La guerra di Gratteri alla ‘Ndrangheta
«Compra tutto ciò che è in vendita:
alberghi, ristoranti, pizzerie» (Foto)

CIVITANOVA - Una "fame" di legalità questo pomeriggio per ascoltare il magistrato in prima linea contro le cosche calabresi. I 400 posti al liceo Da Vinci non sono bastati, in tanti sono rimasti fuori. «La mafia non spara più, non incendia più le auto, ma offre servizi. Se ne parla sempre meno perché non si fa vedere, per la gente non è un problema come lo sono invece scippi e rapine». Con lui lo storico e scrittore Antonio Nicaso

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di Laura Boccanera (foto Federico De Marco)

«La libertà non è solo parlare, ma fare scelte economiche libere. La ‘Ndrangheta è diventata una componente del capitalismo urbano, non spara più, non incendia più le auto, ma offre servizi». Lo spiega così Nicola Gratteri il nuovo volto della criminalità organizzata calabrese nell’incontro proposto dalla rete delle associazioni Oltre a Civitanova.

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Nicola Gratteri

Per due ore ha incollato alle sedie il pubblico intervenuto nell’aula magna del liceo da Vinci, mai così numeroso. Troppo pochi i 400 posti di capienza della sala, alle 17, mezz’ora prima dell’inizio, ce n’erano già altrettanti in coda rimasti fuori e che non sono riusciti ad entrare per le misure di sicurezza predisposte. Una “fame” di legalità che ha attirato tantissima gente comune e studenti che nella seconda metà del pomeriggio hanno offerto una ventata d’aria fresca con le loro domande belle e puntuali a cui il magistrato Nicola Gratteri e lo storico e scrittore Antonio Nicaso non si sono sottratti. Anzi, più volte nel corso della lunga intervista hanno fatto riferimento proprio all’istruzione, chiave per essere liberi e pensanti, generatori di economia “pulita” che dia valore alla cultura piuttosto che “alla macchina di lusso davanti al locale”. Neanche avessero fatto un giro proprio a Civitanova il sabato sera. Ad aprire l’incontro Andrea Foglia (attivista e volontario della rete sociale Oltre) che ha introdotto il lavoro del magistrato e dello scrittore e lasciato ai due moderatori il compito di proporre sollecitazioni e temi di dibattito.

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Giuseppe Bommarito assieme a Nicola Gratteri

Ad iniziare l’avvocato Giuseppe Bommarito che puntualmente anche attraverso le colonne di Cronache Maceratesi ha trattato le tematiche legate alle infiltrazioni mafiose nelle Marche, al commercio di stupefacenti come attività economica che rimpingua le casse criminali e alle presenze nell’economia del territorio di personaggi legati a cosche. Nicola Gratteri ha aperto entrando subito in medias res: «c’è gente a cui diamo fastidio – ha sottolineato parlando del maxi processo Rinascita-Scott sollecitato da Bommarito che chiedeva come mai se ne parlasse così poco – e poi grazie alla riforma Cartabia non se ne può parlare. Per noi è stato un lavoro di anni, abbiamo costruito un’aula bunker per 1000 posti a sedere, abbiamo un impianto tecnologico che è un fiore all’occhiello in Italia rendendola l’aula bunker più informatizzata in Europa e il tutto in 4 mesi e mezzo. In 4 anni e mezzo abbiamo costruito la nuova procura e ripulito in tutti i sensi la questura di Catanzaro. La nostra forza può essere solo la credibilità, e la gente in Calabria è tornata a sperare, io per il resto sono abituato a mangiare pane e veleno».

incintro-con-gratteri-civitanova-FDM-15-325x217Gratteri ha poi sviscerato come funziona il sistema ‘ndranghetista e come le mafie siano diventate delle società in grado di offrire servizi e capaci di grandi cambiamenti tecnologici operando nel dark web e su piattaforme informatiche che sfuggono alle indagini. Bommarito ha ricordato come anche nel nostro territorio ci siano personaggi legati all’ ‘Ndrangheta (ha ricordato Francesco Pellegrino di stanza proprio a Civitanova, la presenza di Giovanni Aldo Mellino ed Emilio Rossi, genero del capoclan Felice Ferrazzo) sebbene dal punto di vista processuale non siano ancora emersi profili di rilievo.

