Sauro Grimaldi presidente Confindustria Macerata
«Non abbiamo bisogno di un ulteriore cambio di governance e di schermaglie politiche legate al posizionamento di forze politiche all’interno degli schieramenti, abbiamo bisogno di non perdere tempo».
A prendere posizione sul rimpasto di giunta che sta impantanando l’attività amministrativa della Regione stavolta non è l’opposizione, ma Confindustria Macerata. Gli industriali infatti si dicono preoccupati per l’andamento dell’economia e pur non esprimendo posizioni in merito alla vicenda in sé chiedono un atto di responsabilità alla politica. L’appello arriva su sollecitazione della propria base associativa dopo la riunione del consiglio di presidenza: «Si ritiene importante esprimere il proprio punto di vista sulla vicenda del rimpasto del governo regionale delle Marche – dicono nella nota – si condivide assolutamente il metodo del nostro sistema associativo che non vuole e non deve entrare nel merito di valutazioni politiche e partitiche.
Confindustria Macerata è molto preoccupata dell’andamento dell’economia: l’impennata inflattiva, l’aumento dei tassi di interesse, il quadro congiunturale molto fragile nazionale ed europeo del manifatturiero, gli effetti negativi sulla propensione agli investimenti, la concorrenza del mercato cinese, il perdurare degli effetti del conflitto russo-ucraino sulla nostra economia e le sfide da raccogliere in tema di transizione ecologica, digitale e di innovazione. Tutto ciò si inserisce in un contesto regionale fragile, in transizione verso le regioni meno ricche di questo Paese, alle prese comunque con problemi e progetti infrastrutturali importanti, finalmente in itinere, con la realizzazione di ulteriori progetti legati alla programmazione comunitaria Por Fesr 2021-2027 appena avviata e con l’eccezionalità di eventi climatici devastanti e l’impatto di un sisma che ha ulteriormente impoverito le aree interne della regione e per le quali non abbiamo ancora definito una strategia di rilancio e sviluppo.
In questo contesto, la continuità della strategia politica regionale e del governo del territorio ha un valore enorme non solo per la nostra comunità e per i nostri imprenditori, ma anche per gli investitori e per coloro che guardano comunque positivamente al nostro modello di sviluppo. Forse è il caso di ricordare l’incidenza delle attività produttive nelle Marche nella costruzione dei principali indicatori economici della Regione: dalle quote di fatturato e di valore aggiunto della manifattura rispetto al totale dell’economia regionale, al peso delle esportazioni e a quello degli occupati, a quello degli investimenti fissi lordi. Non abbiamo bisogno, come già avvenuto all’indomani delle recenti elezioni politiche, di un ulteriore cambio di governance e di schermaglie politiche legate al posizionamento di forze politiche all’interno degli schieramenti. Il tessuto produttivo di questa regione è profondo, la nostra comunità è solida; abbiamo bisogno di non perdere tempo, di raddoppiare gli sforzi per rendere questo nostro territorio ancora più forte e più coeso».
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Purtroppo in regione ci sono gli stessi a cui gli industriali hanno finanziato la campagna elettorale.
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La concorrenza del mercato cinese? ‘Confindustria Macerata’ dimentica che i cinesi, grazie alle buone opere di Padre Matteo Ricci, sono amici di Macerata.
a mio giudizio in questa fase di cambiamenti epocali,lo sbocco dei quali nessuno è in grado di prevedere lucidamente,sarebbe indispensabile la massima,leale,collaborazione tra tutti,senza troppi calcoletti di parte.,una logica del passato.Senza una vera rivoluzione culturale finiremo in un precipizio senza fondo.
Con tutto l’elenco delle disgrazie che avete fatto vi preoccupate di un rimpasto giunta? Certo con la Regione che è tutto un cantiere con le infrastrutture “in viaggio ” su tutto ciò che riguarda Aria, Terra e Cielo sarebbe un vero peccato che comincino ad arrivare scuse da tutte le parti per eventuali ritardi dovuti alle ridicole imposizioni della Lega che diciamocelo chiaramente :che conta nelle Marche? Il famoso laboratorio marchigiano riguardava i Fratelli mica gli incomprensibili uomini della Lega. Difficili da capire perché dove li vai ad analizzare, ponderare, approfondire alla ricerca del senno perduto. Finche mi trovano un Parcaroli, va beh, lui li abbraccia, lui sa perché, lui capisce, ma il cosiddetto comune uomo della strada che li guarda e li osserva, oltre a scuotere la testa e poi ad ignorarli completamente che potrebbe fare? Certo che per voi è un problema cambiare nuovamente interlocutore e dirgli che cosa deve fare. Ma a parte questo, voi queste infrastrutture “in itinere ” dove le avete viste?