L’incontro con la comunità marocchina
Incontro con la comunità marocchina alla Sala Castiglioni di piazza Vittorio Veneto, a Macerata. L’iniziativa, che si è svolta ieri, è iniziata col convegno organizzato dalla sezione locale dell’Associazione nazionale della Polizia di Stato (Anps), sul tema “integrazione ed interazione a tutela della legalità”. Lo scorso ottobre, sullo stesso tema, c’era stato un incontro con la comunità albanese.
Al saluto iniziale del sindaco Sandro Parcaroli, è seguito l’intervento della consigliera regionale Anna Menghi, che ha sottolineato «come Macerata sia sempre stata una città accogliente, ma è necessario il rispetto delle regole per scrivere un modello efficace di integrazione, con un ruolo importante di connubio tra istituzioni ed associazioni, per una convivenza caratterizzata da pace e collaborazione». A suggellare questo proposito sono state poste vicine le bandiere del Marocco e dell’Italia, oltre al labaro dell’associazione della Polizia.
Presenti il vice sindaco Francesca D’Alessandro ed i consiglieri Roberto Cherubini, Sandro Montaguti, Ninfa Contigiani e Marco Bravi, nonchè i rappresentanti del prefetto, del questore e del comandante dei Carabinieri, il funzionario dell’Onu Andrea Angeli. Nutrito il tavolo dei relatori: l’assessore alla sicurezza Paolo Renna, il consigliere aggiunto rappresentante degli immigrati Omar Cherqaoui, la dirigente dell’ufficio immigrazione della questura Anna Moffa, l’imprenditrice Fatima Eloufi e la sociologa Mounya Allali. Quali ospiti d’onore il console generale del Regno del Marocco Said Jazouani e Amal, la madre del calciatore della nazionale magrebina Walid Cheddira, nato in Italia.
«I relatori si sono soffermati sulla loro esperienza – si legge nella nota dell’Anps – concordando sulla necessità di lavorare per una effettiva integrazione ed interazione ed apprezzando le finalità degli incontri con le comunità straniere, finalità tese ad evitare che le singole comunità si isolino e formino gruppi chiusi, distaccati dal contesto in cui vivono, perché tale situazione può comportare un astio nei confronti dell’altro, con gravi pericoli per la sicurezza e l’ordine pubblico specie se si concretizzano nella formazione di bande giovanili».
A tale proposito l’assessore Paolo Renna ha auspicato che, «specie i ragazzi, giochino insieme e si formi una pacifica comunità italiana multietnica». Concetto ribadito da Omar Cherqaoui, il quale ha sostenuto che «per questo motivo non ci sono specifiche associazioni marocchine, per non restare “ghettizzati” e la validità della decisione è confermata dal fatto che il 15% dei marocchini ha la cittadinanza italiana, si è perfettamente integrato, ha costituito proprie attività economiche, che operano nel tessuto sociale». Un esempio è dato dall’imprenditrice Fatima Eloufi, che nel suo intervento ha sostenuto che nell’attività che gestisce con il padre vi lavorano persone di diverse nazioni, anche italiani.
Il commissario Anna Moffa, dirigente dell’immigrazione, ha evidenziato che «la comunità marocchina è la più numerosa tra le comunità straniere a Macerata, non sussistono particolari problematiche e si è dichiarata disponibile a esaminare con il massimo favore situazioni particolari che dovessero emergere». Il presidente della sezione Anps di Macerata Giorgio Iacobone ha evidenziato come «la stragrande maggioranza degli immigrati sia costituita da persone che rispettano le regole, ma c’è il pericolo che quella minima minoranza che delinque porti discredito sull’intera comunità, per la facilità con cui si tende a generalizzare». Ha quindi invitato «la comunità a costruire una diga contro i connazionali che delinquono, isolandoli e denunciandone i crimini, sia per il dovere morale che investe ogni persona, sia per evitare ripercussioni nel giudizio collettivo».
Importante il momento della testimonianza di Amal, la madre di Walid Cheddira, che ha raccontato come «il figlio si sia formato in Italia ed abbia raggiunto i lusinghieri successi, grazie al suo impegno, ma anche alle opportunità che gli sono state offerte. Ha raccontato anche del suo soggiorno un mese in Qatar per i mondiali di calcio e l’emozione provata nell’abbracciare il re Muhammad VI che ha voluto incontrare i genitori dei calciatori della nazionale». Il console generale Said Jazouani ha consegnato alla signora Amal un attestato di benemerenza.
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