Chirurgia della tiroide, dietrofront:
le barricate annunciate da FdI, FI e Udc
si sciolgono in Consiglio

MACERATA - Dopo il no dichiarato 24 ore prima in un comunicato stampa all'ipotesi di trasferimento del reparto a Civitanova, i partiti di maggioranza ieri in aula hanno deposto le armi. La vicesindaca D'Alessandro: «L’amministrazione ha piena fiducia nell’azione dell’Ast». L'odg di contrarietà presentato dal dem Perticarari e proposto da tutta l'opposizione non è stato approvato. Sulla questione è intervenuta anche la consigliera regionale della Lega Anna Menghi

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Andrea Perticarari che aveva presentato l’odg a nome di tutte le opposizioni

di Luca Patrassi

Quella di ieri pomeriggio era una seduta di Consiglio comunale tanto inutile per numero di atti quanto innocua nei contenuti ma tanto è bastato per mettere in fibrillazione la maggioranza di centrodestra che pure ci aveva messo del suo alla vigilia con una serie di prese di posizione anche divisive. Si è partiti dal rinnovo della convenzione della segreteria comunale con Corridonia, e dunque via libera alla proproga dell’incarico a Francesco Massi, poi la consigliera Sabrina De Padova ha presentato la sua mozione di critica alla gestione di Apm con attacco alla presidenza di Gianluca Micucci Cecchi e alle farmacie comunali. Il centrosinistra si è astenuto, la maggioranza ha votato contro ma il capogruppo di Fratelli d’Italia Pierfrancesco Castiglioni ha detto chiaro e tondo all’assessora Oriana Piccioni, che la la delega alle partecipate, che le cose non vanno bene e ha tirato bordate specificando appunto quali siano le criticità di gestione di Apm. Il sindaco Sandro Parcaroli non si è presentato alla seduta di Consiglio comunale. Si è poi discussa la proposta dei Cinque Stelle sulla sicurezza strada e il clima è tornato torrido sulla questione del trasferimento da Macerata a Civitanova della chirurgia della tiroide.

Il dem Andrea Perticarari ha presentato un atto firmato da tutta l’opposizione di contrarietà alla scelta dell’Ast, spiegando anche – non senza perfidia – come il documento riprendesse quello firmato il giorno prima dai segretari cittadini di Fratelli d’Italia, di Forza Italia e dall’Udc.

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La vicesindaca Francesca D’Alessandro

A illustrare – rilanciando la dichiarazione dell’altroieri della segretaria regionale di Fdi Elena Leonardi e smentendo sostanzialmente quella dei segretari dei tre partiti di maggioranza – la posizione della giunta è stata la vicesindaca Francesca D’Alessandro che ha rilevato come si tratti di una scelta tecnica e alla politica è invece demandato il compito del controllo dell’efficacia della gestione dei servizi sanitari: «L’amministrazione ha piena fiducia nell’azione dell’Ast, facciamo un plauso a tutti i medici, l’obiettivo è il bene dei cittadini, non devono esserci ingerenze della politica». D’Alessandro ha anche rilevato che il trasferimento della chirurgia della tiroide a Civitanova non sarebbe ancora stato deciso. Dal canto loro Barbara Antolini per Forza Italia e Antonella Fornaro per l’Udc hanno detto che non votavano l’atto del Pd essendo una esclusiva strumentalizzazione politica. Il capogruppo della Lega Aldo Alessandrini si è schierato invece a favore dell’ipotesi in discussione evidenziando come si debba guardare all’efficacia dei servizi sanitari in una logica territoriale. Altre accuse alla maggioranza sono arrivate dal dem Andrea Perticarari e da Stefania Monteverde di Sinistra Bene Comune che ha sottolineato l’estrema difficoltà nell’accesso alla semplice fase di prenotazione delle prestazioni. Infine il voto che ha visto rigettare la proposta dem con 15 voti contrari, 10 quelli favorevoli. Mentre parlava il capogruppo della Lega Aldo Alessandrini è stato visto uscire dall’aula, visibilmente stizzito, il consigliere ex Lega ora meloniano Giordano Ripa.

