Lo spostamento di chirurgia della tiroide.
Ripa: «Scelta senza motivazioni tecniche
Disagi per i malati e per i medici»

MACERATA - Il consigliere spiega perché ha lasciato Fratelli d'Italia: «Ho maturato la necessità personale di rendermi politicamente libero da tutte le dinamiche partitiche che pongono indirizzi di comportamento condizionanti»

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Giordano Ripa con il sindaco Sandro Parcaroli (foto d’archivio)

di Luca Patrassi 

A distanza di alcuni giorni da quel “Vergognatevi” lanciato all’indirizzo dei suoi ex colleghi di viaggio, il consigliere comunale Giordano Ripa spiega l’uscita da Fratelli d’Italia e il motivo del no al trasferimento della chirurgia della tiroide a Civitanova. «Ho maturato la necessità personale di rendermi politicamente libero da tutte le dinamiche partitiche che inevitabilmente e legittimamente pongono indirizzi di comportamento ma che spesso sono condizionanti e limitanti (almeno per me), per cui continuerò autonomamente e con maggiore forza la mia attività da consigliere comunale soprattutto per le tematiche sanitarie a me tanto care». La questione della chirurgia della tiroide: «Purtroppo è mancato il confronto politico con il sottoscritto, depositario di una delega funzionale alla sanità, per un ipotetico dialogo costruttivo visto che ho esercitato per 32 anni l’attività di medico ospedaliero a Macerata e ritengo di avere profonda conoscenza della nostra realtà ospedaliera».

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Il consigliere Giordano Ripa, passato dalla Lega a Fratelli d’Italia

Le riflessioni di Ripa: «La prima considerazione da fare riguarda la tempistica della decisione. E’ noto che è stato affidato all’Università di Parma con la collaborazione dell’Università Politecnica della Marche l’incarico di fornire alla Ast di Macerata gli elementi scientifici di riferimento per l’adozione del piano aziendale e, verosimilmente, occorrerà ancora del tempo per la definitiva stesura del piano, quindi ci si chiede perché e su quali presupposti sia stata presa questa frettolosa ed anacronistica decisione». Il risvolto tecnico: «L’Istituto superiore di Sanità collabora alla realizzazione del programma nazionale esiti (Pne) sviluppato da Agenas per conto del Ministero della salute. Il Pne è uno strumento di misurazione, analisi, valutazione e monitoraggio delle performance clinico-assistenziali delle strutture sanitarie presenti in ogni regione italiana». Il merito della questione: «Risulta possibile verificare nel portale nazionale Pne che è facilmente accessibile l’attività della unità operativa di Chirurgia dell’ospedale di Macerata sia in termini quantitativi (volumi di attività) che qualitativi per cui non c’è alcuna motivazione logica tecnica, soprattutto in questo contesto di qualità ed esiti delle cure, che possa giustificare la scelta fatta dalla nostra azienda sanitaria territoriale. Senza nulla togliere alle unità chirurgiche di Civitanova Marche e Camerino, anch’esse dotate di alti profili professionali e competenze, dall’analisi dei dati Pne e dalla comparazione delle tre unità operative appaiono chiare differenze in merito ai volumi di attività e per quanto riguarda la chirurgia tiroidea sicuramente prevale la Chirurgia di Macerata».

