di Laura Boccanera (foto Federico De Marco)
Aumento della Tari dell’ 8,38% per i civitanovesi nel 2024, Morresi: «scongiurato un aumento del 10%». E il caso Gironacci torna davanti ai giudici: il sindaco presenta ricorso al Consiglio di Stato per la sentenza di reintegro, l’ex assessore al turismo impugna di nuovo il decreto di revoca. Il consiglio comunale di Civitanova, tornato a riunirsi ieri dopo 4 mesi di assenza in seguito alle riunioni di fine dicembre che hanno avviato l’iter per due grosse lottizzazioni è tornato a discutere delle questioni cittadine e amministrative partendo dal reintegro e dalla revoca bis della Gironacci ad assessore alla cultura.
Al primo punto dell’ordine del giorno infatti c’era una comunicazione del sindaco che ufficializzava quanto trasmesso già tramite un comunicato stampa sul ritiro della delega per la seconda volta a Manola Gironacci dopo la sentenza del Tar che dava ragione all’assessora silurata chiedendo il reintegro. Dopo le richieste dei consiglieri di minoranza il sindaco legge il decreto con il quale viene confermata la sfiducia alla Gironacci sulla base delle dichiarazioni di alcuni partiti e liste civiche. Nel decreto a più riprese si riferiscono le riflessioni di Civitanova unica, lista di cui Gironacci è/era espressione e che afferma che: «Civitanova unica non si sente più rappresentata da Gironacci, è evidente la distanza politica con Gironacci che ha leso la nostra fiducia in maniera irreversibile con la vicinanza ad altri gruppi politici che sta generando confusione politica». Stesse riflessioni portate dal capogruppo di Vince Civitanova che parla di un «problema politico superabile solo con la sua revoca» e di «rischio di stabilità e governabilità della macchina amministrativa comunale».
I consiglieri della Lega Giorgio Pollastrelli e Fabiola Polverini
Ragioni che alla fine fanno maturare la decisione di revoca da parte del sindaco per le «divergenze inconciliabili tali da compromettere le finalità del mandato amministrativo e il programma politico. La permanenza di Gironacci influisce negativamente sugli obiettivi del programma di mandato».
Dure le critiche da parte della minoranza, in particolare dalla consigliera Silvia Squadroni (Siamo Civitanova) che sottolinea come il passaggio di lista di alcuni consiglieri in altri gruppi (leggasi Crocetti a FdI e Turchi a Vince Civitanova) non abbia prodotto alcun terremoto politico, mentre la vicinanza di Gironacci alla Lega ha causato la sua revoca dal ruolo di assessore, mentre Francesco Micucci del Pd sottolinea come il decreto di revoca non tocchi aspetti legati alla bontà dell’operato di Gironacci nelle sue funzioni di assessore, ma solo questioni di equilibri politici e sottolinea altresì il costo per la comunità che tali ricorsi stanno producendo. Tutta la questione infatti è ben lontana dal dirimersi dal momento che il sindaco, oltre ad aver per la seconda volta sfiduciato la Gironacci ha presentato ricorso al Consiglio di Stato rispetto alla sentenza del Tar. E Gironacci a sua volta ha presentato un ricorso bis rispetto alla rinnovata sfiducia. Tutta la discussione si è svolta senza i consiglieri della Lega, Giorgio Pollastrelli e Fabiola Polverini entrati al secondo punto.
L’assessore all’urbanistica Roberta Belletti
Il consiglio ha poi affrontato l’interrogazione relativa al parco del Castellaro. La vicenda nasce dalla cessione di un privato di una parte di area che ricade all’interno del parco, area che il Comune ha intenzione di utilizzare per la realizzazione di una struttura polifunzionale per anziani. La delibera però è stata considerata poco chiara dalla minoranza che ha richiesto informazioni in merito soprattutto alle richieste del privato rispetto alla cessione a titolo gratuito e su quale progetto stia lavorando l’amministrazione rispetto alla casa per anziani di cui non c’era traccia fino ad oggi. A rispondere l’assessora all’urbanistica Roberta Belletti che ha sottolineato come la cessione da parte del privato non era obbligatoria per legge smentendo quanto affermato dal consigliere Micucci durante una conferenza stampa sull’argomento. La Belletti, nel rispondere all’interrogazione ha confermato però che non ci sono al momento altri atti o progetti in attesa che l’ente entri in possesso dell’area e dell’approvazione della variante. «Piaccia o no è un’opera necessaria per Civitanova – ha detto Belletti – ed è intenzione dell’amministrazione realizzare questa struttura per la città. La cessione dell’area è una scelta del privato che non è obbligato a cederla».
