Bersani a Recanati per arginare la destra:
«Le loro amministrazioni volano basso.
Forza Antonio e Francesco» (Foto/Video)

BALLOTTAGGIO - L'ex ministro, tra i fondatori del Pd, è andato nella città leopardiana per sostenere l'alleanza Bravi-Fiordomo contro il candidato di centrodestra: «Dobbiamo gestire con più forza le nostre idee, i loro errori non sono sufficienti a mandarli a casa se non c'è un'altra proposta. Non accontentiamoci della normale amministrazione». Stoccata alla presidente Meloni: «Fa la governante a teatro sulla scena internazionale e poi fa la capopartito quando si rivolge agli italiani, vittimista e aggressiva, come tutte le destre»

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Valentina Mordini, Antonio Bravi, Pier Luigi Bersani, Francesco Fiordomo, Andrea Marinelli, Rita Soccio

di Francesca Marchetti

L’unione fa la forza. Un cortile di Palazzo Venieri gremito ha accolto Pier Luigi Bersani, fondatore del Pd e già più volte ministro, intervenuto ieri sera a sostegno del candidato Antonio Bravi, al ballottaggio con Emanuele Pepa per la carica di primo cittadino. Dopo una settimana turbolenta a conclusione della quale Bravi ha siglato l’apparentamento con l’ex assessore Francesco Fiordomo e le liste del Progetto civico, l’evento ha sancito pubblicamente il riavvicinamento dei due esponenti di centrosinistra grazie ad una partecipazione massiccia dei reciproci candidati e sostenitori separati fino al primo turno.

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«Ci abbiamo lavorato tanto e alla fine siamo tutti soddisfatti – ha dichiarato Antonio Bravi prima di salire sul palco con Pier Luigi Bersani – . Questa serata è il coronamento della ritrovata unità, non siamo più due coalizioni e sono contento perché mi sono impegnato tanto per ottenere questo risultato e credo che adesso possiamo essere soddisfatti. L’ospite è importante e merita la fiducia di tutti noi di quest’area politica, uniti dagli stessi valori». Bersani, ad onor della cronaca, intervenne a Recanati anche nel 2009 a sostegno della candidatura di Fiordomo.

Ad aprire con i saluti la segretaria del Pd Valentina Mordini: «Abbiamo fatto un lavoro di ricucitura non facile di cui devo ringraziare il sindaco e Francesco Fiordomo insieme alla sua coalizione. Quello che ci unisce è l’obiettivo comune di non lasciare Recanati alla destra. Sappiamo di potercela fare perché uniti siamo più forti. Non è il momento delle analisi sottili ma del lavoro duro perché in ballo c’è il bene della città».

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Antonio Bravi ha ribadito la volontà di lavorare insieme all’ex assessore che nel 2019 gli passò la fascia da sindaco:  «Abbiamo delle responsabilità e questo è un nuovo inizio, non ci saremmo mai perdonati di non aver provato con tutti i mezzi a contrastare la destra. Non è possibile che un candidato sindaco non si presenti ai confronti pubblici e in tv, come è successo di nuovo oggi, è un grosso limite per una città importante come la nostra. Niente di personale contro Pepa, ma ci sono personaggi negativi che hanno governato male Recanati prima che la riportassimo a vivere. Con la campagna di comunicazione speriamo di raggiungere anche gli indecisi, sono quattro giorni fondamentali».

Rita Soccio, assessora uscente alle Culture, è intervenuta in modo incisivo: «La mediazione è il sale della politica. Dobbiamo riconquistare la Regione, abbiamo visto cosa fa la destra come hanno ridotto certe città limitrofe sia dal punto di vista culturale che sociale. La filiera di destra non esiste perché significherebbe che si fanno favoritismi politici».

