Massimo Baldini, sindaco di Matelica
di Monia Orazi
Sono stazionarie le condizioni del sindaco di Matelica, Massimo Baldini, caduto lo scorso 25 gennaio da un muretto alto un metro e mezzo, in una zona buia, situato all’esterno dell’ufficio speciale ricostruzione nuova sede di Castelraimondo inaugurata proprio quel giorno, in via Tagliamento. Il sindaco stava andando a prendere la vettura nel parcheggio sottostante.
Il primo cittadino di Matelica, che era stato sottoposto la stessa notte ad un intervento chirurgico durato sei ore per aver riportato un trauma cranico importante, oltre alla frattura di alcune costole, da allora è ricoverato in prognosi riservata nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Torrette. I suoi parametri vitali sono stabili e viene costantemente monitorato dai medici. In questi giorni tutta Matelica segue con grande attenzione le condizioni dell’amatissimo primo cittadino, un uomo apprezzato oltre gli schieramenti politici, per la sua dedizione al ruolo, il suo garbo, la sua affabilità, la sua costante presenza nella gestione amministrativa ed incombenze connesse, anche la sua disponibilità nei confronti dei cittadini, dopo un impegno ultradecennale nell’amministrazione locale, in vari ruoli. A seguire da vicino tutta l’attività amministrativa la giunta comunale al completo.
«Il nostro sindaco è ancora in prognosi riservata, è ricoverato in rianimazione – spiega il vicesindaco Denis Cingolani – le sue condizioni sono stazionarie, i medici dicono di aspettare, la situazione è in divenire. Come amministrazione comunale ci siamo stretti intorno ai suoi familiari e stiamo portando avanti tutte le varie attività amministrative, come avrebbe fatto lui se fosse rimasto al suo posto. Speriamo che la beata Mattia interceda, in questi giorni ci rivolgiamo a lei con grande fervore e preghiera, solo lei può fare il miracolo. Speriamo che il sindaco possa tornare a guidarci al più presto, non possiamo fare altro che aspettare e pregare».
Cade da un muretto dopo l’inaugurazione, grave il sindaco di Matelica
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l’unica cosa da fare è pregare affinché i sanitari lo riportino alla famiglia e alla comunità.