I lavori in largo Beligatti
di Luca Patrassi
Macerata si prepara a vivere un’esperienza artistica e architettonica di rilievo. Grazie a un accordo sottoscritto ieri tra il Comune e la Fondazione Cossiri, la città ospiterà per i prossimi cinque anni tre opere monumentali di Dante Ferretti, lo scenografo maceratese tre volte premio Oscar e orgoglio marchigiano. Le tre sculture – Enolo, Fornaro e Pasticcina – fanno parte della celebre serie “Il popolo del cibo”, creata da Ferretti in occasione di Expo Milano 2015 come omaggio visionario alla nutrizione, all’identità dei territori e alla bellezza della materia.
Le opere reinterpretano in chiave contemporanea i ritratti fantastici del pittore manierista Arcimboldo (Milano 1527-1593), fondendo prodotti della terra e forme umane in sculture sorprendenti, ironiche e profondamente evocative. Un ritorno simbolico e identitario. Dopo le mostre al Moma di New York, a Tokyo, Pechino, Mosca, Buenos Aires e Rio de Janeiro, le tre imponenti figure tornano a parlare italiano. E lo fanno nel cuore di Macerata, in largo Beligatti, uno spazio recentemente rigenerato, ripensato come luogo di incontro, cultura e nuova vitalità urbana.
Pasticcina
A firmare il progetto di restauro di largo Beligatti è stata l’architetto Silvano Lisi, peraltro la riqualificazione dell’area è stata nel 2005, con i Piani di recupero, al centro di un elaborato tecnico firmato dall’architetto Guido Strinati. Il recupero del seicentesco lacerto dell’antico chiostro di San Lorenzo, con il suo portico riaperto al piano terra (che sarà vetrato), si presenta come un ottimo contenitore per esporre in sicurezza al pubblico le tre grandi statue colorate, mentre il corridoio al primo piano, connesso al bastione di guardia delle mura su viale Puccinotti, diventerà uno spazio per piccole mostre temporanee.
L’area, facilmente accessibile e centrale, si trasformerà in una piccola ma preziosa piazza dell’arte pubblica, in un belvedere sui Sibillini, in uno luogo identitario della memoria collettiva in cui i cittadini e visitatori potranno ammirare gratuitamente tre opere di straordinario valore artistico e simbolico. Un’alleanza per la cultura. La convenzione tra il Comune e la Fondazione Cossiri – approvata con delibera di giunta giovedì scorso – prevede il prestito delle opere per un quinquennio, rinnovabile per altri cinque anni.
Enolo
«Portare le opere di Ferretti a Macerata non è solo un gesto di bellezza – osserva l’assessore comunale Silvano Iommi -, ma un segnale di rispetto della città natale del maestro Ferretti, un segnale di identità, apertura e ambizione. È un modo per riscoprire la vocazione artistica della nostra città e restituire ai cittadini un bene culturale vivo, accessibile, capace di dialogare con il presente. Il futuro rilancio del centro storico e della città inizia anche dall’arte in tutte le sue declinazioni».
Con questa iniziativa, dopo la recente apertura di largo Li Madou, fortemente voluta e cercata dall’assessore Iommi, Macerata rafforza il suo profilo culturale e rilancia la vocazione internazionale della città. «Le figure di Enolo, Fornaro e Pasticcina diventano nuovi custodi urbani – conclude l’assessore -, testimoni di una comunità che crede nella cultura, anche gastronomica, come chiave di sviluppo e nella bellezza come linguaggio universale. Un nuovo capitolo si apre, dunque, per Macerata, dove la grande arte abita le piazze e il futuro si scolpisce nel presente. L’inaugurazione di questo luogo è prevista per fine settembre».
La parte interna restaurata
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No, il portico vetrato proprio no!
Queste opere come altre rigenerano senz’altro qualcuno o qualcosa, non credo la città di Macerata che avrebbe bisogno di essere rigenerata diversamente (strade, verde pubblico ecc.), ma non con lavori che nulla hanno a che fare con la loro origine.