Varco sul mare tra criticità,
spacchettamenti e quel rapporto rischioso
con il Politecnico di Milano

LA RICOSTRUZIONE di Giuseppe Bommarito - Niente trapela dall'amministrazione di Civitanova sugli sviluppi del progetto. L'importo dell'appalto è stato frazionato per aggirare la norma sulla soglia degli affidamenti diretti e la tanto sbandierata collaborazione con l’ateneo appare viziata in un suo presupposto di fondo: più che un’attività di ricerca e di collaborazione su attività di interesse comune (consentita dalla normativa vigente), integra con tutta evidenza un’attività ingegneristica lautamente remunerata, che invece non è consentita nel rapporto tra due pubbliche amministrazioni. Intanto del cantiere non c'è traccia.

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Il Varco sul mare a Civitanova

di Giuseppe Bommarito*

Non si può dire che l’area in precedenza occupata dall’edificio destinato a Mostra della Calzatura, gestita a suo tempo dall’ex Ente Fiera Regionale, edificio abbattuto qualche anno fa in quanto obsoleto, inutilizzato e pieno solo di ferraglie, non dia problemi all’Amministrazione Comunale di Civitanova.

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Giuseppe Bommarito

Dapprima quell’area, strategica in quanto collocata proprio sull’asse che dal Palazzo Comunale conduce direttamente al lungomare sud, era stata ipotizzata come sede per realizzarci un vasto parcheggio sotterraneo, con area di sosta anche a raso. Si era fatta avanti con un ambizioso project financing da svariati milioni di euro una società di Chieti, la Strever s.p.a., proponendo la realizzazione a costi propri della struttura sotterranea e una non meglio precisata riqualificazione del centro, ma pretendendo in contropartita la cessione e la gestione per ben 35 anni di 1745 stalli in superficie nelle vie limitrofe, con l’aumento di fatto sia della tariffa oraria che delle zone a pagamento in centro e persino sul lungomare, e con un ricavo futuro pari a circa 30 milioni di euro.

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Il sindaco Fabrizio Ciarapica

Una proposta immediatamente apparsa molto sbilanciata a favore della società proponente. Subito c’era stata una forte opposizione da parte non solo dei partiti della minoranza consiliare, ma anche di migliaia di cittadini e di tanti ex sindaci della città costiera, al punto che il sindaco Fabrizio Ciarapica e la giunta, che inizialmente avevano visto di buon occhio il progetto, erano stati costretti, nel novembre 2019, a fare marcia indietro. Ma siccome a Civitanova pensano sempre in grande (vedi la rotatoria da fare due volte all’uscita della superstrada e il fantasmagorico progetto Dubai riguardante la zona portuale, anch’esso per il momento in quiescenza dopo fortissime contestazioni da parte della cittadinanza), messo da parte il parcheggio sotterraneo ecco ripartire l’amministrazione, nell’ultimo anno del primo mandato di Ciarapica, con un diverso, ma non meno ambizioso, progetto di sistemazione di quell’area dell’ex Centro fiere un tempo destinato a Mostra della Calzatura, da realizzarsi questa volta in sinergia con il Dipartimento di architettura e ingegneria del Politecnico di Milano, soggetto indubbiamente dotato di una professionalità di altissimo livello tecnico e scientifico.

Il progetto ipotizzato da palazzo Sforza parte direttamente dal Varco a mare, cioè da quella struttura ad arco in cemento armato fortunatamente salvata dalla demolizione, di scuola nerviana, rimasta quale memoria storica del vecchio corpo di fabbrica dell’Ente Fiera, del quale sovrastava il padiglione di ingresso. Ma il progetto complessivo, definito come obiettivo strategico di mandato, concerne il recupero, l’intera riqualificazione funzionale di piazza XX Settembre e zone limitrofe, il ridisegno e il riassetto delle stesse. Un intervento complesso inserito già nel piano delle opere pubbliche 2021 per l’importo complessivo di 3.300.000 euro, poi lievitato a 10 milioni di euro nel programma opere pubbliche 2022, da realizzare però a stralci, a cominciare proprio, come sopra detto, dall’area del Varco, ritenuta prioritaria.

