«Se Acquaroli non ha nulla da nascondere,
venga in aula e affronti
la proposta di soppressione dell’Atim»

REGIONE - Il Pd invoca a gran voce che, a 15 mesi dalla presentazione, la proposta venga finalmente discussa in consiglio regionale. L'ex sindaco di Macerata Romano Carancini: «La relazione della commissione d’inchiesta è lacunosa e fuorviante, nessun approfondimento sulla questione Aeroitalia che ha portato a un contenzioso». Fabrizio Cesetti: «Chiediamo una autentica commissione per verificare se qualcosa è “sfuggito” a chi ha indagato sulla gestione Bruschini». Si schiera in difesa di Acquaroli il consigliere di Fdi Andrea Putzu: «Dovrebbero apprezzare la trasparenza del governatore e guardare l'operato di Matteo Ricci sul caso Affidopoli»

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Il gruppo consiliare Pd in Regione

Ben 15 mesi. È il tempo trascorso da quando il Pd aveva depositato la proposta di legge per la soppressione dell’Atim. Era il gennaio 2024 e da allora il documento non è ancora mai arrivato sui banchi del consiglio regionale. Ma dopo le conclusioni della commissione d’indagine interna sull’operato dell’ente ecco che i consiglieri dem tornano all’attacco.

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Anna Casini

«Per tre anni – afferma la capogruppo dem Anna Casiniabbiamo presentato decine di atti ispettivi sul modo di agire opaco di Atim al fine di ricevere chiarimenti dalla giunta regionale, ma il presidente Acquaroli è sempre stato un muro di gomma.

Oggi, alla luce delle conclusioni della commissione di indagine interna, peraltro molto parziali, ne comprendiamo il motivo. Atim è solo la punta dell’iceberg del fallimento del centrodestra marchigiano e del modo di governare di Acquaroli. Sua è la responsabilità delle tante irregolarità che sono emerse e che emergeranno a breve, perché è lui che ha fortemente voluto Atim, è lui che ha nominato i direttori ed è lui, che avendo tenuto per sé la delega al Turismo, interagiva con l’Agenzia nelle azioni da intraprendere. Peccato che non ha mai capito quale fosse il suo ruolo, limitandosi solo ai brindisi, alle passerelle e ai tagli dei nastri, anziché svolgere bene i suoi compiti istituzionali di controllo e vigilanza».

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Micaela Vitri

Fin dall’inizio, secondo Micaela Vitri, Atim ha rappresentato il braccio operativo di Acquaroli. «Lo abbiamo denunciato tante volte in consiglio, ma oggi la stessa commissione scelta da Acquaroli è stata costretta ad ammettere che gli atti firmati dal direttore di Atim, talvolta venivano redatti in base a una delibera di giunta. Non solo, si afferma addirittura che a seguito di successive indicazioni della giunta regionale, il programma operativo ha subito modifiche e integrazioni.

Ciò significa che il re è nudo, visto che anche di fronte alle telecamere di Report Acquaroli ha sempre negato di aver interferito con le scelte e la gestione di Atim.

Detto in altri termini, Acquaroli e la sua giunta erano perfettamente a conoscenza dei 12 milioni di euro che Atim ha dilapidato con affidi diretti a pioggia, di cui un terzo liquidato a società romane».

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Fabrizio Cesetti

La proposta di legge del 12 gennaio 2024 aveva come primo firmatario Fabrizio Cesetti. «Oggi possiamo dire che l’Agenzia ha pienamente conseguito gli obiettivi per i quali era stata creata dalla giunta regionale, ovvero aggirare le regole e i principi che disciplinano l’attività della pubblica amministrazione: legalità, imparzialità, trasparenza, efficienza, efficacia ed economicità – rincara la dose il consigliere dem – tutte cose che noi denunciamo da anni e che oggi trovano conferma nella relazione della commissione d’indagine nominata dallo stesso presidente Acquaroli in risposta alla nostra richiesta di una vera e propria commissione d’inchiesta in consiglio regionale, che evitasse, come poi è avvenuto, che il controllore coincidesse con il controllato. Eppure, neanche questo è bastato a celare la malagestione di Atim. A questo punto, rinnoviamo la richiesta di una autentica commissione d’inchiesta, realmente imparziale, per verificare se qualcosa è “sfuggito” a chi ha indagato sulla gestione Bruschini e pretendiamo che sia discussa la proposta di legge per l’abrogazione di Atim».