Francesco-Fiordomo

Molto applaudito anche Francesco Fiordomo, che dopo giorni di silenzio ha preso la parola dal palco:  «Il Progetto civico ha iniziato un nuovo percorso, allargando il consenso e mettendo in moto nuove energie. La valutazione delle proposte amministrative è stata semplice per la modalità di governo condivisa al di là delle idee più individuali. Fare il bene comune è il filo che ci unisce, così come l’onestà, la rettitudine e l’impegno per la città. Occorre scegliere la buona amministrazione, oculata, che pensi nel quotidiano ai cittadini. Vogliamo una città pulita, sicura, solidale che si proietti nel futuro. Dobbiamo impedire che tornino i vecchi amministratori, Pepa non è nuovo, viene dalla maggioranza che ha quasi portato Recanati al dissesto finanziario, il nostro è un giudizio amministrativo: è stato l’uomo del fare i debiti».

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Moderato dall’ex assessore Andrea Marinelli, il dialogo con Bersani si è incentrato sull’analisi della situazione politica attuale e delle ripercussioni sul territorio locale, con molti riferimenti ad eventi storici che hanno segnato la nazione, oltre a qualche aneddoto personale.

«Antonio e Francesco, avete fatto delle cose straordinarie insieme – ha esordito Bersani – , bisogna risvegliare il ricordo e cominciare a chiedersi cos’è la destra, dall’Europa a Recanati. Gli ingredienti delle destre sono gli stessi ovunque, cambiano i dosaggi. Si dicono nazionaliste su basi etniche, non è che non vogliono gli immigrati irregolari, non vogliono proprio gli immigrati. Non vogliono una società colorata. Interpretano la modernità come decadenza morale. L’aborto se non possono cancellarlo lo rendono difficile ed inquietante. Di gay e femministe non ne vogliono sapere. Tutte queste destre sono negazioniste, dal problema climatico ai vaccini, Roberto Speranza viene ancora perseguitato. Nessuna delle destre ha fatto i conti col nazismo, il fascismo o il franchismo. Ma tutte tendono a spostare l’equilibrio dei poteri verso un esecutivo plebiscitato, indebolendo i poteri parlamentari giudiziari e della libera stampa. Sono in economia gerarchica e corporativa, non universalistica, vogliono fare la società a fettine perché poi l’unificazione la fa il capo plebiscitato».

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L’ex ministro non l’ha mandata a dire sull’attuale premier rivolgendosi al suo “popolo del 25 aprile”.  «Meloni fa la governante a teatro sulla scena internazionale e poi fa la capopartito quando si rivolge agli italiani, vittimista e aggressiva, come tutte le destre. Al cuore di questa operazione di governo non c’è il Paese ma la rivincita dei postfascisti e neo missini. Sanno di avere problemi di legittimazione costituzionale e vogliono ricominciare dal premierato e dall’autonomia differenziata, e non scherzano. Noi abbracciamo in toto la nostra Costituzione perché antifascista in tutti gli articoli. Antifascista per la sanità, il fisco progressivo, il salario dignitoso, l’equilibrio dei poteri compreso quello della magistratura, la cultura e la libertà di stampa. Col loro tratto demagogico fanno sembrare snob i laureati perché loro la laurea non ce l’hanno, per loro essere colti non va bene. Fanno come gli squadristi con Matteotti».

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L’ultima parte dell’incontro è stata rivolta all’agire politico. «Tutte le amministrazioni di destra volano basso, fanno il minimo di ordinaria amministrazione e poi ubbidiscono al capo – ha concluso l’ex onorevole – . Noi invece siamo universalisti, socialisti, democratici e liberali. Siamo per i servizi ai cittadini, a tutti. Le idee che hanno cambiato la vita degli italiani sono nate dalle culture egualitarie della sinistra e del cattolicesimo democratico, basti pensare agli asili nido, all’assistenza ai disabili e agli anziani, alla chiusura dei manicomi, all’integrazione concreta che in questi anni stanno facendo le maestre e i maestri nelle scuole. Le culture della destra ne sarebbero capaci? L’onda di destra che c’è nel mondo sta perdendo velocità, basta vedere le elezioni europee, ma è ancora presente. Dobbiamo gestire con più forza le nostre idee, i loro errori non sono sufficienti per farli andare a casa se non c’è un’altra proposta. Bisogna volere l’alleanza: parti da quello che ti unisce e poi rendi compatibile quello che ti differenzia se non appartieni allo stesso partito. Quindi forza Antonio e forza Francesco, non accontentiamoci della normale amministrazione».

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