Europee, Anna Menghi ci crede:
«Sono in lista e voglio vincere.
Vannacci? Dice che lo hanno frainteso»

MACERATA - Intervista alla consigliera regionale della Lega, che correrà alle elezioni di giugno nella circoscrizione Italia Centrale: «Quando Salvini mi ha chiamata ho sentito che ancora una volta si era creata un’occasione per affermare i valori in cui credo». Sulle parole del suo "collega" generale che hanno creato un vespaio: «Avrà modo di chiarire ulteriormente. Credo che su certe questioni occorra muoversi in punta di piedi, avendo cura di usare le parole appropriate alle circostanze complesse che la disabilità rappresenta»

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Anna Menghi

di Luca Patrassi

La consigliera regionale della Lega ed ex sindaco di Macerata Anna Menghi si candida alle prossime elezioni. Un percorso iniziato nella Lega con Salvini, che ora le chiede di candidarsi alle Europee. 

«Faccio politica da oltre 30 anni e gli scopi per i quali avevo deciso di impegnarmi attivamente allora hanno creato nel tempo le occasioni. L’incontro con la Lega è avvenuto nel 2014, quando mi appoggiò nelle elezioni comunali a Macerata. Ero candidata alla carica di sindaco e trovai, inaspettatamente, in Matteo Salvini un alleato. Venne due volte in 20 giorni in città per appoggiare la mia candidatura e trovai in lui un interlocutore garbato su temi che mi erano particolarmente cari. La sua visione di inserire la disabilità nell’agenda politica nazionale era una prospettiva interessante e un’opportunità che, da persona impegnata su questo fronte da tutta la vita, non volevo perdere. Nel 2020 l’invito a candidarmi per le elezioni regionali e in seguito, da consigliere, tante esperienze di cui sono grata al partito. Quando Matteo mi ha chiamata per propormi di candidarmi alle Europee ho sentito che ancora una volta si era creata un’occasione per affermare i valori in cui credo e l’opportunità di rispondere con fiducia alla stima che da parte sua, in questi 10 anni, ho sempre sentito nel concreto di tanti momenti».

La candidatura è già un risultato visto che conferma il suo ruolo regionale nel partito. Quali altri obiettivi si pone?

«Al momento ho il solo obiettivo di vincere le prossime elezioni. Mi è stata data l’occasione di rappresentare gli interessi dei cittadini italiani nel Parlamento Europeo e voglio fare la mia parte per risolvere le loro preoccupazioni e necessità. Chi mi conosce sa che proteggere i diritti umani e promuovere la giustizia sociale è tra i miei valori più alti. Collaborare con altri paesi membri e partner internazionali per difendere ciò che è stato il fondamento della mia esistenza è un compito e una sfida che accetto con il coraggio della responsabilità e la consapevolezza delle mie idee». 

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Anna Menghi in piazza Mazzini per una delle visite di Matteo Salvini

Il suo partito sembra essere in fibrillazione tra Ancona(Regione) e Macerata (Comune): lei dove guarda?

«La fibrillazione di cui parla è per me un elemento positivo. Significa che c’è dibattito, partecipazione, dinamismo. Che al cospetto di un periodo storico complesso il partito incoraggia il pensiero critico e accetta il contributo di tutti per cavalcare l’onda del cambiamento. Da consigliere regionale non posso che guardare alla Regione come il mio campo d’azione principale. Le politiche portate avanti in questi anni, unitamente alle decisioni prese su tanti fronti, mi hanno fatto conoscere di più e meglio le esigenze dei nostri territori. Trovare una soluzione ai problemi dei cittadini è ciò che mi appassiona di più e il mio impegno in tal senso è totale. Quando il mio contributo può essere di riferimento e svolta per Macerata, che è la città in cui vivo, sono felice di dare una mano. Riceviamo mandato dai cittadini a migliorarne le condizioni di vita e a loro interessano poco i giochi di palazzo. Vogliono persone capaci di difendere gli interessi in ballo e se questo passa attraverso il lavoro di più livelli istituzionali che operano insieme, ben venga». 

Si trova in lista con il generale Vannacci, che è anche quello delle classi distinte per centometristi e disabili. Gliela spiega lei la situazione?

«Mi batto da sempre per migliorare la situazione delle persone con disabilità e la mia storia è nota a tutti. Vannacci ha detto di essere stato frainteso e di non aver mai parlato di classi separate, ma di strutture adeguate. Avrà modo di chiarire ulteriormente la sua posizione nelle settimane che verranno. Credo che su certe questioni occorra muoversi in punta di piedi, avendo cura di usare le parole appropriate alle circostanze complesse che la disabilità rappresenta.  In questi anni ho collaborato attivamente con il ministro Alessandra Locatelli e sono stata fiera di contribuire alla promozione di politiche volte a migliorare la vita dei disabili in modo concreto. La Lega ha fatto molto sul fronte della disabilità. L’ha elevata a materia di Governo e questo è un fatto storico da cui nessuno può prescindere. L’impegno profuso nel riconoscere le esigenze delle persone fragili, la tutela dei loro diritti e il lavoro fatto per promuoverne inclusione e uguaglianza è ciò che mi incoraggia, dopo tanti anni di vita pubblica, a continuare il cammino intrapreso per garantire che ogni persona abbia accesso ai servizi e al sostegno di cui ha bisogno per prosperare pienamente nella società. Certo sul fronte della sensibilizzazione la sfida è ancora aperta e nessuno di noi può permettersi di abbassare la guardia, ma è anche per questo che mi candido: per rappresentare in Europa quei valori che sono alla base del mio vivere, essendo disabile da tutta la vita».

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Anna Menghi in Consiglio regionale

La sua candidatura arriva a sorpresa, quasi in dirittura d’arrivo. Quali sono state le prime reazioni anche nel suo partito. Hanno gradito tutte e tutti?

«Sono stati proprio i colleghi di partito, a cominciare dall’onorevole Giorgia Latini, segretario della Lega Marche, ad incoraggiarmi quando avevo dei dubbi. Ed è anche per loro che ho deciso di accettare la sfida della candidatura. Siamo coesi e uniti nel riconoscere quando c’è un’opportunità per il partito e hanno tutti reputato che la mia presenza in lista fosse essenziale per rappresentare gli interessi degli elettori. Un’investitura che mi onora e spinge a dare il massimo».

Si parla spesso e volentieri del centrodestra di filiera istituzionale, dal Comune al Governo, passando per Provincia e Regione. Un merito che rivendica a questo centrodestra?

«Il centrodestra a livello nazionale esprime una compattezza che non si vedeva da decenni. Le Marche sono state, per così dire, un laboratorio in cui la condivisione di valori politici fondamentali uniti alla volontà di collaborare per raggiungere obiettivi comuni ha realizzato grandi scopi. Lo dico con orgoglio, perché per tanti anni mi sono spesa affinché tale coesione fosse un punto di forza. Quando i partiti lavorano insieme, in un clima di collaborazione e rispetto, si possono raggiungere risultati significativi. Ecco, se devo riconoscere un merito a questo centrodestra è di essere riuscito a promuovere il dialogo e la cooperazione tra tutti gli attori politici anche in situazioni critiche, di averlo fatto superando tutte le divergenze e avendo chiare le sfide che attendono il nostro Paese».

 

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