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Antonio Mastrovincenzo, consigliere regionale Pd

Antonio Mastrovincenzo esige che la proposta sia discussa alla prima seduta utile, quindi quella del 15 aprile. «Ci siamo battuti prima in commissione e poi in consiglio affinché il testo venisse discussi quanto prima, ma ci siamo puntualmente scontrati con l’ostruzionismo del centrodestra, che evidentemente ha timore di affrontare un dibattito pubblico sulla malagestione dell’agenzia – aggiunge Mastrovincenzo – ora però, alla luce dei risultati della commissione di indagine, esigiamo che la questione sia affrontata in via prioritaria».

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Romano Carancini

L’ex sindaco di Macerata Romano Carancini bolla peraltro la relazione della commissione d’inchiesta come «lacunosa e fuorviante». «Intanto sembra sorvolare intenzionalmente su quanto previsto dalla legge regionale 13 del 2004, che regola i rapporti tra la Regione e i suoi enti, di cui Atim fa parte – dice Carancini – di fatto, si omette di sottolineare che in questi tre anni sono stati completamente ignorati gli obblighi di vigilanza sull’operato dell’agenzia. Obblighi che la suddetta legge pone in capo al presidente, cioè Acquaroli, all’assessore al Turismo, ancora Acquaroli, al capo dipartimento e al direttore dell’Agenzia. Sulle evidenti e gravi storture di Atim, dunque, pesano tantissimo le responsabilità politico-amministrative del presidente. Inoltre, reputo altrettanto grave, che tra i vari contratti stipulati da Atim, non si sia voluto approfondire quello riguardante la sponsorizzazione di 750mila euro a favore di Aeroitalia, probabilmente quello di entità maggiore oltre che uno tra i più discussi visto il contenzioso apertosi successivamente con la proprietà della compagnia aerea».

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Renato Claudio Minardi

A puntare il dito su un’altra anomalia è il consigliere Renato Claudio Minardi. «Sembra incredibile, ma fino allo scorso 22 gennaio Atim è rimasta per tre anni priva di un responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza, nonostante già da tempo si moltiplicassero le voci relative alla malagestione dell’ente – prosegue Minardi – solo dopo la bufera mediatica scoppiata sulla stampa ed a seguito dell’inchiesta di Report si sono finalmente decisi a nominare tale figura. Ma anche qui c’è parecchio da ridire, visto che per l’incarico è stata individuata una persona completamente priva delle competenze necessarie, tanto è vero che è stato disposto a suo favore un percorso di formazione. Della questione me ne sono occupato subito presentando un’interrogazione al presidente Acquaroli per chiarire le ragioni di questa grave mancanza. Tuttavia, nonostante da allora si siano tenute ben sette sedute del consiglio regionale e la giunta abbia discusso 75 interrogazioni, ancora non ho ricevuto risposta in merito. Un silenzio che probabilmente dice più di molte parole. Basti dire che l’85% dei decreti sotto la soglia dei 40 mila euro vagliati dalla commissione, difetta in molti casi di mancanza del contratto, della garanzia definitiva e del certificato di regolare esecuzione».

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Manuela Bora

Manuela Bora parla di «affidamenti ripetuti, documentazione carente, spese non pianificate e regole non rispettate. E tutto questo in un ente che avrebbe dovuto valorizzare il nostro territorio, ma che invece oggi rappresenta una ferita aperta nella fiducia dei cittadini. Non si può archiviare tutto come “imperfezioni formali”. Serve una presa di responsabilità politica vera. Non basta inviare carte agli organi di controllo: occorre fare chiarezza pubblicamente, correggere gli errori e restituire ai marchigiani quello che è loro. E serve anche un’altra idea di governo: fatta di cura, di verità e di rispetto per chi lavora e paga le tasse. Lo sviluppo delle Marche non passa dalle scorciatoie, ma dalla fiducia, dalla giustizia e da un uso corretto di ogni euro pubblico».