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Antonio Nicaso

«La verità storica non sempre coincide con quella giudiziaria – ha aggiunto Nicaso – nel nostro libro precedente non abbiamo inserito le Marche come zona di conquista con la presenza di un locale di ‘Ndrangheta perché al momento non è accertata presenza, ma le crisi economiche offrono sempre grandi opportunità per le mafie».

Da qui Gratteri ha passato ad illustrare come anche comuni cittadini possano essere complici involontari delle mafie e quanto il problema sia poco percepito in virtù di una penetrazione nel tessuto culturale: «Parlare di mafia stanca – ha esposto Gratteri  – In Italia di mafia si parlerà sempre meno perché sparano meno, bruciano meno auto e serrande quindi per la gran parte dell’opinione pubblica la situazione è sotto controllo e le mafie non sono un problema come lo sono invece scippi e rapine. E in questo le mafie hanno fatto passi da gigante.Ndrangheta e Camorra e sono qui per comprare tutto ciò che è in vendita: alberghi, ristoranti, pizzerie. E il fatto che i mafiosi comprino uno o due alberghi non riguarda solo i ricchi e gli imprenditori, ma riguarda tutti. Se ci sono tre supermercati e il mafioso costruisce il quarto supermercato con i soldi della cocaina potrà vendere ad un prezzo più basso, attirerà maggiori clienti. E a quel punto detta l’agenda e il mercato. Se faccio saltare le scelte economiche e le regole del libero mercato e della concorrenza inizio a radicarmi sul territorio, acquisto la piccola squadra di calcio, faccio opinione, parlo coi giovani, porto la cocaina, mi faccio votare alle elezioni, manipolo la politica. E non è più un fatto che riguarda altri, è l’ inizio della fine». incintro-con-gratteri-civitanova-FDM-8-325x216

Il magistrato, con uno stile franco, asciutto e socievole ha poi parlato anche di aspetti più intimi, sollecitato dalle domande degli studenti che gli hanno chiesto temi legati oltre che alle mafie (uno su tutti sull’agenda rossa di Paolo Borsellino che ha permesso un toccante ricordo del rapporto fra lui e Falcone) anche argomenti sulla sfera umana, come paura, coraggio e felicità. Da manuale la risposta sulla felicità: pensa di essere felice, è mutato il suo rapporto con la felicità da quando è sotto scorta? «Non so se sono stato mai felice – dice con onestà – ma ho avuto tante soddisfazioni, nella vita privata e lavorativa e credo di essere un uomo fortunato. Sono figlio di semi analfabeti, vengo da un paese di 2000 anime e oggi sono qua a parlare con voi. La strada è fatta di tanti sacrifici e credo siano stati ripagati, se tornassi indietro rifarei stesse cose. Il problema non è la libertà fisica o il fatto che da venti anni non sono mai andato al mare o ad una recita dei figli- Mia moglie ha fatto da madre e padre a loro, non che non avrei voglia di fare una passeggiata in bici o in moto, ma sono molto, ma molto più libero della maggior parte degli italiani. Se uno è convinto che quello che sta facendo serve, i sacrifici si superano. Si può fare a meno della passeggiata al mare o in montagna, devi essere utile. Anche se certe volte ho paura e concretamente ho pensato alla morte, se io morissi domani non sarebbe un problema».

incintro-con-gratteri-saltamartini-civitanova-FDM-13-325x216Tante anche le autorità presenti all’incontro: c’erano il sindaco Fabrizio Ciarapica, la senatrice Elena Leonardi, l’assessore regionale Filippo Saltamartini, il vescovo di Macerata Nazareno Marconi, l’ex rettore di Unimc Francesco Adornato, consiglieri comunali di maggioranza e opposizione.

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