L’amministrazione parte subito in quarta. A fine estate 2020 fa eseguire al Politecnico uno studio preliminare sotto forma di contratto di ricerca, che poi viene sottoscritto tra il Comune e l’ateneo milanese nel dicembre 2020. Seguono, a tamburo battente, la presa d’atto, con parere favorevole, dello studio preliminare (marzo 2021), la successiva proposta di collaborazione di durata decennale (aprile 2021) mediante la sottoscrizione di un accordo quadro che disciplina gli aspetti giuridici del sostegno tecnico e poi del relativo atto applicativo che concerne gli aspetti tecnico-operativi, la costituzione di un gruppo misto di lavoro (ottobre 2021) tra i tecnici comunali e quelli del Politecnico per arrivare in tempi brevi, limitatamente all’area del Varco e a quella antistante il palazzo comunale, alla redazione del progetto definitivo-esecutivo dell’intervento.
La collaborazione tra i due enti in tal modo si avvia, prestando però il fianco a diverse criticità, che di seguito saranno evidenziate. Si parla, nel progetto del Politecnico (mai presentato alla cittadinanza dall’amministrazione), di un’area eventi nella parte centrale, di una piscina di acqua soccer, di un poetario con pannelli dove scrivere versi, di un’area giochi e di un campo polivalente per basket, volley e calcetto, di una stazione di bike sharing, di nuove pavimentazione a largo raggio.

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Il progetto dell’ingegnere Giorgio Medori

Mette conto però evidenziare che nel maggio 2022, poco prima delle ultime elezioni comunali, accade un fatto nuovo. L’ingegnere Giorgio Medori, già presidente dei tecnici civitanovesi, che si era distinto nella battaglia per impedire che venisse demolito, insieme al baraccone dell’Ente Fiera, anche il magnifico arco in cemento armato (salvato per un pelo, a dimostrazione che al peggio non c’è mai fine), propone gratuitamente alla città e all’amministrazione che uscirà vincente dal voto ormai prossimo un suo progetto che, partendo dal palazzo comunale, abbraccia piazza XX Settembre, i giardini pubblici, il lido Cluana, il Varco a mare, e si proietta verso il lungomare.

Il progetto Medori appare a prima vista migliore ed anche più economico di quello messo in campo dai professori del Politecnico. Innanzi tutto, costa solo 2 milioni di euro a fronte degli oltre tre/cinque milioni del progetto milanese, non sacrifica per nulla il verde esistente (il progetto Politecnico lo sacrificava al 50%), salva il mercato del sabato, comporta il 50% in meno di pavimentazione, consente lo svolgimento di eventi culturali e di spettacoli nello spazio utilizzato a tal fine negli ultimi anni, consente il parcheggio nella piazza di 140 posti auto e lascia pedonabile la zona Varco (mentre il Politecnico prevede 90 posti auto in zona Varco e 70 in piazza). Ed ha anche il vantaggio di essere gratuito, in quanto frutto di un generoso atto di liberalità del professionista civitanovese, da sempre innamorato della sua città.

Tutto ciò viene evidenziato dalla cittadinanza, in assemblee pubbliche, e dai partiti di opposizione, ma l’amministrazione, che già aveva tralasciato l’ipotesi di un concorso di idee (sebbene da più parti auspicato), tira dritta per la sua strada, incurante non solo dei suggerimenti e delle contestazioni, ma anche – e questo è un punto di centrale importanza – delle norme di legge.
Perché in primo luogo la tanta sbandierata collaborazione con l’ateneo milanese appare viziata in un suo presupposto di fondo, in quanto, più che un’attività di ricerca e di collaborazione su attività di interesse comune (consentita dalla normativa vigente), integra con tutta evidenza un’attività ingegneristica lautamente remunerata, che invece non è consentita nel rapporto da due pubbliche amministrazioni, tra le quali non può esserci scambio di denaro, nel senso che è escluso che l’una possa avvalersi delle prestazioni dell’altra dietro pagamento di un corrispettivo, per non distorcere la concorrenza e non invadere il campo delle professioni private. E poi il progetto Politecnico, pur richiamando il d.l. n. 76/2020, sfora i limiti che consentono ad una amministrazione gli affidamenti diretti, andando ben oltre la soglia di 140mila euro (e ovviamente superando anche la soglia di cui all’art. 37 del D.Lgs. n. 50/2016).

