Civitas, Lusi Fattori all’attacco:
«Vicenda Asur inizio di un calvario.
Giudici chiarissimi: non avevo colpe»

CIVITANOVA - L'ex dipendente capo ufficio tributi dopo la sentenza della Corte dei conti che l'ha assolta per il mancato versamento della Tarsu dell'azienda sanitaria: «Sono stata licenziata in tronco, ho sostenuto finora 74mila euro di spese legali. Vado avanti, nella causa per il licenziamento farò fare una perizia sulle firme»

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Lusi Fattori e l’avvocato Francesco Acquaroli oggi in conferenza

 

di Laura Boccanera

«Io, l’unica che ha segnalato il problema della scadenza degli avvisi Tarsu sono stata indagata. Sono stata assolta e la Corte dei conti ha pienamente condiviso la mia tesi difensiva». Mette i puntini sulle i, Lusi Fattori, indagata assieme agli amministratori Giulio Silenzi, Tommaso Corvatta e altri dipendenti comunali per la vicenda del mancato pagamento delle cartelle Tarsu da parte dell’Asur. La Corte dei conti ha condannato per il mancato versamento di 500mila euro da parte di Asur l’ex presidente della Civita.s Alessandro Brandoni al pagamento di 200mila euro e assolto gli altri imputati. A chiarire alcuni passaggi rispetto alle dichiarazioni che sono intercorse in questi giorni dopo la condanna di Brandoni (che ha annunciato appello) e alle assoluzioni di Corvatta e Silenzi è la stessa Fattori assieme al suo avvocato, Francesco Acquaroli. Sul tavolo del bar in cui convoca la conferenza anche le 4mila pagine che compongono il fascicolo con gli atti e la ricostruzione fatta dalla Fattori che dalla Civita.s è stata licenziata nel 2020 e sono tuttora in corso i procedimenti per la causa di lavoro.

Di fatto, come ricorda anche Fattori, tutto comincia nel 2016: «avevo deciso di non parlare – dice – ma visto il silenzio di alcuni e la ricostruzione ambigua di altri ho ritenuto opportuno chiarire definitivamente quanto accaduto». L’ex dipendente capo ufficio tributi ricorda come la vicenda Asur abbia rappresentato l’inizio di «un calvario che ha avuto ripercussioni sotto l’aspetto della mia salute psicofisica, della mia professionalità per cui ho ricevuto 8 sanzioni disciplinari e il licenziamento in tronco e anche sotto l’aspetto economico dal momento che ho sostenuto finora 74mila euro di spese legali, ho rateizzato ulteriori 68mila euro e altri 24mila nella stessa maniera».

In particolare la Fattori sottolinea come «i giudici sono stati chiarissimi nel sostenere la mia assoluta assenza di responsabilità riguardo la decadenza. Nonostante tutto Brandoni continua a dire che la responsabilità sia additabile ai tecnici, vale a dire la mia in qualità di capo ufficio tributi, mentre l’unico soggetto abilitato a mettere il visto di esecutività sui ruoli da avviare alla riscossione era solo lui e questo lo afferma dettagliatamente la corte».

In aggiunta, sostenuta dall’avvocato Acquaroli l’ex dipendente annuncia che chiederà anche un accertamento tecnico, una perizia calligrafica da portare nelle ulteriori sedi di giudizio legate alla causa per il licenziamento sulla firma che il presidente Brandoni disconosce. «Sono stata accusata anche di non aver segnalato la scadenza mentre io sospettando che non si intendeva inviare in tempo l’ingiunzione Asur feci ben due note di avviso fatte sottoscrivere da Brandoni che però disconosce la firma ma non ne ha mai chiesto la verificazione. Ebbene ho dato incarico di procedere alla verificazione». Lusi Fattori punta poi il dito anche sulle ricostruzioni fatte in sede dibattimentale dagli altri co-imputati: «hanno cercato di fornire ricostruzioni distorte degli accadimenti tentando di addossare su di me ogni responsabilità dipingendomi come una dipendente incompetente. Tento a precisare che gli stessi, avvocati, dirigenti e funzionari ha anni applicati ai tributi, hanno tentato di difendersi sostenendo che non conoscevano la disciplina tributaria che amministravano. Ho dimostrato con documenti e prove la fondatezza e veridicità di ogni mio assunto».

 

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