Uno dei cantieri in centro a Tolentino
di Francesca Marsili
Intrappolati nel mega cantiere della ricostruzione i commercianti del centro storico di Tolentino avevano lanciato un grido di aiuto: «Rischiamo di chiudere». Ieri, dopo l’appello diffuso attraverso Cronache Maceratesi, il commissario straordinario alla Ricostruzione Guido Castelli e la senatrice di Fratelli d’Italia Elena Leonardi hanno incontrato una delegazione del Comitato commercio centro storico per ascoltare le loro istanze.
Guido Castelli
«Un incontro proficuo e utile per individuare gli effetti collaterali di una ricostruzione che, cambiando di passo, produce però degli stress ai sistemi urbani – ha evidenziato Castelli a seguito del colloquio -. Avvieremo un tavolo con la Regione e cercheremo di intervenire nel minor tempo possibile». Una situazione di estrema difficoltà quella dei commercianti del centro storico che subiscono il riverbero di una ricostruzione che se da un lato ha finalmente accelerato il passo, dall’altro produce dei disagi come l’assenza di parcheggi occupati dalla moltitudine di cantieri e di conseguenza la drastica diminuzione di flusso commerciale. Con un articolo su Cronache Maceratesi, i commercianti avevano lanciato un appello mostrando tutta la loro preoccupazione. Il 10 marzo tramite la consigliera comunale di Fratelli d’Italia Silvia Luconi si era avviata un’interlocuzione tra il commissario Castelli, la senatrice Elena Leonardi e due esponenti del Comitato che ieri, a margine della conferenza stampa sulla ricostruzione dell’ospedale cittadino, si è tradotta in un incontro di persona che ha permesso di mettere sul tavolo le istanze dei commercianti che si barcamenano tra vulnus normativi e disagi sopraggiunti a seguito di una ricostruzione imponente e mutante.
Elena Leonardi
«La velocizzazione della ricostruzione sta scaricando i propri effetti e i dati della ricostruzione privata a Tolentino sono positivi – esordisce Castelli -. Raccogliamo il grido di dolore dei commercianti che devono affrontare due grandi questioni». La prima: «Questa importante velocizzazione dei cantieri ha prodotto difficoltà al sistema commerciale. Meno spazi pubblici, meno parcheggi, maggiori cantieri vuol dire ostruzione al consumo e alla fruizione – evidenzia il commissario -. Da questo punto di vista ho immaginato di avviare un confronto con la Regione, perchè qui non siamo più nel campo stretto della ricostruzione, ma in quello degli effetti indiretti della stessa. C’è bisogno di un intervento più ampio, di chi cura istituzionalmente il supporto all’attività distributiva e commerciale. L’impegno è quello di prendere subito il contatto con l’assessore al Commercio Andrea Maria Antonini, con la dirigente del dipartimento Sviluppo economico Stefania Bussoletti e con lo stesso sindaco di Mauro Sclavi per capire quali sono le azioni di mitigazione del danno che possiamo costruire insieme». La seconda questione è legata al “caso” Tolentino, non sovrapponibile a altri paesi del cratere: «Ha una caratteristica particolare: si sono registrati molti casi di inagibilità parziale, ovvero palazzi in cui l’inagibilità si limitava alle porzioni superiori, mentre invece per qualche motivo c’era agibilità nei locali commerciali a piano terra. Questo ha inizialmente evitato ai commercianti di essere delocalizzati. Però oggi rientra dalla finestra il problema che era uscito dalla porta. Ora, pur trovandosi in locali agibili, dovranno probabilmente spostarsi o comunque gestire l’interferenza data dal cantiere del resto dell’immobile. Da questo punto di vista – conclude – cercherò di studiare delle misure compensative perché è evidente che qui c’è una correlazione tra disagio e ricostruzione».
I commercianti del centro di Tolentino
«Poter spiegare al commissario Castelli e alla senatrice Leonardi le difficoltà che stiamo attraversando è stato fondamentale – aggiunge il comitato commercianti – hanno ascoltato e compreso che le nostre sono difficoltà reali e oggettive, scaturite da una ricostruzione che muta continuamente e che fortunatamente ha avuto una forte accelerazione. La nostra situazione è tanto drammatica quanto stringente, si lotta per la sopravvivenza. Ringraziamo le figure istituzionali che ci stanno supportando per aver trovato il tempo di sedersi con noi per cercare una soluzione che speriamo arrivi presto».
La giunta di Tolentino
Intanto l’amministrazione, che si era interessata al caso dei commercianti del centro parlando con lo stesso Castelli, fa chiarezza sull’emendamento non approvato nello scorso Consiglio comunale circa la possibilità di destinare ai commercianti il 50% dei proventi della Tosap da richiedere alle imprese coinvolte nella ricostruzione degli edifici pubblici. «Ribadiamo – dice l’amministrazione Sclavi – con decisione le motivazioni che abbiamo già addotto sia in Consiglio che alle referenti dei commercianti del centro storico, in particolare è necessario sottolineare che sul momento non abbiamo avuto le rassicurazioni tecniche necessarie per approvare questo emendamento e da opportuna verifica nei giorni successivi con il responsabile dell’Area tributi comunale, Paolo Bini, abbiamo potuto avere conferma della bontà della nostra decisione dal momento che l’applicazione del canone determinerebbe un ribaltamento dei costi dalla ditta al comune perché dovrebbe essere prevista nel quadro economico dei lavori tra le somme a disposizione del costo per l’occupazione dell’area di cantiere. Dove non prevista la ditta in sede di formulazione dell’offerta in gara sicuramente calcolerebbe un ribasso minore per coprire il costo del canone. Quindi va detto che la destinazione di una quota a contributo per i negozianti finirebbe per essere un costo per il bilancio coperto in modo figurativo, ma non sostanziale dal maggior canone incassato. Tanto varrebbe stanziare fondi di bilancio per destinarli ad un contributo. Va detto anche che le somme del canone in questione non sarebbero comunque economicamente rilevanti perché i cantieri in questioni hanno spesso durate superiori all’anno, la tariffa per metro quadro occupato è di 22,32 euro che calcolati su aree di cantiere tra 100 e 300 metri quadrati determinano un incasso tra i 2000 e i 7000 euro. Ipotizzando un riparto del 50% dei proventi l’indennizzo a vantaggio degli esercenti sarebbe risibile a fronte di incrementi di spesa sui cantieri pubblici che già sono in difficoltà a causa degli aumenti dei materiali edili. Per queste ragioni si è scelta la soluzione di non aderire all’emendamento proposto».
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