«Guardia medica chiusa due giorni
per mancanza di personale: è gravissimo,
migliaia di persone senza servizio»

CALDAROLA - Il racconto di Maura Gallenzi, tolentinate: «Un mio parente aveva febbre alta e respirava male. Ho chiamato ripetutamente il numero fisso, ma niente. Poi ho scoperto il motivo: il 6 e 7 gennaio non c’era nessuno. Oltre ad avere un servizio scoperto non c'è un minimo di comunicazione»

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La guardia medica di Caldarola

di Francesca Marsili

«A Caldarola la Guardia medica è rimasta chiusa per mancanza di medici, ho chiamato diverse volte lo scorso 6 gennaio perché avevo necessità di far visitare un mio familiare, senza risposta. Poi ho scoperto che quel giorno e pure il 7, era chiusa per carenza di personale». A raccontarlo a Cronache Maceratesi, è Maura Gallenzi, di Tolentino.

Alle 18 del giorno dell’Epifania, si è rivolta a Caldarola, dopo che dalla fine del 2021 la Guardia medica di Tolentino è stata soppressa. Un giorno festivo, dove è il medico di continuità assistenziale a garantire l’assistenza medica di base a domicilio.

«Un mio congiunto, di 63 anni, aveva febbre alta e respirava male, ho ritenuto fosse necessaria una valutazione del medico – racconta -. Ho chiamato ripetutamente il numero fisso, ma nessuno ha risposto». Così ha deciso di contattare il Punto di primo intervento di Tolentino, nella speranza di poter ottenere un chiarimento o una qualche indicazione. «Qui, in maniera estremamente cortese e disponibile mi hanno fornito il numero di cellulare della guardia medica di Caldarola: ho chiamato più volte, ma ancora una volta nessuno ha risposto».

Poi l’ennesimo tentativo, attraverso il 118. «Ho spiegato la questione. L’operatore, mi ha chiesto se volessi l’intervento di un’ambulanza, ma ho ritenuto non fosse necessario sottrarre un equipaggio dell’emergenza al territorio, non era quello il mio caso. Così mi hanno fornito il numero della guardia medica di Treia. Ho chiamato e la dottoressa mi ha suggerito di portare li il mio familiare, ma aveva 39 di febbre e non me la sono sentita». 

Ed è in una delle tante telefonate fatte per ottenere un servizio garantito che Gallenzi scopre per quale motivo nessuno ha risposto. «Mi hanno precisato che il 6 gennaio il medico di continuità assistenziale di Caldarola non era attivo, e non lo sarebbe stato neppure domenica 7, per mancanza di medici. In sostanza o chiami il 118 o ti arrangi – commenta amareggiata -. A parer mio è gravissimo».

La Gallenzi non ha potuto far altro che chiamare il suo medico di base, non operativo nei festivi, con la conseguenza che la persona che stava male e aveva bisogno di cure sabato 6 gennaio ha iniziato la terapia antibiotica solo dopo 48 ore, il lunedì successivo, quando è riuscita ad avere la prescrizione.

«Per un uomo di 63 anni che respira male e ha febbre alta poteva essere di tutto. Lo trovo un fatto gravissimo che, oltre ad avere un servizio scoperto, non ci sia un minimo di comunicazione. Solo perché ho continuato a telefonare ho scoperto perché nessuno a Caldarola rispondeva. Mi sono sentita rispondere che mancano i medici, di fatto niente guardia medica per migliaia di persone. Se l’Ast ha carenza di sanitari, un cittadino che ha bisogno di assistenza cosa deve fare? Se esiste la figura del medico di continuità assistenziale deve essere garantita. Se questa viene a mancare si finisce per andare nei Pronto soccorso, ingolfandoli ulteriormente perché non abbiamo scelta. Vorrei sapere cosa si sta facendo per invertire questa tendenza – conclude irritata  -. Quante altre volte è successo che un cittadino ha avuto bisogno di un medico di guardia e nessuno ha risposto?»

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