Ricci e 5 Stelle come Coppi e Bartali:
nell’estate della bicicletta,
manca la borraccia

SOTTO QUESTO SOLE - Corsa solitaria del candidato Pd, i pentastellati non vogliono fare i gregari. In provincia i pedali girano tra ciclovie, Giro d'Italia e imprese come quella dell'autista Contram Tonino Pieroni (da Camerino a Capo Nord sul sellino)

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La borraccia dei 5 Stelle marchigiani di Giorgio Fede arriverà tra le mani del candidato governatore Matteo Ricci? (foto generata con supporto Ai)

di Leonardo Giorgi

È la stagione della bicicletta, almeno in provincia. Sullo stesso asfalto timidamente bagnato dal sole sono passati a pedalare (non allo stesso tempo e, si presume, non con gli stessi tempi) nell’ordine: un candidato alla presidenza della Regione Marche che tenta di ricucire un territorio e un collage anti-Acquaroli che abbia le fattezze di una proposta politica coerente (leggi l’articolo); un eroico autista di bus, Tonino Pieroni, che vuole portare la sua bicicletta e le bellezze della sua città – Camerino – attraverso l’Europa centrale, fino a Capo Nord (leggi l’articolo); centinaia di ciclisti professionisti che – quelli sì – sono riusciti davvero a unire la popolazione in una festa battezzata, chilometro per chilometro, dal passaggio della carovana rosa del Giro d’Italia (leggi l’articolo). Anche tra le crepe e il coraggio di Valfornace che, nonostante le cicatrici del terremoto del 2016, si prepara con entusiasmo alla prossima edizione della Gran fondo dei Sibillini (leggi l’articolo).

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Lo striscione che ha salutato i ciclisti a Pievebovigliana (Valfornace)

È la stagione della bicicletta anche perché, a ben vedere, sono molteplici i Comuni del Maceratese che si sono adoperati nelle ultime settimane per i lavori (da Civitanova a Montecassiano) sulle proprie piste ciclabili. Senza dimenticare il capoluogo stesso, con la futura ciclovia di 40 chilometri intorno alla città, il cui finanziamento è stato approvato alla fine dello scorso anno (leggi l’articolo).

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Matteo Ricci in bicicletta a Camerino

Come mai? Cosa c’è dietro alla gioia della bicicletta? A questa domanda non si può rispondere davvero. Più o meno, ognuno si è fatto una propria idea, costruita fin da piccoli, mentre le gambe sembravano continuare a pedalare di notte sotto le lenzuola – stanche per l’infinito pomeriggio d’estate; trepidanti per un’altra mattinata di bici.

Possiamo, però, indagare sui significati, improvvisandoci semiotici della bicicletta. Per farlo, andiamo a prendere le parole di chi, in un certo senso, ha inaugurato la stagione della pedalata. Torniamo al candidato, a Matteo Ricci: «Il nostro simbolo è la bicicletta, il loro simbolo è il divano. Perché questa è una regione ferma, dormiente, che si accontenta della mediocrità». Difficile non essere d’accordo. Basti pensare alla questione aeroporto e alle tratte risicate: se si vuole essere sicuri di arrivare nelle varie destinazioni europee, è meglio seguire la scia del già citato tramviere di Camerino.

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Tonino Pieroni accolto dall’ambasciata italiana a Copenaghen

Non che il divano sia sempre da sottovalutare però. È quello che le forze progressiste fuori dal Pd sembrano dire a Ricci. L’iperattivismo dem sulla Sanità marchigiana nella decade di Ceriscioli e compagni non va ancora giù ai pentastellati. Nell’ultimo incontro con il Pd regionale in cerca di una fumata bianca (non arrivata), il Movimento 5 stelle marchigiano (guidato da Giorgio Fede) ha avanzato la richiesta dell’assessorato alla Sanità, da affidare «a chi non ha alcuna responsabilità nel processo pluridecennale del suo smantellamento» (leggi l’articolo). Le forze progressiste, in generale, non hanno gradito lo scatto in avanti di Ricci e non sono sicure di accettare ruoli da gregari: «È tempo che nel dibattito sulle prossime elezioni regionali si sposti l’attenzione dalle facce dei candidati alle proposte che interessano realmente i cittadini» avevano detto poche ore prima dell’ultimo confronto con il candidato. Il tavolo del centrosinistra tornerà a riunirsi il 26 maggio.

Nell’estate della bicicletta, se la volata di Ricci dovesse finire felicemente al traguardo con le braccia spalancate, qualcuno potrebbe fantasticare e vedere Pd e 5 Stelle fianco a fianco come nella foto della borraccia dei «carissimi nemici» Coppi e Bartali al Tour de France del 1952. Attenzione però: i ciclisti d’oltralpe la borraccia la chiamano bidon.

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