Calamaretto, nuova gestione
e la richiesta di controlli sulla contabilità
voluta dall’ultimo amministratore

L'INTERVENTO di Giuseppe Bommarito - Gli accertamenti richiesti da Valerio Merolla sull'ultimo triennio mentre è in arrivo la vendita ad un imprenditore albanese, che sarà il nuovo proprietario di un locale che spopola a Civitanova. I bilanci

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Così il Calamaretto oggi, la scritta ‘Cè qualcosa di nuovo’

di Giuseppe Bommarito 

Ha espresso grande soddisfazione in un recente comunicato Valerio Merolla, ultimo amministratore (dal febbraio 2021) nonché proprietario – tramite la Business Corporation Vlm srl – del cento per cento delle quote della Cala Maretto srl, in liquidazione dal marzo 2023 e ferma di fatto da diversi mesi, per l’archiviazione del procedimento penale che pendeva su di lui e sul precedente amministratore Mauro Raschia per il reato di appropriazione indebita.

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L’avvocato Giuseppe Bommarito

E, al contempo, ha minacciato fuoco e fiamme contro chi aveva amministrato la società, sorta nel febbraio 2018, nei primi tre anni di vita (Raschia, appunto), lamentando di essere stato esposto ingiustamente nel fango e al pubblico ludibrio e parlando espressamente di “avvoltoi che si sono gettati sul Calamaretto nella convinzione di fagocitarlo”.

Un esperto di diritto societario e un penalista di rilievo, su preciso incarico del Merolla, sono stati quindi incaricati di rivoltare la società come un calzino alla ricerca di irregolarità contabili e soprattutto per comprendere come, in quel triennio (2018/2021), si sia prodotto un “enorme debito”, come abbiano giocato le rimanenze (sempre difficili da accertare) e come siano state effettivamente utilizzate e destinate le risorse prodotte dalla gestione del locale, sito nel lungomare sud di Civitanova, che è stato uno dei pilastri della movida civitanovese negli ultimi tempi, ampiamente frequentato, sino a quando è stato aperto, da politici, imprenditori e professionisti, spesso all’insegna di un ostentato eccesso.

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Valerio Merolla

Certo, l’archiviazione vi è stata per un motivo formale, cioè per difetto di querela, senza che si sia scesi nel merito dell’accusa, in quanto il reato di appropriazione indebita, oggi, per effetto della “distruttiva” legge Cartabia, è punibile solo a querela di parte, ma questo è un “dettaglio”, e non sembra turbare la legittima soddisfazione di Merolla e la sua voglia di vendetta, che peraltro non tiene conto di un dato di fatto difficile da negare.

Appare infatti alquanto strano che lo stesso Merolla, che ha acquisito la gestione del locale nel 2018, per ben tre anni (dal febbraio 2018 al febbraio 2021) non si sia accorto di come il locale sia stato gestito durante l’amministrazione unica di Mauro Raschia.

E’ pur vero che il Merolla, spuntato nel 2018 a Civitanova praticamente dal nulla, proveniva da un altro settore, ma non può certo dirsi che in questo triennio egli sia stato poco presente al Calamaretto. Tutt’altro.

calamaretto-1-325x244La vicenda comunque è di notevole rilievo, anche in vista della prossima stagione estiva, allorché il locale ritornerà in piena attività, e vale la pena di ripercorrerla, sia pure brevemente.

Nel febbraio 2018, la s.r.l. Cala Maretto, appena costituita con un capitale sociale di 12mila euro (poi, nel tempo, ridottosi a soli mille euro), aveva preso in gestione per tre anni da un’altra società lo chalet allora denominato “Onda Blu” e dato il via all’attività del locale, con la nuova denominazione divenuta in breve famosa: Calamaretto (parola unica). Entro il 28 febbraio 2023 poteva essere esercitata l’opzione di acquisto, ma la Cala Maretto s.r.l. non la esercitò – e ciò in parte spiega la sua messa in liquidazione –, opzione che venne invece esercitata da un altro imprenditore impegnato in un diverso settore (lo stesso che in precedenza aveva già acquistato il marchio Cala Maretto) per 535mila euro, versando una caparra pari a 135mila euro e promettendo il saldo entro fine giugno 2023 e una serie di lavori di straordinaria manutenzione e di ristrutturazione per consentire, alla riapertura dei battenti, una ripartenza alla grande, che però dovrebbe essere affidata ad un gestore già esperto nel settore degli esercizi pubblici e dell’intrattenimento notturno.

