L’iniziativa a piazza Li Madou
di Mauro Giustozzi (Foto di Fabio Falcioni)
Il Comune di Macerata si fermi, ascolti le istanze dei cittadini e modifichi il progetto della nuova piazza Li Madou, mantenendo il verde e gli alberi inseriti nel piano di ristrutturazione dell’intera area.
Per questo è stata promossa una raccolta di firme iniziata poco fa proprio nello spazio verde antistante l’Università di Macerata, promossa da Casa del Popolo in collaborazione con l’associazione di cittadinanza attiva gli Spiazzati che ha visto radunarsi una ventina di maceratesi, tra cui anche esponenti politici come le consigliere comunali di minoranza Stefania Monteverde di Macerata Bene Comune e Ninfa Contigiani del Pd.
Raccolta di firme che proseguirà domani in centro storico e giovedì in corso Cavour (orario 9-12) e venerdì in corso Cairoli (ore 17-19). Il progetto non vuole essere alternativo a quello presentato dall’assessore Silvano Iommi ma integrativo e migliorativo a livello ambientale come hanno sottolineato i promotori dell’iniziativa che vuole mantenere in vita, è stato più volte ricordato, l’unica area verde ancora presente dentro le mura urbane.
Alberto Cicarè
«Partiamo dall’idea che ripresa e resilienza che sono gli elementi cardine del Pnrr – afferma Alberto Cicarè, consigliere comunale di Strada Comune–Potere al popolo – non sono rispettati da questo progetto che è stato approvato dall’amministrazione. Anzi si va esattamente in direzione contraria in quanto si abbattono alberi e si danneggia l’ultima zona di verde pubblico presente in centro. L’idea è quella di evitare che questa area diventi una spianata di pietre e cemento, che resti terreno permeabile e che debba essere accogliente per chi lo frequenta. Dove le persone possano venire a passeggiare, sedersi su una panchina piuttosto che replicare quanto avvenuto altrove, ricordo l’Orto dei Pensatori che da zona verde è divenuta una spianata di pietre. Del resto proprio qui accanto c’è la Loggia della Grano, c’è piazza della Libertà come luoghi cementificati, questo è invece un posto verde da conservare. Quindi il nostro obiettivo è che questa area resti verde e più accogliente di adesso.
A livello politico chiediamo che sia fatta una variante al progetto esecutivo già approvato: non chiediamo stravolgimenti eccezionali ma rendere partecipato questo progetto grazie alle proposte che sono in campo, magari ascoltando anche l’Università che non ha avuto invece alcuna voce in capitolo». A grandi linee i promotori della raccolta firme intendono mantenere oltre all’aiuola centrale già prevista nel piano comunale, altre due aree verdi con le piante, un lato palazzo Buonaccorsi e l’altra dalla parte opposta in prossimità di via Don Minzoni.
Camilla Murray
«Abbiamo fatto un’analisi della zona, un censimento degli alberi che ci sono per capire quelli da abbattere e quelli da salvare – dice l’architetto Camilla Murray che ha lavorato alle proposte alternative messe in campo -. Riteniamo che questo sia l’unico sfogo di verde presente in città ed è importante mantenerlo. Da mantenere sono i lecci sani che sono una specie protetta, tutti eccezion fatta tre alberi, e ovviamente anche i cedri. Altri invece possono essere tolti. Non dobbiamo tornare indietro ma guardare al futuro, osservare cosa manca a Macerata e secondo noi manca proprio il verde. Quel poco che c’è bisogna mantenerlo e semmai migliorarne la fruizione. Sono sicura che queste nostre osservazioni ben si sposano con il progetto fatto dal Comune che non viene stravolto ma semmai integrato e migliorato». Diversi cittadini hanno lamentato anche la scarsa presenza di panchine in città.
Piergiorgio Ciarlantini
«Siamo d’accordo sulla necessità di una riqualificazione di largo Donatori del sangue, che diventerà largo Li Madou – ha sottolineato Piergiorgio Ciarlantini, dottore forestale di Macerata – in particolare di prato, siepi e potature alberi. L’obiettivo è di mantenere tutti gli alberi che stanno bene. Oltre ai due più grandi salvare tutti i cinque lecci che sono una specie tutelata da legge regionale il più grande dei quali è secolare avendo un diametro di oltre 50 cm. Viene mantenuta non solo l’aiuola centrale, come peraltro indica il piano del Comune, ma anche due aiuole laterali, una più grande in direzione palazzo Buonaccorsi e l’altra in prossimità della strada. Il tutto con illuminazione, panchine e arredo urbano adeguato al luogo».
Chiamato in causa sulla vicenda è intervenuto anche l’assessore Silvano Iommi: «Il progetto è stato elaborato dall’ufficio tecnico comunale, sulla base di un mio concept e di una direttiva sulla massima conservazione possibile sia delle alberature che della superfice verde – ha detto -. È evidente che la ricostruzione post sisma del muro perimetrale potrebbe compromettere l’apparato radicale delle alberature sul lato di vicolo Buonaccorsi. Tuttavia i servizi tecnici comunali sanno che la priorità è, oltre alla sicurezza di cose e persone, l’eventuale reimpianto di giovani e sane essenze autoctone. In sede di direzione dei lavori si verificherà quanto sia possibile mantenere in sicurezza le alberature su vicolo Buonaccorsi».
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Non c’è che dire una adunata “oceanica” a difesa di uno spazio che ad oggi e da decenni è un luogo “morto” non frequentato da nessuno, in semiabbandono.
“l’orto dei pensatori”
dai piani di recupero del centro storico era destinato ad area verde aperta con l’abbattimento totale del muro delle carceri.
Poi qualcuno ha provveduto a cambiare la destinazione.
Chiedere lumi alle storiche di minoranza.
Non ci trovo nulla di male (anzi!) nel desiderio di salvare quante più piante possibili: sono bellissime, oltre che storiche, e rappresentano davvero uno splendido polmone di verde in centro storico.
Concordo con l’idea di valorizzare quello spazio con un giardino/piazzale dedicato a Padre Matteo Ricci, ma mi auguro davvero che gli alberi che già ne fanno parte possano presiedere ancora lunghi decenni alla nuova intitolazione e destinazione.