Claudio Morresi assessore al bilancio
Il primo punto al voto su cui si è accesa la discussione è stato però il piano economico finanziario per il servizio di gestione dei rifiuti urbani che contiene l’aumento delle tariffe per il 2024 e 2025. Un aumento che peserà per l’ 8,38% per il 2024 e per il 2025. Tutta la partita dei rifiuti a Civitanova ha un costo di 8 milioni 905 mila euro e gli aumenti saranno distribuiti, come in precedenza per il 55% sulle utenze domestiche, il 45% per le utenze non domestiche. «Ho calcolato che su un appartamento di 100 mq l’aumento equivale a 70 centesimi al mese. Abbiamo scongiurato un aumento del 10% – sottolinea l’assessore al bilancio Claudio Morresi – e come comune abbiamo previsto un fondo per redditi bassi per contenere l’incidenza dell’aumento della Tari nelle bollette».
Francesco Micucci capogruppo del Pd
Critico il Pd con Micucci che parla di «delibera scandalosa nelle premesse e nella trattazione. Vantarsi che aumenta dell’8% e non del 10% è ridicolo. Ma la tariffa non aumenta perché migliorano i servizi in numero o qualità o perché si va verso una politica di rifiuti zero. Aumenta perché sono 7 anni che non c’è una politica sui rifiuti. L’aumento di oggi è il risultato dell’incapacità politica e strategica da parte dei sindaci che non hanno voluto prendersi la responsabilità di indicare un nuovo sito per la discarica memori della lezione del presidente della provincia Silenzi che le elezioni le perse proprio perché decise che il sito di Cingoli doveva essere quello della discarica. Inoltre in città le sanzioni rispetto a conferimenti errati si contano sulle dita di una mano». Sottolinea invece la qualità del servizio Mirella Paglialunga: «la differenziata è in discesa in questi 4 mesi, c’è incuria e degrado, rifiuti per strada». Smentisce l’assessore Giuseppe Cognigni: «giro le Marche e non solo per lavoro, Civitanova è un modello. Le città più pericolose in Italia sono Milano ed è in mano al Pd, Bologna ed è in mano al Pd».
A seguire è andato in discussione il piano antenne per la città, con il consulente, l’ingegnere Mario Galieni che lo ha redatto: oltre ad aver mappato il territorio con gli impianti esistenti (27 siti per un totale di 48 impianti al momento in funzione) ha predisposto anche 5 nuove aree idonee al collocamento delle antenne, lontane dal centro e da luoghi sensibili come scuole. Tra le prime aree individuate quella dietro l’Eurospin di Fontespina, già scelta come sede per lo spostamento dell’antenna di via Caracciolo, una zona nei pressi del cimitero di Civitanova Alta, una terza zona in contrada Maranello, la torre faro dello stadio comunale e una quinta area in zona industriale fra via Ansaldo e via Valletta. Dubbi sono stati avanzati sulla collocazione della torre faro dello stadio, ma il consulente ha confermato che è prassi anche in altre parti in Italia di collocare antenne negli stadi senza considerare questi luoghi sensibili.
Obiezioni sono arrivate dal centrosinistra in merito alla mancata partecipazione popolare e condivisione della mappatura con la cittadinanza: «per via Caracciolo, complici le elezioni, ci sono state decine di incontri – commenta ancora il capogruppo Pd Micucci – mentre per via Guerrazzi si lascia un’antenna in una zona altamente sensibile, mentre nessuno ha avvertito i residenti di via Maranello dell’impianto che sorgerà lì».
Altre obiezioni sono state sollevate, sempre dall’opposizione, sul documento che non conterrebbe misure di salvaguardia per frenare le società dalla possibilità di spaziare nella mappatura al di là delle zona considerate sensibili e che non vi sia nessuna misura che impegna al monitoraggio dell’impatto degli impianti. Al termine dell’assise sono passati con i sì della maggioranza e il voto contrario dell’opposizione sia la tariffa rifiuti, sia il piano antenne.
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Ciarapica da quando ha preferito accettare la classica prescrizione invece di rischiare una condanna come aveva precedentemente annunciato ha sempre a che fare e ne avrà con tribunali ed affini. Ma chi se ne frega delle beghe tra la Gironacci e il sindaco. Nessuno le spiega veramente facendo riferimento solo ad un vago sentore politico da parte dell’ex poi di nuovo reintegrata da una sentenza, poi ancora ex assessora. Comunque questa storia che sta costando parecchio non vedrà un solo euro cadere dalle tasche del sindaco visto che pagheranno i cittadini. Eppure sembra più una disputa tra loro però poi gli avvocati non se li paga chi perde. Intanto la Lega Salvini, forse per il timore di non contare più niente prima del tempo ha brevettato “l’autonomia consiliare” che permette di partecipare come, quando e se si vuole. Certo, visto che si diceva che fosse per un interesse politico verso la Lega Salvini l’origine del trambusto chissà come giudicherei questa mancanza dei suoi rappresentanti durante la discussione con cui Ciarapica ha ammorbato l’incipit del consiglio comunale.