Sull’Apm nuova lite sindaco-Castiglioni.
Parcaroli lunedì rischia di andare a casa

MACERATA - Lunedì in Consiglio comunale Fratelli d’Italia, Forza Italia e Udc minacciano di nuovo di non presentarsi. Stavolta, c’è il pericolo concreto di un cambio di maggioranza e delle dimissioni della giunta. A creare ulteriore imbarazzo l’odg della consigliera De Padova che chiede come FdI le dimissioni di Gianluca Micucci Cecchi e una delibera che riguarda il segretario generale da approvare in zona Cesarini. Gli sherpa sono al lavoro per ricomporre la frattura che potrebbe avere conseguenze anche in Regione. A inasprire il clima l’attesa dei risultati elettorali. E si dice che il sindaco abbia chiesto un appoggio indiretto al Pd

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Carlo Cambi

di Carlo Cambi 

 La domanda corre sul filo (si fa per dire: è l’era dei cellulari roventi) incessante, angosciante: Gianluca Micucci Cecchi vale la giunta di Macerata? Sandro Parcaroli che con le sue strenue difese dell’assessora alla cultura, con la sistematica divisione tra assessori lasciati liberi di fare e altri continuamente snobbati e vessati, ha minato l’unità della giunta è a un millimetro dal dover lasciare il suo posto di sindaco. A meno che, ricordandosi che ad avviarlo alla politica è stato Romano Carancini di cui peraltro ha dato corso al programma – le mai finite piscine, la mai finita casa del custode, il mai finito e pozzo senza fondo Centro Fiere nelle mani peraltro di un dirigente di certo non ostile al Pd come l’ingegner Tristano Luchetti e avvalendosi del fido assessore Andrea Marchiori che già nella passata consiliatura  qualche volta aveva votato con l’allora sindaco Pd – non decida di cambiare maggioranza per tentare di restare in sella. Lo sapremo tra poche ore con gli esiti del voto europeo abbastanza palesi e capaci perciò di scaldare ancora più gli animi.

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Pierfrancesco Castiglioni (capogruppo di Fratelli d’Italia) e il sindaco leghista Sandro Parcaroli

Il Consiglio comunale di lunedì 10 giugno è per questo sindaco il passaggio più stretto con fortissime implicazioni politiche e uno spazio di manovra angusto. Da una parte c’è una delibera che interessa molto il segretario generale Francesco Massi: lunedì è l’ultimo giorno utile per rinnovare il distacco per un terzo del suo tempo di lavoro a Corridonia (pare ci sia in ballo un non trascurabile emolumento) dall’altra c’è l’ordine del giorno sull’Apm e in particolare sulle Farmacie comunali presentato da Sabrina De Padova consigliera ora nel gruppo misto, ma messa alla porta dalla lista Parcaroli. La De Padova col suo odg sfiducia Micucci Cecchi e chiede un repentino cambio della guida dell’Apm dove gli utili delle farmacie sono così esigui da essere inaccettabili. E’ esattamente la stessa cosa che chiede a gran voce Fratelli d’Italia che ha più volte manifestato la propria insoddisfazione per la gestione di Micucci Cecchi sottolineando che il consiglio di amministrazione dell’Apm è scaduto e chiedendo un riequilibrio nell’organigramma complessivo.

Parcaroli con una lista civica ridotta ora a soli due consiglieri conta su due assessori (una non eletta, molto protetta e a breve plenipotenziaria dello Sferisterio) più appunto il presidente dell’Apm, che la Lega a cui il sindaco si è nel frattempo iscritto, anche se non si è mai capito perché non versa le quote al partito come tutti gli altri amministratori, ha tre assessori, il presidente del Consiglio comunale avendo comunque perso due consiglieri, mentre Fratelli d’Italia che hanno acquisito consiglieri sono rimasti con solo due assessori. Le aspettative sul voto delle europee rendono i meloniani ancora più convinti di chiedere il riequilibrio.

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Gianluca Micucci Cecchi, presidente dell’Apm sulla graticola

Così – raccontano i soliti bene informati – ieri pomeriggio il capogruppo di Fratelli d’Italia Pierfrancesco Castiglioni ha chiamato il sindaco. Il primo cittadino era di ritorno dalla passerella a Montecitorio per annunciare per la quarta o quinta volta la ancora non Legge di Giorgia Latini (Lega) che dovrebbe salvare i conti dello Sferisterio. Pierfrancesco Castiglioni ha chiamato con decisa cortesia per sapere cosa s’intende fare lunedì sulla faccenda Apm e ha confermato che FdI non vuole più Micucci Cecchi. Il sindaco, come si sa, ne ha prorogato la presidenza per una quarantina di giorni in attesa di sviluppi, facendo la solita melina che fa incancrenire i problemi invece di risolverli. Il chiarimento chiesto da Castiglioni ha proprio origine dall’ordine del giorno De Padova: FdI non vuole votarlo, ma non può neppure smentirsi perché le richieste della consigliera ricalcano le proprie.