Ripa indica altri elementi di valutazione: «Altra considerazione importantissima è che presso l’Ospedale di Macerata esiste l’unità operativa di Medicina Nucleare con valenza regionale ed extraregionale che svolge, in maniera eccellente, numerose attività diagnostico-terapeutiche ed una delle attività principali è incentrata sulle patologie della tiroide; è operativa da circa 40 anni e rappresenta un punto di riferimento per numerosi malati della provincia di Macerata e di provincie e regioni limitrofe affetti da tali patologie. Nel percorso clinico di un malato affetto da tumore della tiroide è essenziale l’integrazione assistenziale tra la Medicina nucleare e la Chirurgia in fase diagnostica prechirurgica e di preparazione all’intervento, in fase perioperatoria con l’identificazione delle recidive linfonodali dopo la tiroidectomia e l’asportazione radioguidata delle metastasi ed in fase post-operatoria per il follow-up. Tutto ciò è già perfettamente funzionante nel nostro ospedale». Il giudizio: «In altri termini esiste già presso l’ospedale di Macerata un percorso ben definito e consolidato per il trattamento di questa patologia che fa riferimento a linee guida e protocolli diagnostico-terapeutici applicati da eccellenti specialisti del nostro ospedale e con profonde esperienze maturate negli anni. Ora interrompere questo circuito clinico creando una sede unica e dislocata presso l’ospedale di Civitanova significa, a mio avviso, disintegrare una realtà presente e perfettamente funzionante con frammentazione dei servizi e disagi pratico-logistici per i malati, il rischio di vedere ridotta la loro compliance alle indicazioni poste dai sanitari e l’esposizione a possibili complicanze. Inoltre aumenterebbero le difficoltà professionali per i chirurghi di Macerata che praticando una attività al di fuori della abituale struttura operativa non potrebbero seguire in maniera continuativa il malato nella fase post-operatoria che in alcuni casi può riservare complicanze severe. In sostanza, molto bene l’idea di organizzare un centro unico provinciale per il trattamento chirurgico tiroideo ma credo che la sede debba essere indubbiamente Macerata».

Sanità territoriale e contenuti: « Nell’ottica della sanità territoriale da me ampiamente condivisa fin dall’ultima campagna elettorale, che prevede il mantenimento dei 3 principali ospedali della provincia più l’ospedale di San Severino e la riorganizzazione della rete ospedaliera della Ast di Macerata non si può prescindere dai modelli del decreto ministeriale 70 del 2015 che inquadra il nostro ospedale come Dea di primo livello in quanto risponde pienamente ai requisiti minimi previsti dal decreto con riferimento alla presenza dei seguenti reparti/servizi (Pronto Soccorso e Medicina D’urgenza, Osservazione breve Intensiva, Medicina Interna, Chirurgia generale, Anestesia e Rianimazione, Ortopedia e Traumatologia, Ostetricia e Ginecologia, Pediatria, Cardiologia+Utic, Neurologia, Psichiatria, Oncologia, Oculistica, ORL/ambulatori, Urologia, Radiologia, Laboratorio Analisi, Servizio Immunotrasfusionale, Terapia subintensiva a carattere multidisciplinare). Ma l’aspetto determinante è che oltre ai requisiti minimi citati sopra, presso il nostro Ospedale sono presenti altri reparti/servizi che proiettano l’Ospedale di Macerata ben oltre i requisiti minimi e che sono i seguenti: Radiologia Interventistica, Radioterapia, Medicina Nucleare, Terapia del dolore, Senologia(Breast Unit), Emodinamica, Elettrofisiologia cardiaca, Neonatologia, Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva, Geriatria, Pneumologia, Pneumologia semiintensiva, Nefrologia e Dialisi, Fisica Sanitaria, Neuropsichiatria Infantile, Day Hospital Malattie Infettive».

Il consigliere comunale del Gruppo misto Giordano Ripa tira le conclusioni: «L’ospedale di Macerata è la struttura principale della nostra provincia(Hub) ed ogni tentativo di depotenziarlo va fortemente respinto ed in questo senso non si possono accettare le recenti decisioni. La mia opinione, ma non solo la mia ma di moltissimi operatori sanitari, è che l’ospedale di Macerata debba mantenere integralmente la propria strutturazione maturata in maniera esponenziale negli ultimi 30 anni fino a raggiungere livelli di eccellenza per molte realtà e che debba inoltre essere integrato Allo stesso tempo credo sia opportuno, sempre in ottica territoriale, potenziare gli altri ospedali della rete provinciale promovendo tutte quelle attività di cui necessitano per elevare ulteriormente il loro livello assistenziale, già alto. Questa è la mia idea di rete ospedaliera territoriale e non quella di togliere servizi/reparti da una parte per metterli in un’altra. Metterò sempre in atto tutte quelle iniziative consentitemi dal mio ruolo di consigliere comunale al fine di tutelare il nostro ospedale e la salute dei cittadini».

 

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