutiamo le ipotesi accusatorie contenute nell’avviso di garanzia, ma ci riserviamo di valutare approfonditamente le contestazioni mosse a Ricci, al fine di comprendere se gli venga mossa una semplice contestazione per spese del Comune non corrette o se vi siano gli elementi di una condotta disonesta, che ha portato a indebiti vantaggi personali – condotta questa che sarebbe incompatibile con i nostri principi e i nostri valori». L’ex premier conclude dicendo di augurare a Ricci «di chiarire al più presto con l’autorità giudiziaria questa vicenda così da diradare tutti gli eventuali dubbi e poter svolgere in piena serenità la prossima campagna elettorale».
Roberto Vannacci durante l’ultima visita a Macerata
A pungolare l’europarlamentare dem è persino Roberto Vannacci. «Ma loro non erano quelli della questione morale? – scrive il generale leghista su Facebook – dopo il sindaco di Milano Sala indagato nell’ambito dell’affaire urbanistica di milano; dopo il sindaco di Prato del Pd Ilaria Buggetti dimissionaria e indagata per corruzione; dopo il sindaco di Sorrento Massimo Coppola, sostenuto dal Pd, arrestato 2 mesi fa per reati contro la pubblica amministrazione; dopo l’ex presidente del Pd della provincia di Salerno Franco Alfieri, arrestato per la seconda volta nell’ambito dell’inchiesta su rapporti tra politica e clan; dopo il governatore della Sardegna del Movimento 5 Stelle Alessandra Todde dichiarata decaduta per ben sette (non una, ma sette) irregolarità nella rendicontazione delle campagna elettorale. Ora arriva l’avviso di garanzia anche a Matteo Ricci, candidato del Pd quale governatore delle Marche. Aspetto, come nelle migliori tradizioni dei forcaioli della sinistra, che ora arrivino anche per Ricci le richieste di dimissioni. Come hanno detto sul mio conto Ranucci e Gramellini, ora Ricci ha tutti i requisiti per fare il candidato governatore».
Elena Leonardi, coordinatrice regionale di FdI
Affila le armi anche Fratelli d’Italia, con in prima fila la coordinatrice regionale Elena Leonardi che stuzzica gli alleati del Pd, il Movimento 5 Stelle. «A Ricci non è bastato fuggire in questi mesi dalle ripetute domande sul suo coinvolgimento in “Affidopoli” che gli sono state rivolte, anche da Fratelli d’Italia e dalla Commissione di controllo appositamente istituita in Comune che lo aveva convocato ripetutamente senza ricevere risposta – dice la senatrice Fdi – siamo e restiamo garantisti ma di certo, sotto il profilo politico, una domanda viene spontanea: adesso che farà Giuseppe Conte e il M5S? Continueranno a sostenere l’indagato Ricci?».
Critica politica dura, seppur nel rispetto della posizione garantista del suo partito, anche dall’assessore regionale Francesco Baldelli.
L’assessore regionale Francesco Baldelli
«Un avviso di garanzia riguarda solo la sfera giudiziaria e, solo alla fine del procedimento, potremo fare completamente chiarezza sulle responsabilità penali in merito agli affidamenti nel periodo in cui Matteo Ricci era primo cittadino di Pesaro – rilancia Baldelli – la politica non deve sostituirsi ai giudici. Ma una condanna è già stata pronunciata ed è sempre politica sul cosiddetto “Sistema Pesaro”. Un modello a senso unico che ha messo in ginocchio le casse della Provincia di Pesaro-Urbino sino a violare le regole del patto di stabilità quando Ricci era presidente; che avrebbe imposto a tutte le Marche la follia degli ospedali unici, con la conseguente chiusura di tutti gli altri indebitamente considerati “minori”; che puntava sull’aeroporto di Rimini snobbando quello di Ancona, oggi un’infrastruttura rilanciata dalla giunta Acquaroli che ha inanellato record su record. Un “Sistema Pesaro” che è giunto oramai al capolinea».
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Giuseppe l’ha già messo in lockdown.
E tutti i giorni tampone.