L’architetto Paolo Strappato col sindaco Fabrizio Ciarapica
di Laura Boccanera
Torna all’ufficio tecnico il dirigente in pensione Paolo Strappato. Assunto come staff dell’assessore all’urbanistica. Era andato in pensione lo scorso giugno, la giunta lo ha richiamato in servizio come supporto all’ufficio tecnico. Costerà all’ente 64 mila euro annui.
Torna al lavoro Paolo Strappato, l’ex dirigente infatti si era congedato l’estate scorsa, ma a sorpresa spunta l’atto di assunzione per rinforzare l’organico in virtù dell’esperienza maturata: «è i possesso dei necessari requisiti di professionalità per l’esperienza professionale maturata nel settore ed in relazione alla posizione da ricoprire sulla base della natura fiduciaria dell’incarico, può soddisfare pienamente le esigenze di questo comune per il supporto e la collaborazione operativa all’assessorato all’urbanistica in materia di pianificazione urbanistica» – si legge nel decreto pubblicato all’albo pretorio.
Il settore è rimasto sguarnito del dirigente dopo il pensionamento e Strappato dovrà supportare l’assessorato in riferimento alla problematica dei piani del porto del borgo marinaro. La spesa a carico del bilancio per il 2022 sarà di 9.500 euro e di 64.500 euro per il 2023. Verrà assunto con contratto individuale a tempo determinato e parziale al 60% per il periodo che va dal 14 novembre al 31 dicembre del 2023. Avrà a sua disposizione tutte le attrezzature informatiche del settore urbanistica e l’auto del Comune.
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Dal 14 novembre 2022 (non 2023) al 31 dicembre 2023.
Visto? Hai voglia di sacrificarsi per far studiare i propri figli.
Il dirigente “Strappato” di nome e di fatto alla sua vita da pensionato , sicuramente con una pensione da sogno visto che ricopriva la carica di dirigente, ritorna al lavoro o meglio credo in assoluta convinzione: al servizio del sindaco. Tralasciamo qualsiasi spunto etico sula figura di questo sindaco con il vezzo di voler infiocchettare gli altri, certo, finché qualcuno non gli insegna che fare il sindaco non vuol dire cercare di imbrogliare i propri amministratori e di conseguenza i cittadini e che chiaramente se lo fa e per qualche vantaggio personale e non per cercare di salvare l’Italia. Poi una ricerca di miglioramento è lecita perché no, l’importante è esserne convinti fino ad arrivare a cambiare partito ogni volta che si prospetta la possibilità di andarsene. Ma senza farla tanto lunga, continua a fare come ha sempre fatto e per fortuna prima erano meno granitici e sono stati sempre i suoi a bloccarlo e a fargli capire: “ Oh fra, ma ndo vai,e ferma sa testa”. Invece di cercare in comune qualcuno da impiegare nell’ufficio rimasto vagante, richiama il vecchio occupante già in pensione. Per me ci può essere solo un motivo: deve il sindaco continuare a muoversi secondo i suoi metodi e avendo a fianco persone di cui può fidarsi ciecamente e la natura dell’ufficio rimasto vuoto e che si occupa del porto fa prefigurare che gatta ci cova. Cova da tempo e coverà fino a che non riuscirà finalmente a dare via libera al sindaco e altri cointeressati per uno dei suoi strampalati desideri che dovrebbero portare a modifiche in più ubicazioni…. Pensavo che visto che comunque fra cinque anni non potrà ripresentarsi si sarebbe calmato e accontentato. Poi, considerando che nemmeno lo volevano e che a forza di promesse e compromessi è riuscito a farsi la sua baraccopoli votante. Certo gli hanno giocato a favore soggetti del tipo di Corallini che da Giuda distruttivo, dirompente, delle cui oggettive ( non discutibili, escluse da qualsiasi tentativo di cambiare la loro natura perché impossibile) accuse al sindaco ci si poteva scrivere un Vangelo la cui veridicità oltre all’oggettività, sarebbe stata battezzata dalla vicinanza temporale dei fatti che avrebbe ulteriormente rafforzato. Che dire poi dell’esempio per antonomasia dello scambista politico: il Perugini. Ma se ne potrebbero fare per ognuno così come il Perugini che dopo trattative, qualcuna andata a male per ego smontato e rifiutato ha scelto quella più vantaggiosa che poi era l’unica rimasta e si prostrato al CKp ottenendo in cambio dei suoi favori, manco fosse una cortigiana ,un posto per alti cinque anni. Corallini, invece che fine ha fatto? Albero, pentimento, corda…. Del resto mi sembra che la legge permette di continuare a lavorare anche in caso di lautissima pensione e sull’altrettanto lauto guadagno con cui ci si potevano mettere due o tre nuovi assunti. Così, oltre che stare vicino al sindaco, sull’incremento ci pagherà qualche contributo e magari poi gli aumenteranno ulteriormente la pensione. Ha ragione Signor Tombesi di scrivere: “Hai voglia di sacrificarsi per far studiare i propri figli”. Finché ci sarà questa gente a cui la minoranza dovrebbe impedire persino di entrare in comune, senza dover spedire sempre doglianze, esposti, denunce varie che non si sa se e quando troveranno risposta. Che si vuole pretendere quando si è consapevoli di indossare un vestito che nemmeno la Signora Vergogna indosserebbe e questo qui lo porta tranquillamente, evidentemente sapendo di avere delle coperture su in collina che lo lasciano fare. Pensavo, chissà perché, visto tutti questi lavoretti stradali che si fosse ricominciato con il classico, da sempre in tutti i comuni, noto detto: la politica del cappello detta anche della mano tesa. Naturalmente questo non c’entra con il commento, stavo pensando a quando tempo ci vuole per far crescere le zucchine e quando piantarle. Ultimamente l’inglese ci ha dato un nuovo termine, tal Cashback. Formula usata a fin di bene per recuperare qualcosa sulle spese fatte con soldi propri, ora allargata in altri campi dove si è solidi dire come battuta in commercio:” Nello smercio c’è il guadagno”. E ripeto, i soldi sono quelli e solo quelli di propria appartenenza.
Io ho un sogno: che un giono chi va in pensione cessi la propria remunerata professione e si dedichi alle proprie passioni, a fare il turista o se vuole a fare volontariato.
Continuo quindi a non capire perché chi lascia il lavoro e va in pensione talvolta ci ripensa e torna al lavoro e non lo fa ‘gratis et amore Dei’ ma per un salario confrontabile con quello della professione appena lasciata.
Mi riferisco ad alcuni medici che continuano a lavorare nelle strutture private, a quei manager che tornano alla professione appena lasciata, ai professionisti come in questo caso e via esemplificando.
Le aziende che decidono di ricorrere ai pensionati lo fanno per opportunità o per fare un favore al pensionato che non sa rinunciare all’offerta; meglio sarebbe stato preparare la transizione in modo che il giorno del pensionamento ci fosse un giovane formato pronto a prendere il posto del pensionato.
Si tratta oltretutto di figure che penso godano di una pensione più che dignitosa e mal si comprende il cumulo di pensione e nuovo stipendio oltretutto in una fase della vita in cui i bisogni economici personali e familiari dovrebbero attenuarsi.
Chi lascia la professione dovrebbe, se desidera continuare la vecchia attività, dedicarsi volontariamente ad affiancare le nuove leve alle quali trasferire, come una volta faceva il maestro con l’apprendista, le conoscenze acquisite nella propria vita professionale.
Questo naturalmente è solo un sogno …