Bravi: «Siamo fiduciosi nel ballottaggio.
Pepa? Sembra sotto tutela:
forse gli hanno evitato di fare brutte figure»

ELEZIONI RECANATI - Intervista al sindaco uscente di centrosinistra a caccia del bis: dalla pace ritrovata con Fiordomo, agli obiettivi della nuova coalizione, fino alle stoccate all'avversario. Il candidato del centrodestra invece non risponde

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Il fac-simile della scheda elettorale per il ballottaggio

di Francesca Marchetti

«Siamo fiduciosi sul risultato del ballottaggio». Così Antonio Bravi, a poche ore dalla fine della campagna elettorale a Recanati. Il sindaco uscente di centrosinistra, dopo la pace ritrovata con l’ex assessore Francesco Fiordomo e le sue liste civiche, suggellata da un accordo formale, sfiderà il candidato di centrodestra Emanuele Pepa. 

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Antonio Bravi

Al primo turno era finita con Pepa al primo posto con il 46,82%, Bravi al secondo con il 27.27%, Fiordomo al terzo con il 25.61%. Circa 2mila i voti che dividevano Pepa da Bravi, circa 3mila quelli presi da Fiordomo. Sarà dunque una sfida apertissima. Si vota domenica dalle 7 alle 23 e lunedì dalle 7 alle 15, subito dopo inizierà lo spoglio.

Cronache Maceratesi aveva provato a organizzare un confronto a due tra Bravi e Pepa, ma il candidato di centrodestra, così come ha fatto dall’inizio della campagna elettorale con gli altri confronti, ha rifiutato. Abbiamo provato a contattarlo per un’intervista, ma non ha risposto. 

Di seguito invece le risposte del candidato Antonio Bravi.

Qual è stata la reazione dei cittadini all’accordo con Francesco Fiordomo?
«Abbiamo registrato un senso di sollievo tra i cittadini che avevano votato per noi al primo turno ma anche tra le persone rimaste un po’ disorientate dalla divisione, che nessuno aveva capito, quindi è stato facile ritrovare l’armonia. Siamo tutti soddisfatti e siamo fiduciosi sul risultato al ballottaggio».

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Come rispondete alle critiche di “inciucio”?
«Gli accordi tra il primo e il secondo turno sono un fatto ordinario, ci sono i 15 giorni per aggregare altri consensi, è alla base della legge elettorale. Quindi non si capisce perché se l’accordo lo fa una fazione politica di un colore sono tutti intelligenti ma se lo fa una fazione di un altro colore, è un “inciucio”. Tanto più che nel nostro caso veniamo da 15 anni di amministrazione congiunta, non era tanto difficile trovare molti punti di contatto, soprattutto dal punto di vista programmatico, della sensibilità, dei valori e degli obiettivi comuni. Anzi molti cittadini ci spingevano all’accordo. Non c’è mai stata divisione sui programmi e sugli obiettivi. È chiaro che ci sono i ruoli istituzionali da ricoprire, l’importante come sempre è che ci siano pari dignità e rispetto reciproco».

Com’è il clima nella nuova coalizione? Avete ritrovato davvero la sintonia?
«Nessuno ha contestato l’accordo, da entrambe le parti. Il Progetto civico si è messo subito al lavoro, sinceramente devo fare i complimenti per come e quanto si sono impegnati, il loro risultato al primo turno è stato comunque importante contando che non avevano l’appoggio di un partito nazionale. I nostri programmi, se li avessimo sovrapposti, al 90% sarebbero stati coincidenti, quindi abbiamo una visione chiara delle priorità per governare la città. Oltre al fondamentale aspetto programmatico ci unisce la volontà di impedire che una destra così brutta possa amministrare Recanati, è lo stimolo maggiore che ci viene dato dai cittadini che incontriamo».

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La stretta di mano tra Antonio Bravi (ovviamente a sinistra) ed Emanuele Pepa (chiaramente a destra) dopo il risultato del primo turno

Cosa pensa del sottrarsi ai confronti del candidato Emanuele Pepa?
«La campagna elettorale ha messo in evidenza i limiti dell’alternativa alla nostra amministrazione. Un candidato sindaco che non parla, che non si presenta ai confronti non trova giustificazione che regga, con i cittadini parliamo tutti, non capisco il silenzio. Chi ha curato l’immagine e la campagna elettorale ha ritenuto che forse Pepa avesse dei limiti dal punto di vista della comunicazione, nell’esprimere un programma. Hanno preferito non fargli fare una brutta figura, che in realtà sta facendo. La sedia vuota dell’ultima volta rappresenta il vuoto di colui che vorrebbe essere sindaco. Sembra sotto tutela, i personaggi che ha intorno sono tutti dei vecchi “marpioni”, sicuramente approfitterebbero della loro posizione per condizionarlo pesantemente, vengono da esperienze passate che i cittadini hanno già bocciato in varie elezioni».

In caso di vittoria, sta già valutando chi convocare in Giunta?
«Ci sarà un forte rinnovamento nella composizione della nuova giunta. Il criterio a cui mi atterrò, come sempre, sarà la competenza di ogni persona: chi va a ricoprire un ruolo con deleghe deve avere competenze attinenti, al di là dei voti presi o degli accordi fatti. Ci sono assessori e assessore uscenti che non si sono ricandidati per motivi personali, io li ringrazio per tutto il lavoro che hanno fatto in questi anni, veramente encomiabile. So di avere il loro sostegno e ne sono grato».

Dalle 18,30 è in corso l’evento di chiusura di campagna elettorale “Siamo al ballo, balliamo” al cortile di Palazzo Venieri. Tra gli ospiti, l’eurodeputato Matteo Ricci e i sindaci dei comuni di Loreto, Porto Recanati, Montecassiano, Montefano e Montelupone.

Per il candidato Pepa, l’evento si svolgerà al parco del rione Le Grazie, ospiti il ministro Guido Crosetto, Francesco Acquaroli, presidente della Regione, l’assessore alla sanità regionale Filippo Saltamartini.

 

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