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I banchi dell’opposizione

La questione della chirurgia della tiroide è l’oggetto anche di un recente intervento della consigliera regionale della Lega Anna Menghi: «L’ipotesi di realizzare – scrive l’esponente salviniana – un centro della tiroide unico, nasce dalla necessità di creare una struttura altamente specializzata per il trattamento delle patologie ad essa connesse, evitando dunque che i pazienti interessati debbano ricorrere a centri specializzati di altre regioni, dove si sono già organizzati in tal senso. L’idea è nata più di un anno fa e sono state fatte numerose riunioni per definire le caratteristiche che il centro avrebbe dovuto avere in termini di qualità tecnologica, strumentale e professionale. In tempi dunque ben lontani dalla campagna elettorale. A conferma che la politica seria si muove nell’interesse dei cittadini e non risponde ad altre logiche se non a quella di essere al servizio di una comunità. La tecnologia di cui la cura della tiroide ha bisogno è già presente a Civitanova da vent’anni e permette di far fronte ad eventuali complicanze post chirurgiche, come quella di dover effettuare una tracheotomia corretta. La Medicina Nucleare di cui dispone l’ospedale di Macerata e che, in un altro articolo, tira in ballo Romano Carancini del PD, è un’integrazione utile nel pre e nel post intervento, quindi può tranquillamente continuare ad operare da Macerata, che ha nel suo destino un’altra specializzazione nella chirurgia oncologica. La medicina va verso la multidisciplinarietà, un concetto che già di suo esprime un grande cambiamento. La costituzione di centri altamente specializzati dove i professionisti collaborano per il bene del paziente introduce un nuovo approccio alle cure. Mentre in passato un singolo medico era responsabile del destino del paziente, oggi un team di medici lavora insieme per trovare la soluzione migliore. Si tratta di un approccio che offre un vantaggio significativo a chi è malato: si riduce il rischio di errori e viene garantito che prevalga sempre, in ogni circostanza, la scelta più opportuna e razionale per le cure dei pazienti».

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I banchi della maggioranza

L’accusa di Anna Menghi e la difesa della direttrice sanitaria Daniela Corsi: «Sono dispiaciuta che si usi la sanità per fare propaganda. La sanità è una cosa seria che deve essere trattata nel solo interesse dei cittadini. Quando ciò non avviene è il tempo che si faccia una riflessione a più ampio raggio. E va bene il dibattito, quando nutre e porta valore di punti di vista nuovi e condivisibili, ma è intollerabile l’offesa. Lo dico con particolare riferimento alle parole usate da Romano Carancini nei confronti della dirigente dell’Ast 3 Daniela Corsi, responsabile, a suo dire, di una linea che sta distruggendo la sanità maceratese. La dottoressa Corsi è una professionista preparata e un’ottima manager. Sta traducendo obiettivi di un programma che va oltre lei stessa e lo fa con competenza e lucidità. Se si è “seduta” su ogni poltrona di governance, caro Romano, lo ha fatto perché è preparata e perché, al netto di certi tuoi giudizi, ha saputo tenere in piedi situazioni che hanno radici in un tempo in cui tu avevi la possibilità di incidere fortemente nelle scelte della Regione, come mai non lo hai fatto? E fa quasi sorridere pensare che quando ero all’opposizione in Consiglio Comunale, a Macerata, tu Romano, da capogruppo del partito di maggioranza relativa prima e da sindaco poi, non hai fatto nulla per sostenere le mie battaglie a difesa della sanità maceratese… La riorganizzazione di un sistema sanitario è questione complessa che compete ai tecnici, non certo ai politici. La politica può dare degli indirizzi di senso, non sostituirsi a loro. Lo dico soprattutto per quelli che, in assenza di altri argomenti, hanno pensato di attaccare tutto e tutti, tirando in ballo questioni che, proprio per la loro complessità andrebbero discusse nelle sedi opportune, non sui giornali. Parlare della distruzione della sanità maceratese è illogico, perché quello che è stato deciso e fatto rientra in una riorganizzazione dell’Ast più funzionale, allo stesso modo di quanto avvenuto anni fa con lo spostamento di alcuni servizi essenziali come i pacemaker, la chirurgia della mammella, la preparazione dei farmaci oncologici ed altro da Civitanova a Macerata, in una logica di sistema che ha come obiettivo quello di migliorare la prestazione sanitaria nel suo complesso».

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Anna Menghi, consigliera regionale della Lega

Non sarebbe in corso una guerra di campanile: «La contrapposizione tra Macerata e Civitanova non ha senso in una logica di servizio. E lo dico a chi, come Carancini, poco ha fatto in passato per affermare il primato di Macerata in ben altre circostanze che, invece, lo avrebbero richiesto. In situazioni in cui, ci si sarebbe aspettati, un’azione energica per mantenerli o, addirittura, conquistarli».

(foto Falcioni)

 

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