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Maurizio Mangialardi

L’affondo finale lo piazza il vicepresidente del consiglio regionale Maurizio Mangialardi. «Il nostro gruppo assembleare ha avuto sempre le idee molto chiare su ciò che sarebbe accaduto. E quanto accaduto non è il frutto di sviste o errori, ma di precise scelte politiche della giunta Acquaroli. Oggi più che mai mi sento di rinnovare l’invito al presidente di lasciare la delega al Turismo».

Nel ruolo di difensore d’ufficio dell’amministrazione regionale arriva Andrea Putzu che prova ad andare al contrattacco.

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Andrea Putzu

«L’unica riflessione che doveva fare oggi il Pd era riconoscere e apprezzare l’azione di grande trasparenza, serietà istituzionale e responsabilità del presidente Francesco Acquaroli nell’istituire la commissione di verifica amministrativa sugli atti di Atim trasmettendo i risultati alla Corte dei Conti e all’Anac, e indicando azioni correttive in piena trasparenza – sottolinea il consigliere regionale di Fratelli d’Italia – una differenza sostanziale e innegabile, totalmente opposta rispetto all’atteggiamento tenuto dal loro candidato Matteo Ricci, che non perde occasione per dare lezioni agli altri, ma per primo scappa di fronte alle sue responsabilità, quelle sì politiche, sul caso Affidopoli. Inchiesta che sta portando alla luce il sistema di affidamenti messo in piedi al Comune di Pesaro dai suoi uomini di fiducia e che vede già indagati il suo ex capo di gabinetto e uno dei collaboratori più stretti da lui nominato nel suo staff. Ma Ricci da mesi, mentre si autoproclama competitor alle prossime regionali con eventi e grandi annunci, dall’altra parte continua a fuggire senza dare alcuna spiegazione ai cittadini e senza presentarsi nonostante le ripetute convocazioni di fronte alla commissione comunale istituita nel consiglio per fare luce sulla vicenda. Un amministratore che si candida a presidente della Regione dovrebbe prima di tutto dimostrare responsabilità politica e trasparenza, così come ha fatto senza esitazione il presidente Acquaroli. Il Pd invece che dare lezioni dovrebbe tacere e prendere esempio. I cittadini sanno riconoscere chi lavora per il bene comune e chi, invece, preferisce la propaganda. La correttezza non si predica: si dimostra, ogni giorno, come fa il presidente Acquaroli».

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Renzo Marinelli

Sulla stessa lunghezza d’onda il consigliere leghista Renzo Marinelli. «Ricordo a chi ha più di una trave nell’occhio, basti pensare alle più note vicende pesaresi, che agitare la pagliuzza Atim non basterà a nasconderla – dice l’ex primo cittadino di Castelraimondo – sull’Atim l’unica nota da segnalare è l’azione di grande responsabilità e trasparenza del presidente Acquaroli che ha voluto lui istituire la commissione di verifica amministrativa e la conseguente trasmissione degli esiti dei lavori a Corte dei Conti e Anac e alla nuova direzione dell’agenzia per le azioni correttive possibili. Il centrodestra ha fatto della responsabilità e della trasparenza le regole della propria azione di governo in Regione e Acquaroli ne è il primo e più convinto interprete. Il Partito Democratico che a ogni pie sospinto pontifica e dà lezioni, avrebbe dovuto prendere esempio dall’operato del governatore, un’azione voluta anche a tutela della stessa agenzia, strumento fondamentale per la promozione e internazionalizzazione del nostro territorio, di cui sono dotate tutte le altre Regioni italiane. E infatti i risultati per le Marche, che in questi ultimi anni ha registrato record di presenze turistiche e aumenti a doppia cifra di turisti stranieri sono subito arrivati. Bisogna proseguire in questa direzione, facendo tesoro della fase di rodaggio e potenziando l’organico in capo all’agenzia, perché potrà solo portare risultati ancora migliori».

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