Naturalmente è stato utilizzato il vecchio, ma pur sempre illecito, espediente del frazionamento, spacchettando l’importo dell’appalto per la cosiddetta attività in comune tra i due enti (250mila euro) in più porzioni: per quella del Varco a mare, denominata “Stanza n. 4”, si prevede una spesa specifica di progettazione di 40mila euro oltre gli oneri accessori, anche se ad oggi risultano già spesi senza alcuna progettazione esecutiva ben 168.079 euro, senza oneri accessori. Pertanto, nonostante l’espediente del frazionamento non si riesce comunque a rientrare nei limiti di legge, anche perché nel corso dell’opera appare chiaramente che la tanta sbandierata “collaborazione” tra i due enti, per la quale era stato creato un apposito gruppo misto di lavoro, in realtà integra un’attività professionale quasi esclusiva del Politecnico, tanto che, sempre prendendo a pretesto qualche inghippo dell’ultimo minuto dell’Ufficio Tecnico (cessazione dal servizio del dirigente per raggiunti limiti di età, carichi di lavoro già pesanti, carenza di personale), con varie determine dirigenziali vengono appaltate esternamente, con costi aggiuntivi, la progettazione definitiva-esecutiva degli impianti elettrici e speciali, la progettazione e la direzione dei lavori delle strutture dei manufatti, i servizi tenici di ingegneria e architettura. Il tutto comporta che dall’importo iniziale di 250mila euro previsto come spettante al Politecnico per la progettazione complessiva dell’opera, si arrivi ad un totale di quasi 350mila euro, ben al di sopra della fatidica soglia dei 140mila euro posta dall’art. 1 del D.L. n. 76/2020 (tanto per dire, sono stati stanziati ben 98mila euro lordi solo con l’ultima determina dirigenziale per il rilievo della zona Varco).

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Un screen del fuori onda

Sul punto, durante l’ultima campagna elettorale, ci sono già state fortissime polemiche, generate anche dal famoso video fuori onda reso pubblico dall’allora candidata Silvia Squadroni, riguardante i momenti successivi alla conclusione di una seduta del consiglio comunale di fine ottobre 2020. Fabrizio Ciarapica, il segretario comunale Sergio Morosi e l’allora presidente del consiglio comunale Claudio Morresi, ignari di essere ascoltati da chiunque fosse ancora connesso, dibattevano tra di loro del progetto preliminare e di quello esecutivo riguardanti il Varco a mare, cercando di stabilire a chi affidare concretamente l’incarico (non al Politecnico, affermava il segretario comunale, perché altrimenti si sarebbe andati sopra la soglia per gli affidamenti diretti, bisognava rivolgersi all’Ufficio Tecnico, sia pure con l’assistenza del Politecnico, come poi in effetti, almeno sul piano formale, è avvenuto).
Qualche mese addietro su tali aspetti è stata inoltre presentata una denuncia al locale comando dei carabinieri, inoltrata alla Procura della Repubblica, ma da allora nulla si è più saputo. Sarebbe il caso che l’amministrazione, oltre a presentare finalmente il progetto del Politecnico, aggiorni la cittadinanza sugli sviluppi della situazione, anche perché nel frattempo del cantiere sul posto ancora non v’è traccia.

***

Sull’argomento si terrà questa sera il dibattito “Conti pubblici e sistema bilancio. Come occultare un disavanzo”. L’iniziativa promossa da Civitasvolta nell’ambito della rassegna “Legalità bene  comune” si svolgerà alle 21 nella sala consiliare del comune di Civitanova.

 

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