Marco Ricci, dg dell’Ast Macerata
di Luca Patrassi
Confapi Ancona, Assortopedia e Fioto denunciano conseguenze «per i cittadini della provincia di Macerata e ricadute occupazionali per otto aziende ortoprotesiche marchigiane a seguito di una gara pubblica della Ast di Macerata». A stretto giro di posta la secca replica del direttore generale Ast Marco Ricci: «La gara risponde alle esigenze di trasparenza che impone la normativa, nella fattispecie permette un contenimento dei costi mantenendo alti gli standard di qualità».
La posizione di alcune associazioni di categoria: «Un grave disservizio per tutte le persone della provincia di Macerata che necessitano di protesi, ortesi e ausili per disabili e pesanti ricadute su otto aziende ortoprotesiche marchigiane che si trovano costrette a ridimensionare il proprio organico o persino chiudere l’attività a causa di una procedura di gara a evidenza pubblica indetta dalla Ast di Macerata» è appunto quanto sostengono Confapi Ancona, Assortopedia (Associazione nazionale delle aziende ortopediche) e Fioto (Federazione Italiana degli Operatori in Tecniche Ortopediche).
«Sotto i riflettori è un appalto dell’Ast di Macerata per l’affidamento del servizio di gestione, fornitura di protesi, ortesi e ausili per disabili. Una procedura – aggiungono le associazioni – in netta contrapposizione all’accordo quadro regionale: un listino tariffario degli ausili tecnici per disabili, adottato dalla Regione Marche in accordo con le organizzazioni di categoria, perché in grado di salvaguardare quei principi di universalità ed equità su cui poggiano i Lea, livelli essenziali di assistenza. Nel solco di questi principi, la Regione Marche, dopo un lungo lavoro condotto con le organizzazioni di categoria, ha definito nel 2023 un tariffario regionale di riferimento, con l’obiettivo sia di mantenere un servizio efficace di distribuzione e post-immissione in servizio dei dispositivi protesici – allineando le tariffe con quelle vigenti in altre regioni italiane – sia di garantire una distribuzione capillare con elevati standard di qualità e servizio di quelle aziende ortoprotesiche accreditate con il Servizio sanitario regionale. Ora invece, la decisione dell’Ast di Macerata vanifica gli sforzi congiunti delle parti coinvolte nel garantire un’assistenza protesica efficiente ed equa per gli utenti disabili del Ssr, non solo inficiando gli accordi preesistenti, ma comportando anche un rallentamento nell’accesso alle prestazioni protesiche da parte degli assistiti della provincia di Macerata, con conseguente aumento delle disuguaglianze nell’assistenza sanitaria. Ci si domanda, allora, perché la Ast di Macerata, pur consapevole delle ricadute negative che avrebbero coinvolto in primis l’utenza, pur disponendo di uno strumento tariffario regionale ad hoc che avrebbe consentito una erogazione diretta, uniforme e capillare sul territorio, abbia scelto forniture al massimo ribasso attraverso un unico aggiudicatario».
C’è anche chi contesta il ricorso alla gara: «Una recente indagine realizzata da Confindustria Dispositivi Medici -dice Natascia Properzi, delegata Fioto Marche – ha messo in evidenza l’inadeguatezza dello strumento di gara quale modalità di erogazione di ausili protesici, soprattutto in termini di tempi di attesa della fornitura, di carenza di preventiva valutazione clinica del contesto abitativo, lavorativo o scolastico dell’assistito e spesso di integrazione tariffaria a carico dell’utente quando la scelta finale ricade su un ausilio più performante rispetto a quello messo a gara». «L’inadeguatezza delle gare applicate all’Assistenza Protesica è evidente su tutto il territorio nazionale. Lo strumento gara compromette ogni volta l’appropriatezza dell’ausilio fornito all’utente e non garantisce affatto il risparmio che viene ogni volta annunciato» dice Michele Clementi, direttore di Assortopedia.
Mario Neri, presidente Sanità di Confapi: «Otto aziende ortoprotesiche del nostro territorio, infatti, si trovano ora nella condizione di dover licenziare almeno metà del proprio personale non potendo erogare le forniture ortoprotesiche: non hanno partecipato alla gara in oggetto perché veniva meno all’accordo tariffario siglato tra le organizzazioni di categoria e la Regione Marche. Esprimiamo il nostro profondo disappunto sulla procedura pubblica in oggetto non solo perché non garantisce la continuità e la qualità del servizio ai cittadini utenti del Ssr, ma anche per la modalità con cui è stata condotta. In una prima versione riportava codici Iso e descrizioni non più vigenti dal luglio 2023 e in una seconda versione, riservata solo alle aziende che avevano partecipato, era stato modificato e ampliato l’oggetto di gara, escludendo le strutture non partecipanti da una gara pubblica. In conclusione, riteniamo grave la condotta di questa procedura così come le conseguenze per gli utenti disabili del territorio e per le aziende ortoprotesiche che saranno costrette a chiudere o a un forte ridimensionamento».
Dal canto suo il direttore generale dell’Ast Marco Ricci evidenzia: «L’appalto era aperto alla partecipazione di tutti gli operatori economici. E’ stata fatta l’analisi dei fabbisogni tenendo conto del dato storico ed è stato definita la fornitura con le finalità di mantenere nello stesso lotto prodotti simili, garantire agi assistiti la fornitura degli ausili in modo omogeneo su tutto il territorio Ast e di garantire convenienza economica alla Ast. Poi il ricorso a procedure di evidenza pubblica per le gare lo impone la normativa europea ai fini di garantire la trasparenza e il miglior utilizzo delle risorse pubbliche. Nessuno degli operatori economici partecipanti ha eccepito o contestato nulla. Sono quindi state aperte le quattro offerte e si è provveduto all’aggiudicazione a favore di un’azienda marchigiana, la Sanimarche srl di Potenza Picena. L’offerta in questione consente alla Ast di ottenere uno sconto del 12.41% sul prezzo fissato in gara».
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