Morgoni: «In 10 anni di Acquaroli-Tartabini
persi il 4% dei residenti e 200 imprese.
Il debito pubblico è aumentato di 2 milioni»

ELEZIONI POTENZA PICENA - Intervista al candidato sindaco del centrosinistra: «Sono del Pd, ma non sono il candidato del Pd. Siamo mossi da un'idea di comunità». Sulla scelta di impegnarsi di nuovo dopo due mandati da primo cittadino e due in Parlamento: «Una parte della politica, i militanti, 1000 firme, mi hanno chiesto di ripresentarmi. Non potevo tirarmi indietro». Bocciata in toto l'amministrazione del centrodestra e critiche alla scelta di Azione di appoggiare la sindaca uscente: «Atteggiamento incomprensibile»

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Mario Morgoni in uno degli ultimi incontri pubblici

di Laura Boccanera

Dall’attacchino di manifesti al senatore, in 50 anni di vita politica Mario Morgoni ha percorso tutte le tappe del “cursus honorum”, da quelle più umili fatte di militanza attiva a quelle più prestigiose, di rappresentanza delle massime istituzioni democratiche. E nonostante questo, anzi, forse, in virtù di questo, cerca per la terza volta nella sua storia politica di fregiarsi dell’appellativo di “sindaco” della sua città, Potenza Picena.

Sarà lui a sfidare l’attuale prima cittadina Noemi Tartabini alle prossime elezioni amministrative con una compagine composta da Pd, dalla civica “Sentire Comune” e da una terza lista “Comunità ecologia progresso” in cui confluiscono nomi e partiti come Movimento 5 stelle, Verdi e Psi.

«Sono del Pd, ma non sono il candidato del Pd» sostiene Morgoni per rivendicare che il suo schieramento è mosso, come spiega, «non da un progetto ideologico, ma da un’idea di comunità». La candidatura di Mario Morgoni sindaco arriva da lontano, ormai un anno fa, una lunga rincorsa che nella visione del candidato «ha avuto il vantaggio di mettere insieme una squadra di persone motivate ad amministrare questa città – spiega Morgoni – è stato un anno in cui abbiamo costruito la consapevolezza che serve per servire una comunità, creato la nuova classe dirigente, non semplicemente messo insieme persone come figurine che chiedono il voto al momento delle elezioni. E’ una squadra che in questo anno ha imparato a confrontarsi, a lavorare insieme, abbiamo fatto oltre 40 incontri, ascoltato la gente e questo dà nuova linfa».

morgoni-marioMorgoni è stato sindaco dal 1995 al 2004 per due mandati, capogruppo in Provincia dal 2009 al 2010, senatore dal 2013 al 2018 e deputato dal 2018 al 2023. Una carriera politica fatta di tutte le tappe più importanti, lecito chiedere chi glielo faccia fare di affrontare una nuova campagna elettorale: «Non c’è stata una spinta personale a dire il vero – confessa – ma una parte della politica, i militanti, 1000 firme, mi hanno chiesto di ripresentarmi. Nella mia vita ho fatto di tutto, da semplice militante ad attacchino di manifesti, certo, ho avuto anche incarichi di rappresentanza nelle istituzioni, come senatore, come deputato. Per me il mio impegno era concluso e mi sono interrogato se era il caso di investire nuove energie in un impegno di responsabilità come quello che deve affrontare chi governa una città. Ma poi la passione per la politica ha prevalso, non potevo tirarmi indietro, soprattutto perché sono convinto di poter offrire un contributo alla mia comunità».

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Guido Grandinetti (candidato consigliere di Azione col centrodestra), la sindaca uscente Noemi Tartabini e il coordinatore provinciale di Azione Massimiliano Fraticelli

Della compagine politica non fa parte Azione che ha deciso invece di sostenere la sindaca Tartabini (leggi l’articolo). E su questo la posizione di Morgoni è netta: «La posizione di Azione mi risulta incomprensibile – dice – avevo chiesto al responsabile provinciale di Azione un incontro, ma la mia richiesta non ha avuto alcun riscontro. Per cui ho registrato un atteggiamento pregiudizievole di cui non conosco le motivazioni, che certo però non sono sicuramente di tipo politico».

Sul piano amministrativo il candidato boccia completamente i 10 anni di amministrazione Acquaroli – Tartabini: «Questi 10 anni hanno segnato una serie di perdite per il comune di Potenza Picena – prosegue Morgoni – basti pensare al numero delle imprese: in 10 anni ne abbiamo perse 200, in 10 anni i residenti sono calati del 4% da 16030 a 15426 il che è anomalo per una zona costiera dove solitamente non si registrano queste dinamiche. A fronte di questo è aumentato il debito pubblico che passa da 14 milioni a 16 milioni, ogni potentino ha già un debito di 1000 euro. Tutto questo in anni in cui il comune ha attinto a fondi per il sisma e del Pnrr. Potenza Picena poi è l’unico comune in cui non è ancora partito neanche un cantiere per il sisma, per non parlare della raccolta differenziata. Siamo al 37esimo posto in provincia, quando ero sindaco eravamo il comune con la percentuale più alta».

Infine su un tema come Villa Buonaccorsi la ricetta di Morgoni è chiara: il bene deve tornare nella gestione degli enti locali. «Ho fatto molto per villa Buonaccorsi, per evitare la vendita, ottenere la prelazione da parte dello Stato quando amministrazione comunale e regione non ci credevano. L’acquisizione è avvenuta, ma il percorso si è bloccato. Il ministro Sangiuliano parla di fondi in arrivo, ma in due anni nulla si è mosso. La ricetta per la villa è solo una, il bene deve tornare nella gestione degli enti locali. La Sovrintendenza e il Ministero tutelano, custodiscono, ma non possono gestire un bene che invece ha bisogno di eventi e fruizione per vivere. Lo immagino in una rete assieme a casa Leopardi, all’Abbadia di Fiastra. In due anni però nulla si è mosso».

 

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