calamaretto-qualcosa-di-nuovoSul nuovo acquirente del locale è emerso il profilo di un noto imprenditore di nazionalità albanese, proprietario di un’azienda dell’entroterra fermano che produce cappelli, dotato di una notevole liquidità. A quanto si dice, vorrebbe lasciare la gestione del locale e della spiaggia ad alcuni componenti della famiglia Ascani, da sempre soggetti leader nel settore dell’intrattenimento sull’intera costa maceratese, che da decenni hanno attirato nei loro locali un pubblico variegato proveniente da tutta la regione, ma anche dall’Umbria e dall’Abruzzo. A quanto si dice, peraltro, l’acquisizione da parte dell’imprenditore albanese sarebbe già cosa fatta.

L’operazione, tuttavia, esaminando i bilanci societari così come depositati alla Camera di Commercio, risulta essere piuttosto audace e comunque problematica, e non solo per via della recentissima sentenza della Corte Ue, che ha escluso la possibilità che le concessioni ai balneari possano essere rinnovate automaticamente.

calamaretto-3-325x244Va infatti detto che, come risulta dai bilanci in questione, la società Cala Maretto s.r.l., costituita nel febbraio 2018 e nata con un capitale sociale abbastanza esiguo, pari a 12mila euro (poi fortemente ridottosi), si è subito discretamente indebitata, arrivando in poco più di tre anni, a fine 2021, ad un’esposizione debitoria per debiti di finanziamento, debiti verso fornitori e debiti fiscali, pari ad 1.265.842 euro (il che rende francamente difficile, a meno che non si punti solo sul valore dell’eventuale avviamento, di certo ridotto dalla prolungata chiusura degli ultimi mesi, comprendere da un punto di vista economico l’acquisizione della società da parte del nuovo acquirente ad un prezzo superiore ai 500mila euro).

Nel 2020, inoltre, il fatturato ammontava a 1.414.368 euro, con un calo rispetto al precedente anno, nonostante le forti limitazioni dovute al covid, solamente di 165.561 euro: una riduzione veramente esigua, difficile da comprendere in un’epoca di cali vertiginosi dei fatturati di gran parte delle aziende, specialmente di quelle coinvolte nel settore della ristorazione. Da rilevare che il calo di fatturato sopra riportato si è accompagnato, in maniera anomala, ad una crescita della liquidità e ad un aumento dei crediti, pari ad 176.532 euro  a fine 2021 (di cui oltre 100mila euro “verso altri” non meglio specificati).

Le considerazioni di cui sopra inducono a pensare che ci possano essere stati ricavi creati contabilmente, e che siano stati contabilizzati con la contropartita dei crediti “verso altri” e con movimenti della cassa contanti. Agli esperti contabili che Valerio Merolla nominerà apparirà comunque certamente strano quanto sopra evidenziato, ed anche che gli aumentati crediti non siano andati ad incrementare i conti correnti bancari. Altrettanto strano, se non inspiegabile, apparirà pure il compenso per l’amministratore, passato, nonostante una situazione di forte indebitamento, dai 7mila euro circa del 2020 a 103mila euro nel 2021, benché la società avesse presentato istanza al tribunale per un accordo di ristrutturazione debitoria, non andato a buon fine, come risulta dalle note preliminari al bilancio 2021.
Insomma, le incoerenze non mancano e forse, pertanto, le reiterate irregolarità contabili di cui parla Valerio Merolla nel suo recente comunicato hanno un reale fondamento, tenendo anche in considerazione l’erosione fortissima, ed in qualche modo anomala, del magazzino per 320mila euro in due anni.
E insieme alle incoerenze non mancano le perplessità per un acquisto che a tutto sembra rispondere tranne che ad una oggettiva esigenza di carattere economico. Sarà quindi interessante vedere cosa ci riserveranno i prossimi mesi estivi, allorchè la nuova gestione decollerà sicuramente alla grande, anche se nel frattempo i lavori di ristrutturazione o di risistemazione sembrano essere ancora fermi.

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