Il Consiglio comunale del 20 ottobre 2020 in cui la maggioranza si è spaccata e l’adozione della variante Amadori non è passata
di Giovanni De Franceschi
Dalla delibera da «infiocchettare meglio» alla richiesta di un maxi risarcimento danni. E’ la parabola della cosiddetta variante Amadori, a cui ora si è aggiunto un nuovo capitolo. La causa che la Asil srl di Cesena, società immobiliare che fa capo al gruppo Amadori, ha intentato contro il Comune di Civitanova per la mancata approvazione definitiva della variante, chiedendo un risarcimento di 2,2 milioni di euro.
Uno screen del fuorionda reso pubblico da Silvia Squadroni in cui si parla tra le altre cose della variante Amadori
Tutto inizia nel 2015 quando la Asil diventa proprietaria delle aree della Progetti Abruzzesi vicino al Cuore Adriatico, che un anno prima aveva siglato una convenzione con l’amministrazione comunale per realizzare un grande albergo da 12mila metri quadri. Quando subentra la Asil presenta una variante per chiedere di dimezzare la superficie dell’hotel a 6500 metri quadrati e trasformare l’altra metà, 6mila metri quadrati, in terziario e commerciale. La variante viene approvata una prima volta in Consiglio a settembre del 2019. Poi il 20 ottobre 2020 viene riportata in assise per l’adozione definitiva. Ma quella sera la maggioranza si sfalda: sette consiglieri presentano un emendamento con cui si chiede lo stop dell’iter. L’emendamento viene approvato e la delibera per l’adozione definitiva non passa, decretando di fatto la fine del progetto.
Ed è qui che si inserisce il famoso fuorionda reso pubblico durante l’ultima campagna elettorale dall’allora candidata sindaca Silvia Squadroni, ora consigliera d’opposizione. Dopo la fine di quel Consiglio dell’ottobre 2020, secondo la tesi della Squadroni, il sindaco Fabrizio Ciarapica, il segretario comunale Sergio Morosi e Claudio Morresi, all’epoca presidente del Consiglio comunale, restano a parlare sulla piattaforma che aveva mandato in streaming il Consiglio stesso. Credendo di non essere più in onda. E tra gli altri argomenti finiti al centro di furibonde polemiche durante la campagna elettorale, i tre parlano della variante Amadori appena bocciata. «E’ stata gestita male», commenta Morresi nel video. «Questa doveva partire due mesi fa – risponde Ciarapica – l’assessore (Troiani, ndr) ci doveva lavorare, infiocchettarla per bene, doveva far vedere che si costruivano le strade». E Morosi: «L’altra volta è stata votata da una maggioranza compatta…uno che ha votato a favore prima tornata, minimo minino non avrebbe dovuto cambiare idea, speriamo bene, avevamo ripulito tutto il settore vertenze…All’avvocato gli avevamo detto di mandarci “un parere così” – ha detto sempre il segretario comunale – e ci ha mandato qualcosa. Comunque se non ce l’abbiamo i casini ce li andiamo a cercare da noi». Ancora Ciarapica: «Stavolta invece c’hanno ripensato tutti, però gli abbiamo dato motivo. Non l’abbiamo costruita bene (la delibera, ndr), non abbiamo valorizzato quello che avremmo fatto con gli oneri. Poi anche gli Amadori sono stati un po’ rigidini, se ci mettevano qualcosa in più passava». Morosi: «Per me se facevano un albergo da 250 camere il rischio era troppo grosso, chi te le riempie».
Così quelli che il segretario comunale chiama «casini» nel fuorionda sono arrivati sotto forma di una maxi richiesta di risarcimento danni. L’Asil ha attivato al Tribunale di Forlì la procedura di conciliazione, partendo da una richiesta di risarcimento danni di 2,2 milioni di euro, l’8 ottobre 2021. L’incontro si è svolto il 30 novembre 2022 ma Comune e Asil sono rimaste sulle proprie posizioni, così il tentativo di conciliazione è fallito. E la società ha citato il Comune per danni sempre al Tribunale di Forlì, chiedendo sempre la stessa cifra. Prima udienza in programma il 3 marzo. Il Comune ha già messo sul piatto 27mila euro per le spese legali, affidando l’incarico all’avvocato Giuseppe Carassai.
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Ma sono metri quadrati o metri cubi?
È alquanto fastidioso che certe persone anche una volta scoperta la loro vera natura non vengono invitate a sparire dalla circolazione. Non solo te le ritrovi lì ma devi pure pagargli l’avvocato, le spese processuali e i milioni per le loro alzate di ingegno. Certo pagassero loro sarebbe una bella soddisfazione ma saranno i cittadini civitanovesi a pagare con le tasse che annualmente versano al comune. Dopo che sono profumatamente pagati come il segretario e il sindaco guarda che viene fuori. Non aver proprio nessun rispetto per gli amministrati da parte di un sindaco che si coalizza per truffare chiunque, dal consigliere di maggioranza al proponente della richiesta e al cittadino che paga per tutti è semplicemente ridicolo. Questo è il termine giusto perché pur sapendo che ci voleva una bella dose di faccia tosta ha richiesto il voto ottenendolo, almeno per la quantità sufficiente a dargli di nuovo l’occasione per le sue mirabolanti uscite. Che cosa, votandolo, poteva aspettarsi da lui chi l’ha fatto, lo vedremo in seguito. Di certo si può dire con la massima sicurezza che promettendo ciò che sapeva di non poter mantenere per infiocchettare pure gli elettori e con la collaborazione di mezze tacche tipo il critico d’arte e il socialista de noandri per antonomasia di cui è facile capire il nome o meglio il cognome con cui è più conosciuto sarà pur riuscito a vincere ma che quel che era è rimasto. Però come non provare un profondo disgusto per chi apertamente ha ottenuto un gettone trovandogli allocchi e soprattutto per chi nemmeno le briciole ha potuto raccogliere?