Dunque l’idea è: il sindaco fa dimettere lui Micucci Cecchi e l’impasse è superato. Pare che per tutta risposta Sandro Parcaroli abbia alzato i toni – gli capita un po’ troppo di frequente quando è messo alle strette o c’è di mezzo l’assessora alla cultura – e abbia preso a male parole Castiglioni chiudendogli il telefono in faccia con la solita formula: il sindaco sono io, decido io, se no vi mando tutti a casa. A questo diktat Castiglioni avrebbe risposto: vediamo chi va a casa!

Giro di telefonate e da quel che si sa lunedì pomeriggio in Consiglio comunale non si presenteranno i gruppi di Fratelli d’Italia, di Forza Italia e dell’Udc tutti decisi a chiedere la testa di Micucci Cecchi e intenzionati a scendere dall’Aventino solo quando il sindaco avrà fatto dimettere l’attuale presidente dell’Apm. Già qualche settimana fa c’era stata questa minaccia dei tre partiti di non presentarsi ma in queste ore c’è la novità che anche sulla chirurgia della tiroide Fdi, Fi e Udc hanno fatto cartello isolando la Lega (leggi l’articolo).

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I banchi della maggioranza in Consiglio comunale

Fratelli d’Italia ha un problema in più: non vuole votare l’ordine del giorno di Sabrina De Padova, ma non può ignorarlo poiché pone le medesime esigenze che i meloniani hanno sottoposto al sindaco come diktat. Una via d’uscita immaginata dalla Lega è quella di far mancare lunedì il numero legale. Ma c’è un però: la delibera pro Massi. Se salta i rapporti sindaco- segretario – già ha firmato con gli altri dirigenti del Comune una lettera di indiretto biasimo nei confronti della giunta per il mancato rinnovo del distaccamento da Recanati della dottoressa Francesca Pallotta che era applicata all’ufficio urbanistica guidato dall’ingegner Tristano Luchetti – potrebbero deteriorarsi in modo assai grave e avere contro il segretario comunale, dati gli attuali ordinamenti, non è campare sereno per un sindaco.

Si sa che in queste ore si stanno muovendo gli sherpa anche da palazzo Giotto consapevoli che se salta Macerata il contraccolpo sulla giunta regionale guidata da Francesco Acquaroli potrebbe essere devastante. Del resto il sottile aut aut della Lega – Macerata e Ancona simul stabunt simul cadent è linguaggio ben conosciuto dagli avvocati e gli sherpa sono tutti legali – è quello che sin qui ha legato le mani a Fratelli d’Italia scontenti della gestione rifiuti, della gestione dell’acqua, della gestione Apm e complessivamente delle politiche culturali.

Ma pare che la lite Parcaroli-Castiglioni stavolta abbia scavato un solco profondissimo. In queste ore si fa di conto e si studia come raffreddare la crisi cercando di convincere Sandro Parcaroli a mollare Micucci Cecchi. Certo se questo accade per la consigliera “ripudiata” Sabrina De Padova è comunque una decisiva vittoria tanto importante quanto lo scorno per il sindaco. Da quel che si sa Parcaroli in queste ore in nome dell’antica e consolidata amicizia avrebbe chiesto una mano anche a Romano Carancini. Fidando sul fatto che la Lega con Francesco Luciani presiede il Consiglio Comunale si indirizzerebbe l’ordine del giorno dei lavori in modo da salvare la giunta. I gruppi di opposizione (in tutto sono 12 consiglieri) più il gruppo della Lega assicurerebbero all’inizio il numero legale. Sarebbe discusso e respinto l’ordine del giorno di Sabrina De Padova che avrà comunque tutto l’interesse a far ritenere valida la seduta, si approverebbe la delibera Massi per poi far mancare il numero legale. Una soluzione architettata da chi poco s’intende di politica perché se passasse la delibera Massi con i voti dell’opposizione più quelli della Lega si sarebbe formata comunque una nuova maggioranza e un secondo dopo si aprirebbe una crisi probabilmente insanabile. Per sapere come va a finire e se le urla tra Parcaroli e Castiglioni si stempereranno fino a diventare solo voci di corridoio basta aspettare lunedì pomeriggio. Intanto facciamo scorta di pop-corn.

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