Roberto Cherubini del Movimento 5 Stelle con la maglia contro il centro commerciale
Stop in Consiglio al centro commerciale Simonetti a Piediripa (leggi l’articolo). Esultano i consiglieri Sabrina De Padova (Gruppo misto) e Roberto Cherubini (M5S) che definiscono «epocale» il voto in assise che ha fermato un progetto di cui si discute da anni. Non solo De Padova, ma anche Giordano Ripa e Claudio Carbonari (tutti e tre ex consiglieri di maggioranza oggi nel Gruppo misto) si sono espressi contrariamente al centro commerciale e i loro voti fanno parte dei 15 no. «Una proposta – dice De Padova – che, nonostante sia stata ripresentata più volte nel corso delle legislature, si è sempre dimostrata miope e profondamente sbagliata. Questa bocciatura non è solo una decisione amministrativa: è un atto politico e civico di responsabilità, a tutela del territorio, del commercio locale, della qualità della vita e dell’ambiente. È la dimostrazione che un’altra idea di sviluppo è possibile, e che la voce di chi difende il bene comune può ancora farsi sentire».
L’ex consigliera della civica Parcaroli si dice quindi orgogliosa di aver portato avanti questa battaglia: «Mentre mi recavo in aula per votare, un assessore mi ha comunicato che per il mio precedente intervento critico contro il progetto del centro commerciale Simonetti potrei essere querelata – confida De Padova -. Non saranno le minacce a fermarmi. I cittadini hanno il diritto di sapere chi ha scelto di stare dalla parte del territorio. Ancora una volta la maggioranza ha obbedito ciecamente a logiche di partito, senza ascoltare le reali esigenze del territorio. Ma è stata costretta a fare un passo indietro».
Sabrina De Padova, consigliera del Gruppo misto
Il consigliere pentastellato Cherubini, in assise con la maglietta per dire #stopaicentricommerciali, accende i riflettori – ringraziandoli – su «chi ha tenuto la schiena dritta e cioè i cinque consiglieri di maggioranza che non hanno seguito il vento, e Ulderico Orazi che ha giustamente fatto una scelta politica. Credo che la presenza dei cittadini sia stata essenziale a dimostrazione che libertà è partecipazione». Nel suo intervento in Consiglio ha stilato prima una analisi per motivare la sua posizione contraria: «Macerata è una città tra mare e montagna e gareggiare con Civitanova sui centri commerciali è da irresponsabili. Gli utenti sono sempre gli stessi anzi, la popolazione maceratese diminuisce, i soldi sono sempre di meno e il potere di acquisto crolla a vista d’occhio». Poi la richiesta al sindaco di uscire allo scoperto: «Questo consiglio comunale è stato eletto dai cittadini per prendere decisioni e se questa operazione sta passando qui è perché è stata chiesta una variante al progetto autorizzato a suo tempo. Nessuno e tanto meno il sindaco può quindi dire che ha le mani legate. I ricorsi paventati? Tutte le sentenze hanno sempre dato ragione alla scelta dei consigli comunali perché se un atto passa in Consiglio il consigliere può e deve votare liberamente sì o no, senza ricatti basati sul nulla».
La discussione in Consiglio
Cherubini ha poi tirato in ballo, citando le domande dei maceratesi, anche gli amministratori del passato: «Basta girare per le strade di Macerata e chiedere alle persone cosa pensano. Alcuni ti chiedono “Ma è vero che l’ha approvato Carancini?”, gli rispondi sì: l’hanno approvato Meschini e Carancini, ma se occorre una variante in Consiglio è diventato un’altra cosa e ogni consigliere è legittimato a dire no.
Altri ancora ti dicono: “Ma la destra era contraria e urlava in Consiglio, ora cosa è successo per cambiare così repentinamente idea?”». Il consigliere pentastellato si è poi rivolto al collega Pierfrancesco Castiglioni (FdI): «Le mie orecchie e le telecamere hanno registrato almeno tre volte sue dichiarazioni in questa assise di contrarietà al nuovo centro commerciale, alle quali come sempre ha aggiunto le responsabilità di chi governava prima. Con la sua posizione sta facendo quello che solo Nadia Comaneci riusciva a fare sulla pedana e cioè un triplo salto mortale in avanti e un ritorno repentino con un unico salto mortale. Credo che i maceratesi non possano comprendere questi repentini cambiamenti, per cui poi non possiamo lamentarci se pensano che la politica anteponga gli interessi personali al bene di tutti». E poi ai colleghi della Lega, citando Anna Menghi, ha ricordato che nel 2018 in Consiglio lei stessa disse che «il nuovo centro commerciale è una iattura per questa città. Stiamo parlando di pura speculazione e la politica, a questo punto, deve decidere se consentire o non consentire». Allora Cherubini dice: «Non vedo come si possa contraddire Anna Menghi senza indurre nei cittadini domande sul perché di una tale svolta».
E infine al sindaco Parcaroli: «Indossavo questa stessa maglia, che ora è sbiadita, quando il vecchio sindaco ci etichettava come ignavi per questa nostra battaglia – conclude Cherubini -, ma noi siamo stati sempre sulla medesima posizione mentre le altre bandierine ondeggiavano a destra e sinistra a seconda della convenienza politica. La mia esperienza politica, che si sta per concludere, mi fa dire purtroppo che spesso la politica in cerca di carriere e interessi personali segue il vento come i surfisti anziché ascoltare le persone e perseguire il bene comune».
(g. san.)
Se ho ben capito, non è uno stop al nuovo centro commerciale, ma alle nuove varianti. Che vuol dire, che potranno farlo alla vecchia maniera come era già stato progettato ed approvato?
Ma per voi la colpa è sempre degli altri, chissà quando vi assumerete le nostre responsabilità!!!
La maggioranza dov'è andata al mare??
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ma quale stop al centro commerciale a qualcuno sfugge che se la ditta Simonetti volesse, il centro commerciale lo può sempre realizzare con le autorizzazioni già concesse precedentemente.
sicuramente chi ha votato no o si è astenuto avrà valutato a quali eventuali rischi l’amministrazione e la citta’ di Macerata potrebbero essere esposti.